Lo scorso fine settimana abbiamo
accompagnato i nostri figli a Mazara del Vallo per partecipare alla gara
nazionale di sciabola trofeo Kinder sport.
Da assidui lettori del blog,
nutrivamo particolari aspettative da questa gara, e infatti non siamo rimasti
delusi!
Mazara, come città ci è piaciuta
parecchio e riteniamo meriti una visita estiva meno affrettata, diverse le
impressioni della gara.
Cominciamo dal palazzetto, una
costruzione da scempio edilizio degli anni ’70 collocata in una landa incolta e
isolata; servizi igienici pessimi e acustica infernale.
Tutto sommato, niente di insolito,
dato che la maggior parte dei palazzetti dello sport conosciuti grazie alle
folli trasferte in giro per l’Italia cui ci ha abituato Mamma Federazione, sono
suppergiù così. Però considerato il denaro che la Regione Sicilia spende per lo
sport (si diceva 4.000.000 di euro di contributi per la stagione 2017 di cui
400.000,00 al Coni Sicilia e 60.908,00 al Comitato regionale FIS) e la
sovrabbondanza di politici che sforna, ci saremmo aspettati di meglio.
Ma evidentemente in Sicilia il denaro
lo spendono in opere non immediatamente visibili.
Tornando alla gara, la seconda
cosa che ci ha colpito sono stati i numeri, molto bassi. Solo 288 atleti, meno
di una gara interregionale g.p.g., un numero di gran lunga inferiore a quello
dei partecipanti alla medesima gara solo un anno fa. A Montecatini nel novembre
2016 hanno partecipato 510 atleti mentre a marzo, a San Severo, di solito boicottata
per le difficoltà logistiche, 450 atleti (a cui vanno sottratti circa una ventina di partecipanti ad un torneo
promozionale).
Il motivo è evidente, la trasferta
(come abbiamo sperimentato personalmente) era molto costosa e le società non
hanno fatto partecipare i più piccoli tra i loro atleti, persuasi che mettere
una famiglia alla sua prima trasferta davanti ad una spesa ingente quale quella
che abbiamo sostenuto noi, avrebbe comportato una disaffezione precoce
dall’attività agonistica.
E non ci si venga a dire “così
capite che sacrifici affrontiamo noi siciliani”, perché con i bei soldini che
il Comitato regionale riceve da Regione e Federazione, sicuramente avrà modo di
aiutare le società.
La terza cosa che ci ha colpito è
stata l’atmosfera.
Sarà stato per i bassi numeri dei
partecipanti, o per altro motivo, Mamma Federazione a Mazara ci è sembrata
piuttosto Matrigna.
Per la Federazione erano presenti
il presidente e il consigliere federale Vezzali. Mentre la Vezzali elargiva
sorrisi, strette di mano e ringraziamenti ai genitori raccogliendo consensi a
destra e manca, il presidente saettava occhiate truci agli arbitri, impartendo
comandi silenziosi affinché intervenissero qua e là a fare osservare il
regolamento.
Apparentemente, infatti, la
direzione di torneo sotto lo sguardo vigile e torvo del presidente, con il sostegno
“a distanza” del segretario generale, ha applicato il regolamento, non alla
lettera, ma addirittura “oltre”.
Tre episodi tra tutti: nella
giornata di sabato durante il minuto di intervallo di un assalto per i quarti
di finale un maestro ha porto un auricolare al suo atleta. Naturalmente non
sapremo mai quale fosse il fine del Maestro, se far ascoltare una musichetta
rilassante al proprio atleta o farlo parlare con la mamma, fatto sta che la
direzione di torneo ha deciso di intervenire per impedire che ciò accadesse e,
addirittura, il giorno dopo, ha letto un avviso secondo cui non era consentito
l’uso di auricolari nell’intervallo degli assalti.
Tra noi genitori abbiamo fatto un
consulto veloce, dato che è di moda tra i ragazzini ascoltare musica con le
cuffiette per darsi la carica. Qualcuno ha tirato fuori i regolamenti, ma non
siamo riusciti a trovare la regola che stabilisce il divieto di usare
l’auricolare nel minuto di riposo durante un assalto.
Forse sarebbe giusto che,
specialmente nelle gare di g.p.g., Mamma Federazione comunicasse prima regole e
sottoregole che “in quell’occasione” riterrà di applicare.
E diciamo “in quell’occasione”
perché a noi, che seguiamo i nostri figli da anni, questa regola è sembrata
inventata al momento, e anche inutilmente vessatoria, così come quando agli
ebrei si proibivano cioccolata e patate: una cosa a caso giusto per dare
fastidio e ricordare chi comanda veramente. Una stupidissima e ridicola dimostrazione di potere allo stato
puro.
Il secondo episodio è occorso di
domenica. Non lo avremmo potuto apprezzare veramente se non fossimo assidui
lettori del blog e quindi non ne conoscessimo l’antefatto che era stato
raccontato nell’articolo “Integrazioni e provvedimenti disciplinari”.
A quanto sembra la Corte d’appello
federale avrebbe sospeso la squalifica che il giudice sportivo aveva inflitto
al tecnico menzionato in quell’articolo, al solo fine di consentirgli di
assistere in gara quell’unico atleta per difendere il quale si è beccato la
sanzione.
Sembra che la direzione di torneo abbia
consentito al tecnico di seguire quell’atleta impedendo, tuttavia, al suo
psicologo di accedere al parterre.
Tale divieto, sarebbe stato
impartito direttamente dal segretario generale, al quale si era rivolta la
direzione di torneo a seguito delle proteste sollevate nell’interesse dell’atleta
autistico. Secondo quanto riferito da alcuni genitori il segretario avrebbe
liquidato la questione con una affermazione gnomica: se il ragazzo autistico
era stato iscritto alla gara voleva dire che non aveva bisogno dello psicologo,
perché se avesse avuto bisogno dello
psicologo non avrebbe potuto partecipare alle gara.
Abbiamo discusso a lungo con quei
genitori ed anche in questo caso ci è sembrato che la regola applicata sia
stata “no cioccolato e patate” dato che
ciò che è stato proibito allo psicologo è stato invece consentito a mamme e
ragazzini. Bambinetti muniti di pass e
mammine ansiose (ma prive di pass) hanno passeggiato nel parterre sotto gli
occhi ardenti del presidente. Anche ieri, qui a Ravenna, una gran folla camminava
nel parterre senza che nessuno dicesse niente e non hanno neppure distribuito
pass, sarà che per regolamento l’accesso
al parterre è vietato soltanto agli psicologi (il cui cognome non inizi per M) e a
“cinesi e canguri”.
Terzo episodio. In entrambe le
giornate di gara l’accompagnatore non tesserato di cui si parla sempre nell’articolo
“Integrazioni e provvedimenti disciplinari” ha accompagnato gli atleti della
sua società. Evidentemente, il giorno dopo il fattaccio si è tesserato per
Mamma Federazione, almeno così vogliamo sperare. (E la paziente Mammina glielo
ha consentito)
In ogni caso, la sua presenza lì ha
suonato come una beffa alle regole di Mamma Federazione, che fa figli e
figliastri, e ha sollevato il velo sulla ridicola pantomima che stava andando
in scena.
Ma ha suonato ben più di uno
schiaffo in pieno viso alla mamma di quell’atleta, che dopo quell’infausta gara
del 21 ottobre, si è chiuso in sé stesso e non ha rivolto la parola ai suoi
familiari per una settimana, e i cui progressi di un anno sono stati cancellati
in un momento.
Non dimenticheremo facilmente
questa gara, anche perché tra le foto pubblicate da Mamma Federazione in quel
giorno ce n’è una che ritrae gli occhi di una madre, forse proprio la madre di
quel ragazzino, occhi che non ci fanno dormire la notte, occhi che chiedono Giustizia,
occhi che la otterranno.
Italia, 25 novembre 2017
GENITORI STUPITI
L'articolo è stato preceduto da una telefonata di un signore a me sconosciuto, che parlava in rappresentanza di un folto gruppo di genitori, manifestandomi incredulità e rincrescimento per quanto accaduto a Mazara. Non conosco il signore, non ero presente sul luogo di gara ma non oso mettere in dubbio quanto riferitomi: che ragione avrebbe avuto nel mentirmi?
Ezio RINALDI