UN PO’ DI CHIAREZZA
Sulla mia persona si sono dette
tante cose, alcune vere altre false e strumentali: è arrivato il momento di
fare un po’ di chiarezza.
Quello attuale è il 27° anno di dirigenza nell’ambito della
scherma e volendo raccontarli tutti vi annoierei, anche se sono stati anni di
intensa attività. Infatti basta leggere il curriculum vitae per rendersi conto
del personaggio RINALDI.
Diverse volte sono stato
identificato come colui che riesce a restare a galla a dispetto di tutto e di
tutti, in altre parole sarei riuscito a cavalcare le onde migliori. Ebbene sono
stato e sono un uomo intellettualmente libero e come tale quando non
condividevo ed ancora oggi quando non condivido prendo strade diverse da quelle
nelle quali inizialmente mi ero avviato.
Mi rimproverarono quando mi
affacciai per la prima volta su schermanet e poi ancora su schermaonline: in quelle
occasioni a criticarmi furono i miei colleghi del Consiglio, i quali non
gradivano il fatto che avessi un contatto con la base, anche quando questa
dialogava con me con un nickname. Non mi sono mai nascosto e mi sono sempre
assunto le mie responsabilità. Sono stato accusato di fare politica con
concetti ormai vetusti. Intanto bisogna fare chiarezza su cosa significa fare
politica e cosa è la politica. Fare politica vuol dire essere abili,furbi,
astuti in altre parole soggetto dal
quale bisogna guardarsi le spalle, non trovo tra gli aggettivi che definiscono fare politica l’intelligenza;
per quanto riguarda la politica
la definizione si traduce in scienza del governo. Poi c’è il politicante, il quale,
normalmente, è fortemente predisposto al compromesso, dice e non dice, è abile
nello sfruttare le varie situazioni a proprio vantaggio e abitualmente è
incline più al democratismo che alla democrazia. Egli mente sapendo di mentire,
non mantiene la parola data, tende a procrastinare l’assunzione di impegni.
Non intendo dare lezioni di
italiano a nessuno perché io sono ancora sui banchi scuola, ma nel concetto di
fare politica non mi ci ritrovo in quanto non sono ne furbo ne astuto ne
tantomeno abile, con un pizzico di presunzione mi definirei un uomo che sa
sfruttare quel minimo di intelligenza che il buon Dio gli ha dato, naturalmente
non sono nemmeno una verginella: anche io ho da farmi perdonare diverse cose,
ma ho sempre detto quel che penso: certo utilizzando una terminologia che non
fosse offensiva, quindi avendo rispetto per le persone che ho avuto di fronte.
Di me si sa tutto, sono
continuamente monitorato e spesso ben conscio di essere sotto controllo non ho
avuto difficoltà ad esternare il mio pensiero. Lo feci con il grande Renzo
NOSTINI – allora ero un giovane Presidente di Comitato Regionale – con DI BLASI
e l’ho fatto con SCARSO. Tutto ciò non significa che sono sempre stato dalla
parte della ragione, tutt’altro, spesso ho sbagliato ma non ho avuto e non ho
remore a riconoscere l’errore e quando do la parola la mantengo, anche a costo
di pagare oneri salatissimi.
Spesso, soprattutto negli ultimi sette
anni, sono stato indicato come il nemico da abbattere e quindi strumentalizzato
a fini politici: ho saputo accettare tutto questo con grande serenità.
Ho un solo rammarico, non essere
riuscito a dare tanto quanto ho avuto. Mi auguro che le mie dimissioni diano
alle società un potere contrattuale oggi inesistente. Non ho la pretesa di aver
chiarito il personaggio RINALDI ma spero di aver fornito elementi di
riflessione.
Caro Consigliere (purtroppo devo dire ex consigliere...) Lei ha fornito molti elementi di riflessione e uno, in particolare, mi torna spesso in mente... Ma le persone che l'accusano di rappresentare il vecchio modo di fare politica nello sport, non si rendono conto di essere Loro VECCHI, LOGORI e tenuti in piedi solo ed esclusivamente dal potere "politico-sportivo" che rappresentano? E anche se è uno slogan da stadio, La invito a... Non mollare mai!!! Pinturicchio
RispondiEliminaEgregio Pinturicchio, la Sua riflessione mi da conforto e non credo di dover mollare. Ora chi leggerà il Suo commento dirà: "Il solito amico imbecille,che ha paura di qualificarsi". A Sua e mia consolazione c'è un precedente in cui scrissi un mio pensiero sui nickname: non so se sarà rintracciabile su schermaonline o su schermanet, in caso negativo dovrei averne una copia.Pertanto, qualora ci siano dele critiche lo ripubblicherò in forma integale, così come lo scrissi allora.Grazie ed un cordiale saluto, Ezio RINALDI
RispondiEliminaSarebbe interessante rileggere il Suo parere sui nicknames. Comunque il mio giudizio al riguardo è il seguente: in un mondo (soprattutto quello sportivo) in cui esprimere liberamente il proprio pensiero, significa essere ghettizzati ed emarginati dall'oligarchia del potere, il nickname rappresenta un "male" necessario, che comunque consente di far conoscere ai molti, ignari di certe dinamiche, la nostra storia e la nostra versione della verità (chiaramente non pretendo che la mia verità possa essere quella assoluta). Aspetto i critici dei nicks esporre il proprio pensiero "in chiaro"... Grazie dell'attenzione e a presto, Pinturicchio
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