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28 agosto 2016

NON FACCIAMO FINTA DI NIENTE

Non ho mai fatto interventi su questo blog, ma le recenti olimpiadi e anche i fatti degli ultimi mesi nel settore giovanile, mi inducono a delle riflessioni.
Prendo spunto dalle varie analisi apparse su questa piazza e su diversi quotidiani per affermare che il risultato della scherma a Rio è un fallimento della politica federale e del presidente. 
Possono scrivere e dire quello che vogliono, ma il risultato delle olimpiadi è deludente ed é figlio di una politica sclerotizzata: manca l’entusiasmo e la capacità di rinnovarsi. Governando da troppi anni si pensa che la cosa pubblica sia diventata privata o viceversa. Infatti, i dirigenti ed alcuni tecnici F.I.S. sono entrati nell’ordine di idee di aver acquisito un posto pubblico.
Il Presidente Scarso da 3 mandati ci propone la stessa squadra di dirigenti, salvo rara eccezione ascrivibile alla defezione di qualcuno. I CT, già dipendenti pubblici, ritengono di aver acquisito un ulteriore poltrona a pagamento. Di fatto, nonostante risultati non all’altezza della tradizione e le critiche oggettive apparse su diversi quotidiani, sportivi e non, tutto rimane nell’immobilismo assoluto.
La prestazione sottotono, evidenziata dai predetti quotidiani, della squadra azzurra di scherma è figlia della mancanza di lungimiranza e, forse, di scelte dettate più da esigenze politiche che tecniche. E che dire delle forme di comunicazione federale? Basta aprire i giornali per capirlo, e solo in presenza di eventi eclatanti i media parlano del nostro sport.
Ritengo che il Presidente Scarso debba decidere su quale poltrona sedere e dedicarsi ad essa con tutte le energie in suo possesso, poiché allo stato attuale i numerosi incarichi da lui ricoperti non hanno portato alcun vantaggio al movimento, se non soddisfare la sua personale ambizione: se contassimo veramente qualcosa in ambito FIE quel tale arbitro ucraino non si sarebbe permesso di dileggiare ed offendere la Delegazione schermistica Italiana dopo l’incontro Ucraina-Italia di sciabola femminile.
Il ruolo di vicepresidenza della FIE, oltre ai due arbitri e a un direttore di torneo inseriti nella conduzione dell’olimpiade, cosa ha prodotto? Ci è stato davvero riservato un trattamento equo? Non parlo di vantaggi o favori, non sarebbe certo corretto, ma quantomeno del diritto di essere considerati degni di rispetto al pari delle altre nazioni. Direi, invece, che la sua elezione alla vicepresidenza FIE sia costata la Presidenza della commissione arbitrale che, come abbiamo visto, avrebbe avuto un peso notevole nella convocazione degli arbitri e nella loro assegnazione alla direzione di gara e che ci avrebbe quantomeno risparmiato l'increscioso insulto. Spiace pensare che probabilmente senza alcune discutibili decisioni arbitrali, la sciabola femminile avrebbe potuto conquistare una medaglia e lo stesso discorso vale per Aldo Montano. La FIE è, molto probabilmente, l’unica Federazione Internazionale che abbia accettato le direttive del CIO, proponendo una formula di gara che nulla ha in comune con quelle di Coppa del Mondo o Campionati del Mondo. Tutti gli sport da combattimento hanno il terzo posto a pari merito. Tutti gli sport olimpici hanno delle qualificazioni e poi la fase finale. La scherma lascia che 4 anni di sacrifici si giochino in un match.
Un doppio fallimento della politica federale considerato che il presidente Scarso ha anche il ruolo di vicario del CONI con delega alla preparazione olimpica: i nostri atleti hanno beneficiato di qualche giovamento grazie a questo incarico? Il contributo che il CONI assegna alla FIS non è di grossa entità ma nemmeno piccola e di questo contributo quanto è destinato ai club? Quanto incassa la Federazione tra tesseramenti, multe, iscrizioni alle gare, nazionali ed internazionali, fatti salvi gli 80 euro chiesti per ogni atleta partecipante alle gare cadetti in Europa? Pretendiamo di stare sullo stesso piano di Russia e Usa ma in realtà siamo dietro l’Ungheria - come testimonia il medagliere olimpico -  che non si avvale di certo di un budget pari al nostro. Francia e Tunisia hanno dimostrato di poter ottenere affermazioni olimpiche pur in presenza di risorse finanziarie ridotte rispetto all’Italia, anche se va detto che i Transalpini hanno una organizzazione diversa dalla nostra là dove esiste un Ministero dello sport. Ciò a testimonianza del fatto che capacità organizzativa e risultati non si coniugano necessariamente solo con una sovrabbondante disponibilità economica.  Per la promozione del proprio marchio, la FIS ha poi un ufficio comunicazione-stampa e di marketing (Web Tv, Foto, Sito internet e pagina Facebook) gestiti da soggetti interni ed esterni, ed un contratto con la RAI per eventi nazionali ed internazionali; quindi un introito economico di non poco conto, ma con quali risultati? Altre federazioni con molto meno ottengono quanto la FIS se non di più.
Nulla contro un impegno politico-sportivo in campo internazionale del presidente, se però anche tutti i dirigenti/consiglieri venissero coinvolti in tale attività, invece si ha la percezione che questi siano semplicemente appiattiti sulle posizioni del presidente. E' un dato di esperienza che all'interno di un organo collegiale le posizioni non siano sempre univoche è originino spesso situazioni di confronto, se non di aperto contrasto. Ma da questo punto di vista il governo federale appare essere un'isola felice, che costituisce eccezione. Ma con quali risultati?  Sarebbe opportuno, forse, che dei quasi 5 milioni di € gestiti dalla FIS - di molte volte superiore al bilancio dell’Ungheria - ( la quale torna dalle Olimpiadi con 2 ori individuali, 1 argento individuale ed un bronzo, per non parlare della Tunisia che con una sola medaglia ha conquistato il mondo), se ne destinasse una parte più consistente, rispetto a quella annualmente deliberata dal CdF, alle società che sono appunto il motore dell’intero movimento; probabilmente frutterebbero molto di più rispetto agli obiettivi raggiunti dalla federazione. Si potrebbero aumentare le gare diminuendo le distanze, alleviando i costi che le famiglie sostengono in termini di spese viaggio e partecipazione alle gare. Si potrebbe ipotizzare di fare allenare gli atleti nelle proprie sedi, ciò che ha fatto la Fiamingo negli ultimi tempi, a tal proposito brava la ragazza e bravo il maestro Sperlinga, ciò comporterebbe un gran risparmio di risorse economiche. Peraltro si eviterebbero convocazioni discutibili, forse più dettate dal "caso" che dalla "necessità".
Stefania Beretta

8 commenti:

  1. Non capisco SE e' una critica/attacco alle scelte federali,in Ambito politico ,o una critica alla gestione Tecnica in funziona dei risultati Alle Olimpiadi..nel primo caso..non mi pronuncio...nel secondo si: alle Olimpiadi sono mancate Le medaglie della Errigo e della squadra di fioretto maschile...la Errigo non si tocca..e' la Più forte al mondo...la squadra di fioretto maschile si e' qualificata,Ed e' campione del mondo in carica....quindi il Ct non e' attaccabile e il Presidente puo' solo rinnovargli la fiducia...spada...nulla da dire.2 grandi medaglie...la sciabola...Montano e OCCHIUZZI si somo qualificati...Che doveva fare Sirovich?Sciabola femminile,in fase si crescita,mancano di esperienza e hanno sfiorato la medaglia...quindi a Mio avviso non Veda Cosa ci sia stato di fallimentare e cosa dovrebbe fare in tal senso il Presidente,SE no assicurare serenita' ai Ct e agli Atleti...

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  2. Caro Attilio,
    credo che la signora Stefania sia stata chiara. Essa ha espresso critiche a tutta la gestione federale, rifacendosi anche a quello che è stato riportato sui quotidiani e su questo blog. Tu lo sei stato altrettanto ed hai tutto il mio apprezzamento per come lo hai fatto. Come ben sai la discussione/confronto è particolarmente utile per avere un quadro chiaro e preciso della situazione, anche se devo ammettere che la signora parla più da genitore che da dirigente. Probabilmente è calata l'attenzione verso le famiglie che, detto tra noi, sono la motrice dell'intero movimento. Comunque grazie per il tuo qualificato intervento e spero di leggerti più spesso, in particolar modo se divergente da quanto viene scritto sulla Piazza.
    Un caro saluto

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  3. Se una federazione sportiva vanta fra i suoi atleti quelli più forti del mondo e poi non riesce a fare risultato qualche problema evidentemente lo ha.
    Questa olimpiade è stata la peggiore degli ultimi vent'anni e abbastanza deludenti sono stati nel loro complesso i risultati che hanno preceduto le qualificazioni olimpiche. Negare l'evidenza può essere soltanto nocivo per il movimento schermistico.
    A Fileccia

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  4. FISCHI PER APPLAUSI, diceva TOTO'

    Ritengo che la signora ha fatto una analisi precisa e dettagliata, quello che tutti pensiamo ma che nessuno dice, visto il clima di caccia alle streghe e la relativa, campagna punitiva che sembra esserci.
    Diciamoci la verità, signor Attilio, il fioretto ha sempre gestito il dualismo tra Vezzali e le altre, ultima la Di Francisca, doveroso visto le perosnalità vincenti. Ha gestito anche il clima di squadra del Fioretto tra il binomio Cassarà e Avola da una parte e Baldini e Garozzo dall'altra. Tutto merito del CT ma una cosa è certa, i social non mentono e le notizie di stampa neppure, a Rio qualcosa si è rotta. Il fioretto maschile a squadre non ha mostrato quel clima di gruppo che ci si aspettava per vincere una medaglia ed era evidente oltre che riportato dalla stampa specializzata. Scopriamo solo a Rio che la Enrigo per gelosie personali, dal mese di Gennaio è senza maestro. Prima o poi, lei lo saprà meglio di me, la mancanza del maestro sarebbe scoppiata e nel momento di maggiore tensione e di maggiore bisogno della figura professionale e umana che nella scherma è fondamentale. Nulla togliere all'ottimo CT che non si giudica solo per l'olimpiade.
    La sciabola sicuramente ha raccolto il massimo in termini di qualificazione e niente come medaglie, ma qui, come dice la signora, forse ci voleva la 'giusta' politica federale.
    La spada mi sembra superficiale di parlare delle due medaglie conquistate. La Fiammingo ha vinto due mondiali individuali e come successo a londra con la Del Carretto, ha subito una rimonta e il proprio maestro, come per la ligure nel 2012, era n tribuna. Chissà forse un CT avrebbe dovuto sacrificarsi alla voglia di protagonismo e lasciare spazio alla ricerca del massimo risultato.
    La medaglia della squadra maschile ha tutto tranne che il nome del CT. Non dimentichiamo che parliamo di una squadra fuori dai Giochi Olimpici ad agosto 2015 che per tutto l'anno è stata, 'abbandonata' dal CT dedicatosi al settore femminile e che 2/4 della stessa aveva gli atleti che, come si è detto in questo blog, avevano manifestato il dissenso nei confronti del Ct al presidente del CONI. Come gli stessi atleti hanno detto nelle tante interviste prima e dopo Rio, devono tutto a Mazzone e Chiadò. Anche in questo caso gli atleti nella gara individuale non avevano presenti i loro tecnici, zero su quattro.
    La spada femminile da leader del ranking mondiale, non si è qualificata e proprio il CT ha deciso di 'personalizzare' ed imporre le sue scelte cambiando una squadra vincente in una che non ha raggiunto l'obiettivo olimpico nonostante avesse 2 atlete tra le prime 8 del ranking individuale.
    Si può non condividere il pensiero altrui, ma non facciamo come i nostri politici, dopo le elezioni anche chi ha è passato dal governo all'opposizione, ha vinto. Infatti, in tutto questo che diciamo ci chiediamo la FIS dove è? Gli eletti Consiglieri cosa dicono e pensano o non lo fanno perchè non possono neppure farlo?
    Svevo Morandi

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    1. Lei si domanda perchè nessuno degli esponenti federali abbia dichiarato alcunchè sull'esito di queste olimpiadi? Probabilmente perchè ritengono che sia meglio tacere piuttosto che parlare di cose rispetto alle quali è meno dannoso il silenzio ad oltranza!

      A. Fileccia

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  5. Alcuni commenti da facebook:
    Michele Bonsanto
    Non sarebbe male il ritorno di un commissario tecnico unico, a mio avviso il ct deve essere un selezionatore e non un maestro, un metodo vincente adottato dal compianto e grande Presidente Nostini.I vantaggi sarebbero tanti, a partire da un grande risparmio economico e non più conflitti d'interessi!!;

    Fabrizio Leombruno
    Condivido tutto Michele!!!;

    Michele Bonsanto
    Aggiungo che con questo metodo si eviterebbero anche i cambi di società, chi non vorrebbe entrare nelle 'grazie' del ct maestro?;

    Fabrizio Leombruno
    Credo che questo, in qualche specialità, esista...eccome!!!;

    Paolo Poplicola Cuccu
    Eppure anche quando c'era il Commissario unico mi pare non mancassero polemiche di questo genere e atleti che ancora oggi affermano di avere avuto la carriera danneggiata. In Italia manca la cultura del merito, si vive per poltrone che significano soldi. E per continuare a ricevere soldi e privilegi si scende a compromessi di ogni tipo. Compresi quelli morali con la propria coscienza. In questo momento storico l'unica garanzia di equità e tranquillità sono le classifiche, i punti, le botte messe e quelle ricevute. La nazionale dovrebbe essere aperta prima di tutti agli atleti, ed i secondo luogo ai tecnici. Ogni atleta ha il suo, mi pare chiaro come si dovrebbe procedere. Ma questo provocherebbe uno sconvolgimento di tante politiche di scambio e di favori, che a questo punto non potrebbero più essere ricambiati in alcun modo. Serve l'anno zero, il ripartire da un punto fermo, solido e uguale per tutti. Forse, in futuro, avremo generazioni di italiani diverse, magari fatte dei figli di quegli italiani vissuti all'estero e maggiormente impregnati di quella cultura che qui manca totalmente. Io non credo che cambiare tutti cambierà qualcosa. Non sono le persone il vero problema, ma i ruoli, quelli vanno cambiati.;

    Michele Bonsanto
    Ho vissuto le due 'epoche' ho avuto la carriera danneggiata, ma ritengo che il sistema era migliore di quello attuale...;

    Paolo Poplicola Cuccu
    Michele migliore o meno peggio? Secondo te dire: da oggi in nazionale gli atleti sono importanti e nessun altro, per cui i tecnici saranno quelli dei ragazzi ti pare un passo avanti o indietro rispetto alla situazione attuale?;

    Michele Bonsanto
    i maestri avranno più spazio soprattutto quelli emergenti e potranno seguire meglio i loro atleti, da tempo è tutto monopolizzato se non fai parte di una determinata società non vali nulla, per cui in un qualche modo l'atleta per il suo bene è costretto a cambiare società;

    Enrico Di Ciolo
    Michele il sistema del ct unico, infallibile, perfetto, onesto, meritevole è un sogno irrealizzabile;

    Michele Bonsanto
    Tra due mali bisogna scegliere il minore;

    Ezio Rinaldi
    Ragazzi, nulla cambierà se non cambierà: capisc a me!


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  6. Il commento su facebook del Dr. Antonio FIORE, medico federale e Presidente della Commissione medica della FIE:
    Antonio Fiore
    "Alcune tra le numerose e non certo concilianti considerazioni espresse in quest'articolo apparso sul blog Piazza Scherma si basano forse su un'incompleta conoscenza o, forse, su una voluta omissione di alcuni significativi aspetti dell'attività internazionale della FIS.
    L'autore dell'articolo, insomma, avrebbe dovuto essere a mio avviso più giornalisticamente preciso, perché tra gli italiani con incarichi internazionali a Rio c'erano, al di là di quelli citati, anche Giandomenico Varallo (addirittura investito del ruolo di Delegato Tecnico) nonché il sottoscritto, con l'incarico assolutamente insignificante di responsabile medico della competizione olimpica, in quanto Presidente della Commissione Medica FIE."

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  7. Salve,
    chiedo scusa al dott Fiore e al sig Varallo per la mia dimenticanza, tale amnesia è dovuta proprio al fatto che trattasi di un intervento non giornalistico e quindi priva di quella professionalità insita in un cronista. Spiace sottolineare che il dott Fiore a Luglio sia intervenuto sul blog ed adesso lo fa solo su Facebook, forse come qualcuno afferma, c'è la caccia alle streghe, soprattutto se si interviene su “Piazza della Scherma” o su qualunque altro mezzo di informazione non in linea con il potere centrale? Allo stesso tempo preciso che non sono "concilianti" le mie affermazioni, peraltro ho potuto rilevare condivise da molti, proprio per la mancanza di un confronto dialettico, programmatico-organizzativo con la dirigenza in carica.
    Dott Fiore, non c'è alcuna voluta omissione, anzi, converrà che, se pur prestigiosi ed onorevoli, i ruoli che ho omesso li ritrova nelle mie parole sui tanti incarichi avuti in FIE, ma che sono lontani da ciò che intendo, cioè ruoli politici determinanti: il Suo, come quello del dott. Varallo, lo considero un ruolo tecnico. Le gare si vincono in pedana, ma con una conduzione arbitrale neutra ed in buona fede. Le Commissioni sono organismi tecnici ed in quanto tali lontano dai giochi politici (così dovrebbe essere), pertanto nel loro ambito sono riconosciute certamente le competenze professionali, come la Sua e quella del dott. Varallo, ma non quelle politiche. Per me (sono anch’Io una libera professionista) è triste affermare che un eccellente medico può valere meno, politicamente parlando, di un mediocre e grezzo arbitro Ucraino. La prego di non fraintendermi però questa è la realtà che mi è dato vedere. Un delegato tecnico, garantisce grazie alla sua serietà e professionalità, l'ottimo funzionamento del settore di competenza ma alla fine in pedana e fuori comanda la politica.
    Concludendo, Lei parla di un cambio di mentalità rispetto al passato e chi dovrebbe attivarsi per questo? L’attuale dirigenza che non lo ha fatto negli ultimi 12 anni? Io sono una donna e la prima cosa che mi viene in mente sono le “quote rosa”, badi bene non sono una scatenata femminista, ma nel 2016 vi è ancora una sorta di sbarramento alle donne per una gestione diretta di qualsiasi amministrazione ed anche la scherma non è immune da tale retaggio. Infatti di 10 dirigenti solo una è donna (Uga ieri e Vezzali domani). Ciò accade anche nell’ambito FIE, quindi è ragionevole supporre che il cambio di passo e mentalità debba avvenire dappertutto. L’ho letta con molta attenzione e sono tante le cose che condivido del suo scritto, ma allora perché non scende in campo per cambiare l’attuale cultura, retaggio di un passato che non riusciamo a liberarci? Sinceramente sarei una sua accanita sostenitrice!
    Stefania Beretta

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