Salve a tutti gli
amici (e non) della scherma. Anche quest'anno, per la verità con largo anticipo
rispetto alle stagioni precedenti, la federazione ha pubblicato la prima bozza
del calendario agonistico della prossima stagione. Anche quest'anno, come per gli
anni passati, non mancano le perplessità legate alle scelta sia delle date che
delle sedi. Inutile poi rimarcare come tutto rimane uguale nella sua
impostazione di base, quella tanto per intenderci che era il filo conduttore
già dell'attività di Nedo Nadi e Gustavo Marzi negli anni '20/'30 del secolo
scorso. Da quel punto di vista in 100 anni ben poca strada è stata fatta. In
compenso la prossima stagione ne faranno tantissima i tesserati, ed ancora di
più i loro tecnici che seguendo più categorie avranno da vincere molti premi
del programma Mille miglia. Magre soddisfazioni, ma vuoi mettere?
Troppi gli argomenti
da trattare e poco lo spazio per farlo, senza dimenticarmi che dilungarmi
troppo nell'esposizione otterrebbe l'effetto opposto a quello desiderato,
invece di interessare il lettore lo farei addormentare.
Quindi proverò con
velocissime "toccata e fuga" a fare alcune domande e sperare in
qualche sensata risposta. Cominciamo con la categoria principale, ovvero gli
"Assoluti". Come ogni anno saranno solo 2 le prove di qualificazione,
di cui la prima il 30 settembre. Ma i campionati italiani saranno dal 7 al 10
giugno 2018, ma che senso ha piazzare una gara di qualificazione così
importante 10 mesi prima del campionato nazionale??? Poi non si capisce perché
la prima prova di qualificazione per il fioretto e la sciabola sia aperta a
tutti mentre la seconda debba essere subordinata ad una qualificazione di zona.
Ancora una volta una organizzazione contraddittoria, tanto per far spendere
soldi per una trasferta in più.
Interessante sarà
invece la trasferta in quel di Colle Val D'Elsa, dove il calendario ha voluto
collocare l'unica prova U23 nazionale. Visto lo scarso successo in termini
numerici delle ultime due edizioni, rispettivamente a Norcia e Foggia, stavolta
evidentemente non si vogliono correre rischi e si è scelta una sede priva anche
della stazione ferroviaria. Per vostra informazione è stata chiusa nel 1991,
attualmente l'edificio ospita una farmacia mentre al posto della sede dei
binari è nato un ampio parcheggio. Almeno da quel punto di vista non ci saranno
problemi. Resta da chiedersi se al posto di una strana prova di qualificazione
di zona non sarebbe stato più utile per tutti andare a rafforzare questa
categoria inserendo una prova nazionale in più, e magari andando anche a
scegliere sedi più raggiungibili dagli atleti.
Anche quest'anno
avremo le due prove di qualificazione nazionale per i "cadetti" ed i
"giovani", e poi la coppa Italia per quelli che non si
qualificheranno direttamente. Idea egregia, giusto dare una seconda chance a
tutti, soprattutto agli atleti di livello medio-basso, serve a motivarli e dare
ossigeno alle società con la loro continuità di tesseramento nel tempo.
Speriamo però che quest'anno la sezione "giovani" non sia limitata
solo ai tre anni della categoria, perché anche questo appare un controsenso.
Magari è anche interessante separare "giovani" e "cadetti",
soprattutto in ambito femminile deve le seconde spessissimo spadroneggiano
sulle più grandi, almeno quando la classifica scende, ma vedere garette da 20
partecipanti non si può proprio. Applicando il criterio secco del 30% out dopo
il girone si rischia il controsenso di avere atlete eliminate nel girone che si
qualificano per la gara più importante dell'anno. Così non ha nessun significato
agonistico, una qualificazione che si possa definire tale deve almeno prevedere
che un atleta per accedere al tabellone dei 16 debba superare il girone e
almeno 2 incontri di eliminazione diretta. Se vogliamo invogliare le ragazze
meno dotate a restare lo stesso tra noi, cerchiamo di potenziare il circuito
U23 nazionale invece che creare delle gare "ghetto" dalle quali
escono qualificate che fanno solo arrabbiare chi magari se la sarebbe meritata
di più.
Altra considerazione
a margine: considerando che le "giovani" qualificate direttamente
sono state una decina circa, sommando poi quelle che hanno disputato la Coppa
Italia di categoria arriviamo a una trentina di atlete dal 1997 al 1999. Questi
sono i numeri su cui i CT debbono lavorare che creare una squadra nazionale
competitiva a livello mondiale. Meditiamo.
Nel GPG è stato, a
mio modestissimo avviso, compiuto il capolavoro. Dopo avere tanto pubblicizzato
questo progetto per ravvivare la sciabola, per renderla maggiormente
interessante, per creare gare numericamente più ricche, ecco nell'ambito di
questi bei paroloni le due prove nazionali saranno a San Severo e Mazara del
Vallo!! Cioè lontano, e non poco, da quelle zone che oramai la sciabola la
stanno abbandonando. E tra le ragioni di questo anche il fatto che risulta
troppo costosa sia in termini di materiali che, appunto, di trasferte. Mi
sembra un controsenso assurdo, non sarebbe stato più logico magari spostare una
delle specialità che hanno gare al nord in una delle due sedi meridionali e
mettere una prova nazionale di sciabola al nord? Certo, la prova nazionale a
squadre è a Lucca, solo che se le società non mettono ragazzini a fare
sciabola, per i motivi sopra citati, mi pare evidente che non ci saranno
squadre. Il Gran Premio Giovanissimi a metà maggio sembra un dispetto, quasi
che per il prossimo anno la selezione di voglia fare all'ingresso, cercando di
tenere lontani quanti più bambini possibile. Per aumentare i numeri occorre
prima di tutto lavorare sui bambini, ma anche su quell'80% di piccole società
che per questi costi sempre più folli si stanno orientando tutte sulla
"monoarma", togliendo la possibilità a tanti potenziali buoni atleti
di sciabola e fioretto di potersi esprimere. Non è pensabile ad oggi che una
media società, per non dire quelle piccole, possa permettersi di pagare
trasferte per tutta Italia ai propri tecnici. Per forza di cosa occorre
dimezzare le spese, e quindi anche l'attività.
Quello che sembra
anche lo spirito che anima ogni anno la scelta della sede e delle date del
campionato italiano master. Anche per il prossimo anno la gara si protrarrà
anche in un lunedì, non di festa ma qualsiasi, perché notoriamente l'attività
Master è fatta da persone che a stare fuori casa di lunedì problemi non ne ha.
E visto che a Longarone, dove quest'anno si terranno, la lunedì hanno voluto
piazzarci le gare che hanno il minore afflusso, magari per il prossimo anno a
Bari riusciranno a non avere proprio iscritti. Che sia questo in realtà il vero
obbiettivo? Quello che fa più arrabbiare è che il buon senso, almeno quello,
viene applicato solo in periodo elettorale, quando servono i voti e i tesserati
è meglio non farli arrabbiare troppo, poi ovviamente passata la festa……
In questa bozza
spariscono i CAF, uno dei cavalli di battaglia del presidente quando cominciò
il suo percorso quale massimo dirigente della FIS. Una vero peccato, se questa
mancanza dovesse venire confermata anche nella versione definitiva del
calendario. Negli anni non si è mai riusciti a dare una propria identità ad una
idea che avrebbe potuto essere uno dei fiori all'occhiello della federazione.
Prima si è cercato di legarli alla partecipazione alle competizioni
internazionali, poi si è regalato un pass per gli Open Nazionali trasformandoli
in una specie di "gara-non-gara", quindi si sono tolti gli U20 e
inseriti gli "Allievi", ma niente. Non si è mai voluto trasformare
questo "allenamento" in un momento di crescita importante per tecnici
ed atleti, sempre tutto lasciato alla buona volontà locale, che spesso (almeno
per quello che riguarda il Piemonte) è decisamente mancata, decretandone
l'inevitabile fallimento.
Certo, una logica in
questa distribuzione di sedi e gare sembra esserci: quella del massimo profitto
per chi le ospita. Le gare di spada al Nord e quelle di Sciabola al sud, la
dove le due specialità registrano il maggior numero di adepti, il fioretto si
cerca di tenerlo nel mezzo o verso il nord-est dove ci sono in maggiore
quantità. Ma questo non è modo di sviluppare uno sport, ma di farlo morire, riducendolo
ad una attività localizzata e sempre meno importante. Questo calendario, ancora
una volta, mi da la netta sensazione che siano i soci al servizio della
Federazione, e non il contrario come dovrebbe essere.
Paolo CUCCU