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17 aprile 2022

MOLESTIE SESSUALI NELLA SCHERMA: l'impalpabilità della FIS

 

Piazza della Scherma si è occupata ed ha trattato argomenti inerenti gli abusi sessuali nello sport, in particolare con gli articoli: FORSE L’AMERICA CI SALVERA di Giancarlo TORAN (17.0421); ABUSI SESSUALI NELLO SPORT di Luca GIOVANGIACOMO (23.04.21); ABUSI E DOPING di Ezio RINALDI (21.02.22); SIAMO ALLA DERIVA? Di Ezio RINALDI (16.03.22). I pezzi hanno suscitato grande interesse (numero di letture elevato) perchè i contenuti degli stessi erano particolarmente significativi.
La cronaca quotidianamente riporta notizie sugli abusi che soggetti più deboli sono costretti a subire e tutti ci mostriamo angosciati e soprattutto disgustati per il continuo perpetrarsi di simili turpitudini.
Ma quali reali iniziative assumiamo in presenza di simili atti? Nel caso specifico la Federazione Italiana Scherma ha cercato di non dare particolare risalto al fatto, mentre ci si sarebbe atteso l’assunzione di considerevoli provvedimenti perché i reati sessuali sono ingiustificabili e vanno sradicati da tutti i contesti nei quali si opera. Combattere lo sfruttamento e gli abusi sessuali, nonché le molestie sul posto di lavoro è una priorità assoluta.
Il mostro o, se volete, l’orco, che commette tali atti arreca danni irreparabili alle vittime ed alle loro famiglie e per questo si devono intraprendere azioni ferme e decise al fine di rafforzare i meccanismi di prevenzione, di controllo e di risposta allo sfruttamento, alle molestie e agli abusi sessuali. In tale quadro non sono ammissibili tentennamenti, non ci possono essere né se né ma. E’ anche vero che in alcune occasioni si è sbattuto il mostro in prima pagina, condannandolo prima ancora di un regolare processo, al termine del quale il cosiddetto ”mostro” è risultato innocente e nessuno gli ha chiesto scusa.
Dove voglio arrivare, semplice: sono dalla parte di chi denuncia, di chi subisce ma non condanno nessuno fino alla emissione di un verdetto che vada oltre ogni ragionevole dubbio.
Ciò che per me è assolutamente incomprensibile sono gli interventi tesi a tacitare chiunque abbia il coraggio di denunciare, che sia la vittima o il giornalista. Capisco l’angoscia e la pena dei familiari degli accusati e, quindi, i loro interventi tesi a salvaguardare i propri cari li giustifico. Non posso giustificare chi è terzo e si permette di intervenire al fine di ridurre al silenzio i denuncianti. Questa, qualora attestata la colpevolezza, la ritengo complicità e la condanna per costoro deve essere pari a quella per l’imputato.
Nel caso specifico abbiamo il colpevole che ha patteggiato la condanna, ma ciò che stride sono le dichiarazioni del Presidente FIS e dello stesso arbitro. Non le commento perché c’è poco da commentare.  La condotta dell’incolpato è stata oggetto di indagini da parte della Procura federale, la quale, ritenuti sussistenti gli elementi per il deferimento, ha rimesso gli atti agli Organi di giustizia, chiedendo che contro l’incolpato, si aprisse il dovuto e necessario procedimento disciplinare. A questo punto, il protagonista della triste vicenda, per concludere la stessa ed evitare di sottoporsi al processo sportivo, ha preferito patteggiare la sospensione dall’attività di arbitraggio con un mese di stop. Del provvedimento non vi è traccia sul sito federale, la domanda è: come mai?
Se ho ricevuto tanti whatsApp ed e-mail con copia del giornale (Repubblica) che ha riportato in luce la squallida vicenda è chiaro che si vogliono conoscere le considerazioni della “PIAZZA” e noi non ci sottraiamo a tale incombenza.
Il Provvedimento più adeguato alla grave colpa era la sospensione da tutte le attività schermistiche per un tempo molto, ma molto più lungo e non voglio parlare di radiazione. Non ci si dica che un errore, uno sbaglio capita a tutti: non a un quarantaduenne con un ventenne! L’altra domanda è: perché la Procura del CONI non è intervenuta?
Da questa triste e squallida storia ne esce male la FIS (un comportamento inqualificabile), la Procura federale e la procura del CONI.
Ciò che amareggia, e di molto, è la circostanza che la Federazione, nelle persone dei suoi massimi esponenti, sapeva benissimo che il caso conteneva aspetti e profili piuttosto pesanti e gravosi, con risvolti addirittura anche di carattere “penale” - visto che la molestia sessuale, come tutti sanno, è un preciso ed odioso reato - per il quale, come dicevo prima, avrebbe richiesto e meritato una sanzione importante e significativa, al fine di una giusta e corretta stigmatizzazione dell’accaduto.
Ma ciò che è peggio, e che fa URLARE allo scandalo, è il fatto che - stando alla stampa di oggi: Repubblica del 17/4/22 – il protagonista sarebbe recidivo, visto che presso la Procura della Repubblica di Rimini vi è un fascicolo penale aperto a suo carico per un fatto del tutto simile, e di tutto questo la FIS aveva già piena contezza, ma non ha mai attivato alcuna indagine interna; con la conseguenza che, essendo pendente un procedimento penale, se verranno accertate delle omissioni da parte della Federazione, questa rischierebbe di essere incriminata di “favoreggiamento”, che è un’accusa pesantissima e non solo in termini di immagine.
Ciononostante, malgrado tutto questo, ancora una volta si è deciso, invece, di mettere la polvere, anzi, la schifosissima “monnezza” sotto il tappeto - come più volte si è rimarcato da questo BLOG - con l’incredibile risultato - al limite del paradosso - che il protagonista in negativo della vicenda ha avuto conferma delle sue millanterie ed, al contrario, la vera “vittima” non ha trovato la giusta tutela.
A questo punto, tanti sono gli interrogativi, proviamo a farne qualcuno:
  •  Ma è proprio vero che la FIS non sapesse nulla?
  •  Ma è possibile che anche il Coni fosse all’oscuro di tutto?
  •  Perché non è stata comunque attivata la Procura del CONI?
  •  Le tre scimmiette sono il simbolo di questa FIS?
  • Cui prodest tutto ciò?
  • Ma allora è vero che l'arbitro godeva e continua a godere di “protezioni” altolocate?
  • Qualcuno che siede in alto si rende conto che un atteggiamento stranamente silente (non si vuole dire omertoso) in simili casi equivale a proteggere gli autori di tali atroci malefatte?
  • Sempre questo qualcuno si rende conto che proteggere tali soggetti equivale a rendersi loro complice?
  • Nella considerazione che il nuovo CF della FIS, oggi presieduto nella persona di Azzi, si è proposto ed imposto all’elettorato nel senso della continuità con il precedente, la strombazzata continuità riguardava anche un certo modus agendi?
  • Quindi, qualcuno deve pagare delle “cambiali politiche”?
  • Queste “cambiali” sono molte?
  • Ci sono anche delle firme di “avallo”?
  • E’ condivisibile un tale modus operandi?
  • E’ possibile condurre così una Federazione prestigiosa come quella nostra?
  • E’ minimamente accettabile tutto ciò?
  • Non sarebbe ora di cambiare?
E al di là di tali interrogativi politici, sia consentito a me – che  sono un uomo della strada e molto terra, terra – di farne un paio, ma molto più semplici e diretti:
  • Qualcuno ha provato a mettersi nei panni dei genitori della vittima?
  • Se la vittima fosse vostra figlia, cosa vi aspettereste da chi “comanda” veramente?
Penso realmente che sarebbe ora che il CONI intervenisse direttamente, costituendo una apposita commissione d'inchiesta con componenti terzi, al fine di verificare non soltanto delle possibili responsabilità sul caso in discussione, ma altresì per accertare se la gestione federale sia corretta, democratica, trasparente e cristallina.
Nel frattempo, la deriva continua!
Ezio RINALDI

3 commenti:

  1. Domanda da ignorante: patteggiare una pena significa ammettere il reato?

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  2. Il solito anonimo mi invita a studiare i regolamenti di giustizia sportiva e le leggi ordinarie. Probabilmente ha ragione, non sono un avvocato e posso sicuramente sbagliare però non mi preoccupo tantomeno mi affliggo poiché credo di essere in buona anzi buonissima compagnia. Se ha una figlia gli auguro che non subisca mai nessun tipo di molestia, abuso o violenza.

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