23 gennaio 2020

MAESTRI ATTIVI E NON ATTIVI


Una rivoluzione quella del Registro CONI, cari amici, una vera e propria rivoluzione e il senso ve lo spiego ora in poche mosse.
Avrete pur letto che la Federscherma ha mandato una bella mail relativa all’attività didattica, con lettera del 13 gennaio 2020, secondo la quale: “Al fine di rendere effettiva la trasmissione delle informazioni al CONI, oltre dettagliare le attività formative, ciascun sodalizio dovrà indicare almeno un partecipante nella sezione “partecipanti”, il mancato rispetto di quest’ultimo requisito comporterà l’automatico rigetto della trasmissione da parte degli uffici preposti.”… che vuol dire? Ve lo spiego subito e in poche parole.
Il sito web del Registro CONI, funziona come un mirror del sito federale, perciò quando si è registrati tramite username e
password, è possibile vedere le stesse informazioni che abbiamo inserito nel sito federale, gare comprese, tramite il sito del CONI! Interessante no?
Ebbene il sito federale contiene tre nuove pagine dal titolo: SPORT, DIDATTICA e FORMATIVA, che rispettivamente contengono: la prima tutte le gare cui la società ha partecipato nell’anno  compresi i nomi degli atleti partecipanti; la seconda i corsi che si stanno svolgendo in palestra con il relativo maestro assegnato; e la terza contiene notizie relative ad attività di formazione di maestri, allievi, specialisti ecc… queste ultime due pagine vanno aggiornate da ogni società sportiva, tramite il sito federale, cosicché il CONI potrà visionare l’attività di ogni società sportiva e fare le sue statistiche e finanche controlli relativi di tipo fiscale, ovviamente se di competenza.
Forse il maestro alle prime armi non avrà capito in che termini si ponga la faccenda, ma di certo l’esperto di cose federali sarà arrivato al dunque senza sforzo, perciò sintetizzerò io il suo pensiero e magari nella listata dei commenti che seguiranno, cari amici di Piazzadellascherma potrete sbizzarrirvi a piacere.
1) I maestri in attività cioè presenti in nella pagina DIDATTICA, saranno gli unici che compariranno nella lista tecnica federale.
2) I maestri non attivi, saranno depennati dalla lista tecnica federale? Eh c’è da chiederselo cari aspiranti maestri.
3) Certi maestri o istruttori, (specie quelli che non hanno mai impugnato l’arma in una sala scherma), dovranno associarsi a una ASD tesserata presso la FIS, e quindi comparire nella lista tecnica come insegnanti e avere almeno un partecipante al corso da lui tenuto presso una società sportiva.
4) Tutti i tecnici, o istruttori o maestri che dir si voglia volessero votare i loro rappresentanti cosiddetti “grandi elettori” alle votazioni federali, dovranno farlo secondo le regole stabilite dal Registro CONI.
Resta pertanto fondamentale la sentenza del TAR fra ANS e FIS, relativa al rilascio dei diplomi magistrali di scherma, perché il trend sta andando verso la trasparenza totale degli atti e delle azioni in campo sportivo, perché tutto, ma proprio tutto sarà perfettamente tracciato.
Occhio a dare le deleghe!
Vostro superattivo
Ugo Scassamazzo

16 gennaio 2020

FEDEREFUSO 2020 – THE REVENGE


Negli anni passati abbiamo fatto cenno più volte all’epidemia da refuso che ha colpito la Federazione più medagliata d’Italia. Purtroppo, dobbiamo prendere atto, il 2019 si è  concluso senza che nessuno trovasse la cura contro questo malevolo e infestante virus che si è annidato nelle stanze federali dall’inizio dell’ultimo mandato dell’augustissimo Maestro Scarso. Nei primi giorni di gennaio la flagellante epidemia di refusite ha già mietuto le prime vittime.
Il Direttore di Torneo (o il Computerista) della prova di qualificazione Zona Sud ha cambiato per  ben quattro volte in dodici ore i risultati della gara di sciabola maschile e, refuso non sostanziale dopo refuso non sostanziale, ha fatto risalire nel ranking un atleta accompagnato in gara dal Maestro della società del DT fino ad ottenerne la qualificazione alla seconda prova open. Poi per fortuna, un medico pietoso ha trovato il farmaco adatto a calmare la crisi e la classifica è tornata a posto.
Oggi, invece, il Segretario Generale ha avuto una allarmante ricaduta. E’ a sua firma la nota pubblicata sul sito federale che ricorda a tutti gli Affiliati che a partire dalla corrente stagione Agonistica, costituisce elemento essenziale ai fini del rinnovo dell’iscrizione al Registro CONI l’aggiornamento della sezione del sistema di Affiliazione e tesseramento con la descrizione delle attività didattiche e formative svolte nell’ambito della propria società a partire dalla data del 01/09/2020.
Per fortuna che ormai tutti gli affiliati sono al corrente della malattia, altrimenti molti avrebbero potuto convincersi che l’obbligo riguardi soltanto le attività future ed incorrere nella sanzione della cancellazione del Registro CONI.
Il virus non ha risparmiato nemmeno l'augustissimo Maestro Scarso che ha inaugurato l’epidemia 2020 convocando come Maestro un Istruttore Nazionale e dimenticando che ormai sono tutti tecnici federali senza distinzione di razza, sesso e competenze.
Ma la cosa peggiore è che il virus potrebbe aver avuto  una mutazione informatica e aver colpito il foglio excel usato per il calcolo del ranking nazionale.
Cari amici della scherma, che dire, in attesa che l'Oms isoli il virus e trovi il vaccino, state molto attenti, copritevi bene e lavate spesso le mani, e alle prossime elezioni portate la matita da casa, non si sa mai che si possano contagiare pure le schede e le urne.
Diomede Grammatico

14 gennaio 2020

LA BEATA GIOVENTU'


L'anonimo che ribatte
Qualche giorno addietro Alberto AMENTA con un video ha dichiarato a tutto il web, in particolare riferito al mondo della scherma, che egli è stato uno degli ideatori della pagina instagram “alla ricerca di Marcel Fischer”, al tempo stesso ha comunicato di aver abbandonato tale iniziativa, augurando al suo ex compagno di viaggio di continuare con l’iniziativa, facendo attenzione a non legarsi a nessuno, ovvero di conservare quella indipendenza che ha consentito alla pagina di avere successo.

Immediata la reazione del pubblico, chi contro chi a favore, e c’è stata anche sul blog con l’intervento di Piero SPADA, il quale, secondo la sua visione, ha tratteggiato la figura di Alberto. Ci sono stati diversi commenti e come sempre ognuno ha espresso la propria opinione.

Ma non è di questo che voglio parlare bensì dell’articolo che Alberto ha scritto in risposta a tutti gli interventi. Ne ho tratto una bella impressione: un ragazzo consapevole di quello che ha fatto e vuole continuare a fare. Ha raccontato se stesso con la medesima ironia con cui ha condotto la pagina instagram.

Su di lui si sono scatenati i soloni dall’esperienza profonda, i quali non hanno capito il ragazzo, che con animo pulito e con la mente fresca, ha enunciato il proprio pensiero. Noi cosiddetti grandi dovremmo sempre apprezzare un giovane che si manifesti in tutta la sua semplicità, sia pure con qualche sfumatura di altezzosità dovuta, peraltro, alla sua giovane età. Quando, con il passare del tempo, avrà acquisito la necessaria esperienza diverrà un personaggio di caratura importante e potrà contribuire a migliorare il mondo che lo circonda.

Sono basito da alcuni commenti con i quali si è cercato di mettere in difficoltà il ragazzo, definendolo cafoncello, bulletto ed antipatico e gli arroganti di turno gli hanno anche dato del mocciosetto. Tutto ciò solo per il fatto che ha avuto il coraggio, la chiamerei sfrontatezza della beata gioventù, di esternare il proprio pensiero in chiaro e con il suo stile. 

E’ stato preso in giro perché ha posto l’accento sulle trasferte nord-sud, sulla assegnazione delle gare ed altre situazioni deficitarie della FIS. Ed ancora, è stato diffidato a calibrare bene le parole poiché in molti potrebbero seguirlo ed assumere le sue stesse idee.

Ebbene, ben vengano giovani capaci di convogliare idee e fare proselitismo se sono come Alberto. Non ho dubbi che la maggior parte dei nostri giovani la pensino come lui: essi rappresentano la spinta innovatrice che nell’attuale establishment manca.

Vorrei puntualizzare, da quello che ho potuto capire, che Alberto si sarebbe affrancato dal rispondere a tutti perché, credo, gli interessi poco cimentarsi in un esercizio in cui non ha di fronte nessuno, però lo ha fatto a volte con sarcasmo ed ironia, a volte con sfrontatezza, altre ancora con irriverenza, ma con la freschezza della gioventù dei suoi 23 anni. Ho avuto l’impressione che si sia più divertito che altro, anche nel leggere tutti i commenti.

Tanto ancora ci sarebbe da dire, ma non intendo tediare i lettori, quindi concludo con una considerazione ed un invito. Per la prima mi rivolgo a tutti quei commentatori che abbiano frainteso o, quantomeno, abbiano voluto far passare come un messaggio sbagliato il pensiero di Alberto, precisandovi che se le vostre argomentazioni sono quelle lette in alcuni commenti siamo messi veramente male. Il secondo è un invito ad Alberto, che spero di conoscere personalmente quanto prima, di non rinunciare mai ad essere se stesso: se lo facesse diventerebbe un pavido al pari dei tanti esperti soloni che si nascondono dietro l’anonimato.
Ezio RINALDI

09 gennaio 2020

A proposito di "Alla ricerca di Marcel Fischer"


Alberto AMENTA
Sono lusingato per le bellissime parole usate nei miei e nei confronti di Giovanni dal sig. Piero SPADA ci tengo dunque a rispondere e provo a farlo come al solito con sincerità e con un linguaggio da me sempre adoperato, forse un po' più “pettinato” ed elegante, ma nel rispetto di questo blog e di quel genio di Ezio Rinaldi.
É sorprendente vedere cosa si è scatenato subito dopo le nostre rivelazioni, da telefonate "dall'alto" al ragazzino che ci confessa in chat tutta la sua stima (per un'idea a mio avviso, ripeto a costo di passare per finto umile, alla portata di tutti). Alla ricerca di Marcel Fischer per come la intendo io non è una semplice pagina Instagram ma bensì un ideale che mi appartiene e che porterò avanti ovunque.
Come noto, mi sono tirato fuori dal progetto in sé, e come scritto nell'articolo su questo blog a noi dedicato, il forte nostro è stato il non essere schierati da nessuna parte, anzi, l'essere schierati (o almeno provarci) dalla parte del bene comune, e di conseguenza denunciare la parte avvelenata e malata di questo sistema. A ragion veduta mi auguro fortemente che Giovanni porti avanti la pagina incarnando sempre gli stessi ideali, spero che non lasci strumentalizzare la pagina da ghiotte opportunità federali, né varrebbe la coerenza e la bellezza di Alla ricerca di Marcel Fischer, mi auguro dunque che non sia dalla parte di qualcuno per il semplice fatto che sono l'opposizione, ma bensì perché sono onesti, e preservi sempre l'intelligenza neutrale che ti fa denunciare la qualsiasi... Quell'indipendenza da tutto e tutti, quel disinteresse di potere che c'ha contraddistinti.
Tengo anche a dire che seppur molto titubante del futuro della pagina una volta rivelate le identità, da sempre punto di forza necessario per la crescita dell'attività così da illudere che fossimo chissà chi e invece siamo due tesserati Fis qualsiasi, rispetto la scelta di Giovanni nel voler portare avanti questo progetto.
Detto ciò, ringrazio quanti mi hanno chiamato, manifestando un sincero interesse per quello che ho scritto e non al mio canale per la sua influenza su questo movimento, e ringrazio anche per questa splendida opportunità di poter scrivere  su questo blog. Vorrei iniziare a fare il mio vecchio sporco lavoro continuando a rispondere all'articolo su di noi. Visto che s'è parlato di meditare in vista delle elezioni prossime, vorrei dire cosa ho notato, e quale penso sia uno dei motivi per il quale alle ultime elezioni le cose non siano cambiate, nonché perché temo che difficilmente cambieranno alle prossime, nonostante per esempio i seguaci della nostra pagina, che bene o male provengono da tutta Italia, erano soliti a scriverci critiche sull'organigramma federale.
É molto semplice. Non c'è democrazia. Ogni società ha un voto, voto che dovrebbe essere concordato con tutti i soci, cosa che di fatto spesso e volentieri nelle sale non è. Quindi se ci sono 50 soci che vogliono votare "x" ma chi gestisce la società vuole votare "y" perché "y" l'ha comprato con allettanti ca.. volate che non verranno mantenute, e viene a ledere una decisione comune e democratica, quei 50 soci possono andarsi a fare benedire, ed ecco perché tutti si lamentano ma le cose non cambiano. Un maestro a me molto caro dice sempre che "la porta si apre da dentro".. 
Il cambiamento non deve partire sperando nelle nuove generazioni così a caso, fosse per loro sono certo che nella maggior parte dei casi le cose sarebbero diverse, il cambiamento deve nascere grazie a chi è a capo di queste società schermistiche. E deve avvenire decidendo che essendo sulla terra solo di passaggio il potere non conta, e che per una volta si decidesse per il bene della scherma italiana, dando così l’esempio agli uomini e alle donne di scherma del futuro, ma mi rendo anche conto che digitando queste parole mi sento molto Greta Thunberg che dice a un ignorante qualsiasi di non inquinare. Ragazzi, meno ignoranza più democrazia. Questa è la mia, per il resto sogno sempre la Errigo di spada!
Alberto AMENTA.

06 gennaio 2020

IL DOMINATORE E LA FINE DI UN REGNO


Prendo spunto da un commento all’articolo “RIVELATE LE IDENTITA' AMMINISTRATIVE DI “Alla ricerca di Marcel Fischer”, il quale nulla ha a che vedere con il tema sviluppato, però trattandosi di questione particolarmente sentita dai lettori, i quali, a quanto è dato capire, si sentono frustrati e presi in giro da una gestione di una branca tecnica che sembra più una dimostrazione di come si munge una vacca. E si perché, cari amici, il mercato delle vacche, per alcuni è sempre fiorente e vale la pena approfittarne, finché si può. Talché mi è venuta in mente una storia immaginaria che vi racconto, dove ognuno può trovare la propria interpretazione.
La Storia è piena di Re, dittatori e onnipotenti, le cui immagini e gesta vengono offuscate e spesso cancellate, dai figli presi da deliri di onnipotenza. Da alcune monarchie attuali, a Zeus, passando per Bossi e suo figlio, ci sarebbe tanto da scrivere. 
La favola ci porta ancora alle scelte del dominatore di un reame ed alla sua prole. Lui è onnipotente uomo del regno e con la sua influenza determina l’ascesa o la decadenza di questo o quel suddito. Con il suo peso politico gestisce e osanna chi vuole, ma distrugge chi non lo segue; impone il suo volere, anche al Re, e si circonda di personaggi, cantastorie e collaboratori non pensanti, che al momento sono fedelissimi ed interessati. 
Il grande dominatore, oggi si direbbe “influencer”, deve però pagare lo scotto della sua impopolarità, che raggiunge percentuali pari ma inverse, a quelle che il suo governante ha nei consensi pubblici, peraltro ottenuti con metodi un po’ discutibili. Come la maggior parte degli uomini, ha famiglia e quindi dei figli, i quali anche loro gravano sulle spalle dei sudditi e in virtù del loro lignaggio sovente hanno atteggiamenti per cui contribuiscono in modo travolgente alla impopolarità ed all’ilarità del popolo nei riguardi del proprio genitore.
Capita poi che mentre il Dominatore preservi il piccolo discendente dagli sguardi e dalla gogna del popolo in eventi pubblici, non ufficiali, e senza la sua presenza, il rampollo si manifesti in tutta la sua improponibilità. Soggetto non nuovo ad atteggiamenti capricciosi, tipici dei figli degli uomini di potere. Dette bizze dopo averle manifestate fuori dal proprio dominio, le esprime anche in eventi non ufficiali ed all’interno del dominio stesso, alla presenza di notabili e del popolo.
Il rampollo riesce a creare situazioni tali per le quali chiunque avrebbe provato vergogna e fuggito dal reame, senza avere voglia di farsi vedere nuovamente in pubblico. Egli no, infatti, dopo aver saltato e ballato tra tavoli, panche e pedane, si scontra con rappresentanti del popolo e nell’unico combattimento con un popolano, aspirante al rango di aristocratico, sotto lo sguardo degli astanti, il rampollo mostra tutto il suo delirio, prima approfittando di una richiesta di intervento del giudice preposto a dirigere la tenzone e poi, non accettando la sconfitta, diretta o comunque indiretta, dovuta proprio alla decisione dell’arbitro.
La massima espressione dell’arroganza del rampollo, si manifesta quando decide di imporre le regole, dall’alto della sua discendenza. Solo l’intelligenza e la superiorità culturale del ‘popolano’ avversario, porta ad una decisione di cortesia, cioè cancellare il tutto, riproponendo quell’ultimo atto. 
Sotto gli occhi di tutta la comunità viene ribadito l’esito della tenzone, che la condizione sociale del virgulto aveva in qualche modo annullato. Il popolo esulta per la vittoria del suo rappresentante in quanto la ritiene "sua", poichè la sua conclusione ha dato la sensazione, come succede nelle corride, che il toro abbia battuto il torero, ovvero la gente, avendo poco gradito le intemperanze e gli atteggiamenti del rampollo, ha esultato come se il popolo avesse abbattuto la monarchia. Una vittoria quella del ‘cavaliere popolano’ pregna di indizi di una irreversibile decadenza di quel regno in cui parlare è una impresa e dove chi si ribella è proscritto.
La fine della monarchia ha un solo responsabile: il Re, poiché ha consentito al Dominatore di regnare al suo posto.
Come tutte le favole anche questa ha avuto in lieto fine, speriamo senza ripercussioni per chi ha avuto il coraggio di opporre le proprie abilità al figlio del Dominatore.
Una favola, rimane una favola, anche se…
Ezio RINALDI

04 gennaio 2020

RIVELATE LE IDENTITA' AMMINISTRATIVE DI “Alla ricerca di Marcel Fischer”


Marcel Fischer portato in trionfo dopo la vittoria olimpica
Si attendeva questo coming out da circa due anni. Alla ricerca di Marcel Fischer ha finalmente un volto, anzi due. Le identità che in questi anni c'hanno fatto sorridere un po' per divertimento un po' di rabbia per quello che succede in "Questa splendida organizzazione" (cit. Milanoli spesso usata dai due), corrispondono ad Alberto Amenta e Giovanni Repetto. Il primo ha chiaramente spiegato tramite una Instagram TV le sue intenzioni di voler abbandonare il progetto fino a data non fissata, l'altro ha spiegato il suo non essere d'accordo e il suo voler portare avanti l'impresa. Purtroppo temo che questa brillante intuizione sia arrivata al capolinea e credo anche nel momento più giusto. Non manca moltissimo alle elezioni e in questi anni, i due ragazzi di Catania c'hanno fatto riflettere molto su come funziona questo sistema tutto da rifondare, hanno analizzato le cose che non vanno e le hanno denunciate con ironia, facendo satira... Talvolta anche a costo di essere "pesanti", tanto da rischiare querele, ma come ci fa capire Alberto c'è di base la voglia di essere "politicamente scorretti" probabilmente per cancellare un buonismo ipocrita, il lecchinaggio e la sete di potere che contraddistingue in negativo una bella fetta di persone che  fanno parte del popolo della scherma.  Gente che si venderebbe la madre per un posto come portaborse, gente senza arte in sotto. Il forte di questa pagina/attività è stato sicuramente il linguaggio scurrile e giovanile, la capacità di coinvolgere tutti in qualcosa che in molti hanno provato a fare tramite blog, pagine e siti ma con risultati minori, la loro scelta di canale "instagram" ma soprattutto il fatto di non essere schierati da nessuna parte e denunciare qualcosa indipendentemente da chi o cosa ci fosse dietro e sempre con cognizione di causa. Sono sorpreso di come queste identità corrispondano a due ragazzi semplici quanto intelligenti. 
E dunque una rivelazione a mio avviso che si incastra perfettamente con il tempo... Tante volte si parla di quanto il tempo sia fondamentale nella scherma, qui lo è stato, Alla ricerca di Marcel Fischer ha fatto quello che doveva fare. Ha sensibilizzato la gente, nel bene di una federazione,  come dicevo prima, tutta da rifondare. Adesso ci saranno svariati mesi per meditare e cambiare le cose. Io intanto ringrazio quanto fatto dalla coppia, forse anche inconsapevole del loro reale operato. Col nuovo anno vi auguro di poter continuare sempre con questa chiarezza e correttezza intellettuale, non so che ne sarà della pagina una volta svelata la vostra identità ma mi auguro di vedervi in giro e offrirvi un caffè, perché da anonimi é un conto ma averci messo la faccia come gran finale fa capire di che pasta siete fatti. Se tutti fanno i controtempi non resta che fare una finta in tempo. Fuori e dentro la pedana. 
Chapeaux,.
Piero SPADA


03 gennaio 2020

CONTRIBUTI E CAMPI GARA


Siamo appena ad inizio anno ed ancora a goderci le festività e credevo che finalmente potessimo dedicarci alla famiglia ed alle libagioni, succulenti ed abbondanti, che in questi giorni la fanno da padrone, invece tra una un 7 e 1/2 ed una tombolata continuano ad arrivare messaggi e segnalazioni varie, per i quali non puoi sottrarti alla loro attenta lettura. Così ti ricordi di qualcosa che hai lasciato indietro, una di queste riguarda i contributi regionali e le regole che ne determinano l’assegnazione, che, a quanto mi risulta varia da regione a regione, senza che la FIS abbia mai dato indicazioni precise ed uniformi sui criteri da adottare. Sicché  troviamo regioni che privilegiano  la partecipazione all’attività regionale, non intesa come numero, ovvero più atleti iscrivi e più soldi prendi, bensì solo partecipare, magari con un solo atleta e di scarsa qualità; altre che guardano più ai risultati; altre ancora alla attività promozionale; altre ancora alla organizzazione di gare e qui bisognerebbe fare un discorso a parte; altre ancora stabiliscono principi un po’ particolari, con i quali, in un modo o nell’altro si cerca di escludere realtà che svolgono una qualificata ed intensa attività nazionale   ed internazionale.
Come vedete siamo in presenza di situazioni eterogenee in cui ogni dipartimento decide per conto proprio. E’ chiaro che le Regioni che abbiano un Consiglio regolarmente eletto possano deliberare norme specifiche per la propria regione, in virtù della conoscenza del proprio territorio. Però dette Norme dovrebbero essere deliberate in tempo tale da permettere ai club insistenti nella regione di proporre eventuali correttivi, ovvero di recepire quanto deliberato ed attenersi alle disposizioni emanate.
Spessissimo, comunque, si viene a conoscenza di dette Norme al momento della presentazione delle varie istanze e si ha come l’impressione che vengano stabilite in ragione di una tale realtà che potrebbe discostarsi dalla linea politica di quella regione. Cosicché si potrebbe assistere alla elargizione di contributi a circoli quasi fantasma, i quali prenderebbero parte alla attività locale con un solo rappresentante in tre prove, a danno di chi opera su tutto il territorio nazionale, portando prestigio a quella determinata zona. Ciò sta a significare che un determinato club, che partecipa a tutte le gare nazionali e regionali, in virtù del fatto che salta una gara a livello locale potrebbe, secondo i criteri adottati dalla regione, subire una penalizzazione del 40% del contributo previsto.
A questo punto nulla conterebbe che una tal realtà risulterebbe tra le prime, se non la prima, di quelle insistenti in quel territorio e che figurerebbe nelle primissime posizioni della graduatoria nazionale, mentre molti club della stessa regione vivacchiano potendo contare su aiuti agevolati.
A questo punto sbocciano spontanee alcune domande, che rivolgo all’attuale Consiglio federale al fine di dirimere i dubbi che, mio malgrado, mi sono venuti alla mente e che certamente sorgono anche ai lettori. La prima: perché non stabilire criteri generali che siano uniformi per tutte le regioni, fatte salve realtà particolari?; perché non stabilire quali siano queste realtà particolari e perché?; è possibile che nell’arbitrio di ogni regione, i criteri assunti servano a legittimare un potere per il quale si possa privilegiare una realtà piuttosto che un’altra più meritevole?  Insomma, i dubbi ci sono e sarebbe opportuno dirimerli perché, altrimenti, pensare che certi criteri siano adottati “ad personam” sia un esercizio assolutamente giustificato.
Un pensiero sulla organizzazione delle gare ed i siti in cui vengono svolte.
Recentemente in due gare organizzate al nord, non indico né il luogo ne le società organizzatrici, mi limito alle osservazioni che mi sono pervenute, le quali sono state verificate con persone presenti nei due eventi.
Nel primo non esistevano o, comunque, in numero assolutamente insufficiente, posti a sedere. Quindi i maestri accompagnatori sono rimasti rigorosamente in piedi dalle 07,00 del mattino fino a gara terminata; assalti sviluppatisi su due strutture, non propriamente funzionali ad ospitare competizioni di scherma. Infatti anche i servizi igieni lasciavano a desiderare e, dulcis in fundo, poco prima dell’inizio dei gironi è stata data comunicazione che per i maestri accompagnatori sarebbe occorso il pass per insistere tra le pedane al fine di seguire i propri atleti. In questo caso non ci sarebbe nulla da eccepire ma la domanda è: erano state avvertite le società?  
Nel secondo, una sede con evidenti difficoltà logistiche e con ragionevoli dubbi sulla sicurezza relativa alla pericolosità di una zona ad alto rischio idrogeologico, soprattutto per la infelice data della competizione (periodo invernale). Insomma non un impianto, considerato il territorio, all’avanguardia e capace di ospitare in modo agevole una manifestazione schermistica, bensì una struttura destinata ad altre manifestazioni e priva di spogliatoi per atleti/e ed una quantità di servizi igienici assolutamente inadeguato al numero delle persone presenti. Peraltro era carente anche il numero di posti a sedere. Non solo, all’interno della struttura vi era posizionato un punto vendita di qualsiasi genere di vivande: dal fritto all’arrosto, dalla carne al pesce, con totale assenza di qualsivoglia sicurezza igienico/sanitaria. Naturalmente l’odore dei fritti l’ha fatta da padrone ed i presenti hanno avuto la sensazione di trovarsi in una classica sagra di paese dove si ospitava, di contorno, un evento schermistico nazionale.
Caro Consiglio direttivo, ti prego di fare le opportune verifiche e qualora ciò che ho scritto avesse un fondamento di verità di porre una maggiore attenzione nell’assegnazione delle sedi di gara, magari evitando di accontentare, per ragioni politiche, questo o quell’altro amico e soprattutto a che servono i protocolli “City Parter”?
Ezio RINALDI