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29 settembre 2014

IL BLOGGER ANONIMO


Ho letto sulla pagina facebook di Ezio Rinaldi che qualche giorno fa qualcuno ha commentato in forma anonima, (sempre che sia lecito definire commento due righe prive di idee ma ricche di insulti) , il post “Ma la matematica è o no un’opinione?” e so che lo stesso è avvenuto in passato per altri articoli. 

Mi sono sempre chiesta cosa riveli di sé un “commentatore” che posta simili frasi astiose e inconcludenti senza peraltro avere neppure il coraggio di sottoscriverle.

Egli, certamente, non riesce ad esprimere alcuna capacità dialettica e non usa alcun argomento dissuasivo, con ciò implicitamente dimostrando che l’articolo su cui appunta i suoi strali è incontrovertibilmente corretto ed ha toccato nel segno.

Ma oltre ad essere uno scadente retore, chi è costui?

Soltanto un servo sciocco, o piuttosto un incallito mercenario che sa con quale frequenza tramontano le stelle e non vuole, servendo oggi un padrone, dispiacere chi potrebbe in futuro diventarlo?

O è soltanto un pavido partigiano, di quelli che difendono un’idea a torto o a ragione purché possano farlo ben nascosti e senza conseguenze? 

Avrà figli, sarà un educatore, un insegnante, un dirigente?

Se così fosse, poveretti i suoi figli, i suoi discepoli, i suoi studenti o i suoi sottoposti, i quali, costretti ad assistere ogni giorno a disonorevoli lezioni di codardia, non potranno mai dimenticare una simile vergogna.

Chiunque egli sia, non lo sapremo mai. Ma sfortunata l’Associazione di cui un tale commentatore è il partigiano!

Se, infatti, l’attitudine morale di ciascuno di noi si misura anche dal modo di essere delle persone che ci si professano amiche, quanto sarà appannata l’immagine di chi ha la sfortuna di vederselo attribuito come tale!

Non posso quindi che condividere la linea editoriale di questo blog che sceglie di non dare spazio agli scritti anonimi. Così facendo, oltre a preservare la serietà del blog e proteggere i lettori dal disagio esistenziale degli ignoti autori, si salvaguarda l’immagine di colui che, nell’idea dell’anonimo, dovrebbe essere il “beneficiario” della sua pusillanime esternazione.

Paola Puglisi

 

2 commenti:

  1. Sembra che il post sulla matematica ha infastidito parecchie persone.
    Ho chiesto ai miei figli di provare ad ipotizzare chi possa essere l’anonimo interlocutore.
    Entrambi hanno azzardato alcune risposte convenendo, però, di non potere avere certezze a causa del numero non trascurabile dei potenziali concorrenti.
    Mio figlio Guido, grande lettore di libri di ogni tipo, ha però osservato che la lettura dovrebbe solitamente stimolare il cervello a produrre pensieri sensati e aprire la mente. In questo caso, ha aggiunto, l’avrà aperta a tal punto che il cervello dell’anonimo interlocutore sarà cascato certamente per terra!

    Antonello Fileccia

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  2. Quando frequentavo schermanet e schermaonline scrissi un articolo dal titolo NICK NAME e ANONIMATO nel quale mostravo una certa comprensione verso chi per, ragioni varie, non firmava gli articoli, se non con un Nick. Molto tempo è trascorso da allora e le paure sono tuttora esistenti.
    Personalmente sono convinto che l’anonimato rappresenti la debolezza della democrazia e ciò dimostra che non vi è alcuna garanzia per chi ha il coraggio di denunciare o semplicemente di esprimere il proprio pensiero. E’ necessario meditare su tale situazione poiché starebbe a significare che la F.I.S. non ha portato a termine (forse non lo ha nemmeno iniziato) il progetto di democratizzazione con il quale Scarso nel 2005, assumendone la Presidenza, si era impegnato a concretizzare. Una cosa è del tutto evidente e cioè che se le persone non si qualificano sta a significare che non si sentono libere di esprimersi. Ciò non di meno devo porre in evidenza che questo blog non avverte la necessità di interventi anonimi in quanto quando si esprimono critiche feroci e si attacca senza qualificarsi è come colpire alle spalle, facendo venire meno il fondamentale rapporto partitario fra attaccato ed attaccante.
    L’avv. PUGLISI ed il Dr. FILECCIA firmano i loro interventi, mettendoci la faccia. Tutto quanto da loro scritto può non essere condivisibile ed è legittimo che sia così, però chi vuole avere un confronto con loro lo faccia apertamente e ne avrà sicuramente da guadagnare.

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