L’articolo
“METODO CENCELLI: sempre di moda” a firma della Signora IANNUZZI ha animato la
discussione sul tema delle convocazioni e proprio questa mattina ho ricevuto la
telefonata di un genitore che mi ha manifestato la sua frustrazione e la sua
rabbia per come vengono gestite le chiamate. Egli si è raccomandato affinché la
nostra chiacchierata rimanesse confidenziale: nel suo sfogo, affranto e
sincero, mi pregava di fare qualcosa. Purtroppo non è nelle mie possibilità
intervenire, l’unica cosa che posso fare é dare divulgazione dei fatti tramite
pubblicazione sul blog.
Egli mi ha enunciato, più che altro mi ha raccontato, con dovizia di
particolari, la situazione che sta vivendo. Ho cercato di sintetizzare il suo
sfogo e per quanti sforzi abbia fatto non ho potuto non scrivere passaggi
importanti, così ne è venuto fuori una specie di intervista fiume, in pratica
un soliloquio.
“Come ogni anno è arrivato il momento dei campionati del Mondo Giovani e
Cadetti, appuntamento, forse, anche più importante di quello che riguarda la
nazionale assoluta, in quanto è vero che i nostri famosi campioni come
Valentina Vezzali o Aldo Montano sono i motori della propaganda, cioè quelli
che avvicinano ogni anno bambini e ragazzi (ed anche qualche adulto) al nostro
sport, ma sono poi le prime esperienze in nazionale che fanno da traino per le
loro ambizioni. Le palestre sono piene e la maggior parte di soci giovani e
giovanissimi, e quello che li spinge ad allenarsi, ed a noi genitori di pagare
la quota ogni anno, è il sogno di quel primo gradino della loro carriera
chiamato "azzurrini".
A questo punto occorre però che questo sogno non venga
tradito da gestioni poco comprensibili, che non è facile potere spiegare loro.
Un bambino o un ragazzo che vengano demotivati in un
ambito sportivo tanto declamato come sede di incomparabili valori resta segnato
per sempre.
Come si fa a spiegare ai ragazzi interessati ed ai
compagni di sala il perché della loro esclusione dalle convocazioni tanto
attese, per le quali si è lavorato un intero anno, mentre ad altri che appaiono
meno meritevoli viene offerta l’opportunità di vivere la grande esperienza del
mondiale?
Per quanto riguarda il fioretto femminile la
Federazione dovrebbe spiegare come mai due ragazze del '99 sono rimaste fuori
nonostante i risultati ottenuti siano tali che avrebbero meritato altra
conclusione? Cecilia TEMPESTA ed Arianna PAPPONE già dalla scorsa stagione
dimostrarono di poter competere con le più forti, e quest'anno salite al
vertice del ranking di categoria Cadette, la prima vincendo la prova nazionale
di apertura, la seconda con la piazza d'onore nella prova foggiana e la finale
alla prova Giovani di Ancona. Rispettivamente sono n.2 e n.4 della classifica.
Ma non è stato sufficiente a nessuna delle due per essere presa in
considerazione e posso affermare (da genitore e non da tecnico) che in
prospettiva sono delle atlete su cui si potrebbe fare affidamento. Diverso è il
caso di Serena ROSSINI e Caterina POZZAN che nella classifica sono
rispettivamente al n.7 e n.9, e la seconda è pure alla conclusione della sua
carriera da cadetta. A lei è bastato un "semplice" podio alla prima
prova di Parma per guadagnarsi un posto da titolare sia per la rassegna
continentale che per quella iridata. Come si fa a spiegare a chi invece quella
gara l'ha vinta e che tale circostanza non è stata sufficiente per la
Federazione? E non ci si può appellare nemmeno a precedenti stagioni più
"importanti", visto il 12° dello scorso anno.
Tra le giovani sicuramente Matilde BIAGIOTTI vorrebbe
sapere che altro dovrebbe fare per meritarsi una convocazione, essendo la n.4
della classifica. Forse si sarebbe aspettata di restare fuori dalle titolari
per mano di una delle prime tre, ed invece il ruolo di riserva e quindi
schierata solo per la gara a squadre è toccato alla n.3 Camilla RIVANO, quello
che avrebbe potuto essere il suo posto è stato offerto a Claudia BORELLA,
classificata in 7° posizione. Sempre secondo la mia visione di genitore e
certamente discordante da alcune prese di posizione manifestatisi anche sul
blog, sicuramente più meritevole di convocazione Davide MAISTO, la cui unica
colpa pare essere quella di avere quale maestro il CT della nazionale di spada,
ma per il resto il suo rendimento l'ha sempre messo tra i primi della sua
categoria, a cominciare dallo scorso anno quando vinse sia la prima prova
Giovani che il Campionato Italiano.
Lascia decisamente più perplessi la fulminea carriera
di Enrico BERGAMINI, sul quale vengono poste grandi speranze, al momento non
supportate da risultati all'altezza delle aspettative. Lo scorso anno con un
podio, una finale ed un sedici quale peggiore risultato della stagione non è
riuscito ad entrare nemmeno come quarto della squadra nei Campionati del Mondo,
nonostante una stagione terminata al n.3 del ranking. Quest'anno con due miseri
128 nelle prove di qualificazione e la conseguente estromissione dalla finale
per il titolo tricolore, ed un ranking molto più basso, si ritrova non solo
nella squadra ma addirittura titolare per entrambe le competizioni alla faccia
di Cosimo MARTINI, al quale il n.5 della classifica pare non bastare.
Peggio di lui anche il n.3 e n.4 Amedeo ZANCANELLA e
Cosimo LEONE del tutto ignorati, il primo anche dalla squadra Cadetti. Potremmo
appellarci al suo rendimento internazionale allora, dove BERGAMINI lo scorso
anno ha piazzato come migliori performance due approdi al tabellone da 32,
contro il bel secondo posto di questa stagione ad Atene. Ma è stata anche una
perla isolata, alla quale bisogna anche affiancare due 128, che poi è lo stesso
cammino in stagione (botta più botta meno) del MARTINI. Ma allora quale meriti
improvvisi può avere avuto questo bravo spadista torinese? Probabilmente gli ha
giovato il cambio di palestra, finendo per allenarsi con un maestro dello staff
della nazionale di spada?
Ci vorrebbero tre indizi per fare una prova, come
recita un detto popolare, il secondo potremmo trovarlo in un altro spadista
torinese che ha seguito un percorso abbastanza analogo. Federico MARENCO chiude
la stagione precedente con un 22° posto che di certo non lascerebbe presagire
grandi scenari futuri. Ma il colpo di genio è certamente il trasferimento nella
stessa società di BERGAMINI. Più di lui, però, ha fatto, già lo scorso anno, e
fa tutt'ora un altro cadetto torinese, tale Daniel DE MOLA, il quale però non
accompagna nel suo viaggio l'ex-compagno di sala.
Morale: il DE MOLA da n.1 del ranking cadetti, che già
lo scorso anno concluse la stagione in crescendo, rimane fuori sia dai
campionati continentali che da quelli iridati. Federico MARENCO, al contrario
parteciperà ad entrambi. Per il primo giusto il contentino di fare La gara
mista sperimentale di ben scarso significato. Inutile sottolineare come un
altro atleta, sempre torinese, meglio piazzato di MARENCO sia rimasto a casa,
nonostante la buona prova offerta ai Campionati Europei.
La domanda che pongo è
la seguente: ma le gare, le classifiche, i ranking, a cosa servono esattamente?
A prendere in giro ragazzi, maestri e società?”
Che dire ancora? Credo poco. Nell'articolo "METODO CENCELLI: sempre di
moda" molte delle considerazioni del mio interlocutore sono state
trattate, ma con il presente sfogo ha aggiunto alcune particolarità molto
interessanti. Il genitore in questione ha due figli: una fiorettista e l'altro
spadista.
Potrei pensare che la sua analisi non sia obiettiva, perché coinvolto
emotivamente, però mi piacerebbe moltissimo che fosse smentito, magari con la
pubblicazione delle relazioni dei CT, con le quali vengano spiegate le scelte
ed i criteri adottati.
Ezio RINALDI