16 aprile 2024

ROVIGO, RHO E STATISTICHE

Rovigo
Raccogliamo alcune lamentele su certe location di gara e proviamo a renderle per quello che valgono.

Gara GPG nazionale Kinder Joy of Moving a Rovigo. 752 fiorettisti si sono affrontati su 35 pedane, in un capannone della fiera in via Adige, cioè un edificio senza alcuna pretesa né dentro né fuori, che si trova all’interno del quartiere universitario della città. Enigmatica l’entrata al quartiere con sbarra automatizzata, inesistente la cartellonistica che avrebbe aiutato a trovare il suddetto capannone, magari all’ingresso del quartiere stesso. Niente di grave, sia chiaro, stiamo parlando di quell’aiutino in più che avrebbe reso tutto più comprensibile. Assenti però gli spogliatoi. Nulla di che, se si è maschi, ma per le ragazze la faccenda è un po’ più delicata. Lascio al lettore l’immagine che può sorgere nel pensare per l’appunto le circa 330 ragazze e bambine che finita la gara dovevano cambiarsi la maglietta. Penso sia condivisibile l’idea che si potesse fare di meglio, e i veneti, persone industriose e in gamba, una soluzione l’avrebbero potuta trovare.

Suggeriamo di subappaltare gli spogliatoi ai quattro stand che erano presenti in gara e che in certi casi hanno sopperito in modo generoso a questa mancanza.

Ruberie invece a Rho, per la gara regionale Gold Giovani. Come diceva Totò in un celebre suo film, l’occasione fa l’uomo ladro, e la gara evidentemente è stata galeotta per dare modo a certi mariuoli di rubacchiare qua e là, indisturbati. Peccato. La scherma si distingue per fair play e per onestà, e questi episodi non dovrebbero accadere. La location era però un po’ sottotono, e forse il clima non ha giocato a favore nel tendone dove c’erano un buon numero di pedane, a Rovigo infatti il termometro segnava 31°, e poco meno in Lombardia.

RHO

Nel frattempo la Federazione ha aggiornato il suo sito web, aggiungendo la pagina STATISTICHE, una cosa che da anni faceva il bel sito www.scherma.me, e che con buon senso la FIS ha fatto proprio, coinvolgendo l’autore. Un buon segnale questo, che mostra come la Federazione non sia solo il gruppo delle persone che lo dirige, ma anche chi suggerisce e incoraggia dei cambiamenti. Il gestore della pagina saprà di certo implementarla e renderla un valido strumento per gli addetti ai lavori, magari fornendo per l’appunto i numeri non solo dei singoli atleti, ma anche degli iscritti federali, delle partecipazioni regionali e nazionali, e in tal modo dare un senso a detti numeri, che a volte sembrano senz’anima. Anzi ci permettiamo di suggerire l’apertura di una sezione che mostri la partecipazione degli atleti di anno in anno alle gare, magari divisi per arma.

statistiche







Fabrizio Orsini

14 aprile 2024

GOLD & SILVER: un successo federale

 

Si sono da poco concluse le qualificazione per le categorie Gold e Silver, secondo una nuova formula più chiara di quelle dell’anno precedente, che vede la qualifica di un numero preciso di atleti per la gara nazionale Gold e tutti gli altri qualificati per quello Silver.
Alcuni numeri parlano da soli, in quanto la partecipazione è stata interessante e molti atleti hanno capito che il suddividere le gare secondo un criterio basato sulle effettive capacità dello schermitore portano frutti adeguati. Non tutte le società possono allenare atleti di alto livello e credo che non sia nemmeno giusto pretenderlo. Ognuno infatti si approccia alla scherma e allo sport in generale come meglio si sente, in maniera da trovare il proprio equilibrio psicofisico e la soddisfazione agonistica. Questo vale per qualsiasi età e sono lieto che la scherma si stia aprendo anche a uno spirito più ludico, tralasciando la drammaticità del voler essere bravi a tutti i costi.
Per i maestri la lettura è un po’ differente, in quanto in gara si vede il lavoro svolto durante l’anno e quello che si dovrà fare più avanti.
Per le società invece la stagione sportiva si allunga e il campionato non si interrompe con le qualificazioni per gli Assoluti, o il GPG, ma prosegue, con un aumento di gare da organizzare.
Dal punto di vista federale, questa formula, che un tempo si chiamava Coppa Italia, nome che a me non dispiaceva per nulla e anzi, trovavo molto efficace, questo campionato è un successo. Intanto con più gare, gli incassi sono maggiori. Gli atleti tirano di più e i migliori si qualificano per gli Assoluti, così da dare una ulteriore ambizione da raggiungere e una gratificazione per il lavoro svolto.
Dal punto di vista regionale i numeri sono decrescenti, in quanto a nord gli schermitori sono moltissimi, 464 in Lombardia, mentre nel Lazio 361. Quasi la metà sono i campani, rispetto ai lombardi, ancor meno i siciliani.
Sarebbe interessante vedere le divisioni per arma a livello nazionale, ma aspetterò la fine del campionato per trarre delle conclusioni, anche perché il grandioso Gran Premio Nostini di Riccione si prefigura ancora più affollato dell’anno precedente.
Una sola osservazione per quanto riguarda le tempistiche. Considerato che una gara da cento atleti è  più o meno organizzabile in un solo giorno, una di quasi mezzo migliaio comporta una organizzazione logistica adeguata. In Lombardia tutta la sciabola e il fioretto si sono lamentati. Il luogo di gara era collaudatissimo, e si presta a gare concomitanti, ma la sproporzione della spada rispetto alla sciabola e la domenica verso il fioretto, non ha fatto pensare di suddividere le gare in due fasi ben distinte, tanto che nel momento in cui finiva il primo turno dei gironi di spada maschile, cominciava (con mezz’ora di ritardo), quello della sciabola femminile, seguito da quello maschile, che però tiravano a distanze di parecchi metri, le une dalle altre.
Immaginate un maestro di sciabola che deve seguire una ragazza in una palestra e poi debba fare quasi cinquanta o sessanta metri per guardare altri due atleti che tirano su pedane disseminate agli angoli di un secondo ambiente molto più grande, inframmezzato da circa 100 spadisti e una ventina di pedane. Sebbene si riesca a fare, converrete anche voi, che sia piuttosto complicato. Eppure sarebbe bastato far partire la gara di sciabola non alle 10.30 come previsto, ma alle 12.30, se non alle 14.00, così da sfoltire ampiamente la gara e il parcheggio il quale, vista l’affluenza, era totalmente insufficiente. Per la cronaca, la gara di sciabola è terminata fra le 14.00 e le 15.00, mentre quella di spada una sola ora dopo. Efficienza sì, ma molto provante, e non se ne capisce il motivo.
Vi lascio alcuni numeri di questa gara che di certo diventerà un must, come anni addietro era il celebre campionato di Quarta categoria.
Fabrizio Orsini
 
Lombardia 
Fm 57
Ff 31
Sm 201
Sf 116
Scm 34
Scf 25
TOTALE 464
Lazio
Fm 43
Ff 29
Sm 133
Sf 85
Scm 42
Scf 29
TOTALE 361
Campania
Fm 16
Ff 8
Sm 89
Sf 44
Scm 23
Scf 16
TOTALE 196
Sicilia
Fm 10
Ff 9
Sm 46
Sf 30
Scm 9
Scf 10
TOTALE 114

09 aprile 2024

ELEZIONI FEDERALI: incoerenza e ricerca del potere perduto.

Le voci si rincorrono, ma sono solo voci, indiscrezioni o falsità? Ebbene, sono vere! Infatti, a fronte di smentite, alle quali personalmente non ho mai dato credito, ci sono delle conferme. D’altra parte, nella scherma è risaputo, quello che non si fa o non si dice rimane segreto, ma il segreto di quello che si è detto o, peggio, si è fatto resta il segreto di pulcinella, soprattutto se si fanno incontri o se si interferisce con attività estranee alla propria sfera di competenza.
Leggendo vi chiederete dove voglia andare a parare, ebbene ve lo spiego subito e inizio facendo un po' di dietrologia riprendendo l’articolo ELEZIONI FEDERALI 2024: giro di poltrone e fine corsa “, nel quale descrivevo una situazione di uscenti ed entranti nel nuovo Consiglio Federale scaturente dalle elezioni che presumibilmente si terranno qualche mese dopo le olimpiadi di Parigi 2024. Scrissi di cordate ove avrebbero fatto capo dirigenti federali del passato e precisai che nessuno di questi avrebbe capeggiato correnti contrapposte alla attuale dirigenza: falso! Ulteriori indagini effettuate, dopo insistenti voci sul tema, vedrebbero invece detti dirigenti particolarmente attivi e molto determinati nel voler sostituire l’attuale timoniere della nave federale. Potrei, sul punto, anche dire che non ci sarebbe nessun motivo di scandalizzarsi; tuttavia, i motivi per scandalizzarsi - e scandalizzarci - invece ci sono e sono tanti, enormi e ben evidenti e risiedono su un aspetto che prima facie sembrerebbe semplicemente una totale incoerenza ed invece sono figli di quella spasmodica, continua e febbrile ricerca di un consenso da parte di coloro che quel consenso non lo hanno più e, conseguentemente, si sforzano di raggiungerlo ad ogni costo, solo e soltanto per un mero compiacimento personale e per rispondere ad una esigenza di vanità.
Vi starete chiedendo dove traggo questi segni, rispondo subito, permettendomi già fin d’ora di esprimere - quale mio personale punto di vista - che trovo assolutamente inelegante e di cattivo gusto la condotta ed il comportamento di quei dirigenti che, nelle elezioni del 2021, si impegnarono strenuamente nel proporre e sostenere l’attuale Presidente allora contrapposto ad un personaggio del calibro di Michele Maffei, nei cui confronti si espressero in termini non certo lusinghieri per farlo apparire come inadeguato alla carica di Presidente.
Vorrei ricordare che il sottoscritto appoggiò il Maffei, ritenendolo non solo all’altezza del compito ma soprattutto ben capace di poter realmente contribuire anche ad un efficace lavoro di ricerca e crescita di possibili soggetti proiettati a rivestire in futuro la carica di Presidente in grado di poter garantire una gestione federale trasparente e democratica.
Ciò detto devo anche ammettere che il Presidente federale, nel lasso di tempo che va dalla sua elezione ad oggi, tranne qualche inciampo iniziale, ha lavorato abbastanza bene, portando alla qualificazione olimpica tutte e sei le squadre, cosa di non sovente riuscita; ha portato avanti la riforma dell’attività agonistica e non mi pare che abbia disastrato economicamente la Federazione. Aggiungo anche che caratterialmente è una persona moderata e tranquilla, che dialoga con tutti. In passato, nella sua veste di vice Presidente, ebbe un comportamento consono ad un dirigente federale, mai sopra le righe. Attualmente, sta cercando una soluzione all’annosa e tormentata disputa con l’Accademia Nazionale di Scherma, intendendo con questo che sta cercando un dialogo positivo e costruttivo ed a me, sempre sostenitore dell’Ente partenopeo, non può che far piacere.
Allora mi domando: esiste la coerenza? Oppure si portano avanti progetti personali con i quali si ambisce solo a riprendere il potere perduto? Ora, la domanda la faccio ai promotori di questa fantomatica cordata: quali sono le motivazioni per il cambio al vertice? In cosa avrebbe errato l’attuale Presidente? Cosa proponete per il futuro?
A me, e giustamente, furono fatte queste domande alle quali diedi delle risposte che, evidentemente, non piacquero agli elettori e fui battuto dall’allora Presidente Scarso, il quale, vale la pena ricordarlo, si era impegnato a portare a termine solo due mandati, ma come si sa, l’appetito vien mangiando.
Concludendo, riporto un detto romano: se devo cambiare Peppa con un’altra Peppa tanto vale che mi tenga Peppa mia. In altre parole, considerando che il Presidente non è una Peppa, ma una persona degna di rispetto, non vedo la ragione per la quale non bisogna concedergli la possibilità di un ulteriore mandato.
Ezio RINALDI

08 aprile 2024

LA BRUTTA STORIA DI CHIANCIANO

Il PM Serena Menicucci titolare dell’inchiesta
 divenuta un caso di forte impatto mediatico

Sulla “Piazza” è stato pubblicato l’articolo “ANCORA UNA BRUTTA STORIA DI STUPRO” con il quale si è raccontata l’orribile storia relativa ad una violenza sessuale ai danni di una atleta sciabolatrice Uzbeka. L’episodio sarebbe avvenuto (il condizionale è d’obbligo fino al termine delle indagini) ad agosto 2023 durante un allenamento collegiale in quel di Chianciano Terme.

Come ricorderete, nella circostanza, si parlò di atleti maschi che avrebbero compiuto la violenza. Ci sono state diverse prese di posizione sui social e non solo. Si chiedevano interventi federali in attesa della conclusione delle esplorazioni della Procura della Repubblica di Siena; si è lamentata la lentezza della stessa Procura nello svolgere il proprio lavoro; ci sono state le precisazioni della Procura di Siena circa l’espletamento delle indagini, riferendo, tra l’altro, che la stessa aveva 18 mesi di tempo per concludere il proprio lavoro. Insomma uno scandalo dove ogni attore (imputati, vittima, magistratura e media) ha esposto le proprie ragioni. Una cosa è certa, al momento non si può affermare nulla di concreto se non prendere atto della denuncia che la ragazza ha prodotto e le conseguenti indagini in corso.

Il 5 aprile 2024 si è tenuto l’incidente probatorio, voluto dalla Procura per fissare le accuse della ragazza. L’incidente sarebbe durato circa 8 ore, durante le quali l’atleta, pur in presenza di qualche contraddizione, dovute probabilmente alla stanchezza visto la durata dell’interrogatorio, ha confermato quanto esposto nella denuncia.

L’avv. Luciano Guidarelli, legale dell’atleta, nei giorni scorsi avrebbe depositato una memoria in Procura nella quale poneva nuovamente in evidenza l’eventuale responsabilità di chi doveva vigilare in occasione dei predetti allenamenti e accusato la Federscherma per non aver assunto eventuali provvedimenti sportivi. Il documento pare non sia stato ammesso.

La Federazione Italiana Scherma, come già riportato nell’articolo a cui ho fatto riferimento, ha fornito ampie spiegazioni sul proprio operato, ritornarci sopra non porta da nessuna parte.

All’interrogatorio avrebbero partecipato i legali degli attori in causa e il GIP Elena POLLINI. Non saprei dire se vi ha preso parte anche il PM Serena MENICUCCI, titolare dell’inchiesta ed i ragazzi accusati dello stupro.

Al momento non è dato sapere i risultati dell’interrogatorio ed eventuali assunzioni da parte dei magistrati inquirenti, però una cosa mi sento di dirla e cioè: fino a fine indagini ed eventuale rinvio a giudizio i ragazzi sono innocenti, fino ad allora nessuno è autorizzato e tirare conclusioni.

Ezio RINALDI

30 marzo 2024

MANCATA QUALIFICAZIONE ALLE OLIMPIADI ED AUGURI PASQUALI

L'atleta greca Despina Georgiadou, pur essendo una delle più forti schermitrici del mondo non è riuscita a qualificarsi per le olimpiadi. Ciò è dovuto a regole con le quali si è dato vita ad un meccanismo perverso per cui  la qualificazione olimpica diventa assai complicata.
Al fine di dare risalto e diffusione dell'accaduto, ma anche per sensibilizzare la FIE affinchè tali regole vengano riviste, di seguito riporto integralmente quanto dall'atleta pubblicato sulla propria pagina facebook il 27 marzo alle ore 14:29.
www.facebook.com/Despina.Georgiadou2206
"Nelle ultime due settimane ho riflettuto e ripensato a come annunciare che non mi sono qualificato per le Olimpiadi di Parigi2024 .
Soprattutto perché sto ancora cercando di capire, realizzarlo e spiegarlo a me stesso. Non ha senso essere :
• Campione del mondo d'argento ,Milano 2023(che basta per qualificarsi quasi in ogni sport)
• 5° al ranking mondiale
• 2° nella classifica europea delle qualifiche individuali e
• 5° nella classifica mondiale delle qualifiche
E ancora non poter partecipare alle Olimpiadi solo perché il mio compagno di squadra è anche uno dei migliori schermitori del mondo.
Ciò che mi sembra molto illogico è che per la maggior parte per l'evento INDIVIDUALE delle Olimpiadi, la scherma è qualificata dalla manifestazione a SQUADRA e i singoli schermitori hanno una piccola opportunità di qualificarsi!!!? E dai due posti che vengono assegnati ai singoli schermitori europei 1° e 2° eravamo io e il mio compagno di squadra ed è vietato agli schermitori essere dello stesso paese !!?
Questo mi spezza il cuore. Questo è il mio sogno, il mio obiettivo, qualcosa per cui combattevo ogni giorno... Non ho mai perso un solo allenamento , spingendo oltre il dolore nonostante tutto , sollevando me stesso dopo brutte giornate , rimanendo umile e concentrato dopo le belle giornate .
Ho combattuto in questi anni , ho realizzato tanti sogni lungo la strada e mi sembra una tale ingiustizia non esserci in questo giorno... Di competere e avere l'opportunità di realizzare il mio sogno .
Sto cercando di affrontarlo...
Ancora... Non smetterò mai di lottare perché sono fatta così .
Un enorme grazie a ognuno di voi per i messaggi di supporto in questo periodo."
Tutta la solidarietà della "Piazza" all'atleta.

Pur in presenza di venti di guerra, mi preme porgere a tutto il mondo schermistico e quello italiano in particolare l'augurio di una serena e felice Pasqua, nella speranza che comincino a soffiare venti di pace.
Ezio RINALDI

29 marzo 2024

LO SPORT A CATANIA: il pensiero del Maestro SPERLINGA.

Sempre interessante e mai banale, il Maestro Sperlinga espone il suo pensiero sullo stato dello sport catanese. Dall'intervista si capisce quanto egli tenga all'attività sportiva in generale ed alla scherma in particolare. Vi suggerisco di guardarla ed ascoltarla fino alla fine.

Ezio RINALDI





 

24 marzo 2024

IL POLTRONIFICIO: sta per iniziare il valzer delle poltrone.

Da "Stori&sport" riporto l'articolo di seguito a firma di Michele Spiezia. Un po' lungo ma particolarmente interessante. Nell'articolo " LA PISTA OLIMPICA SU GHIACCIO DI CORTINA" avevo scritto che lo sport non può e non deve essere un poltronificio ma ciò che scrive Michele Spiezia conferma le mie considerazioni ed infatti il valzer delle poltrone è cominciato, sia pure con un andamento lento. Non mi stancherò mai di ripeterlo: lo sport va riformato, ma su basi solide e serie.
Ezio RINALDI
 
di Michele Spiezia del 23 marzo 2024
Il valzer dopo l'estate se non ci saranno ulteriori accelerazioni giudiziarie. Le mire sul comitato olimpico e i rischi del presidente Figc. Malagò punta sul pallone. Il ministro può uscire dal Governo mentre Uva vuole garanzie e Ceferin gli chiede le dimissioni.
da sx, Malagò, Abodi e Gravina
Se ne stanno tutti coperti e allineati. Se ne stanno tutti in silenzio. Amici e nemici, occulti e dichiarati. Se ne stanno in silenzio e persino acquattati, perché il momento è delicato e il valzer deve ancora iniziare: sbagliare un passo vorrebbe dire finire fuoripista. Sono gli uomini ai vertici dello sport italiano. Tra poco sarà tempo di elezioni, e rivoluzioni.
Interno stadio Olimpico, sabato 9 marzo. Mancano pochi minuti all’inizio di Italia-Scozia, gara del VI Nazioni di rugby vinta poi dal quindici azzurro, un fragoroso ed esaltante successo che ha così rotto un malinconico digiuno casalingo durato undici anni. Arriva la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: è una grande appassionata di rugby, dicono lo segua sin dall’infanzia. Con lei ci sono segretaria personale e staff, arriverà poi anche il cognato, il ministro di Fratelli d’Italia Lollobrigida. Invitano la premier a sistemarsi nel palco centrale, lì dove siedono il presidente del Coni Giovanni Malagò e il presidente della Fir (Federazione italiana rugby) Marzio Innocenti che intanto stanno preparandosi ad ascoltare l’esecuzione degli inni nazionali. Giorgia Meloni stoppa tutti: innanzitutto perché ha bisogno della toilette ma soprattutto perché non vuole interferire con il cerimoniale. Sceglie quindi di sedersi in un palco della tribuna Monte Mario, non dove però si sono accomodate le principali autorità, politiche e sportive. La premier mima persino un lancio con un piccolo pallone ovale, poi segue attentamente la partita e a fine gara andrà negli spogliatoi per complimentarsi coi giocatori. Pochi sorrisi invece con Malagò: un saluto cordiale, ma senza tanti convenevoli, in tribuna.
Baci, ma senza abbracci, ecco. Ognuno per proprio conto. Il presidente del Consiglio da una parte, il presidente del Coni e quello della Fir, da un’altra. “Come mai la Meloni segue la partita con un funzionario della federazione e non accanto ai vertici di Coni e Fir?”. La domanda pare sia corsa di bocca in bocca, nella tribuna Monte Mario e poi anche dopo, arrampicatasi fin nei salotti della politica e della politica sportiva romana, incuriosendo i velenosi e curiosi astanti. Una risposta? Giorgia Meloni, anche dopo le ultime evoluzioni delle vicende olimpiche (e anche dopo le dichiarazioni su abolizione del Decreto Crescita), pare non nutra profonda simpatia (eufemismo) nei confronti di Malagò, che come presidente del Comitato Olimpico è in scadenza tra un anno. La premier tiene a marcare, e bene, le distanze. A maggio 2025 ci saranno le elezioni e Giovannino, come lo chiamano amici e nemici, rischia di restare senza poltrona. Il sogno del quarto mandato è (fino ad oggi) rimasto incastrato nell’affiliatissima trincea politica, e nemmeno dal Multiproroghe, approvato un mese fa, gli è arrivata la novella tanto attesa.
Se non ci saranno novità, Malagò dovrà così abbandonare la poltrona della presidenza Coni che occupa dal 19 febbraio 2013, giorno della sua prima elezione, quando cioè fece fuori (a sorpresa) Raffaele Pagnozzi sponsorizzato dall’uscente Gianni Petrucci. Gli resterebbe certo la carica di presidente della Fondazione Milano-Cortina, ma fino al 2026. E gli resterebbe certo anche la carica di membro del Cio, ma fino al 2029. Un orizzonte a tempo, mentre lui vorrebbe ampliarlo. Negli ultimi mesi il suo movimentismo l’ha portato in prima fila al Festival di Sanremo e persino negli studi di Raitre, in un’intervista-dialogo con Luca Barbareschi, ex compagno di Lucrezia Lante della Rovere che è però la madre delle gemelle Malagò, nel corso del talk “In barba a tutto”.
In barba a tutti vorrebbe farla Malagò che però col Governo di centrodestra pare abbia poco dialogo e poche possibilità di restare in sella. E mentre continua nelle grandi manovre, se ne sta quasi defilato. In attesa degli eventi. Attento a non fare rumore. Il sogno inconfessato di diventare ministro, poi, è stato ancora una volta rimandato.
Eppure anche il posto occupato da Andrea Abodi al Ministero dello Sport potrebbe liberarsi tra qualche mese. Dopo le elezioni Europee potrebbe infatti esserci un rimpasto, e nel rimpasto verrebbe centrifugato anche il ministro, le cui posizioni non sono piaciute al Governo, anche perché, pare, sia accusato di non aver messo un freno, e limitato, proprio Malagò. Accusato anche di non aver dato spazio a elementi e figure dell’orbita Fratelli d’Italia; ministro accusato anche di avere prestato troppo il fianco al presidente della Figc Gabriele Gravina. In estate ci saranno gli Europei di calcio, e ci saranno poi le Olimpiadi. Due eventi sportivi che si legano a movimenti politici e momenti elettorali. La partita delle nomine e il valzer delle poltrone partirà dopo l’estate, a meno di cataclismi che costringerebbero a intervenire prima. Tutte le federazioni dovranno rinnovare le cariche di presidente e consiglieri, prima di andare al voto per il Coni. Tra queste federazioni c’è naturalmente quella della Federcalcio su cui si posano le maggiori attenzioni: Gravina punta(va) al terzo mandato di fila, gli ultimi eventi giudiziari lasciano aperti interrogativi e perplessità: anche parte del Governo (Lega e Fratelli d’Italia) è da sempre ostile. Malagò, Abodi, Gravina, tre personaggi chiave dello sport italiano che, insieme a altri, al momento se ne stanno acquattati, ovattati, in attesa degli eventi. Attenti a non scatenare nuove fibrillazioni.
Prendete ad esempio Gravina, che da vittima del dossieraggio di un finanziere è invece finito (in realtà, una realtà che a volte supera l’immaginazione, il presidente ha affermato di essersi auto-indagato, «mi sono dovuto far indagare per potermi difendere dal secondo dossieraggio che sono falsità di qualcuno…», così dall’Ansa) sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Roma per auto-riciclaggio: mentre i magistrati verificano se a questo capo d’imputazione vada fisiologicamente e giuridicamente associata anche l’accusa di appropriazione indebita, mentre gli inquirenti cercano di ricostruire alcuni passaggi economici che potrebbero prefigurare anche l’ipotesi di un altro reato, il presidente del pallone ha scelto un profilo assai defilato. Modi insoliti per lui, magari consigliatigli dagli avvocati e anche da Paolo Corbi, responsabile della comunicazione Figc e notoriamente uomo con simpatie a destra. Il gabinetto di crisi allestito subito dopo la notizia dell’inchiesta è composto anche da Roberto Coramusi (responsabile relazioni esterne e istituzionali Figc) e naturalmente dal capo dell’Ufficio giuridico federale, l’avvocato Giancarlo Viglione. Intanto l’orgia di notizie, illazioni, ipotesi, congetture e persino sorprese (per tre giorni la “Gazzetta dello Sport ha dato parecchio risalto alla vicenda, chissà se un modo per marcare il distacco dell’editore Urbano Cairo in passato invece assai vicino alle posizioni del numero uno di via Allegri) è terminata. In attesa di sviluppi, è calato invece uno strano silenzio. Non solo della parte sportiva da sempre contraria a Gravina, ma anche dalle forze politiche che, anche in un recentissimo passato – vedi eliminazione al Mondiale, vedi scandalo betting – avevano preso posizione contro Gravina, chiedendone le dimissioni: in prima fila la Lega e Matteo Salvini, in prima fila alcuni esponenti di Fratelli d’Italia tra cui Paolo Marcheschi, mentre Forza Italia e Tajani (il figlio assunto a ottobre in Figc, il caso svelato da questo sito, leggi qui) hanno sempre tenuto una posizione assai blanda. Invece adesso è calato il silenzio. Il silenzio prima della tempesta? La domanda potrebbe trovare risposte a breve, mentre intanto Gravina continua a tenere un profilo basso: non un accenno al caso Acerbi, poche parole anche per la Nazionale impegnata nella tourneè americana, e zero dichiarazioni sulla prima parte di riforme che dovrebbe essere approvata dal consiglio federale tra qualche giorno. Ad ascoltare i velenosi spifferi romani, la posizione di Gravina, almeno in Figc, pare però segnata: l’ambizione di puntare al terzo mandato potrebbe così dissolversi e aprire alla volata per il successore che dovrebbe uscire dalle urne, seguendo così la scadenza temporale fissata. Però.
Però resta in piedi un’altra ipotesi. Se la Procura di Roma dovesse trovare altri capi d’imputazione si potrebbe arrivare al commissariamento, che spetta al Coni. Malagò potrebbe resistere alla moral suasion governativa? Intanto proprio a margine di un appuntamento al Coni, qualche giorno fa il ministro Abodi aveva detto: «La situazione di Gravina? Mi preoccupa moltissimo, però oltre non vado. Sono abituato a parlare con la cautela necessaria. Di fronte a questa vicenda servono prudenza e garanzie. Quello che emerge dalla cronaca di questo fatto è il dato inquietante». Se la situazione precipitasse, se il quadro diventasse ancor più inquietante, Gravina potrebbe anche essere costretto a dimettersi. In fondo tanti suoi predecessori lo hanno fatto, anche per questioni infinitamente più deboli – Tavecchio ad esempio per la mancata qualificazione al Mondiale 2018 – rispetto alle ipotesi di reato per le quali sta indagando la Procura della Repubblica di Roma, anni fa definita il “porto delle nebbie”. Dimissioni e commissariamento, oppure commissariamento forzato. In questo caso toccherebbe a Malagò prendere la decisione: nel 2018 fu lui a nominare Fabbricini commissario Figc e lui stesso a diventare commissario della Lega serie A, non senza strascichi giudiziari, tra l’altro ancora pendenti. “E se fosse proprio Malagò ad assumere le funzioni di commissario Figc?”. La domanda rimbalza, affondando però in ben altra questione: non è un mistero che Malagò, se disarcionato dalla poltrona di presidente Coni, punterebbe a diventare nuovo presidente della Figc. Se invece fosse costretto a vestire i panni di commissario, potrebbe poi candidarsi per l’assemblea straordinaria elettiva? Difficile. Ecco quindi che magari spera in un’evoluzione più lenta e “normale” delle vicende legate all’inchiesta su Gravina.
Chi, invece, al posto di Malagò come presidente del Coni? Al posto ambiscono in parecchi, ma l’impressione è che si sia ancora nella fase del riscaldamento. Non è un mistero vi punti Franco Chimenti, presidente della Federgolf (per la federazione golf dovrà combattere contro il canidato Ivan Rota e un altro che a metà aprile annuncerà candidatura), come vi ambiscono Luciano Buonfiglio (presidente canoa-kajak) e Marco Di Paola (sport equestri) e nel lotto ci sarebbe anche Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico. Fratelli d’Italia aspira ad occupare il posto, ma nella cerchia stretta si fatica (ancora) a capire chi possa essere designato al ruolo. Mentre rimbalza persino la suggestione Carraro – sì, proprio lui, l’84enne Franco Carraro detto il “poltronissimo” – e mentre circola anche il nome di Gianni Petrucci che per restare alla Fip deve ottenere il 66,6% di voti ma la candidatura di Guido Valori e la scelta di molti Comitati regionali di non appoggiarlo più rendono complicata la sua conferma, si segnalano intanto movimenti di Silvia Salis, attuale vice-presidente (vicario) del Coni e moglie del regista Fausto Brizzi. L’ex martellista ha già iniziato la propria campagna elettorale che sta prendendo corpo per ora nel corso di cene e incontri. Al comando di “Palazzo H” potrebbe ambire anche Abodi se dovesse uscire dalla compagine ministeriale post Europee: al momento però pare più probabile una sua nomina a commissario della Olimpiade Milano-Cortina.
A proposito di ritardi nell’organizzazione di eventi sportivi: non c’è solo l’ormai imminente Olimpiade a preoccupare. In Italia, insieme alla Turchia, dovrebbe tenersi l’Europeo di calcio del 2032. Il condizionale è sempre più d’obbligo, sebbene manchino ancora otto anni. Il caos sugli stadi e infrastrutture è palese, così come ancora irrisolto è il nodo legato al finanziamento delle opere. Il Governo vorrebbe tenersene lontano, ma gli impegni sono impegni. A tirare le fila, in questo momento, ancor più in questo momento, non è il presidente federale Gravina e non è nemmeno il ministro Abodi. La palla rotola al Mef ed è tra i piedi del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (anche sua figlia, come rivelato due anni fa sempre da questo sito, leggi qui, lavora in Federcalcio) che ha un’opinione, non certo benevola, del mondo calcistico e dei suoi protagonisti. Molto amico e concittadino di Giuseppe Marotta (il cui nome rimbalza sempre come possibile candidato a Figc o Lega serie A, ma l’ad dell’Inter nicchia, anche per questioni economiche), il ministro ha intenzione di fissare paletti e, soprattutto, di seguire attentamente i processi economici legati a Euro 2032, se mai dovessero tenersi in Italia. E già, perché il rischio di figuracce e default è dietro l’angolo. In questo scenario si spiegherebbe così la scelta di nominare Michele Uva, ex dg Federcalcio con Tavecchio e attualmente direttore “della sostenibilità sociale e ambientale” Uefa, responsabile e referente del progetto stadi Euro 2032. Gravina, col quale i rapporti sono migliorati (nel corso dell’assemblea elettiva del 2021 l’attuale presidente avrebbe ammesso di aver sbagliato a chiederne la testa, addossando le responsabilità su Cosimo Sibilia) lo ha incontrato a pranzo, naturalmente dopo averne parlato, ed essersi confrontato, con Abodi e Malagò. Indipendentemente da chi sia il “padre” dell’operazione, restano però interrogativi e richieste. Uva avrebbe chiesto garanzie di continuità lavorative se la parte italiana di Euro 2032 saltasse, mentre il presidente della Uefa Ceferin gli avrebbe chiesto di dimettersi dall’Uefa perché, pare, avrebbe detto che deve sentirsi libero di far fuori l’Italia se l’Italia non rispetterà i programmi e dimostrerà di non potercela fare.
Ce l’ha fatta invece Giuseppe De Mita, il più piccolo dei figli del defunto ras della Dc Ciriaco De Mita, ad entrare in “Sport e Salute”. Un anno fa ambiva al posto di presidente, e pare avesse ricevuto anche garanzie in tal senso. Però nel suo curriculum vitae pare mancasse un requisito fondamentale: una laurea. E così, rimasto alla finestra, De Mita jr un anno dopo rientra dalla finestra: testimone di nozze (poi naufragate) dell’attuale presidente di “Sport e Salute” Marco Mezzaroma, sarà il consulente marketing della società, una partecipata statale. Lavorerà con la propria agenzia che promuove l’immagine e le attività di aziende e pubbliche amministrazioni a stretto contatto con l’ad, Diego Nepi Molineris. Amministratore delegato che però continua a mantenere altre deleghe, tra cui quella del marketing. E così De Mita, che un anno fa doveva diventare presidente di Sport e Salute diventando così anche il capo di Nepi, sarà invece alle sue dipendenze come consulente. Come consulente dell’ad che governa anche la direzione del marketing. Sì, sembra un giro tortuoso. Ma il gioco delle poltrone è pure questo. E le consulenze alla fine fanno felici e contenti tutti. O quasi.


23 marzo 2024

Gare regionali GPG: si può cambiare?

Da qualche anno noto con un po’ di curiosità che peraltro rimane irrisolta, che le gare di GPG si svolgono sempre accorpando le ultime due categorie Ragazzi/e-Allievi/e e mi chiedo quale sia il motivo. Capisco bene tale scelta in certe regioni, le quali avendo numeri minori rispetto alla regione dalla quale scrivo, si trovino costrette a questa decisione, ma in Lombardia, le cifre sono ben diverse, specie nella spada, mentre in fioretto e sciabola le cose non vanno ugualmente bene. Vediamo quindi di che si tratta.
Nelle tre gare di zona, sempre in Lombardia la categoria Ragazzi/e-Allievi/e di Spada ha visto partecipare in sequenza in Prima gara 198 atleti, in Seconda gara 204 e domenica scorsa Campionato regionale lombardo la cifra era di 197 atleti/e. Questo risultato è stato raggiunto con un eccellente lavoro sul territorio, dal quale si può notare che la spada è la padrona della scherma lombarda (tralascio i  numeri di fioretto e sciabola che in rapporto a quest’arma sono davvero miseri e mi riprometto di farvi conoscere le mie opinioni più avanti).
Ecco la divisione per genere:
Prima gara, 110 maschi – 88 femmine
Seconda gara, 115 maschi – 89 femmine
Terza gara, 109 maschi – 88 femmine.
In quest’ultima le categorie erano separate, pertanto si sono presentati rispettivamente:
LOMBARDIA
SpM Ragazzi 50
SpF Ragazze 55
SpM Allievi 59
SpF Allieve 33
Totale    197
Da notare che il totale dei partecipanti a tutte e sei le armi, per sei categorie, ha raggiunto la cifra impressionante di 626 schermitori.
Invece, per fare un raffronto con le regioni confinanti (sempre Campionato regionale) i numeri sono i seguenti:
PIEMONTE
SpM Ragazzi 24
SpF Ragazze 32
SpM Allievi 38
SpF Allieve 22
Totale    116
VENETO-TRENTINO
SpM Ragazzi 40
SpF Ragazze 22
SpM Allievi 37
SpF Allieve 26
Totale    125
EMILIA ROMAGNA
SpM Ragazzi 30
SpF Ragazze 24
SpM Allievi 41
SpF Allieve 33
Totale    128
Questi tre risultati si somigliano, ma il distacco lombardo è notevole ed è in costante crescita. Viste quindi le cifre, e ritornando sempre sul campionato Lombardo di spada, nella categoria accorpata dei Ragazzi/e-Allievi/e vale la pena notare l’età di quelli che hanno vinto la gara, facendo una statistica minima solo sui primi otto classificati.
Prima gara:
SpM sette erano Allievi
SpF sei erano Ragazze
 Seconda gara:
SpM otto erano Allievi
SpF quattro erano Ragazze
Si desume quindi che per i maschi, un certo vantaggio lo hanno i più grandi e qui arriviamo alla mia curiosità che non trova risposta, ovvero perché le categorie Ragazzi/e-Allievi/e sono accorpate? Capirei se i numeri fossero miseri, ma anche nelle altre regioni sono più che buoni per poter gareggiare separatamente, no?
È forse una questione di rapidità di gara? Deve cominciare presto e finire presto per smontare le attrezzature con la luce del sole? Bisogna risparmiare sulle coppe da elargire agli atleti?  E allora perché non si accorpano categorie con numeri più bassi?
Penso che questa idea di unire le categorie fosse nata per trovare un modo come un altro per rendere meno misera la competizione che si presentava con esigui partecipanti, ma adesso che i numeri sono piuttosto consistenti, perché non si scorporano? Il campionato di spada potrebbe prendere una piega diversa dalle altre armi, riducendo il numero di pedane da allestire e i relativi costi di organizzazione. La gara sarebbe più snella e anche più vivibile, dopotutto una gara di 200 schermitori non è cosa da poco, e con otto o dieci pedane si risolve in minor tempo.
Veniamo quindi alle considerazioni di tipo federale perché ritengo che il lavoro dei Comitati regionali del futuro, sarà l’ottimizzazione delle gare del circuito GPG, e quello della FIS sarà di costruire un circuito coerente con i numeri, perché visto che il trend degli iscritti è in costante aumento, come anche il numero delle società sportive, mi chiedo cosa accadrà quando nel 2035 al GPG R. Nostini di Riccione non avremo 5.000 atleti come adesso, ma 10.000. Se nel frattempo non si sperimenteranno nuove formule e quindi un dibattito relativo, ampio e condiviso, arriveremo tardi agli appuntamenti dell’innovazione.
Intanto in Lombardia nella prossima stagione ai GPG regionali raggiungeremo il numero di 700 iscritti e nei prossimi quattro anni non sarà complicato sfiorare i 1.000.
Il prossimo Presidente del CR Lombardo è meglio che si prepari a gestire un fiume di schermitori e mi auguro che la sua capacità di dialogare con tutti sia così elevata da saper raggiungere un adeguato consenso fra tutte le società.
Fabrizio Orsini

19 marzo 2024

SAN GIUSEPPE: FESTA DEL PAPA'.

AUGURI A TUTTI I PAPA' DEL MONDO, IN PARTICOLARE A QUELLI I CUI HANNO I FIGLI HANNO SCELTO COME SPORT LA SCHERMA.

I VOSTRI SACRIFICI, UNITAMENTE A QUELLI DELLE VOSTRE MOGLI/C0MPAGNE, CONTRIBUISCONO ALLA CRESCITA DEL MOVIMENTO SCHERMISTICO E DELLA FEDERAZIONE ITALIANA SCHERMA. I RISULTATI DEI NOSTRI ATLETI SONO ANCHE IL FRUTTO DEL VOSTRO IMPEGNO.

BUON SAN GIUSEPPE



10 marzo 2024

LA PISTA OLIMPICA SU GHIACCIO DI CORTINA

L'annosa questione sugli impianti per le olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, in particolare la pista da bob, non trova il gradimento del CIO. Il massimo organismo mondiale dello sport, da tempo ha espresso forti perplessità sulla costruzione della struttura, suggerendo di sfruttare impianti esistenti sia sul territorio nazione che in quelli di altre nazioni confinanti con l'Italia. La politica invece ha insistito sul progetto presentato dalla Lega il cui costo è lievitato a 120 milioni dagli 81 inizialmente previsti.

Dalla Svizzera mi inviano copia dell'articolo che segue e mi sembra, a conferma di quanto scritto in passato, che continuiamo a perdere la faccia.

Lo dico da tempo e lo ribadisco ora, lo sport ha bisogno di una riforma totale, stabilendo chi lo deve dirigere ed a quali condizioni. Di sicuro non può essere un poltronificio e non ci possono essere presidenti a vita. Lo sport appartiene al popolo e non deve essere il mezzo o lo strumento per accontentare politici e loro aficionados, trombati politicamente sempre dal popolo. 

Ezio RINALDI