Sergio BRUSCA |
Brusca,
fammi la cortesia di non usare più l’ipocrita frase
“Caro Ezio”: non sono un tuo caro e mai
vorrò esserlo. Troppa è la distanza che ci separa per l’opposto modo di pensare
ed agire.
Ero certo che avresti iniziato la tua lagna come da
prevedibile copione, attribuendomi il post del dott. Fileccia e dimostrando
ancora una volta la tua assoluta malafede: l’articolo è a nome del dott.
Antonello FILECCIA, il quale, oltre a non essere avvezzo a porre la sua firma
sugli scritti degli altri, si è limitato a riportare fatti ampiamente documentati
proprio dal tuo blog.
Ritengo quindi il tuo incipit altrettanto insolente
nei confronti dell’autore del post.
Venendo al merito delle tue argomentazioni non
posso non rilevare, ancora una volta, la profonda incoerenza che sta, da un
lato, nel ringraziamento che rivolgi al Presidente Tonucci per quello che ha
fatto, considerandolo un ottimo Presidente, e dall’altro nell’affermare che
sebbene la linea decisionale interna al Club era quella di non condividere la
sua candidatura alla presidenza FIS decideste comunque di rimanere a suo fianco, supportando
l’iniziativa.
Detta così sembrerebbe proprio che in quel tempo
avevi le idee un po’ confuse o forse, come si suole dire, tentavi di stare con
un piede sopra a due staffe!
Non capisco infatti perché non lo metteste subito
in minoranza: vuoi forse far credere che
non esisteva un consiglio direttivo e che tu eri solo un numero?
Tu non eri costretto da nessuno ad accettare la
linea dettata dall’avvocato: potevi dimetterti subito e potevi far dimettere la
maggioranza del consiglio, non lo facesti perché anche tu avevi fatto i tuoi
calcoli.
Ricordo bene quanto fosti attivo sul sito “La
scherma del futuro” e quanta passione mettevi nello scrivere le varie
comunicazioni: per uno che non condivideva quella linea sarebbe un
incomprensibile controsenso, non credi?
Quando affermi che “qualcuno” stava spingendo il
Presidente Tonucci a fare il salto di qualità quel “qualcuno” non ero
certamente io, e questo lo sai molto bene perché quel “qualcuno” sarebbe
entrato al Club con un importante incarico, peraltro retribuito.
Ti ricordo che in tanti, e non solo io, lo
spingevano a percorrere quella strada proprio in ragione del suo spessore
politico.
Forse Tonucci avrebbe dovuto dimettersi? Non lo
fece e non credo per stoltezza: un uomo del suo livello valuta con attenzione
ogni azione che lo vede coinvolto.
Forse sarebbe meglio dire che al Club le persone
valide vengono defenestrate. Successe anche con Nostini.
Non so a chi ti riferisca quando parli di
malcontento cavalcato per interessi personali. Comunque nel caso facessi
riferimento al sottoscritto ti ricordo che ero Consigliere in carica e la mia
azione era diretta solo e soltanto riguardo alle modifiche statutarie.
Se poi queste ci avessero dato ragione non nascondo
la mia volontà di sostenere Tonucci in un percorso verso la Presidenza. E non
mi venire a dire che non eri d’accordo anche tu, lo eravamo tutti e lo
ribadivamo ad ogni riunione nello studio dell’avvocato.
Oggi hai ancora il coraggio di parlare di “vecchio”
e “nuovo”; sull’argomento ho scritto un articolo pubblicato sul blog dal titolo
“LA LIBERTA’ HA UN COSTO”: ti invito a leggerlo così ti fai un’idea del mio pensiero.
Come di certo saprai la vecchia politica è fatta di
prebende elargite in prossimità del voto ed io non ne ho mai distribuite.
La nuova politica, invece, è fatta di lettere
scritte dai vari C.T. (profumatamente contrattualizzati) inviate alle società,
con invito a votare per questo o per quell’altro; è fatta di deleghe raccolte
sempre dai C.T. e distribuite nel seggio elettorale.
Non mi appartiene neppure questa!
Il dott. Fileccia ha letto ciò che è pubblicato sul
tuo blog e ne ha tratto le conclusioni. Personalmente non mi interessano le
motivazioni delle tue dimissioni ma il tempo in cui sono state presentate:
ribadisco che, se non condividevi quel progetto, nessuno ti avrebbe potuto trattenere
contro la tua volontà.
Ma per far questo avresti dovuto mostrare una
volontà ferrea ed inequivoca.
Ribadisco che “la coerenza è un valore che non
appartiene a tutti” e certamente non ti appartiene e ti spiego perché. Parlando
di regole ritengo che su queste non ci possa essere una coerenza a singhiozzi e
su tale argomento, ovvero sulla eleggibilità ad libitum del presidente non ho mai cambiato idea; adattarmi alle
circostanze del caso è un atteggiamento che non mi appartiene.
Per quanto riguarda l’arch. ORSINI, se vorrà, ti
risponderà personalmente.
La tua disamina, “politica” è certamente personale
e faziosa in quanto, non essendo stato capace di “colpire” sui programmi stai
tentando di distrarre l’attenzione dei lettori sulle critiche mosse al Presidente
Scarso e sulla sua condizione di ineleggibilità a te, un tempo, tanto cara!
Siamo sicuramente su piani differenti e con visioni
opposte. Io non ho politiche da perseguire, ho idee ferme e determinate,
certamente divergenti dalle tue che invece appaiono alquanto ondivaghe, e che comunque
ho sempre rispettato. Quindi ti chiedo di rispettare le mie.
Quando affermi che “Ezio Rinaldi da anni “pilota” una
propria “strategia politica” non mi è difficile spiegarti che quando credo in
qualcosa non mollo. Non mi sono mai battuto contro le persone ma per il bene
comune, forse è criticabile il modo (ognuno ha il suo) ma non l’idea.
Sono d’accordo con te sulla non condivisione: se
tutti condividessimo tutto il mondo sarebbe piatto!
Mi sono messo sulla “Piazza” conscio del fatto di
poter subire critiche aspre, dure, ma l’ho fatto con lo spirito di chi vuol
contribuire ad una dialettica costruttiva e non mi pento assolutamente di
averlo fatto: io sì ci ho messo la faccia e l’ho fatto pubblicamente. Mi preme
segnalarti anche l’articolo “PROVOCAZIONI E CHIARIMENTI” del 25.11.2013.
Per ultimo ti informo che non risponderò ad
eventuali tue repliche, qualunque ne siano il tono ed i contenuti, né ho voglia di
trasformare la Piazza in un ring.
RINALDI