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04 marzo 2025

L'ETICA NELLA SCHERMA

Mi sono ritrovato a discettare con alcuni amici, i soliti ex cicloamatori, di ETICA ed inevitabilmente il mio pensiero è andato al mondo scherma, ripensando ad un articolo pubblicato sulla “PIAZZA”, qualche tempo fa. Rileggendolo, reputo la tematica sempre attuale e non a caso se ne parla in ogni contesto. E’ chiaro che non ho la pretesa di assumere la figura di un esperto, voglio semplicemente fare qualche riflessione su un tema pertinente alla quotidianità.

Non voglio tediarvi addentrandomi nei meandri della filosofia, materia assai profonda e che va studiata e trattata con grande attenzione, ma restando nella cultura dell’uomo della strada, quale io sono, mi faccio la domanda: “Per me cosa rappresenta l’etica?” Ecco, credo di poter rispondere che essa è l’insieme di norme, di comportamenti, di codici, di deontologia e di quant’altro possa indicare una persona come soggetto rispettoso di uno o più criteri, che gli consentono di gestire adeguatamente la propria libertà nel rispetto di quella altrui.

Di conseguenza, a mio avviso, ci si deve riferire a particolari azioni o situazioni in cui si intravede un uso del potere a fini personalistici, favorendo persone orbitanti nell’ambito della propria cerchia di amici e parenti, indipendentemente della loro bravura e preparazione. E’ etico raccomandare? E’ etico contravvenire a regole stabilite dal tempo (non dalla legge) tra persone o società? E’ etico sottacere o evitare azioni meritevoli di interventi? NO! Non lo è!

I miei amici mi hanno chiesto se nel mondo dello sport e della scherma in particolare esistono situazioni riconducibili a contesti contrari all’etica, che direttamente o indirettamente possano influire sulla collettività. E’ una domanda alla quale ho fornito vaghe spiegazioni ed il motivo è semplicissimo perché la questione etica ognuno la vive secondo un proprio dogma.

In relazione al contesto schermistico, la Federazione Italiana Scherma tra le sue commissioni ha istituito il Comitato Etico i cui componenti sono persone accreditate ed esperte, ma quando esso può o deve intervenire? E’ necessaria una denuncia oppure è sufficiente venire a conoscenza, anche attraverso mezzi di informazione, di fatti o circostanze meritevoli di doverose azioni?

Il Codice Etico prevede che le "segnalazioni" (cioè, denunce) vengano presentate all'Organismo di Vigilanza (art. 20, comma 3) ma, al tempo stesso, non pare definire e precisare cosa sia questo organismo, come si deve costituire, di cosa si deve occupare e come deve lavorare.

A mio avviso le operazioni del Comitato Etico devono essere condotte autonomamente, oltre che su sollecitazione degli aventi causa (istanze o segnalazioni), nel senso che tale organismo deve intervenire allorquando, e con qualsiasi mezzo, venga a conoscenza di episodi, fatti o situazioni degne di attenzioni e non esprimere solo pareri su richiesta del Consiglio federale.

Sommessamente e senza pretenziosità, mi sia consentito proporre alla dirigenza federale una rivisitazione/integrazione di alcune parti del Codice Etico, affinchè diventi uno strumento più chiaro e, conseguentemente, più efficace.

Ezio RINALDI 

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