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12 ottobre 2024

Il Tenente Colombo

Peter Falk
Cari amici della scherma, comincia oggi la rubrica dedicata ai grandi investigatori del cinema e della TV, carente come è questo blog di alternative al tema schermistico. Mi preme infatti colmare in questo modo il vuoto di argomenti alternativi alla scherma, e che voglio intitolare “Il Bello del Giallo”.
La prima puntata è dedicata al Tenente Colombo.
Il Tenente Colombo è il personaggio ideato da due americani per una serie televisiva improntata sulle investigazioni di un tenente della polizia di Los Angeles. Lo spirito del personaggio è uno e uno solo, quello di individuare in modo implicito il colpevole del reato, che in genere è un omicidio, e martellarlo fino all’ultimo minuto della puntata televisiva.
L’aria sciatta, il toscano in bocca, il tranch stanco e la camicia ocra sotto l’abito sempre e soltanto marrone come la cravatta e la Peugeot 304, forse l’unica presente negli USA, i capelli spettinati, il volto rasato, ma che sembra incolto che gli dà un aspetto pari a quello di un gangstar ridicolo, accentuato da uno strabismo divergente e un sorrisetto sperduto nelle classiche situazioni in cui viene catapultato come se stesse facendo ben altro, hanno decretato un successo inaspettato nel mondo intero.
La forza di questo personaggio però sta nel fatto che un qualsiasi colpevole che se lo trovasse davanti, non immaginerebbe mai che dietro quell’aria goffa e trasandata, lo sguardo a prima vista davvero poco intelligente, si cela una mente arguta e un osservatore acutissimo. È per quello che pian piano, domanda dopo domanda, il colpevole cede, e spazientito ammette la sua colpa e viene arrestato.
E poi la moglie, che viene citata di continuo con frasi del tipo: “Ah mia moglie non sarà per nulla soddisfatta di questo”, oppure “Mia moglie sarà contentissima”, sono un ritornello in ogni puntata, pur non apparendo mai di persona.
Altre frasi celebri sono: “Ma c’è una cosa che mi tormenta”, assieme a “Ho tutti gli indizi in mano, ma non riesco a venirne a capo”, anche se la mia preferita è sempre stata: “Signor Franck, confessi subito, così ci risparmiamo un sacco di seccature tutti e due”, che fa il paio con un’altra “Lei mi aveva menato per il naso per tanto tempo che non ci capivo più niente, poi mi è venuta in mente una cosa…”, che sono  come dei cavalli di battaglia, dei momenti in cui anche lo spettatore, vedendo le ricostruzioni ottenute dai dialoghi, vorrebbe dire.
Già proprio questo è il succo, far confessare, far parlare, far dire al colpevole quello che si tiene dentro e che a causa delle circostanze, ma anche delle conseguenze non può dire, pena l’arresto.
“Ah dimenticavo…” altra frase iconica, che il Tenente Colombo diceva stando sulla soglia della porta, o appena girava le spalle alla telecamera, e che prendo in prestito per dire: non è che ci siano analogie da qualche parte in altri luoghi, cioè punti di contatto, casi particolari, persone e personaggi circostanze e coincidenze vero? Perché se ci fossero, sono da ritenersi puramente casuali.
Fabrizio Orsini
p.s. prossima puntata: Hercule Poirot

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