Che un dentista
(nonché consigliere federale) si atteggi a psicologo e discetti di ipertrofia
dell’io (non scrivo “ego” per non
indispettirlo) e di narcisismo (traduzione per il testuale: “persone che amano talmente se stesse che non
riescono a dialogare sinceramente, senza godere immensamente nell’ascoltare le
proprie parole altisonanti”), passi pure (non scrivo “transeat” per la stessa ragione). In fin dei conti su facebook, non meno che al bar, ognuno
dice la sua, anche su argomenti dei quali sa poco o nulla.
E pazienza se la
stessa persona, poi, non colga il taglio satirico di certi accostamenti e il
tono iperbolico di talune espressioni, cui è funzionale l’uso del latino
medievale, visto che si parla di un rex
et imperator (e qui, scusatemi, mi è scappato!). In fin dei conti che “uno
vale uno” è vero solo nell’urna elettorale. Per il resto siamo - tutti - gli
uni differenti dagli altri (per fortuna).
Ciò che preoccupa e
allarma nella comunicazione FB del predetto consigliere è altro.
Preoccupa il fatto
che si proponga di (e inviti altri a) “fermare” i suoi contraddittori (“pochi, ma estremamente pericolosi. Bisogna fermarli perché capaci … ecc.”).
Ora il punto è: fermarli come? Con mezzi legali, si spera; ma, al momento,
“fermata” (dal TAR) è stata la FIS. Oppure si sottintende che “bisogna
fermarli” comunque? In questo caso, la frase ha un contenuto implicitamente
minaccioso. Mi (ci) devo (dobbiamo) preoccupare e prepararmi (prepararci) ad
avvalerci della “nuova” legittima difesa?
Allarma, poi, la
assoluta mancanza di logica nel dictum
(accidenti, ci sono caduto di nuovo!) del nostro, che, in alcuni passi, sembra
sfiorare il non-senso. Noi saremmo coloro che “nascondendosi dietro le norme di legge, non esitano a forzare le
stesse, facendosi rieleggere in improbabili assemblee notturne”. Ma come si fa a “nascondersi” dietro una
norma e poi a forzarla? Una norma la si interpreta e la si applica, se si è
corretti. Se invece, tali non si è, la norma si viola, magari una norma del
proprio statuto (avete presente l’art. 1 comma 12 dello statuto FIS? per non
parlare delle altre fonti normative cui fa riferimento la sentenza del giudice
amministrativo).
Quanto all’assemblea
“notturna”, come è stato già giustamente fatto notare, essa fu mattutina. Si
trattava della prima convocazione e l’allarme dei convocati era più che
giustificato dato l’evidente piano di scalata in danno dell’Accademia da parte
di chi voleva assoggettarla alla FIS. D'altronde che questa fosse (e forse
tutt’ora sia) l’intenzione di non pochi tra i rappresentati dell’attuale establishment federale è
stato chiarito expressis verbis (non riesco a smettere!) proprio
per bocca degli stessi.
E ancora: non è
affatto evidente quali sarebbero “i
privilegi feudali” (testuale, ancora una volta) che i soci dell’Accademia
vorrebbero conservare. Essi (i soci, non
i privilegi), in realtà, dedicano gratuitamente il loro tempo all’Ente,
al quale versano anche annualmente una quota in cambio di … niente. Credo che
sia l’unica associazione del mondo sportivo che offra (a terzi non ai suoi
soci) un servizio senza che agli associati ne venga alcun vantaggio.
Ebbene ho idea che
proprio qui stia il problema: nella nostra indipendenza, che deriva dalla
assenza di interessi diretti, privati o elettoralistici. Noi la consideriamo un
valore; altri, viceversa, un inaccettabile privilegio perché, evidentemente,
non può essere oggetto di contrattazione e scambio.
Non credo sarà
facile “fermarci”.
Maurizio FUMO