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06 novembre 2022

ATTIVITA' E PROMOZIONE/PROPAGANDA


Dopo tanti anni di esperienza maturata nella veste dirigenziale, credo di poter esternare una riflessione su uno degli aspetti attinenti alla promozione/propaganda del sistema scherma. A mio avviso, siamo in presenza di una carente progettualità verso coloro che si avviano alla frequenza del nostro sport, soprattutto se sono nuovi tesserati di età avanzata.

L’esasperata ricerca del campione crea un cortocircuito in cui un bambino di 12 anni viene considerato “troppo vecchio”, conseguentemente destinato alla pratica della spada. Pertanto, si potrebbe affermare che l’80% dei praticanti possa essere utile solo per fare numero ed alimentare il turismo sportivo.

Con l’inizio di questa stagione agonistica è stata varata la riforma del calendario gare: ottima iniziativa da parte federale, ma occorrerebbe una più significativa razionalizzazione delle competizioni, sia dal punto di vista logistico, che temporale. Non si possono proporre gare di qualificazione ad una settimana di distanza: vuoi perché mettono in difficoltà le famiglie ed i ragazzi in età scolastica, vuoi perché il covid non è stato sconfitto e sono, tuttora, in vigore pertinenti protocolli per la gestione di eventuali contagi. Faccio un esempio: oggi in una palestra un ragazzo si contagia, scatta, quindi, la quarantena per 7 giorni; fa il tampone di uscita e, per rientrare in palestra, deve effettuare la visita “Return to Play”, che richiede minimo 7 giorni di attesa dal tampone negativo. Considerando la situazione attuale, in cui i centri di Medicina dello sport sono intasati di richieste di rinnovo delle visite agonistiche (siamo ad inizio stagione), il ragazzo potrebbe saltare due impegni agonistici / che so, gare di qualificazione (cadetti e assoluti) e non è, di sicuro, pensabile motivare dei ragazzi ponendo loro, dapprima, eventi agonistici a 6 mesi, e poi, per una scelta opinabile, si pongono date inutilmente ravvicinate. Diventa assai complicato trattenerlo in palestra con i giusti stimoli.

Per quel che ne so, in altri sport il calendario è strutturato per livelli, proprio perché il primo fine è quello promozionale, cioè motivare gli atleti per riscriversi l’anno dopo. Nella scherma - a quanto è dato vedere - non è proprio così, perché sembrerebbe che il calendario sia concepito affinché il primo 5% (atleti militari o di alto livello) abbia una frequenza di gare piuttosto alta e, quando non ci sono competizioni, sono programmati ritiri collegiali; mentre, per il restante 95% vi è una attenzione meno significativa, sia a livello centrale che periferico: sembra, appunto, esserci un disinteresse della federazione, intesa come ente centrale, e la totale inerzia dei centri di governo periferici, i quali appaiono limitare la loro funzione a semplici “passacarte”, svolgendo un minimo di attività obbligatoria, perché così imposta dal calendario federale. Poco basterebbe, per esempio, una gara regionale, nella stessa data di quella nazionale, per coloro che non si qualificano per l’Open assoluto, sarebbe già un primo passo. In tal modo, si comincerebbe a dare alle competizioni quel “livello” che oggi sembra non esserci. Prima della riforma, per la Coppa Italia Cadetti e Giovani, alla prima prova tutti potevano accedere; mentre, per la seconda, bastava la partecipazione ad una delle due prove di qualificazione nazionale (e sottolineo: nazionale); queste sono oggi sostituite dai campionati italiani GOLD, che - come è noto - sono destinati per il titolo ai primi 70 e per il “titolino” ad altri 70, i restanti 200 finiscono l’attività a metà gennaio, con l’evidente rischio che questi possano essere persi, venendo meno gli stimoli per restare in sala. A ciò si aggiunga anche il rischio di non tesserarli per la stagione successiva, con grave danno economico, di immagine e promozione. Appare evidente che un intervento migliorativo possa essere utile. Si potrebbe fare con un progetto promozionale che veda coinvolto l’intero movimento, come fare? Ogni anno, a metà settembre o giù di lì, la FIS dovrebbe acquistare una pagina sui principali quotidiani nazionali per pubblicizzare l’attività territoriale, pagina da personalizzare per regione, con l’elenco degli affiliati ed i riferimenti. Questo per avviare una operazione di reclamizzazione della propria attività e così promuovere il reclutamento di nuove leve. In tale contesto, potrebbe essere una idea riprendere il concetto del “Trofeo Topolino”, anche se non con il giornalino della Mondadori, sicuramente con uno sponsor di base nazionale, ma questa volta non rivolto direttamente ai bambini già tesserati per le società, ma per le scuole. Intensificare, quindi, i rapporti con i Provveditorati agli Studi al fine di armonizzare le iniziative concordate o sottoscritte.

Quanto sopra è la mia idea e può anche darsi che la FIS abbia già attuato qualcosa del genere, in ogni caso ho voluto esprimere, come sempre il mio pensiero.

Nei prossimi articoli proveremo ad affrontare le tematiche relative alle premiazioni, agli eventi internazionali ed alle sedi di gara.

Ezio RINALDI

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