pubblico volentieri le Sue riflessioni sull'argomento, certo che se la Dirigenza F.I.S. le leggeranno porranno in essere iniziative atte a sensibilizzare Dirigenti, Maestri ed Atleti sull'attegiamento da assumere in occasdione deell'intonazione dell'Inno Nazionale.
Cordiali saluti RINALDI
Gent.mo Consigliere
E’ la prima volta che scrivo sul
suo blog e non posso che farLe i miei complimenti per la piacevole iniziativa. Sicuramente vanno fatti i plausi
a tutti coloro che cercano lo scambio di idee e opinioni, anche se diverse, con
il fine di migliorarsi e crescere sia come persone chè nell’interesse del
movimento sportivo.
Anche lo strumento che Lei ha
scelto mi sembra il più adatto e conforme ai tempi in cui viviamo
caratterizzati da una frenesia di fondo.
A parte questo, che mi sembrava doveroso
rappresentarLe, volevo sottoporre alla Sua attenzione e a quella degli amici
che ci leggono una situazione che ha attirato la mia attenzione durante la gara
di Belluno cui ho partecipato in qualità
di genitore di un’atleta.
Vengo ai fatti:
Come ben Lei sa all’inizio di
ogni giornata sportiva, nei luoghi di gara, viene intonato l’Inno di Mameli,
sulle prime note dell’Inno tutti gli atleti, tecnici, ufficiali di gara ed il
pubblico presente dovrebbero assumere un comportamento consono alla solennità del
momento. Tralasciando il pubblico ho notato
tra alcuni “addetti ai lavori” un comportamento a dir poco “confusionario”, in
particolare ciascuno assumeva una “posizione” autonoma e in qualche caso non rispettosa; nella fattispecie molti tra gli atleti, i tecnici, e ufficiali
di gara aspettavano la fine dell’Inno in condotte a dir poco fuori luogo ( chi
a braccia conserte, parlando o impugnando le armi come fossero un mazzo di
fiori ).
Ho voluto documentarmi
sull’argomento e l’ho fatto attraverso il sito del Ministero della Difesa, dal
quale ho raccolto molte informazioni. Nella fattispecie viene evidenziato che
sia nella società civile che in quella militare, tutti coloro che impugnano un’arma durante
l’Inno nazionale hanno l’obbligo di “presentare le armi” e questo si fa in un
solo modo; nel caso di armi bianche si
procede con i piedi congiunti, il braccio che impugna l’arma leggermente
parallelo al corpo verso il basso, con
la lama, che a partire dall’elsa, si allontana dal corpo di circa 60
gradi.
Mentre per chi non impugna un
arma l’atteggiamento più consono, a mio avviso,
sarebbe quello di assumere la posizione con i piedi uniti intonando
l’inno ( a fattor comune) e/o con la mano destra sul cuore.
Senza fare pericolosi
parallelismi con altri sport volevo sottolineare che nel nostro sport, che molti considerano a ragion
veduta un’arte, questi concetti dovrebbero essere particolarmente sentiti da
tutti; il movimento si distingue dagli altri sicuramente per la signorilità del
comportamento, l’eleganza del tratto, quel senso di bellezza ed estetica che
avvolge l’intera manifestazione, la fierezza
nell’impugnare un’arma e soprattutto la consapevolezza di far parte di
un sport dalle antichissime tradizioni dove sono imperanti il senso del dovere
della disciplina e della correttezza.
Queste attenzioni, seppur
minimali, potrebbero, nel nostro piccolo, contribuire ad accrescere nei nostri ragazzi il concetto di Patria ed il
senso di appartenenza ad una Nazione che più volte il Presidente della Repubblica
ha richiamato.
Queste ragioni mi inducono a chiederLe se gli Organi Federali abbiano fornito opportuni
suggerimenti/indicazioni agli atleti, tecnici e società per rendere dignitosa e
maggiormente sentita la partecipazione degli addetti ai lavori all’esecuzione
dell’Inno dando la giusta solennità al momento.
Grato del Suo autorevole parere
formulo cordiali saluti a tutti.
Antonio Messina
In merito alla gara di Belluno mi preme sottolineare altri due episodi che mi hanno lasciato quantomeno perplesso. Nella giornata di domenica, nelle tre gare previste dal calendario, ovvero : fioretto femminile allieve, fioretto maschile ragazzi e allievi, nella gara sola gara femminile non sono stati distribuiti i consueti gadget della Ferrero. Solo in quella nella giornata di domenica, il sabato non so in quanto non ero presente ma posso supporre siano stati distribuiti a tutti.
RispondiEliminaOltre a questo episodio, non da poco, nelle due giornate di questa importante manifestazione che, oltre ad essere una gara nazionale under14 di una certa rilevanza agonistica, è proprio targata "KINDER", ovvero creata appositamente per questo legame con l'importante sponsor Ferrero. Bene, in questa occasione la Federazione non ha previsto nessun fotografo, in quanto quello ufficiale era impegnato in altra manifestazione all'estero. Mi chiedo se non era possibile contattare anche un semplice fotografo del posto, Belluno è una bella cittadina non certo il pieno deserto, che effettuasse delle foto da pubblicare sul sito federale come consuetudine.
Questa gara è passata quasi inosservata, e lo ritengo grave in un momento in cui è difficile reperire sponsor che abbiano voglia di affiancarsi ad uno sport già di per se poco visibile.
Credo che prima di pensare ad ampliare il parco delle aziende legate alla FIS, sia utile cominciare a tenersi stretto quello che si ha. Una gaffe di questa portata potrebbe anche mettere dei dubbi sia nel nostro attuale sponsor che in potenziali e futuri, chi si legherebbe ad una federazione che poi non da nessuna evidenza all'accordo?
Buongiorno (o buonasera) dipende da quando mi leggerete.
RispondiEliminaAlcune considerazioni: 1. Inno d'Italia. Mi sembra traspaia, dal commento del genitore del piccolo schermidore che ha gareggiato a Belluno, che la scherma eserciti ancora un suo fascino. Il papà in questione ha sicuramente ancora l'idea che il nostro sport abbia ancora quei valori che lo hanno connotato nel tempo. Quando però parla della situazione relativa all'ascolto dell'inno d'Italia forse alcune sue convinzioni cominciano a vacillare. Quegli ideali forse rimangono solo a quelli che sono in pedana e a pochi altri. 1 Inno d'Italia e 2 commento n°1: ormai le gare degli under 14 sono diventate, da tempo, gare come tutte le altre, senza storia, senza differenze con le prove per gli adulti, senza porsi il problema di come ci si rivolge a questa fascia di età, senza porsi il problema del diritto di questi giovani di essere considerati nella loro reltà di crescita; vogliamo solo piccoli campioni, sperando che non abbandonino prima di maturare come atleti; devono andare in pedana prima possibile (arriveremo all'alba come per i militari?) perchè la gara deve finire il prima possibile; non dovrebbe forse essere la FIS ad attrezzarsi per dare un servizio migliore ? (e non viceversa) forse anche cambiando il modello di attività ?.
Sto mettendo troppa carne al fuoco. Scusate le parole in libertà.
Alan Ford