Non voglio tediarvi addentrandomi nei meandri della
filosofia, materia assai profonda e che va studiata e trattata con grande
attenzione, ma restando nella cultura dell’uomo della strada, quale io sono, mi
faccio la domanda: “Per me cosa rappresenta l’etica?” Ecco, credo di poter
rispondere che essa è l’insieme di norme, di comportamenti, di codici, di
deontologia e di quant’altro possa indicare una persona come soggetto
rispettoso di uno o più criteri, che gli consentono di gestire adeguatamente la
propria libertà nel rispetto di quella altrui.
Di conseguenza, a mio avviso, ci si deve riferire a
particolari azioni o situazioni in cui si intravede un uso del potere a fini
personalistici, favorendo persone orbitanti nell’ambito della propria cerchia
di amici e parenti, indipendentemente della loro bravura e preparazione. E’
etico raccomandare? E’ etico contravvenire a regole stabilite dal tempo (non
dalla legge) tra persone o società? E’ etico sottacere o evitare azioni
meritevoli di interventi? NO! Non lo è!
I miei amici mi hanno chiesto se nel mondo dello sport
e della scherma in particolare esistono situazioni riconducibili a
contesti contrari all’etica, che direttamente o indirettamente possano influire
sulla collettività. E’ una domanda alla quale ho fornito vaghe spiegazioni ed
il motivo è semplicissimo perché la questione etica ognuno la vive secondo un
proprio dogma.
In relazione al contesto schermistico, la Federazione
Italiana Scherma tra le sue commissioni ha istituito il Comitato Etico i cui componenti sono persone accreditate ed esperte, ma quando esso può o deve intervenire? E’ necessaria una denuncia oppure è sufficiente venire a
conoscenza, anche attraverso mezzi di informazione, di fatti o circostanze
meritevoli di doverose azioni?
Il
Codice Etico prevede che le "segnalazioni" (cioè, denunce) vengano
presentate all'Organismo di Vigilanza (art. 20, comma 3) ma, al tempo stesso,
non pare definire e precisare cosa sia questo organismo, come si deve
costituire, di cosa si deve occupare e come deve lavorare.
A mio avviso le operazioni del Comitato Etico devono
essere condotte autonomamente, oltre che su sollecitazione degli aventi causa
(istanze o segnalazioni), nel senso che tale organismo deve intervenire
allorquando, e con qualsiasi mezzo, venga a conoscenza di episodi, fatti o
situazioni degne di attenzioni e non esprimere solo pareri su richiesta del Consiglio
federale.
Sommessamente e senza pretenziosità, mi sia consentito
proporre alla dirigenza federale una rivisitazione/integrazione di alcune parti
del Codice Etico, affinchè diventi uno strumento più chiaro e, conseguentemente,
più efficace.
Ezio RINALDI
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