Solo quattro giorni fa terminavano gli europei di scherma a Basilea, e mentre contavano le undici medaglie vinte, passavano il testimone a Genova, prossima sede del campionato continentale nel 2025.
Niente
male davvero, ma se consideriamo che a Plodviv-Cracovia l’anno scorso furono
sedici e l’anno precedente ad Antalya quattordici, dobbiamo ammettere che c’è
stata una lieve flessione. Però la fisiologia delle vittorie agli europei e al
mondiale è sempre la stessa, ovvero prima dell’olimpiade le medaglie oramai
dall’edizione di Sheffield nel 2011, sono dieci, mentre subito dopo il grande
appuntamento olimpico, quasi sempre aumentano. È anche vero che a causa del
Covid, i risultati sono stati leggermente anomali in tutta Europa, ma se
consideriamo che siamo tornati alla normalità da circa un paio di anni, era
prevedibile che saremmo ritornati alla solita statistica cioè quella di circa
dieci podi per ogni europeo.
La
statistica d’arma è comunque interessante, in quanto cinque sono state
la medaglie nel fioretto, tre nella spada e tre
nella sciabola. Considerato che di solito la sciabola era il fanalino di
coda della famiglia schermistica, possiamo dire che questa volta è risalita con
grande spinta e il risultato, specie fra gli uomini si è visto. Le donne invece
devono ancora lavorare e personalmente sogno una politica federale che guardi a
questa arma come al fioretto, con più incisione.
A
detta di molti, sappiamo che il campionato europeo è la gara più difficile in
assoluto, anche se all’appello mancano americani, coreani, cinesi e giapponesi,
che stanno salendo nel Ranking, come anche egiziani e iraniani. Tutti questi li
vedremo a Parigi, ma il campionato del Vecchio continente era sotto gli occhi
di tutti, e infatti abbiamo visto crescere gli ungheresi nel fioretto e nella
spada, nonostante la sciabola rimanga la loro arma preferita, nella quale
verosimilmente sono apparsi calando, sia nel maschile che nel femminile.
Interessanti
i francesi che non si sono fatti scappare i podi migliori, ed era prevedibile.
Spada e fioretto molto bene, ma anche la sciabola femminile non è passata
inosservata. I turchi si sono mostrati forti nella sciabola, mostrando maturità
e tecnica. I rumeni, anche loro da tenere d’occhio, hanno presentato
schermitori giovanissimi che faranno strada, e Covaliu è uno di quelli, come
fra gli ungheresi Gergo Szemes che ha solo 21 anni e ha dato parecchio filo da
torcere agli italiani nella prova a squadre.
Fra
un mese ci sarà quindi la giornata inaugurale della XXXIII olimpiade e da quel
momento in poi anche le gare dei nostri atleti, ai quali rivolgiamo il nostro
più vivo incoraggiamento.
Viva
la scherma!
Fabrizio ORSINI