Ricevo da Riccardo BONSIGNORE ZANGHI la seguente lettera, con richiesta di pubblicazione su questo blog. Non entrando nel merito della querelle, qualora richiesto pubblicherò eventuali controrisposte di CAFIERO.
Ezio RINALDI
"Cari Amici,
reputo molto poco ortodossa la
risposta inviata a tutti i soci AMIS da parte del “referente” Cafiero in quanto
costui non si è limitato a rispondere alla mia mail iniziale, ma ha svolto in
modo caotico riferimenti a stralci di articoli e threads che nel corso di
questi ultimi tre mesi ho scritto su almeno 3 o 4 blog.
Quindi, un intervento a gamba
tesa che io non avrei mai fatto in questi termini se l’iniziativa di informare
e sensibilizzare i Master sul voto di domenica prossima fosse partita da lui.
Apprezzo comunque tutta
l’attenzione che mi ha prolungatamente dedicato e come ha minuziosamente
ricercato e studiato tutto quello che ho scritto, e apprezzo anche la carica
emotiva che lo ha sostenuto nel dedicarmi le sue attenzioni, credo eccessive e
non meritate da parte mia.
Tuttavia, dopo avere letto le sue
asserzioni, rilevo come egli sia andato fuori strada e anche di molto.
Il problema di fondo che costui
non riesce proprio a cogliere è costituito dalla mancanza di confronto, di
condivisione, di partecipazione, di attenzione per le opinioni altrui che
connota la linea politica di questa amministrazione federale fin dalla sua
nascita.
Non dimentichiamo che lui è
(ancora per pochi giorni) un consigliere federale e io invece sono solo un
normale tesserato, non mi pare che un dirigente della FIS possa permettersi di esprimersi
con tali modi e toni, offendendo chi gli muova dei rilievi e delle critiche,
per quanto aspre (dirò meglio infra della mia e della sua correttezza).
Forse è la mentalità di chi
ancora concepisce la carica federale come foriera di un’autorità di tipo
militare che fa ritenere ai titolari di poter dettare alla truppa, in modo
imperativo e categorico, come devono andare le cose e dove chiunque tenti di
discutere o si azzardi a criticare certe soluzioni se gli va male è degradato a
“stupido” (egli è infatti venuto
ospite in Consiglio Direttivo AMIS ad insultare in tal modo consiglieri in
dissenso con lui e ancora stiamo aspettando le scuse formalmente richieste al
presidente Scarso) o, se gli va bene, pratica dello sport della scorrettezza “con abilità addirittura superiore alla sua
stessa abilità in pedana”.
Non bastava dunque dire “non sono
d’accordo”, o anche criticare quanto da me scritto, c’era invece bisogno di passare
dagli argomenti alla persona ed indirizzare delle offese al proprio contraddittore
(e ovviamente per intero respinte al mittente).
Questo non meraviglia poiché, per
quanto, mi consta il “referente” in questi anni non è mai stato abituato ad
alcun civile confronto elettorale, ma si sa che a una certa età si fatica ad
imparare regole nuove.
Non mi risulta, infatti, che in
nessuna delle due precedenti tornate elettorali (2004 e 2008), né il candidato
presidente, né i candidati consiglieri abbiano mai avuto antagonisti e
avversari con cui confrontarsi (cosiddette liste “bulgare”, con rispetto
parlando per la Bulgaria).
Posso quindi comprendere la paura
della novità, la paura dei cambiamenti e anche le scomposte reazioni di chi identifica
in me un proprio personale “nemico” che in nome di misconosciute regole
democratiche di rotazione degli incarichi - in questo Paese regolarmente
calpestate con i risultati che tutti sappiamo - giorno dopo giorno gli sta sfilando
una sedia da almeno 8 anni inchiodata al fondoschiena e che sta minando e compromettendo
l’aspettativa di altri 4 anni di “bostik” (la nota colla a presa rapida).
Ma è troppo tardi, l’aria è
decisamente diversa ed il cambiamento è iniziato proprio in AMIS, esattamente 5
mesi fa: di questo cambiamento chi vi scrive è stato uno dei principali
protagonisti, piaccia o non piaccia!
Chi ha memoria corta dimentica
che io non avevo consensi da cercare in sede AMIS per il semplice motivo che,
sebbene forte della carica di vice presidente e dell’appoggio di un gruppo che
ha poi vinto le elezioni, a giugno scorso NON ho ripresentato alcuna mia candidatura,
così come molti mi avevano invece invitato a fare, mentre ho sostenuto,
combattendo energicamente, il nuovo.
Questo nuovo ha il nome di
Roberto Di Matteo e di tutti i miei compagni del precedente Consiglio Direttivo
(integrati dai validissimi Marini e Patti) che con me hanno lottato contro le
politiche autoritarie e dispotiche del precedente presidente, amico intimo del
nostro “referente” e da lui sostenuto fino all’ultimo, fino a quando chiunque
aveva ormai capito che non era più possibile ripresentarsi per la centesima
volta perché sarebbe stato travolto dal fiume in piena dell’Assemblea dei soci.
Dunque, non ho “sacrificato”
nulla e non avevo consensi da cercare, ho solo fatto una rinuncia in AMIS
perché, evidentemente, dovendo intrattenere rapporti istituzionali con la FIS, se fossi rimasto all’interno
dell’AMIS non avrei potuto liberamente criticarne le politiche sventurate, a
meno di non rischiare seriamente di compromettere i rapporti tra la mia
Associazione e la
Federazione, tirando addosso a tutti i Master una serie di
ritorsioni e mettendo tutti nei guai.
E ce ne sono state davvero di
ritorsioni.
Posso ricordare, ad esempio,
l’abolizione di una deliziosa usanza, ossia quella delle convocazioni agli
europei individuali con assegnazione di una tuta Italia ai migliori del ranking
chiamati in Nazionale, iniziativa federale questa voluta dal nostro “referente”
che seguì inesorabile al fatto che l’AMIS nel 2011 aveva osato protestare in
FIS per il ritardo nella fornitura delle tute Italia che ogni anno riceveva
(dovendole elemosinare), appunto dalla FIS.
Logiche le motivazioni addotte
dal “referente” : “il campionato europeo
è una gara aperta a tutti e non per nazionali” … verissimo! Ma mille miglia
lontano dal comune sentire dei Master che l’AMIS, negli anni precedenti, aveva
sempre voluto incentivare e premiare così e con la distribuzione ai convocati
delle tute della nazionale, sebbene indubbiamente un “quid pluris”.
Logica fredda piegata alla
convenienza di fare risparmiare alla FIS un paio di mila euro calpestando il
comune sentire di tutti, travolgendo usi consolidati e tangendo diritti quesiti
con la solita miope intransigenza che contraddistingue ogni integralista.
Per farla breve, posso completare
questa triste parentesi ricordando, da ultimo, la stizza del “referente” dovuta
al fatto che il suo amico Cappelli, ex presidente dell’AMIS, era stato deplorato
e sostanzialmente sfiduciato dal Consiglio Direttivo dell’AMIS all’unanimità
(salvo ovviamente Gardini) per i suoi discutibili comportamenti, in particolare,
per avere autorizzato la comunicazione delle convocazioni alla FIS prima ancora
della loro definitiva approvazione da parte del CD (era infatti sorto un
complicato dissidio tra il CT e il CD in merito alle liste dei convocati agli
ultimi europei a squadre) e per avere altresì autorizzato la pubblicazione
integrale di un verbale del CD AMIS mai approvato.
Ebbene, poco dopo il “referente”
spuntò nel bel mezzo di un Consiglio Direttivo dell’AMIS con tanto di lettera
del presidente Scarso in mano con cui il presidente dell’AMIS veniva nominato
d’autorità capo delegazione.
Con buona pace dell’autonomia
dell’AMIS che costui asserisce (ma solo a parole) di avere sempre rispettato!
Aspettate che ora viene il bello.
Cappelli, ovviamente, forte di tale autorevole appoggio e svelto come un
fulmine, ne approfittò subito per un’altra delle sua celebri “cappellate”
confermando in un minuto il commissario tecnico che il Consiglio Direttivo
dell’AMIS aveva appena licenziato (con 5 voti su 7) il quale, alla faccia delle
regole democratiche di funzionamento dell’AMIS, della sua autonomia sancita
dallo stesso statuto della FIS e di correttezza, andò tranquillamente in Svezia
a svolgere il suo incarico in barba a tutti i consiglieri!
Ha quindi ragione il “referente”,
non fu un commissariamento di fatto nei confronti di un CD (e quindi dell’AMIS)
che aveva solida maggioranza, fu un qualcosa di straordinariamente più
irregolare e scandaloso: fu la premiazione di chi aveva calpestato le regole
democratiche di funzionamento di un Ente e la mortificazione della volontà di
un intero Consiglio Direttivo.
Fu un gesto scorretto e di
inaudita brutalità politica.
A questo punto valutino pure i
miei 5 lettori chi è corretto e chi no.
Acqua passata, comunque, acqua
sporca passata.
Ma non vorrei che si finisse con
il perdere di vista il filo conduttore del mio discorso, non sono certo le
singole scelte che sto criticando, ma sono i metodi prepotenti, antidemocratici
e al di fuori di ogni etica e di ogni regola, anche dialettica, accettabile con
cui la FIS in
persona del suo “referente” è intervenuta nelle faccende dell’AMIS violandone
l’autonomia.
Per il resto, quanto asserisce il
“referente” è solo propaganda.
La FIS, infatti, non può minimamente sognarsi di
intromettersi nelle questioni connesse alle nostre prove del circuito nazionale
Master: ci può supportare, ci può aiutare, ci può coordinare, ma non può
interferire, l’AMIS è Ente autonomo.
La FIS, in secondo luogo, non poteva ignorare completamente
la crescita del movimento avvenuta in modo esponenziale soprattutto in questi
ultimi anni.
La FIS non ha fatto niente per fare crescere in
Italia il movimento Master, al di fuori di un contributo modesto in relazione
alle enormi risorse disponibili, ha fatto tutto l’AMIS.
Comodo, quindi saltare sul carro
dei vincitori e prendersi meriti altrui!
Il medico e l’addetto stampa, le
tute per i mondiali (mondiali ufficiali FIE, ricordiamolo) erano davvero il
minimo dei minimi che l’AMIS ha ottenuto faticosamente, battagliando su tutti i
fronti con la FIS
per evitare di avere un’armata brancaleone demotivata con tute variopinte in
giro per il mondo.
Mi ricordo ancora le mail dei
consiglieri a Scarso e le sue risposte infastidite della serie: “io parlo solo con il presidente Cappelli”
... ci scusi ancora per il disturbo, Maestà!
Il “referente” vanta altresì che
il Consiglio Federale ha anche ratificato il nuovo Statuto AMIS recentissimamente
approvato dall’Assemblea dei soci. Beh, grazie “referente”, e perché non
avrebbe dovuto farlo?
A proposto, “referente”: chi ha
scritto il nuovo statuto AMIS?
La commissione statuti e
regolamenti della FIS?
Negativo, “referente” è stato
Riccardo Bonsignore Zanghì per la parte giuridica e Francesco Loero per la
parte tributaria, cerchiamo di non dimenticarcelo!
Sul programma di Scarso, dice ancora
costui, c’è scritto che si farà questo e quell’altro?
Avete avuto 8 anni di tempo per farlo, e l’avete sprecato tutto, non siete
credibili!
La FIS non affronta una spesa di 15 – 20 mila euro
per rimborsare il viaggio e l’albergo alla nazionale Master dei mondiali perché
il bilancio federale (incomprensibile anche per un avvocato in quanto
pubblicato senza alcuna nota integrativa) in realtà non è di 10 milioni (come
si ricaverebbe dalla lettura) ma “poco sopra la metà” e perché qualche assoluto ( non convocato) si
va a fare le prove di coppa del mondo a spese sue?
Che disonestà intellettuale e che
disparità di trattamento, “referente”! Gli esempi vanno fatti paragonando
situazioni omogenee, ossia considerando i mondiali giovani e cadetti, tutti
interamente spesati.
Cafiero, i fatti sono questi e le
chiacchiere ormai stanno a zero.
L’attuale consiglio Federale non
sarebbe composto da colonnelli?
Su questo devo dare ragione al nostro
“referente”.
Si tratta in effetti di apostoli,
6 apostoli in luogo di 12 (Gesù tra i suoi primi atti prescelse e nominò 12
apostoli …. ma qui non vedo nessuno in grado di guarire, resuscitare e cacciare
il diavolo…).
Certo, rispetto alla FIS dei
tempi di Nostini, quando la vita o la morte sportiva di un atleta di emergente era
affidata alla posizione del pollice del potentissimo CT unico, quando capitava
che alcuni importanti incontri internazionali fossero truccati senza che
nessuno se ne scandalizzasse, questa FIS è fenomenale.
Ma noi siamo molto più modesti,
preferiamo qualcuno meno onnipotente alla sua guida, qualcuno che sappia
dialogare, ascoltare, coordinare e delegare, magari per non più di otto anni, e
in fondo, preferiamo anche che i sei apostoli siano eletti invece che nominati,
con tutti i benefici che da ciò può conseguire.
Un cordiale saluto a tutti.
Riccardo Bonsignore Z."