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21 novembre 2021

SCIABOLA E DINTORNI

Con la prima gara della stagione Luigi Tarantino (Gigi per gli amici) inizia molto bene il suo percorso. Infatti Luca Curatoli si piazza sul secondo gradino del podio nel Gran Prix di Orleans. Un risultato importante per il CT della Nazionale azzurra di sciabola, il quale dovrà percorrere un cammino non esente da notevoli ostacoli per arrivare alla Olimpiadi di Parigi 2024.

In finale l’atleta napoletano si è arreso al sudcoreano Kim Junghwan con il punteggio di 15-3; Sul podio salgono anche l’altro sudcoreano Oh Sanguk ed il giapponese Yoshida il quale è stato battuto da Curatoli in semifinale per 15-10.

Dario Cavaliere si è fermato negli ottavi e per il vice campione olimpico Luigi Samele si è trattato una giornata negativa, essendo stato sconfitto al primo turno. Analogamente al campione pugliese si sono fermati al primo turno Alberto Arpino e Enrico Berrè.

Non meglio è andata per le donne che hanno visto Rossella Gregorio, prima delle italiane, avendo perso negli ottavi; mentre Rebecca Gargano e Sofia Ciaraglia sono andate fuori nei sedicesimi; al primo turno sono uscite Irene Vecchi e Chiara Mormile.

Il settore femminile ancora non riesce a trovare la quadra. Se si va ad analizzare il podio dove la Grecia piazza oro e argento l’Italia ne esce malaccio. Si spera che il lavoro paghi ma soprattutto che il CT sappia circondarsi delle persone giuste, di maestri che hanno la dovuta esperienza. Credo che il panorama nazionale offra maestri validi, che hanno costruito atleti con lavoro di anni sapendo far crescere talenti partendo dal GPG fino ad arrivare alle nazionali Under 20 e assolute. Si riparta da loro! Il rinnovamento del settore non è sempre direttamente proporzionale all’età del maestro convocato!

La prima cosa che salta agli occhi è che nei primi quattro posti del torneo maschile ci siano tre asiatici, quindi sarebbe corretto affermare che l’arma bitagliente attraversi una crisi planetaria alla quale l’Italia dovrebbe porre molta attenzione. E per guardare in casa nostra il pensiero va a tutti quei maestri italiani sparsi per il mondo ad insegnare la nostra scherma. Qui il problema si fa serio, non basta aver chiamato Cerioni, Chiadò e Tarantino poiché, per quanto bravi possano essere, non potranno portare i nostri atleti a primeggiare se dietro manca una progettualità di base con la quale far crescere i nostri tecnici, ma non solo, è sempre di attualità il potenziamento di una attività promozionale che possa avvicinare i giovanissimi alla scherma.

C’è da augurarsi che questa FIS, anche in aderenza a quanto dichiarato da Malagò (rifondare la scherma) intraprenda un percorso in tal senso molto significativo.

Assistendo agli assalti di sciabola, a parte la condizione fisica che, comunque, deve essere sempre eccellente, il giudizio arbitrale, non sempre comprensibile o condivisibile (del resto i sacerdoti della nuova convenzione mutevole e rigorosamente non scritta sono loro, e la gerarchia da cui dipendono), deve essere tale da non abbandonarsi ad interpretazioni soggettive. Infatti, dal momento che più della metà delle stoccate assegnate sono colpi doppi, ciò pone l’arbitro su un piedistallo troppo elevato e, quindi, padrone di decisioni, spessissimo, come anzi detto, discutibili e foriere di abbandono precoce nelle categorie giovanili.

Ci sarebbe da ripensare alle regole, da farsi anche promotori del cambiamento se davvero lo si volesse. Azioni simultanee portate oramai all’esasperazione vengono giudicate con una percezione infinitesimale dell’errore del braccio o delle gambe da fare invidia ad un eroe della Marvel. In tempi passati si introdusse la priorità come strumento coercitivo verso l’atleta in pedana così da indurlo a compiere altre azioni schermistiche. Ci sarebbe da ragionarci sopra con un gruppo di lavoro serio.

Nei prossimi fine settimana ci attendono atre competizioni che vedranno in campo spada e fioretto. E sull’arma non convenzionale saranno fatte delle riflessioni, poiché, a mio avviso, stante la situazione attuale e per la spettacolarizzazione della scherma potrebbe essere l’unica arma a rappresentare il duello sportivo. 

Chi vivrà vedrà.

Ezio RINALDI

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