Sicuramente tutti
sanno che con il D. lgs. n. 206/2007 l’Italia ha recepito una direttiva europea
che consente a coloro che abbiano acquisito in uno dei paesi dell’Unione
europea una qualifica professionale il cui esercizio è subordinato al possesso
di uno specifico titolo di abilitazione, di svolgere quella medesima
professione in uno qualsiasi dei paesi dell’Unione, grazie ad un meccanismo di
equiparazione dei titoli professionali. La norma si applica a tutti i cittadini
dell’UE, dei paesi del SEE non appartenenti all’UE e della Svizzera, che
desiderano intraprendere una professione regolamentata, sia come lavoratori
autonomi che come dipendenti, in un paese diverso da quello in cui hanno
acquisito le loro qualifiche professionali.
La legge prevede
un sistema di riconoscimento automatico quando il professionista si sposti sul
territorio dello Stato per esercitare la professione in modo occasionale o
temporaneo, limitando, nel caso di organizzazione stabile, il riconoscimento
automatico soltanto ad alcune professioni individuate e demandando per le
restanti ad un procedimento leggermente più complesso basato essenzialmente
sulla condizione di reciprocità.
Nel gennaio 2016
il decreto legislativo n. 206/07 ha subito alcune modifiche e integrazioni, tra
cui l’inserimento tra le qualifiche professionali “della professione di maestro di scherma, allenatore, preparatore
atletico, direttore tecnico sportivo, dirigente sportivo e ufficiale di gara”.
Per queste professioni la competenza a ricevere le domande e le dichiarazioni
ai fini del riconoscimento è attribuita al CONI.
Dunque, se fino
ad ieri un Maestro, per allenare in Italia era obbligato a conseguire il titolo
magistrale presso l’Accademia Nazionale di Scherma, oggi non è più cosi. Sarà
sufficiente avere conseguito il diritto di esercitare la professione di Maestro
di scherma in uno dei Paesi della UE, del SEE o in Svizzera, per potere essere
inserito, previa domanda al CONI, nelle liste tecniche federali.
E ciò vale per qualunque cittadino di uno dei Paesi della
UE, del SEE o della Svizzera, così come per i cittadini di Paesi terzi che
abbiano conseguito il titolo nella Ue, nel SEE o in Svizzera.
In altre parole,
chiunque, compresi gli italiani, potrà essere inserito nelle liste tecniche
federali italiane avendo conseguito il titolo di Maestro in uno dei paesi sopra
elencati diverso dall’Italia.
Infatti la norma
vale per tutti i cittadini europei, compresi i cittadini italiani i quali, in
questo modo, sono liberi di conseguire la qualifica professionale in uno
qualsiasi dei paesi sopra elencati senza che possa essere loro inibito il
diritto di esercitare la professione in Italia.
E’ un meccanismo
che altre professioni hanno già sperimentato. Chi non ha visto quelle
pubblicità che invitano i cittadini italiani a conseguire il titolo di avvocato
in Spagna o in Romania per poi tornare ad esercitare in Italia?
Secondo alcune
statistiche il 92% degli “avvocati stabiliti” è di nazionalità italiana e di
costoro l’83% ha conseguito il titolo in Spagna ed il 4% in Romania ed è abbastanza
facile immaginare le ragioni di tale andamento statistico.
Sarà così anche
per i maestri di scherma, per gli ufficiali di gara e per gli altri soggetti
introdotti dalla recente modifica normativa? Quali sono i criteri che
consentono l’esercizio della professione di Maestro di scherma negli altri
paesi dell’Unione? Saranno più o meno selettivi dei nostri? E’ ragionevole
prevedere che la maggioranza dei “maestri di scherma stabiliti” sarà di
nazionalità italiana?
Ritengo che i
Maestri di scherma italiani abbiano diritto a conoscere sin d’ora quali siano i
termini della “concorrenza” cui da oggi vanno incontro e come sarà garantita la
qualità dei tecnici operanti in Italia.
Magari non il
Presidente uscente, che in questo ultimo spicchio di mandato sarà interamente
assorbito dalle asperità della strada per Rio, ma il prossimo Presidente dovrà
fare i conti con la nuova disciplina e, con l’ausilio dell’AIMS e
dell’Accademia, ottenere che sia assicurato il mantenimento del livello tecnico
dei Maestri Italiani.
Paola PUGLISI