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01 novembre 2021

SURREALISMO FEDERALE NELLA FORMAZIONE DEI MAESTRI

Continua la avventurosa spedizione del Commodoro Azzi, mitico condottiero degli "Accordonauti".
Egli, infatti, mossosi unitamente al leggendario duo De Bartolomeo-Autuori alla riconquista del "Cavillo d'Oro", avendo ritenuto di averlo trovato, ha fatto ritorno tra le mura domestiche, da dove sono partiti gli editti che strombazzanti annunciavamo l'epica impresa e le eroiche gesta.
Tuttavia, dopo un iniziale e trionfale annuncio, accortosi "melius re perpensa" di non avere affatto sbaragliato i rivoltosi dell' ANS, come gli avevano invece comandato i potenti numi dell'Olimpo, in primis il tonante Zeus, e di avere soltanto pareggiato la partita, ha pensato bene, con l'ultima aulica missiva del 29 ottobre 2021, di spiegare il motivo di ciò che a tutti è parso un vero e proprio "rimangiarsi" la parola, anzi - scusate - la firma.
Inutile dire che quegli infedeli e guerrafondai degli "aenneessiani" non hanno perso tempo a vergare una insolente e dolente risposta, a irrispettosa confutazione del sacro ed incoerente (e per me anche poco chiaro) scritto federale.
Fatta questa premessa, vi invito a leggere le due lettere qui postate, solo per farvi una vostra idea e/o opinione, non senza il solito: meditate, gente, meditate. 
Gaspare FARDELLA

 



3 commenti:

  1. La scherma non finisce mai di stupire ed emozionare. Tempo fa questa frase me la diceva un grande campione milanese, durante la finale a squadre dei campionati italiani di spada a Milano...
    Che potessi applicarla anche ai dirigenti federali non me lo sarei mai aspettato.
    Vediamo come evolverà la situazione. Auspico una soluzione definitiva.
    F. Orsini

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    1. Anch'io e, a mio avviso, l'unica è il commissariamento, visto che agli incontri ha partecipato il rappresentante CONI, il quale non solo ha fatto da garante per entrambi gli enti, ma ha altresì avallato la bontà di un accordo, poi incredibilmente sconfessato dalla dirigenza FIS.

      Cordialmente.
      Gaspare Fardella

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  2. La diatriba tra FIS e ANS circa le rispettive competenze sta rasentando il ridicolo. Le sentenze sono carta straccia e non vi è alcun rispetto per la loro applicazione, a rimetterci sono gli aspiranti Maestri, ma più in generale l’intero movimento schermistico. Non voglio fare, e non potrei data la ristrettezza che il blog concede per la pubblicazione dei commenti, la cronistoria di tutta la vicenda, peraltro sviscerata ampiamente su questa PIAZZA, tuttavia il caso è ancora molto sentito ed a mio parere il tempo non ridurrà il suo forte richiamo. Lascio, comunque, agli altri le analisi e gli eventuali apprezzamenti o le denigrazioni che ogni lettore potrà e vorrà esporre. A me rimane chiara l’immagine di una dirigenza camaleontica, capace di smentire se stessa assumendo le vesti di una organizzazione incoerente e mutevole, a seconda di chi alza di più il tono della voce o dei numeri che ogni componete il CdF sia capace di esprimere. La sensazione è che rispetto al passato nulla sia cambiato, e poi perché illudersi che ciò potesse avvenire, considerato che l’attuale dirigenza altro non è che la continuazione di un passato le cui azioni avranno incidenza nell’immediato futuro ma anche a lungo termine.
    Al momento non intendo assumere le vesti del difensore dell’Ente partenopeo, (vi è già chi lo fa, e sa farlo molto bene) nondimeno voglio porre in evidenza la pessima figura fatta dalla FIS (basta leggere i vari atti per averne contezza) e a nulla servono lettere scritte alla società, agli atleti ed ai maestri per giustificare l’adozione di una delibera pregna di incoerenza, con la quale il Presidente, il suo vice ed un consigliere smentiscono se stessi e mettono alla berlina il CONI: tali epistole giustificative servono solo a palesare ulteriormente la catastrofica gestione di una trattativa che sarebbe stato meglio non intavolare. Da questa vicenda ne esce male anche il CONI il quale nella riunione aveva un suo autorevole rappresentate (componente di giunta).
    Sono sempre stato favorevole ad un dialogo costruttivo ma quando si ha di fronte un sordo che non vuol sentire non si perda tempo, si pretenda il rispetto delle sentenze ed ognuno vada per la sua strada, assumendosi le responsabilità che la scelta produrrà.

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