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22 marzo 2013

Il mio saluto a Stefano SIMONCELLI

Caro Stefano,
oggi ti è stato reso l’ultimo saluto. Te ne sei andato con la classe che contrassegnava il tuo modo di essere ed hai lasciato un vuoto che, forse, solo il tempo potrà rendere tollerabile.
Oggi è facile esprimersi in termini positivi nei tuoi riguardi, nessuno ricorda o vuole ricordare i torti che ti sono stati fatti, ma soprattutto nessuno vuole ricordare ciò che si diceva di te quando eri Vice Presidente della Federazione: sostenevano, e potrei fare anche i nomi, che pensavi esclusivamente alla tua palestra. In realtà eri un Dirigente illuminato dal quale c’era sempre da imparare:Io sono il testimone della tua linearità, onestà e generosità.
Durante il decorso della tua malattia ti sono venuto a trovare, abbiamo parlato di scherma e di altro ma soprattutto dello sport che condividevamo. Nei nostri rapporti non siamo stati sempre sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda, ma le nostre divergenze, soprattutto politico/sportive, non hanno mai intaccato il rispetto e la stima reciproca, stima che mi hai dimostrato quando a seguito di una feroce discussione in Consiglio lasciai l’assise, in forte contrasto con il resto dei consiglieri, deciso a dimettermi. Ebbene proprio tu mi chiamasti al telefono pregandomi di ritornare e continuare a contribuire alla gestione federale: non lo fece nessun altro.
Durante quel quadriennio, in occasione delle convocazioni per i campionati del mondo, non esitasti un solo momento nel prendere una precisa posizione a favore di una atleta che meritava i mondiali ma che il C.T. aveva deciso di non convocare più. Lo facesti con la competenza che solo un grande dirigente ed un vero conoscitore della scherma poteva fare: dimostrasti in quella circostanza come un C.T. possa sbagliare. Quell’atleta si chiamava Silvia RINALDI.
Ti ringraziai più volte di quel tuo gesto ma non me lo facesti mai pesare, tantomeno mi chiedesti mai di ricambiarlo.
Questi cono i ricordi che porterò sempre nel mio cuore.
Grazie Stefano
 

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