Il Piccolo Teatro di Milano, società di scherma
fondata nel 1958 per iniziativa del regista teatrale Giorgio Strehler, viene sfrattato. Dopo la fusione
con l’Associazione schermistica Cariplo Milano assume la denominazione di Associazione
Cariplo Schermistica Piccolo
Teatro Milano. Dalla
stagione 2006/07 l'A.S. Cariplo Piccolo Teatro Milano è diventata Centro di Allenamento Federale (C.A.F.). Attualmente occupa (occupava?) un
posto nel cuore di Milano, in Via Cerva, in zona San Babila. La sensazione è
che in quei luoghi la scherma si faccia (si faceva?) in maniera pregnante tanto che anche i
muri sono densi del sudore degli atleti.
Ultimamente
il lavoro del Piccolo Teatro è stato di notevole consistenza tanto da diventare
una sala scherma con atleti di valore e tra i suoi collaboratori figura un
certo Alfredo Rota. Recentemente ha vinto il campionato italiano a squadre di
B1, con grande sorpresa ma anche con merito.
Da tempo si
sapeva del loro sfratto da via Cerva, ma se ne era solo parlato e dato il
silenzio, si pensava che fosse tutto o quasi risolto, visto che in Italia
sfrattare qualcuno è impresa ardua. Ci si aspettava molto probabilmente un
epilogo diverso, ma ormai è andata così e sul Corriere della Sera di Milano del
29 maggio 2015 appare un articolo dal titolo altisonante: La scherma di Strehler perde il duello con il CONI.
Si sa che il
Coni Servizi, ovvero la società del CONI che gestisce gli immobili ha bisogno
di fare cassa e dalla vendita della palestra di via Cerva, vorrebbe ricavarne un
bel gruzzolo, però fa strano che il Coni Servizi, provvedendo allo sfratto non
abbia indicato una soluzione alternativa per uno spazio da destinare al Piccolo
Teatro. Purtroppo la storia della scherma ci dice che gran parte delle società
sportive di questa disciplina vive in condizioni di alto precariato
logistico, e nonostante questo le medaglie arrivano puntualmente da tutte le
competizioni sportive, in primis le olimpiadi. Evidentemente il Coni e ancora più,
il Coni servizi è interessato più a far cassa che non ad assicurare al maggior
produttore di medaglie olimpiche strutture adeguate. Quando porrà tra le
priorità una adeguata politica sull’impiantistica sportiva allora il movimento
farà il vero salto di qualità. Ciò che meraviglia più di ogni altra cosa e che
non si perde occasione per porre in evidenza le posizioni di prestigio che la
scherma ed i suoi dirigenti centrali occupano in ogni dove e proprio su questo
che ci si pone la domanda: “quali vantaggi ne traggono le società schermistiche
se nel momento del bisogno queste posizioni non si sfruttano?” Ho l’impressione
che servano solo ad occupare poltrone comode.
Ezio RINALDI
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