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27 febbraio 2022

LA GUERRA E LE INIZIATIVE DEL MONDO DELLO SPORT

Sul conflitto in atto, ma è più preciso affermare sull’aggressione della Russia ai danni dell’Ukraina, si stanno versando fiumi di inchiostro con le più svariate posizioni. L’occidente, naturalmente, parla di invasione, i filo russi di guerra preventiva. La realtà è che la Russia ha mire espansionistiche al fine di ripristinare il vecchio impero sovietico. Putin e i suoi sostenitori, anche in Italia, afferma di essere stato accerchiato dall’espansione della NATO, la quale con la sua politica avrebbe occupato gran parte delle nazioni satelliti del vecchia URSS.

A noi comuni mortali non è dato conoscere esattam
ente come stanno le cose, parliamo e ci esprimiamo per quello che vediamo e leggiamo ed in tale contesto, qualsivoglia motivazione russa e dei suoi sostenitori è del tutto inammissibile. Non è accettabile che nel 2022 si debbano risolvere questioni politiche con il ricorso alle armi. Quando succede, e chiunque sia l’attore principale, vuol dire che si è diventati prepotenti, arroganti ed egoisti. Migliaia di persone innocenti, che con la guerra non hanno nulla a che vedere, ci rimettono la vita, senza distinzione di età: è aberrante!

Abbiamo il dovere di combattere, senza armi, con i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione per difendere la libertà ed i confini territoriali della propria Patria. Per capire le ragioni dell’aggressione bisognerebbe fare un passo indietro e studiare un po’ di storia dello stato Ukraino, nato nel 1991.

Non intendo addentrarmi nella storia, prendo atto che questo conflitto altro non è che una aggressione da parte della Russia ad uno Stato libero ed indipendente. Se la scusa è l’espansione ad est della NATO la Russia deve porsi la domanda sul perché ciò sia avvenuto e va detto che l’alleanza atlantica non ha imposto l’adesione alla sua organizzazione con la forza ma è stata una libera scelta delle nazioni aderenti.

Ora il mondo intero o meglio l’occidente ha deciso di inviare aiuti ma di non intervenire direttamente a favore dell’Ukraina, oltre a ciò sta studiando gli interventi più efficaci da adottare e tra questi vi sono l’adozione di sanzioni politiche e finanziarie.

Il mondo dello sport si è mobilitato con varie iniziative a salvaguardia dei valori universali di libertà, democrazia e uguaglianza. La UEFA ha stabilito che tutte le competizioni cui vedono impegnati atleti ukraini e russi si svolgano in campo neutro ed ha spostato la finale di Champions da San Pietroburgo a Parigi.

In ogni sport, atleti di tutto il mondo stanno manifestando la propria avversione alla guerra, rifiutandosi di prendere parte a manifestazioni sportive in territorio russo. Inoltre il CIO ha emesso un comunicato ufficiale con il quale ha invitato tutte le federazioni a cancellare la partecipazione ad eventi sportivi in Russia ed in Bielorussia. E la FIS cosa ha fatto? C’era da aspettarsi che la partecipazione della nazionale di spada femminile alla competizione di Sochi fosse cancellata e che le atlete italiane fossero invitate dalla federazione a non salire in pedana, in segno di rispetto verso donne e uomini del paese invaso, che stanno subendo una guerra odiosa, ma anche verso tutti quei cittadini russi che hanno trovato il coraggio di scendere in piazza, supplicando il proprio governo di porre fine al conflitto. La FIS ha lasciato all’arbitrio delle atlete se gareggiare o meno, quindi non ha deciso: verrebbe da ricordare una famosa frase, fuori onda, espressa dal giornalista Emilio FEDE, ma lasciamo perdere.

Ciò che mi aspetto, aspetterò invano, è che il Presidente Azzi inviti Usmanov a dimettersi dalla carica di presidente della FIE e ciò in palese conflitto di interesse essendo egli un oligarca russo vicino a Putin. Nulla contro la persona del presidente FIE ma, chiaramente, da parte della nostra federazione sarebbe un segnale forte e di vicinanza vera verso il popolo ukraino, uniformandosi, peraltro, alle iniziative messe in atto dall’occidente. L’azione darebbe un profondo peso alla parola “sdegno” di cui tanti si riempiono la bocca. Soprattutto diamo un significato più incisivo alle nostre azioni contro l’invasore e di vicinanza all’aggredito, perché è chiaro chi sia l’invasore e chi l’aggredito.

Ezio RINALDI

 

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