Come avevo promesso vado ad
analizzare i risultati dei mondiali di Kazan, con una esposizione numerica
delle medaglie vinte, dai mondiali di Antalia, passando per le olimpiadi di
Londra.
Dallo specchio salta subito agli
occhi che quello di Kazan è un mondiale in linea o quasi con le precedenti
edizioni. Meglio è stato fatto ad Antalia ed a Catania. Rispetto a Parigi e
Budapest c’è, a livello medagliere, un miglioramento, pertanto sotto questo
aspetto è stato un mondiale sicuramente positivo. Insomma, la scherma italiana è riuscita, come ormai accade
da tempo a tirare fuori dal cilindro un po’ di conigli ed i dirigenti federali
hanno posto l’accento sul positivo risultato della squadra. Entrando nel merito
è evidente che ci sono state
delle ciambelle senza buco, poiché ben 4 delle medaglie sono state appannaggio
del fioretto femminile ed è altrettanto evidente quali siano state le carenze
nei vari settori ed è qui che è necessario fare una seria analisi. A cosa è
dovuto il flop delle sciabole? Ed il parziale passo falso del fioretto
maschile? E l’altrettanto parziale passo falso della spada maschile?
Il settore spada, come avevo evidenziato in alcuni post su questo
blog, ha confermato quel risveglio che fa ben sperare. I problemi però ci sono
e sono evidenti.
Al CT
Cuomo, in passato, sono state attribuite, anche dal sottoscritto, le maggiori
responsabilità per gli insuccessi avuti. Le
sue dichiarazioni, un po' risentite, su i social network, attribuiscono al suo
lavoro di 'purificazione' dello staff da elementi poco graditi, un ruolo
fondamentale nella ripresa di questo settore.
Se così fosse, allora mi viene da chiedermi perché abbia
aspettato solo questa stagione per prendere le giuste decisioni, ma anche chi o
cosa lo abbia indotto a cambiare rotta. In ogni caso, sono convinto che è poco
realistico e molto ottimistico pensare che un gruppo di atleti che solo pochi
mesi fa aveva chiesto a Malagò la testa del CT, possa aver completamente
modificato le proprie convinzioni e il proprio atteggiamento: non ci credo e se
anche fosse, penso che saremmo in presenza di soggetti con un'instabilità
caratteriale molto preoccupante. Quindi, pur prendendo atto di un positivo
risveglio, considero più razionale attendere la prossima stagione prima di
ritenere che ora nel settore vada tutto bene.
Siccome voglio pensare positivo, diamo il giusto risalto a
queste tre medaglie, due delle quali sono targate 'Fiamingo': una spadista che,
data la giovane età, autorizza a sognare traguardi importanti dopo anni e anni
di sostanziali delusioni. Spero solo che questa ragazza non si perda per
strada, come è successo prima di lei ad altri atleti di quest'arma, e che
decida di dedicarsi con sempre maggior convinzione ai duri sacrifici degli
allenamenti, non si faccia irretire dalle lusinghe e dalle gratificazioni
connesse alla sua nuova dimensione pubblica.
Su Garozzo mi sono già espresso, la sua medaglia fa ben
sperare per il futuro, in attesa che Tagliariol torni prepotentemente sulle
pedane.
Una squadra Garozzo-Pizzo-Tagliariol, infatti - per la sua indubbia caratura tecnica - potrebbe aspirare a
prestigiosi risultati ed avere in chiave olimpica delle belle speranze.
Per quanto riguarda la sciabola non mi aspettavo un flop così forte e non nascondo la
delusione. Il settore è gestito con grande
sicurezza dal CT Giovannino Sirovich, il quale riveste questo ruolo già da
molti anni, godendo da sempre di un fortissimo appoggio da parte del presidente
Scarso e di tutta la dirigenza FIS.
Egli ha potuto operare senza la spiacevole sensazione di
sentirsi sempre sotto esame, quindi malgrado ci fossero tutte le speranze per un risultato positivo, giustificate da un eccellente europeo, egli ha
bucato il traguardo più importante. La cosa che balza subito agli occhi e che
la prestazione migliore viene dal più vecchio, il quale non può rappresentare
certo il futuro della specialità. Forse era il caso di puntare su dei giovani,
dando loro la possibilità di fare esperienza in una grande manifestazione
internazionale? Verrebbe da pensare che gli investimenti della FIS abbiano
prodotto, quale miglior risultato, il discreto stato di forma di un fuoriclasse
pieno di acciacchi. Ho la percezione di una certa incoerenza nel
ringiovanimento delle squadre poiché mentre in campo femminile tale azione è
iniziata nel dopo Londra con una decisa operazione, che si è configurata
nell’esclusione dalla nazionale di un’atleta forte come Gioia Marzocca, in
campo maschile il miglior sciabolatore della stagione, Berré, non è stato
nemmeno impegnato nella gara a squadre. In conclusione, ho la sensazione di
una certa confusione nel progetto
tecnico di questo settore, e di scelte non proprio coerenti: ho molta stima di
Sirovich e quindi spero di sbagliarmi.
Infine il fioretto.
Sto per addentrarmi in un campo minato: spero di riuscire ad
evitare le bombe, intese come assalti al sottoscritto per quello che sto per
scrivere.
Non è semplice esprimere il proprio pensiero in maniera
obiettiva, soprattutto quando questo riguarda un’arma generosa di soddisfazioni
e che rappresenta lo 'zoccolo' duro del medagliere azzurro, da sempre ed in
particolar modo negli ultimi 23 anni.
Ogni commento sarebbe un rischio per chiunque, visto che
il 62,5% delle medaglie vinte gli appartiene e di questa percentuale ben l’80%
proviene dal fioretto femminile, il quale è riuscito a realizzare il massimo
risultato possibile, dando al medagliere italiano una notevole consistenza.
Arianna Errigo ha confermato di essere allo stato attuale
la miglior fiorettista del mondo, ma alle sue spalle è emersa irresistibilmente
una eccezionale Martina Batini, la quale è dunque in grado di puntare alla
qualificazione olimpica, con considerevoli possibilità.
Purtroppo il fioretto femminile non avrà la squadra alle
olimpiadi e la partecipazione a livello individuale sarà molto combattuta, con
quattro campionesse in lizza per soli due posti.
Probabilmente, al di là della componente tecnica e del valore
assoluto delle atlete, in questa corsa influiranno fattori quali la resistenza
mentale allo stress, l'età – che vede sfavorite Vezzali e Di Francisca – ma,
soprattutto, i sempre possibili infortuni. Bisognerà vedere, perciò, con quanta
qualità riusciranno a prepararsi queste ragazze, e in questo senso sarà
fondamentale il ruolo del CT Cipressa, cui spetta il compito di vegliare su
tutte le dinamiche di allenamento delle atlete, sull'operato dei rispettivi
staff e sulla corretta gestione di tutta la complessa macchina organizzativa
che opera a sostegno del settore.
Il discorso sulla preparazione mi dà modo di entrare nel
merito dell'analisi del mondiale del fioretto maschile: arma che nella prova
individuale ha onestamente deluso dando motivi di preoccupazione, per poi
riscattarsi parzialmente col bronzo della gara a squadre.
E' sotto gli occhi di chiunque l'evidenza che la scherma
maschile di alto livello necessita di una preparazione fisica adeguata, perché
la componente atletica nel corso delle competizioni assume una rilevanza fondamentale per la prestazione. Partendo dal
presupposto che gli atleti conoscono molto bene le qualità che servono per
fornire un rendimento medio-alto, oggi con il livellamento verso l’alto della
scherma, con nazioni che prima era inimmaginabile potessero concorrere per il
podio, occorre essere atleti veri con prestazioni elevate
Del resto, basta guardare i comportamenti in pedana dei
fiorettisti che primeggiano nella specialità per rendersi conto che non
presentano il minimo cedimento fisico fino alla fine della gara: segno, questo,
di un'ottima preparazione in termini di forza, potenza, resistenza.
Per ottenere, quindi, uno standard elevato sarà necessario
un allenamento assiduo e molto duro, programmato
in modo estremamente accurato.
Allenamento duro, inoltre, significa anche condizionamento
mentale dell'atleta in chiave di possibili eventi traumatici, cioè la capacità
di sopportare situazioni critiche senza crollare.
Probabilmente sarà necessario far capire all’atleta che la
disponibilità al sacrificio è una condizione indispensabile per una adeguata
preparazione fisico-mentale. Da quello che mi viene riferito sembra che i
nostri collegiali prevedano giornate
dedicate a piacevoli ma del tutto inutili passeggiate in montagna, a
inspiegabili giornate di riposo, oppure a simpatici lavoretti di sincronismo, con
saltini e giochini di vario tipo. Esercizi di sicuro utili, ma che non hanno
quelle caratteristiche indispensabili per costruire un atleta: i carichi di
lavoro ad alta intensità, i lavori di forza con e senza l'ausilio dei pesi. La
mia domanda è: oltre le lezioni, quanto è coinvolto il maestro nella
preparazione atletica? Una volta egli faceva eseguire gli esercizi di
gambe-scherma, attività basilare nella preparazione di uno schermidore, sotto
la sua personale direzione.
Da quello che ho potuto vedere in TV ho avuto la
sensazione di un regresso rispetto agli anni di passati, perché i nostri
schermitori appaiono meno forti, reattivi, tonici, resistenti, rispetto ai
migliori avversari di oggi.
E' indiscussa, inoltre, la straordinaria capacità di altri
CT nel gestire gli atleti in pedana, dando loro quel 'qualcosa in più' che
spesso fa la differenza fra un buon risultato o un fallimento.
Concludendo, mi pare che nel fioretto femminile, arma in
cui le atlete si muovono meno in pedana e si può primeggiare anche in mancanza
di una dimensione atletica adeguata, in quello maschile ciò è impensabile.
Voglio sperare che lo staff tecnico, ma direi anche
medico, sia in grado di operare affinché i nostri atleti possano competere ad armi
pari con gli avversari, poiché il semplice fatto di avere a disposizione dei
campioni non basta ad ottenere i risultati sperati.
La
disamina su esposta nasce dalle mie conoscenze ed esperienze, molto
probabilmente solleverà una serie di sorrisini sarcastici, come a dire: “chi è
costui e come si permette di entrare in certi argomenti se non è neppure maestro?”
E’ vero, ma dopo decenni di scherma a
tutti i livelli, da quella agonistica (un misero 4^ categoria e campionati
italiani militari) a quella dirigenziale, credo di poter esprimere le mie
opinioni, nel rispetto di tutte le componenti.
Ezio RINALDI
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