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20 febbraio 2017

BUSTO ARSIZIO: la carica degli 810!

Due giorni formidabili a Busto Arsizio, quelli del 18 e19 febbraio alla seconda prova nazionale Master. Tre saloni per 20 pedane con 810 schermitori che si sono cimentati senza sosta, con entusiasmo giovanile da far invidia. Dai 24 anni della categoria 0, agli over 70, categoria 4, è stato un susseguirsi ininterrotto di scherma spesso di alto livello. Presenti svariate nazioni, fra cui la svizzera, il Giappone e la Russia. Molti gli atleti che agevolmente si sono cimentati con disinvoltura nel biathlon e nel triathlon schermistico, affrontando due, se non tre armi e giova sapere che qualcuno lo ha raggiunto con successo pieno.
Anche se certi esterni, e purtroppo interni alla scherma non li giudica pienamente atleti e talvolta nemmeno schermitori, dobbiamo ammettere che nel movimento master i valori dello sport sono vissuti con brillante genuinità, cosa che andrebbe mostrata a molti giovani, fatto salvo per qualche soggetto di mezza età che passati gli "anta", pare non aver ancora risolto certi problemi adolescenziali.
La gara inoltre lasciava acquisire il diritto a partecipare agli europei master di Chiavari, che si svolgeranno a maggio, e che si prefigurano come un clamoroso successo, per i numeri, che probabilmente supereranno il migliaio di unità. La prova di Busto ha superato ampiamente le cifre di un qualsiasi campionato assoluto di scherma italiano, così come è stato asserito dagli arbitri che questi numeri li conoscono piuttosto bene.
È il sintomo di un movimento che è obiettivamente in crescita e che a conti fatti è un settore di moltissime società sportive, che un tempo si tendeva a sottovalutare, mentre oggi possiamo dire che è di grande aiuto, non solo economico, ma anche sociale. E qui mi fermo in quanto sarebbe giusto fare delle riflessioni maggiori e più ampie, ma le rimando volentieri a un secondo articolo, mentre mi soffermo sul filo rosso che ha attraversato tutta la gara, specie per l'alto numero di maestri e istruttori che gareggiavano, i quali non hanno mancato di commentare ora indignati, ora con prudenza, e anche con violenza le vicende tra FIS e ANS.
Qualcuno ironicamente asseriva che tutti i diplomati dell'accademia prima o poi si sarebbero dovuti diplomare nuovamente presso la FIS, inchinandosi davanti a Saverio Crisci il quale avrebbe chiesto la recita a memoria della contro cavazione come test di ammissione all'esame. Altri dicevano scioccamente che prima o poi si sarebbe dovuti arrivare a una situazione del genere, benché non mancavano di ricordare che tale faccenda era frutto dei desideri di egemonie di pochi, anzi pochissimi, forse una o due persone all'interno dell'AIMS e della FIS.
Gli esperti di legge, che fra un assalto e l'altro mi fermavano per un breve commento, non mancavano di convenire che si tratta di niente di più che di una guerra fra pezzenti. Tutti però difendevano l'accademia, figurandosi la commediola delle riunione dei due consigli, con uno che parlava proponendo il da farsi, davanti a una cartina del mondo, con dadi e carri armati, come una partita di Risiko, in chiave schermistica e tutti gli altri che rispondevano analfabeticamente: "si capo, ok capo".
Moltissime le risate amare purtroppo, per fortuna stemperate dagli assalti che hanno incorniciato una delle più belle gare di scherma dell'anno.
Fabrizio ORSINI


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