Dal sito federale
9/4/2012 - 9:30
ROMA - Nove giorni e undici medaglie. E' la sintesi numerica della spedizione azzurra ai Campionati del Mondo Cadetti e Giovani 2012 svoltisi a Mosca. La delegazione italiana lascia la Russia con la vittoria della classifica per Nazioni, stilata in base ai piazzamenti di tutti gli atleti, e con undici medaglie, di cui due d'oro, cinque d'argento e quattro di bronzo.
ROMA - Nove giorni e undici medaglie. E' la sintesi numerica della spedizione azzurra ai Campionati del Mondo Cadetti e Giovani 2012 svoltisi a Mosca. La delegazione italiana lascia la Russia con la vittoria della classifica per Nazioni, stilata in base ai piazzamenti di tutti gli atleti, e con undici medaglie, di cui due d'oro, cinque d'argento e quattro di bronzo.
A conquistare il titolo di
campioni del Mondo, sono state Alice Volpi, nella prova di fioretto femminile
Giovani e, la stessa Volpi, assieme a Camilla Mancini, Beatrice Monaco ed Olga
Rachele Calissi nella prova a squadra di fioretto femminile Giovani.
La medaglia d'argento è
andata invece al collo di Francesco Ingargiola nel fioretto maschile Cadetti,
Caterina Navarria nella sciabola femminile Giovani, Camilla Mancini nel
fioretto femminile Giovani, Daniele Garozzo nel fioretto maschile Giovani e la
Nazionale di spada maschile Giovani.
Erica Cipressa (fioretto
femminile Cadetti), Beatrice Monaco (fioretto femminile Giovani), Martina
Petraglia (sciabola femminile Giovani) ed i quattro componenti della Nazionale
di fioretto maschile Giovani, portano a casa invece la medaglia di bronzo.
L'Italia ribadisce dunque,
anche in campo giovanile, quanto già espresso sulle pedane internazionali
nell'ambito delle prove di Coppa del Mondo di categoria, delle varie
specialità. La testimonianza della caratura di tutti gli atleti che sono saliti
sulle pedane moscovite, arriva dalla vittoria della classifica per Nazioni. “Non
è un dato da sottovalutare, anzi tutt'altro - è il commento del Presidente
della Federazione Italiana Scherma, Giorgio Scarso -. Il successo nella
classifica che tiene conto di tutti i piazzamenti, attesta come al di là delle
medaglie, i nostri atleti si siano rivelati competitivi in ogni gara,
concludendo le gare in posizioni di classifica che hanno portato punti preziosi
per la vittoria di questa speciale graduatoria”.
“Tornare a casa con undici
medaglie è un buon risultato - aggiunge il Capodelegazione, Andrea Cipressa
-. Ci si attendeva qualcosa in più e probabilmente abbiamo anche sciupato
qualche occasione in cui potevamo salire sul podio. Ciò che è importante è che
comunque, si sia ribadito in ambito internazionale il valore dei nostri atleti
che rappresentano il futuro della scherma italiana. Competizioni come queste,
infatti, non servono per raccogliere quanto seminato, quanto per avere uno
sguardo di prospettiva a medio e lungo termine. Alla luce di questi risultati,
possiamo quindi dirci più che fiduciosi
MEDAGLIERE AZZURRO
Cadetti: 1 argento, 1 bronzo
Giovani: 1 oro, 4 argento, 3 bronzo
Classifica per Nazioni
ITALIA: 382 pt.
Russia: 358 pt.
Stati Uniti: 264 pt.
Questo il commento federale
alla spedizione.
Ho voluto riportare integralmente quanto
pubblicato sul sito federale in merito ai risultati del recenti Campionati Mondiali
Cadetti e Giovani di Mosca, perché così come li ha presentati il sito F.I.S:,
sembrerebbe un trionfo, ma ad una analisi più attenta emergono defaillance in
alcuni settori.
Intanto diamo merito al Fioretto
Maschile e femminile che ha conquistato ben 8 medaglie, cioè oltre il 72,72% del totale. Qualcosina ha preso il
settore sciabola con 2 medaglie, cioè il 18,18%; mentre il settore spada 1
medaglia, cioè il 9,09%.
Il sito federale parla di vittoria nella
classifica per nazioni ma quel che conta è il medagliere finale e questo non è
stato pubblicato.
L’analisi non vuole accusare o
penalizzare il lavoro dei nostri encomiabili maestri, perché se l’Italia è
ancora una potenza mondiale lo si deve a loro ed agli atleti che allenano;
tuttavia una riflessione la si deve fare ed io ci provo: certamente nella
programmazione dell’attività di settore non tutto ha funzionato a dovere e
quindi vogliamo dirci che due settori su tre zoppicano? E sotto questo aspetto
il lavoro federale quanto ha ancora
inciso? E se questa è la prospettiva, siamo sicuri di un roseo futuro?
Andando a Cassino mi sono imbattuto in
alcuni Dirigenti societari, che mi hanno espresso svariate considerazioni
sull’attività agonistica.
Detti Dirigenti ritengono che i
moltissimi impegni sostenuti dei Cadetti a livello nazionale, con il relativo
stress per conseguire la agognata convocazione a gare internazionali, fanno sì,
che i giovani atleti giungano all’appuntamento mondiale “spremuti come limoni”.
Tale considerazione, sembra, sia stata espressa anche da qualche maestro di
staff.
Essi ritengono che una programmazione
più consona potrebbe portare i Commissari d’Arma ad individuare con largo
anticipo i probabili cinque cadetti e
Giovani, possibili “Azzurri”, affinché venga evitato loro lo stress da
aspettative.
Affermano che i
Cadetti ed i Giovani, specialmente nella sciabola, andrebbero convocati più
spesso agli allenamenti collegiali degli Assoluti e magari, due o tre a turno,
portati in gare di Coppa del Mondo Assolute, al fine di fare una adeguata
esperienza internazionale. Peraltro nella sciabola, sia maschile che femminile,
propongono un ringiovanimento, affinché possano essere offerte ai giovani
emergenti quelle possibilità che inevitabilmente, in presenza di convocazioni
di atleti che hanno ormai dato tutto quello che avevano negli ultimi anni, verrebbero negate. Fare nomi è antipatico e
quindi non ne hanno fatti, però ci vuole poco per capire a quali si
riferiscono.
Altro argomento
molto sentito è quello arbitrale in quanto viene ritenuto che i nostri ragazzi
durante le gare internazionali siano poco tutelati e l’idea che sta prendendo
piede e che il settore arbitrale internazionale ci abbia preso un po’ di mira.
Hanno espresso
considerazioni sulla situazione economica europea ed in particolare italiana, lamentando
che molti nostri club hanno scarse risorse finanziarie, per cui non è loro possibile
programmare una attività consona alla crisi economica in atto e vorrebbero che
fosse ridotta, magari tornando per un triennio ad una sola prova unica dei
Campionati Italiani Cadetti Giovani ed assoluti e con le economie effettuate potrebbero essere
organizzati più allenamenti collegiali, finalizzati ad una attività
internazionale mirata, per la crescita dei giovani.
Personalmente
ritengo che una rivisitazione in termini programmatici vada assolutamente
fatta, a salvaguardia di un lavoro di base che maestri ed atleti svolgono
durante tutto l’anno. Ma capisco anche che un riesame dell’attività agonistica
comporterebbe un riforma un po’ complessa. che questa dirigenza non ha nessuna
voglia di attuare. Una modifica dello svolgimento dei campionati non significa
abiurare quanto finora fatto, perché l’esigenza non è dettata da questioni
politiche o personali ma semplicemente dalla congiuntura attuale.
Non so se quanto espresso possa essere
realizzato, comunque sono proposte che andrebbero vagliate con attenzione.
Nel settore tecnico vengono impegnate
pesanti risorse economiche che evidentemente non soddisfano pienamente le varie
esigenze e non è detto poi che una grande quantità di denaro possa risolvere i
tutti problemi che i settori affrontano nell’arco di una stagione agonistica.
Pertanto non è presentando la verità in modo parzialmente diverso dalla realtà
che si possa porre rimedio ad una situazione, in questo momento, deficitaria.
Varrebbe la pena forse ascoltare un po’
di più i tecnici che giornalmente lavorano con gli atleti, perché essi
conoscono i ragazzi forse meglio dei loro genitori ed hanno realmente il polso
della situazione.
Non ho voluto riportare quanto sopra per
cavalcare un malessere ormai palese, ne mi ergo a depositario della verità ne
tantomeno a professore sotuttomi, bensi, come sempre,
voglio dare un contributo di incitamento e sostenitivo di un miglioramento del
settore tecnico federale.
A conclusione del mio
contributo, riporto il medagliere dell’Italia ai Campionati del Mondo di Mosca:
MEDAGLIERE
NAZIONE
|
ORO
|
ARGENTO
|
BRONZO
|
TOTALE
|
|||||
Russia
|
5
|
2
|
6
|
13
|
|||||
Corea
|
3
|
|
3
|
6
|
|||||
Italia
|
2
|
5
|
4
|
11
|
|||||
Israele
|
2
|
|
|
2
|
|||||
USA
|
1
|
4
|
7
|
12
|
|||||
Francia
|
1
|
|
|
1
|
|||||
Singapore
|
1
|
|
|
1
|
|||||
Japain
|
1
|
|
|
1
|
|||||
Cina
|
|
2
|
3
|
5
|
|||||
Ungheria
|
|
2
|
2
|
4
|
|||||
In dettaglio le medaglie sono state
vinte da:
·
VOLPI Alice
- oro
F.F.
- Giovani;
·
Squadra oro F.F.
- Giovani;· MANCINI Camilla arg. F.F. - Giovani;
· GAROZZO Daniele arg. F.M. - Giovani;
· NAVARRIA Caterina arg. Sc.F. - Giovani;
· Squadra arg.. Sp.M.-Giovani;
· Squadra bro. F,M, - Giovani;
· MONACO Beatrice bro. F.F. - Giovani;
· PETRAGLIA Martina bro. Sc.F.- Giovani;
· INGARGIOLA Francesco arg. - F.M. - Cadetti;
· CIPRESSA Erica bro F.F. - Cadetti.
A tutti gli atleti partecipanti al
mondiale il mio personale grazie per l’impegno profuso, ai vincitori di
medaglie un fortissimo abbraccio.
Ezio RINALDI
"Gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso dei vincitori" (Ennio Flaiano)
RispondiEliminaQuesto non vale solo per le contese politiche, ma anche per quelle sportive. Si può boicottare ferocemente un allenatore, un atleta , una società anche solo un metodo di lavoro, per poi essere prontissimi ad appropriarsi dei frutti di questo stesso metodo. Abbiamo vinto tante medaglie, su questo non ci sono discussioni in quanto si tratta di un dato oggettivo. C'è del merito in questo nel lavoro fatto al di fuori della propria società? certamente si, gli allenamenti collegiali dove i più forti delle varie categoria hanno l'opportunità di confrontarsi tra loro aiuta nella crescita tecnica di ogni schermitore, ma si tratta di un effetto collaterale. Quasi non voluto direttamente. Una crescita dovrebbe comportare un concentramento non solo di "muscoli", ma anche di "menti". Dove sono i maestri (ed in alcuni casi gli istruttori) degli atleti?
Perchè non si registra mai un momento di confronto tra i vari metodi che si sono sviluppati lungo il nostro stivale, così ricco di talento e creatività?
Per momento di confronto io intendo uno scambio alla pari di idee ed esperienze, non un meeting dove un presunto "professore" arringa un gruppo di colleghi dall'alto di una non meglio precisata investitura di saccenza. Quello che avvilisce la classe magistrale italiana, come un po' tutta la società ma non voglio addentrarmi in argomenti che mi porterebbero fuori dal discorso, è la mancanza di riconoscimenti dei propri meriti. Riconoscimenti che non si traducono nella manciata di euro che la federazione riconosce ai tecnici degli atleti vincitori, ma nel confronto con i colleghi da pari a pari. Oramai il rapporto tra chi sta in alto e chi in basso nella scala gerarchica è vissuto come un rapporto di casta. Chi sta in alto di sente superiore agli altri, depositario di una conoscenza da custodire gelosamente e non da divulgare. Chi sta in basso deve aspettare che qualcuno da lassù faccia generosamente cadere qualcosa. Ricordiamoci però che chi sta su lo fa con atleti cresciuti, curati e portati da chi sta giù. In questi ultimi anni abbiamo purtroppo (per tutti, indistintamente) assistito ad un degenerazione di questo rapporto tra i maestro dentro e quelli fuori da certi giri. Una degenerazione che ha portato a opinabili prese di posizione contro questo o quello, a scelte che hanno lasciato spesso un forte retrogusto di rappresaglia prima che di ponderata opinione, dove ne hanno fatto le spese non solo i maestri, ma anche gli atleti ed i risultati di quest'ultimi. Questo impone, anzi dovrebbe imporre, una riflessione : questo sistema, così com'è, è ancora un modello proponibile?