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16 settembre 2021

LA SPADA: il percorso di un’arte divenuta disciplina sportiva - Le considerazioni di Gil PEZZA

Gil PEZZA
Caro Riccardo, 
ho letto con molto interesse  la tua analisi sulla situazione della spada in Italia ed apprezzo, come al solito, la schiettezza con cui ti esprimi. Queste le mie osservazioni:

1.   1. Concordo sulle categorie.  La FIS dovrebbe reintegrarle per i motivi da te esposti. Aggiungerei che danno all’atleta  dei  traguardi importanti a medio e lungo termine con un riscontro oggettivo sulla pedana da cui poi emergono le punte di diamante. La promozione di categoria costituisce  per l’atleta una grossa soddisfazione ed un riscontro per chi si allena seriamente; ed è anche un motivo di riconoscimento e celebrazione in sala.  Già la seconda categoria non era facile da acquisire ai tempi… . Da notare che molti club qua negli USA usano anche categorie interne al club (beginner, Intermediate and Advanced/Elite) che danno dei traguardi agli atleti anche nell’ambito del proprio club. Come hai osservato tu, le categorie erano in effectti 5;  pero ne esisteva anche  che una sesta, onorifica: la  N per gli atleti che hanno partecipato ai mondiali assoluti o alle Olimpiadi e quella te la tenevi per sempre.  Tanta era la passione della scherma che  alcuni ex-nazionali che tiravano ben oltre la mezza età, spesso venivano finivano retrocessi a  NC-N.  Qui negli USA ne abbiamo sei:  Unclassified, E, D, C, B ed A.

         2. Concordo anche sulla necessità di instaurare un sistema d selezione di squadra basato su punteggio gare. Il  problema in Italia è principalmente di struttura organizzativa. Come in tutti gli  ambienti di lavoro una struttura organizzativa solida e transparente permette a tutti di lavorare meglio. Questo è forse il cambiamento più importante da attuare. Per inciso, le regola di chi vinceva gli assoluti era in squadra automaticamente non credo fosse di Fini ma mi sembra fosse una regola in vige (forse per tradizione) a cui Fini  stesso doveva sottostare.  Per chi ha interesse, il sistema di punteggio USA e la disposizione attività agonistica USA si trova su questo link:

https://cdn2.sportngin.com/attachments/document/676d-2312600/20_21_Modified_Athlete_Handbook_6_30_21.pdf#_ga=2.13304574.85811828.1631061963-614911694.1631061962

3.     Il problema della preparazione dei Maestri è, a mio parere, più complesso.  Usando il metro della cintura nera nelle arti marziali, grandissimi maestri  come Giuseppe Mangiarotti, Emil Beck ed Ezio Triccoli (insieme ad altri) non sarebbero potuti emergere. Quindi, io tendo ad essere più inclusivo. Pur essendo completamente d’accordo, che insegnare e saper tirare sono due cose completamente diverse, credo sia assurdo mettere dei nazionali o prima categoria  ultimi in coda. Con questo non dico di regalargli il diploma ma dovrebbero  essere messi in corsia di sorpasso. Sono stato per diversi anni capo della commssione per la certificazione dei Maestri negli USA. Qui si è creato un sistema che permette ai non-diplomati, che  hanno creato allievi con risultati internazionali, di ottenere il diploma di maestro in maniera accelerata. Resta inteso, che nei programmi per tecnici bisognerebbe insegnare molto di più  a pensare come un Maestro ed a come adattare  l’insegnamento alle nuove realtà di gestione della sala.

4.    Un club di successo deve sempre essere in crescita per ciò che riguarda il numero degli allievi. Ti faccio un esempio, un tecnico giovane che sto seguendo e che è ancora istruttore e non ancora maestro (qui negli USA non occorre essere Maestro per aprire una sala) ha aperto una sala da pochi mesi ed ha già 80 ragazzini e probabilmente arriverà a piu di 100  tra due o tre mesi.  Qui negli USA i club che riescono a crescere ed a primeggiare sono quelli in cui la scherma viene insegnata in maniera più efficiente ed a un numero di allievi sempre in crescita. Ogni club può avere la sua metodologia però questa metodologia deve fare parte -ed agire in tandem- con il business model del club. infatti, qui ora si vedono club di successo qui che aprono  centri satelliti (franchise). Resta inteso che i tecnici che sono proprietari dei club hanno anche competenze in business e marketing.

È chiaro che un modello di insegnamento artigianale diventa anacronistico se  impedisce la crescita di un club. In primis, un club di scherma deve essere impresa commerciale di successo.  L’abilità oggi nel tecnico/i che vuole avere un club di successo, sta nel come transferire il suo “knowledge” in maniera piu efficiente ad un numero sempre piu alto di “customers.” Quindi, il modello di insegnamento con cui siamo  cresciuti noi, (come hai giustamente osservato tu) non funziona più. Per esempio, il gioco di gambe ha una importanza  tattica molto piu elevata di un tempo quindi bisogna insegnare della abilità che devono essere enumarate e sviluppate in maniera sistematica, (sia in gruppo che individualmente; (tipo in Inglese: ability to move seamlessly, ability to accelerate,  ability to change direction , ability to feel the tempo, ability to harmonize the tempo, ability to break the tempo)  che poi vengono perfezionate tatticamente. Per esempio, l’allievo impara a come accellerare al di fuori della lezione, mentre poi nella lezione impara “quando” accellerare.  Invece quando la metodologia  non è organizzata, vedi lezioni dove il tecnico cerca di insegnare il “quando” ad un allievo che non imparato ancora il “come.”  Quindi, tempo sprecato al di fuori  lezione e tempo sprecato nella lezione stessa.

Tutto ciò, porta ad un altra osservazione importante (ho iniziato a scrivere un’articolo in merito): Nelle sale moderne con grandi numeri di allievi bisogna adottare un sistema di Quality Control  che verifica l’efficienza e la qualità dell’insegnamento basata sul modello  adottato, in modo di correggere problemi di qualità oppure fare raccomandazioni per modificare il modello stesso.

5.  Concordo sulle tue osservazioni sul contrattacco.  Un conto è il principio strategico che contrattaccare sia più facile nella spada per la mancanza della convenzione. Un conto, invece, è trarne conclusioni tattiche sillogistiche. Aggiungerei che la gestione del rischio nella spada (risk-management)  dovrebbe  essere integrata  sistematicamente nell suo insegnamento.

6.   Per quanto riguarda la produzione di superman e gli atleti di laboratorio, questo non è un fatto nuovo. Ti ricordi di Borzov?  Ogni paese ha il suo sistema e la preselezione non è possibile (ne lo sarà mai) nella gran parte dei paesi. Si è vero ci sono dei superman che vincono medaglie. Però,  secondo me, i veri superman e superwoman sono gli atleti che vincono medaglie e che riescono a laurearsi come, per esempio, Daniele Garozzo e Lee Kiefer in medicina  o Alex Massialas  in ingegneria meccanica a Stanford e Martina Batini in Ingegneria gestionale all’università di Pisa. Su questo, gli USA sono più avvantaggiati dell’Italia data l’opportunità di gareggiare studiando grazie agli NCAA, di cui ho usufruito anch’io nel lontano 1977.  Detto ciò,  concordo perfettamente con te sulla importanza della preparazione atletica che oggi deve essere specializzata e fatta su misura per chiunque abbia ambizioni di successo internazionale.   Queste competenze,  in genere,  non appartengono ai tecnici (ovviamente ci sono eccezioni come Omeri, Di Ciolo Zomparelli ed altri)  e quindi devono essere fornite da specialisti esterni che non sono facili da trovare. Inoltre, questo tipo di preparazione se non è seguita da professionisti competenti può risultare in infortuni. Certo, ora c’è la cultura della palestra (a differenza degli anni 70) però la mia impressione è che  molti di questi trainer che vedo all’opera nelle palestre qui negli USA siano alquanto pericolosi perché hanno una preparazione molto superficiale.  Comunque qui hai centrato in pieno il problema. Questo è senz’altro un vuoto importantissimo che bisogna riempire anche qui negli USA. E non basta riempirlo quando uno è in nazionale; queste competenze devono essere decentralizzate per creare le basi atletiche necessarie negli atleti più giovani per poi potere essere effettuate con successo al momento giusto.  Da notare che l’Italia ha una grandissima competenza in Medicina Sportiva applicata alla scherma che però viene per  lo più attivata dopo l’infortunio. Quindi aggiungerei l’ integrazione di questa competenza nella preparazione degli atleti come  prevenzione dell’ infortunio. 

Per ciò che riguarda la performance alle ultime Olimpiadi bisogna anche tenere in considerazione le difficoltà che atleti e tecnici di tutti i paesi hanno dovuto affrontare per potersi allenare con un programma molto ridotto di gare il tutto nell’incertezza sullo svolgimento delle Olimpiadi; senza contare poi che di medaglie ne hanno portate e che queste medaglie, a mio parere, hanno un valore aggiunto dato le difficoltà (create dal Covid) con cui sono state conquistate.

Non entro in merito sulla sostanza delle dichiarazioni fatte dal Presidente del Coni con cui gli informati possano essere giustamente d’accordo o no.  Da disinformato, faccio  notare però che, in genere, i politici possono avere motivazioni politiche e quindi le loro dichiarazioni, cadono spesso nelle categorie del servo encomio o del codardo oltraggio.

Un caro saluto 
Gil Pezza

 

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