In una prima fase, il Pubblico
Ministero aveva chiesto l’archiviazione del procedimento scaturito dalla
suddetta querela, il denunciante, per il tramite del suo avvocato, avanzava opposizione
avverso la predetta richiesta di archiviazione e il GIP, nell’accoglierla,
ordinava l’esercizio dell’azione penale. Il mio legale chiedeva, per
competenza, il trasferimento del procedimento alla Procura di Roma. Il 28 marzo
2024, si è svolta l’udienza predibattimentale, all’esito della quale il Giudice
monocratico, valutate le accuse e le difese, assumeva la decisione di “NON LUOGO A PROCEDERE PER NON AVER
COMMESSO IL FATTO”.
In sostanza, è stato appurato
che, quale Direttore, non avevo alcuna responsabilità per quanto concerne la
diffamazione patita dal querelante.
Sarei ipocrita se non ammettessi
una certa soddisfazione, ma in questa vicenda non ci sono stati vincitori o
vinti semplicemente perché è stato lo sport dirigenziale a dare una brutta
immagine di sé stesso. Ciò detto, ancora una volta è stata dimostrata non solo
la buona fede ma soprattutto l’onestà del sottoscritto. Non mi dilungo oltre e spero
che, ad assalto terminato, da veri sportivi, ci si possa stringere la mano,
perché non ho nulla contro il denunciante e probabilmente al suo posto avrei
assunto le medesime iniziative.
Ezio RINALDI
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