Villa Glicini |
Vi ricordate l’articolo “IL C.S. TORINO SFRATTATO DALLA SUA
SEDE STORICA”, pubblicato il 17 marzo 2019?
In quella circostanza misi in evidenza i pessimi rapporti tra
il Club e l’amministrazione comunale, tanto da non riuscire a trovare una
sintesi che soddisfacesse le parti in causa. Una visione diametralmente opposta,
i cui risvolti portarono le due fazioni in tribunale, precisamente al TAR
piemontese, su istanza del Club che denunciava l’illegittimità del
provvedimento di sfratto.
Il Tribunale
Amministrativo, a maggio, aveva sentenziato lo sfratto esecutivo del Club dalla
sua sede storica (villa Glicini). Sembrava, quindi, che ormai il prestigioso
sodalizio dovesse trovarsi altra sistemazione. Invece il Presidente Vecchione
adiva il Consiglio di Stato chiedendo la revoca della sentenza ed in data 19
giugno la quinta sezione del massimo organo amministrativo dello Stato, ha
disposto, in
attesa di entrare nel merito del contendere, la sospensione della
sentenza del Tar Piemonte, accogliendo la richiesta cautelare del CSTO e addebitando al Comune le spese
processuali, consentendo al Club di
permanere a Villa Glicini ed iniziare la programmazione delle attività,
Non può che far piacere la sospensione dello sfratto, anche
se i giochi non sono ancora finiti poiché il Consiglio di Stato dovrà entrare
nel merito della questione ed emettere una sentenza che ponga fine ad una
diatriba che può partorire solo danni in capo ai soci, ma soprattutto agli
schermidori ed alla scherma.
Il massimo dirigente del club, avv. Vecchione, ha inviato al
Presidente del CONI, Giovanni MALAGO’, ed al Presidente FIS, maestro Giorgio
SCARSO, una informativa, la leggo più come diffida, con la quale ha inteso
richiamare l’attenzione sul quadro normativo che riguarda la struttura
ospitante il CSTO e la loro posizione privilegiata a tutela della scherma e
della struttura di “Villa Glicini”. Nel
documento è riportata la storia degli atti in essere e stipulati nel corso
degli anni. La lettura di detti atti fa trasparire valide ragioni a supporto
della posizione del Club.
E’ chiaro che l’amministrazione comunale abbia visioni
diverse, che non sto a sindacare, ma non posso non rilevare che l’azione del
Comune possa portare alla soppressione del C.S. Torino quindi alla dipartita di
uno dei più antichi club schermistici di Italia.
Vorrei anche ricordare che il Presidente della FIS
all’insorgere della vicenda inviava al Club due ispettori nelle persone di
Piero Floreani e di Furio Ginori per capire cosa stesse accadendo.
I due ispettori riferivano che il Club ed i suoi dirigenti
non avevano violato alcunché. Tutto però finiva lì, ed il Comune, che aveva già
collezionato due sentenze di condanna in favore del Club, una terza in arrivo
sulla determinazione del risarcimento danni per non aver consegnato l’impianto
a norma, nonché due archiviazioni dei “minacciati” provvedimenti di revoca
della concessione, per la loro infondatezza, non intraprese azioni di
concertazione con il CSTO. Azioni ampiamente pubblicizzate dalla Sindaca
nell’incontro con il Presidente FIS.
L’avv. Vecchione ha fatto quanto era nella sua possibilità
per la difesa del Club e della scherma in generale, anche se qualcosa non mi
torna. Ho la sensazione che ci sia stato, e forse c’è ancora, un regista capace
di dirigere da dietro le quinte una faccenda dai contorni chiari da una parte e
nebulosi dall’altra.
Certo è che le
istituzioni sportive non siano state incisive, verrebbe da dire quasi assenti,
e si ha la percezione che il Club sia stato lasciato solo.
Se così non fosse, non
è mai troppo tardi per le massime istituzioni tutelare la scherma a Torino.
Ho contattato l’avv.
Vecchione per un commento sulla sentenza del TAR ed una previsione per il
Consiglio di Stato del prossimo dicembre, ma ha preferito astenersi per
mantenere il fermo riserbo per il dovuto rispetto al Consiglio di Stato e che
avrebbe liberamente rilasciato dichiarazioni all’esito, sia positivo che
negativo, del massimo organo amministrativo dello Stato.
Auspico che si torni
alla normalità con sani rapporti con l’amministrazione comunale e la certezza
della sede per il C.S. Torino.
Ezio RINALDI