Giovanni MALAGO'
Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano
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La querelle tra il CONI ed il Governo via via sta diventando un muro
contro muro. In tutto questo chi ci rimette e chi ci guadagna? Ma, soprattutto,
come siamo arrivati alla situazione attuale? E’ presto detto: l’immobilismo del
CONI e la cultura della conservazione della poltrona ha fatto si che il vertice
sia stato insensibile alle richieste della base, sia in termini statutari che
organizzativi.
Tante sono state le spinte per un cambiamento vero, per una
ristrutturazione dell’Ente, richiesto anche dalla politica: revisione degli
statuti, consulenze varie ed assunzioni senza concorso, riforma vera della
giustizia sportiva, insomma tutte segnalazioni non recepite, che hanno portato la
base a rivolgersi alla giustizia ordinaria per avere rispettati i propri
diritti, ed ancora diatribe tra alcuni importanti Presidenti di federazione ed
i vertici del CONI, tutte cose che hanno determinato l’intervento a gamba tesa
del Governo sullo sport.
Giancarlo GIORGETTI
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport
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Alla luce di quanto si è visto e vissuto negli ultimi anni,
l’intervento Governativo lo ritengo sacrosanto, ci voleva poiché il rispetto
delle regole cominciava a non essere garantito, soprattutto quelle riguardanti
i mandati dei Presidenti federali ed in questo senso la prima operazione,
seppur del precedente esecutivo, è stata l’approvazione della LEGGE 11 gennaio
2018, n. 8, con la quale si sono apportate “ Modifiche al decreto legislativo
23 luglio 1999, n. 242, in materia di limiti al rinnovo dei mandati degli
organi del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e delle federazioni
sportive nazionali, e al decreto legislativo 27 febbraio 2017, n. 43, in
materia di limiti al rinnovo delle cariche nel Comitato italiano paralimpico
(CIP), nelle federazioni sportive paralimpiche, nelle discipline sportive
paralimpiche e negli enti di promozione sportiva paralimpica.
Il giorno 7 agosto il Senato della Repubblica Italiana con 154 si, 54
no e 52 astenuti ha approvato in via definitiva il contestatissimo disegno di
legge delega di riforma dell’ordinamento sportivo che, con l’istituzione di
Sport & Salute spa, tramite l’ultima legge di bilancio, di fatto priva
delle proprie prerogative il CONI. Ecco qui non condivido più l’azione
dell’Esecutivo poiché da una parte necessitava assumere iniziative importanti
dall’altra comunque andava garantita l’autonomia dello sport. Spiego meglio il
mio pensiero: nella considerazione che le risorse finanziare per il
mantenimento dell’intero apparato sportivo provengono dallo Stato è corretto
che questi pretenda una organizzazione improntata ad una gestione chiara e
trasparente, imponendo riforme adeguate, sia in termini amministrativi che operative,
effettuando un controllo assiduo e significativo sull’intera gestione, pena il
Commissariamento. Qui doveva fermarsi.
Sono sempre stato contrario a che la politica mettesse le mani sullo
sport e per una ragione semplicissima: lo sport unisce la politica divide.
Pur criticandolo aspramente, non posso non essere al fianco di Malagò
nel reclamare a gran voce l’indipendenza dello sport, che in questo momento ha
bisogno di unità per dimostrare ai governanti la forza dell’intero movimento. Svuotando
il CONI delle proprie prerogative, ho l’impressione che il Governo allungando
le mani sullo sport lo abbia voluto ridisegnare in chiave statalista e contro l’autonomia
del CONI, andando in questo modo in opposizione alla Carta Olimpica, le cui
conseguenze potrebbero essere realmente nefaste. Infatti il rischio è quello di
vedere l’Italia fuori dalle olimpiadi con gli atleti che potrebbero gareggiare
individualmente sotto la bandiera del CIO. Non solo, c’è anche il rischio che
venga revocata l’assegnazione delle olimpiadi invernali a MILANO/CORTINA.
Peraltro, sembra che detta riforma sia incostituzionale ed in tal
senso si è espresso anche il Giudice Emerito della Corte Costituzionale Sabino
CASSESE, il quale afferma che “Mai ci sia stata una intrusione così grave della
politica nello sport”. E’ presumibile qualche ricorso alla Corte
Costituzionale? Ai posteri l’ardua sentenza!
Ezio RINALDI
Scelta di tempo inopportuna visto che di fatto da oggi il governo è sotto mozione di sfiducia. Che i populisti abbiano forse chiacchierato a vanvera?
RispondiEliminaGoverno?...quale governo?
RispondiEliminaChi sarebbero per te i populisti?
RispondiEliminaScelta inopportuna per la pubblicazione dell'articolo?
RispondiEliminaRinaldi cosa dirle se non che C.o.n.i. e F.i.s. devono fare i conti con Rocco Sabelli della società Sport e Salute. Il prossimo presidente dottor Paolo Azzi si è già incontrato con la nuova governance e saprà chiedere col suo piglio decisionista fiumi di finanziamenti. In suo aiuto i fedeli avvocati esperti in politica Ancarani, Magni e Randazzo. L'ex olimpionico di spada ha militato nella lista civica di centro destra "Vercelli Amica" che in cinque anni ha presentato 150 tra interrogazioni, mozioni, ordini del giorno e istanze di sindacato ispettivo. Lui non si spaventa con i ricorsi al T.a.r. o le pec figuriamoci se teme Sport e Salute. Luca Magni, presidente Chiti scherma Pistoia, saprà precisare come ha fatto alla testata locale "Sulla Bocca di Tutti", che la specializzazione sarà la scelta di quasi tutte le società di scherma: dopo Tokyo, visto il trend o «inclinazione», si farà solo spada per la gioia di Sandro Cuomo, grande elettore.
EliminaCon Ancarani si tenterà di far tornare la F.i.s. ai fasti dei ruggenti anni '80: le donne potranno gareggiare unicamente nel fioretto, per la gioia di Andrea Cipressa, altro grande elettore.
Rocco Sabelli verrà presto sostituito dal prossimo governo che durerà qualche mese e poi ne verrà uno nuovo che a sua volta sostituirà il sostituto di Sabelli è così via!!!...geniale, veramente geniale. Fortuna che sono andati tutti a casa!....
EliminaTema del giorno "OPPORTUNISSIMO. Un bel articolo a tutto tondo, che merita interventi mirati. Nessuno è entrato nell'argomento,tranne qualche accenno evanescente. È ripartito l'attacco alla FIS; cosa c'entra con l'argomento del giorno? Se si vogliono convincere gli indecisi non è certamente questa la giusta strategia. Parlare contro ad ogni costo, porta inevitabilmente al nulla. Comunque complimenti al dottor Rinaldi.
RispondiEliminaSulla presunta violazione dei principi di autonomia dello sport chiesti dalCIO ricordiamo i casi di Francia, dove è il ministero dello Sport a decidere autonomamente la destinazione dei finanziamenti, di Gran Bretagna, dove il compito è affidato a uníagenzia parastatale dipendente dal ministero della Cultura e dello Sport (con una dotazione composta da donazioni private e quota parte della Lotteria nazionale), di Germania, dove le risorse vengono distribuite da un Comitato misto indipendente nel quale i Lander, organismi politici, hanno un peso determinante, o di Spagna, dove il Comitato olimpico nazionale conserva soltanto la gestione di atleti ed eventi di interesse esclusivamente olimpico.
RispondiEliminaÈ finita !!!...fate ricorso al CIO...tifate solo contro l’Italia, ovunque
EliminaAnonimo delle 8.49 la tua incapacità a fare un ragionamento è disarmante!
EliminaSono un lettore del Blog. Puntualmente gli interventi scadono di toni e di contenuti.Chi non se la sente di stare al passo, si faccia doverosamente da parte.
RispondiEliminaSono d'accordo con lei.
EliminaUn matto
Articolo opportuno, Rinaldi hai avuto fortuna con la crisi di governo. Se il CONI vuole essere ancora un Ente rispettato deve riformare la giustizia sportiva, come nell'antidoping. Le federazioni devono avere un solo grado di giudizio e i magistrati sportivi devono essere nominati dal CONI, anche la procura. Si è visto cosa fa l'esecutivo federale, non è capace di assicurare la terzietà: in Tribunale e in Corte d'appello federale ci sono magistrati sportivi che gareggiano sulle pedane da atleti master.
RispondiEliminaFinalmente Gioggiò è andato in ferie
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