Stando a quanto si legge in giro, sembra che quella del “refuso statutario” sia
una infezione virale che sta prendendo sempre più campo nel mondo schermistico
italiano.
Prendiamo ad esempio lo strano caso
dell’A.I.M.S
Qualche giorno fa ho dato un’occhiatina
proprio all’art. 1 del vigente Statuto
AIMS, entrato in vigore il 2 aprile 2011:
Art.
1 – L’associazione
L’Associazione
Italiana Maestri di Scherma, Associazione Sportiva Dilettantistica, sorta come
Gruppo Schermistico Magistrale e Sezione Magistrale della F.I.S., già
denominata “Accademia d’Italia dei Maestri di scherma”, che ha assunto
nell’Assemblea del 19-20 dicembre del 1970 la denominazione di A.I.M.S.,
Associazione Italiana Maestri di Scherma A.S.D. è Associazione
aconfessionale ed apartitica senza scopo di lucro.
La prima cosa che salta agli occhi del
lettore è il fatto che, secondo quanto scritto, la trasformazione dell’AIMS in
A.S.D. e, quindi, la modifica statutaria per la nuova denominazione associativa,
sarebbe addirittura avvenuta nel lontano dicembre del 1970. Sennonché la
versione statutaria del medesimo art. 1,
che precedeva quella del 2011,
così recitava:
Art. 1 – L’Associazione
Italiana Maestri di Scherma, Associazione Sportiva dilettantistica,
sorta come Gruppo Schermistico Magistrale e Sezione Magistrale della F.I.S.,
già denominata Accademia dItalia dei Maestri
di scherma, che ha assunto nell’Assemblea
del 19-20 dicembre del 1970 la denominazione di A.I.M.S., Associazione Italiana
Maestri di Scherma, è Associazione aconfessionale ed apartitica senza scopo di
lucro.
A questo punto, viene
da domandarsi dove sta la verità? Siamo certi che quello del “2011” sia solo un refuso non
sostanziale?
Il problema è sempre lo stesso!
Siamo certi che la nuova denominazione sociale in ASD sia mai stata deliberata
dall’assemblea dell’AIMS? Chi può dirlo!
In realtà, la successione dei due
statuti come sopra riportati dimostra in ogni caso che lo “Statuto” AIMS non contiene
espressamente la denominazione sociale dilettantistica ma unicamente l’acronimo
“ASD” che è soltanto richiamato nei
cenni storici e di fatto non sembra essere stato oggetto di apposita
deliberazione.
In altri termini, la
denominazione sociale dell’AIMS, non è quella di Associazione Sportiva Dilettantistica
e tale circostanza fa sì che l’AIMS risulta iscritta nel registro CONI sebbene
il suo statuto non sia idoneo, secondo gli standard del CONI, ai fini di tale
iscrizione.
Come mai, allora, la FIS non se
ne è mai accorta e non ha segnalato questa circostanza al CONI?
Forse perché avrà valutato tale
contingenza quale sintomo di un mero refuso?
Una cosa però è certa: quando un’epidemia
incomincia a diffondersi la migliore terapia è quella di somministrare una
massiccia dose di anticorpi.
Ed è per questo che, nel
frattempo, la storiella dei refusi FIS ha preso una bruttissima piega; è infatti
di ieri la notizia della presentazione di
alcune interrogazioni parlamentari che hanno elevato il problema al più alto
livello governativo.
BUONA LETTURA
A. Fileccia
Interrogazione a risposta scritta 4-16025
presentato da
PINI Gianluca
seduta n. 765
GIANLUCA PINI. —
Al Ministro per lo sport . —
Per sapere – premesso che: la tornata di elezioni nelle Federazioni sportive
appena conclusasi ha previsto la rielezione di chi non avrebbe potuto esserlo:
Luciano Buonfiglio, numero uno della canoa nonché vicepresidente del Coni,
Giorgio Scarso, capo della scherma e vicario di Malagò, Ernfried Obrist, leader
del tiro a segno e Giuseppe Leoni presidente dell'Aeroclub; il bilancio delle
elezioni federali conferma 15 nuovi presidenti su 44, ma sembra che soli in
sette casi si possa parlare di vero rinnovamento, anche perché per alcune
riconferme risulta esserci stata una forzatura; il Collegio di garanzia del
Coni ha appena accolto i ricorsi contro la riconferma di Luciano Buonfiglio
alla guida della FederCanoa (Fick), perché la rielezione, molto contestata
dagli sfidanti, è dovuta al superamento del
quorum del 55 per cento
(necessario dopo il terzo mandato) con l'esclusione dal conteggio delle schede
bianche e nulle; addirittura risulterebbe che le schede non siano state né
vidimate, né timbrate o firmate, praticamente i delegati avevano votato su
pezzi di carta bianca senza alcun valore giuridico, ed il Collegio di garanzia
non ha potuto fare altro che prenderne atto;
altra questione è la riconferma di
Giorgio Scarso, braccio destro e vicario di Giovanni Malagò al Coni, avvenuta
lo scorso novembre con un voto «plebiscitario» (86 per cento di voti per il
presidente uscente, appena l'11 per cento per lo sfidante Maurizio Seminara),
che non avrebbe potuto ricandidarsi; lo statuto della FederScherma, fatto riscrivere dallo stesso Scarso
nel 2014, prevedeva all'articolo 64 il limite di due mandati, in apparente
contrasto con la normativa diffusa in tutte le Federazioni, che prevede un quorum
maggiorato del 55 per cento per la rielezione dopo 8 anni, per cui per lo
stesso Scarso, alla guida degli schermidori dal 2005, si sarebbe profilata
l'incandidabilità;
risulta da fonti di stampa, invero, che
il presidente Scarso, per eliminare ogni dubbio sulle modalità di rielezione,
abbia eliminato il passaggio incriminato ma in maniera velata, inviandolo
direttamente al Coni senza convocare un'assemblea straordinaria e senza
approvazione da parte di nessun organo, spacciandolo come semplice correzione
di «refusi non sostanziali presenti nel precedente»; il tutto però è finito al
centro di un ricorso, con il Coni che deve ancora pronunciarsi e la prefettura
di Roma che non ha ancora registrato il nuovo regolamento, in attesa di
verificare se la procedura sia stata corretta; il problema del limite
dei mandati sembra abbia investito anche Ernfried Obrist, presidente
dell'Unione Tiro a segno italiano dal 2008 che, ignorando completamente il
comma 1 dell'articolo 39 del suo statuto, secondo cui tutte le cariche
dell'Uits «restano in carica per un quadriennio olimpico e possono essere
confermate una sola volta per un solo ulteriore mandato», si è fatto rileggere
con l'85 per cento dei voti per un terzo mandato non previsto dalla Carta
federale –:
se e quali provvedimenti urgenti di
propria competenza intenda adottare per garantire che le elezioni per il
rinnovo del Coni, previste per il prossimo 11 maggio, si svolgano in un clima
di regolarità e trasparenza, che non appare all'interrogante garantito dalla
partecipazione dei presidenti delle federazioni, eletti o rinnovati, in
candidabili o ineleggibili.
(Iniziative di competenza, anche di carattere
normativo, in merito a situazioni di sostanziale incompatibilità e di conflitto
di interessi con riguardo ad organi di vertice di federazioni sportive - n. 2-01723)
Mi sembra che l'onorevole Valente sia intenzionato
ad illustrare la sua interpellanza, ma, prima di dargli la parola, salutiamo
studenti ed insegnanti dell'Istituto comprensivo “De Finetti” di Roma, che
stanno assistendo ai nostri lavori dalla tribuna.
Prego, onorevole Valente.
SIMONE VALENTE.
Presidente, attualmente le federazioni sportive riconosciute dal CONI sono in
tutto 45 e tutte devono essere disciplinate da un ordinamento statutario e
regolamentate ispirandosi ai principi di rappresentatività e democrazia
interna; tale principio di democrazia deve manifestarsi, in particolare, in
occasione delle procedure di rinnovamento degli incarichi e dei vertici delle
federazioni. La democrazia rappresentativa e la regolarità nelle procedure
elettive che portano al rinnovo dei vertici federali rappresentano componenti
imprescindibili che dovrebbero essere sempre scevre da meccanismi poco
trasparenti o falsati…….
Queste svariate anomalie
del sistema ne impediscono di fatto un sano rinnovamento e costituiscono un
evidente segnale di come, negli ultimi anni, le federazioni, che dovrebbero
avvicinare il cittadino alla pratica sportiva e alla cultura dello sport, sono
in realtà diventati dei centri di potere o, peggio ancora, in alcuni casi, spartizioni
di cariche tra politici……..
Alla luce dei fatti
esposti, si ritiene indispensabile un intervento volto a sanare queste evidenti
difformità e a riportare le federazioni sportive al loro ruolo primario, che
consiste nella promozione dello sport in tutte le sue forme. Accurati controlli
sono necessari, al fine di eliminare gli effetti di questo modusoperandi
e di contrastare ogni forma di illegalità nello sport. In virtù del potere di
vigilanza e controllo esercitato dal Governo sul CONI e dal CONI sulle
federazioni sportive, chiedo in che modo il Ministro intenda vigilare
sull'operato delle federazioni sportive, valutando la legittimità delle
deliberazioni assunte e assicurando lo svolgimento di controlli nella gestione
finanziaria.
Altro quesito è quali
misure intenda adottare per garantire che gli statuti delle federazioni
rispettino i princìpi di democraticità interna, arginando le anomalie
sopraccitate, che privano le federazioni di adeguata rappresentanza e
democrazia.
Chiediamo, inoltre, se
non ritenga opportuno stabilire dei limiti al rinnovo dei mandati degli organi
del Comitato olimpico nazionale e delle federazioni sportive, limitandoli a due
mandati, garantendo così l'effettività del ricambio degli organi elettivi
apicali e arginando il rischio di cristallizzazioni dell'assetto gestionale.
Infine, siamo a chiedere quali siano gli
intendimenti del Ministro in merito alle diffuse situazioni di incompatibilità
di cariche e di conflitto di interessi sopraccitati.
PRESIDENTE. Il
sottosegretario di Stato per la Salute, Davide Faraone, ha facoltà di
rispondere.
DAVIDE FARAONE,
Sottosegretario di Stato per la Salute. Presidente, con l'interpellanza
sono state poste all'attenzione del Ministro per lo sport, onorevole Luca
Lotti, vari episodi di irregolarità nel funzionamento di alcune federazioni
sportive. In particolare, gli interpellanti chiedono al Ministro di illustrare
quali iniziative, anche di carattere normativo, egli intenda assumere per
contrastare i brogli nelle procedure elettive degli organi di governo, per
ostacolare i conflitti d'interesse che, stando sempre all'interpellanza,
coinvolgerebbero alcune figure apicali.
Tutte le questioni poste
concernono, sia pure in termini parzialmente diversi l'uno dall'altro, il tema
dei rapporti delle federazioni sportive, il CONI e il Ministro per lo sport.
Come correttamente sottolineato dagli stessi interpellanti, il potere di
vigilanza sulle federazioni sportive è assegnato non al Ministro per lo sport,
ma al CONI, cui gli articoli 5 e 7 del decreto legislativo n. 242 del 1999
conferiscono il potere di controllo in caso di gravi irregolarità e di commissariamento
delle federazioni sportive.
Il Ministro per lo
sport, la cui funzione di vigilanza è limitata ai soli provvedimenti del CONI
concernenti indirizzo e controllo, non ha nessun potere di intervento diretto
suscettibile a rimuovere eventuali ostacoli che si frappongano al corretto
svolgimento della vita democratica delle federazioni sportive. Si tratta di una
prerogativa - si ripete - che l'ordinamento riconosce al Comitato olimpico
nazionale. Questo, almeno, il diritto vigente.
Ciò nonostante, le questioni
poste nell'interpellanza sono di primario interesse per il Ministro e
investono, quanto meno sul piano politico, le sue attribuzioni. Per questa
ragione, il Ministro intende approfondire i fatti riferiti nell'interpellanza e
sollecitare il CONI ad effettuare verifiche di competenza, nonché ad esercitare
i poteri che la legge gli conferisce, per rimediare ad eventuali irregolarità
nelle procedure elettorali o eventuali incompatibilità dei vertici federali
derivanti da situazioni di conflitto d'interesse.
Infine, per quanto in
particolare attiene al ricambio delle posizioni di verifica delle federazioni
sportive, il Ministro per lo sport conferma il proprio impegno, già
rappresentato nell'audizione del 24 gennaio scorso davanti alle Commissioni
cultura riunite, a far sì che si concluda nel più breve tempo possibile l'iter
di approvazione della proposta di legge n. 3960, a firma degli onorevoli
Ranucci e Puglisi, con la quale si propone, come suggerito dagli interpellanti,
di limitare a due il numero di rinnovi dei mandati.
PRESIDENTE. L'onorevole
Simone Valente ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla
sua interpellanza.
SIMONE VALENTE. …….Io
devo dire che però il problema qua è della politica, del Governo, che non si è
mai interessato, non ha mai vigilato, non ha mai portato avanti i propri
compiti di vigilanza sullo sport. Lo abbiamo visto per più di un anno e mezzo,
quando non c'era un referente politico a cui indirizzare tutte queste
osservazioni o che prendesse delle decisioni, anche facendole notare al CONI.
L'abbiamo visto quando l'ex Premier Matteo Renzi ha tenuto per sé la delega.
Poi l'abbiamo visto con il Ministro Lotti, che attualmente non ha neanche
ancora mosso un dito in campo sportivo.
Noi aspettiamo e
prendiamo atto di quello che oggi ci viene riferito, ma sicuramente abbiamo
molti, molti dubbi, che ciò venga applicato, perché politica e sport ormai sono
la stessa cosa; diciamo che a essere scoraggiate sono sempre in realtà le
persone che vogliono praticare sport, che vogliono portare avanti uno sport
pulito.
Io oggi sono qua in Aula a denunciare alcuni fatti, a chiedere anche
spiegazioni di alcuni fatti, in primis sulle elezioni dei presidenti
federali, perché io in premessa ho citato tantissimi casi, ma ce ne sarebbero
molti altri che sono stati oggetto di alcuni miei atti di sindacato ispettivo,
che aspettano ancora risposta. Questo per dire che il problema della democrazia
interna è un problema che va affrontato. Va affrontato a maggior ragione quando
devono essere rinnovati gli organi federali, perché non è possibile che si
arrivi all'elezione del presidente del CONI, che ci sarà a maggio, con dei
presidenti federali su cui ci sono delle incertezze di legittimazione.
Allora io mi chiedo: se
lo sport italiano ha eletto tutti i presidenti federali, in alcuni casi, con
irregolarità, alcuni casi, con delle procedure incerte, come possiamo poi
andare a legittimare l'elezione di un presidente del CONI? Questa è la prima
domanda che pongo e in questo caso, secondo me, anche il Governo è arrivato
assolutamente in ritardo, perché ha chiuso gli occhi davanti a tantissime
situazioni che continuano a esserci ormai da anni all'interno delle
federazioni.
Io ho parlato di centri
di potere: ovviamente non è così in tutte le federazioni, perché ci sono
federazioni sportive gestite molto bene, ma è così nella maggior parte dei
casi, nelle federazioni che prendono e ricevono tantissimi soldi.
Voglio ricordare che lo
Stato ogni anno dà al CONI più di 400 milioni di euro e il CONI alle
federazioni sportive nazionali per il 2017 ha stanziato 145 milioni di euro e
questo dovrebbe farci riflettere circa la vigilanza sui soldi pubblici, perché
sono soldi di tutti i cittadini e quindi va capito come vengono spesi. Su
questo devo dire che i centri di potere si sono creati anche con presidenti
federali che, ahimè, ormai sono da tantissimi anni in carica, che ormai hanno
acquisito un potere molto importante, hanno sicuramente avvicinato in alcuni
casi amici, politici e conoscenti. Quindi, le federazioni diventano
impermeabili anche a chi vorrebbe entrare, anche per lavorare nel mondo
sportivo, ma che, in realtà, trova una barriera.
Su questo devo dire che
il rinnovo della classe dirigente è uno dei primi punti che andrebbe
affrontato, perché le nostre università italiane sfornano tantissimi studenti,
tantissime persone che si occupano anche di gestione dello sport, non solo
tecnici o allenatori, che vorrebbero entrare nel mondo sportivo e trovano
assolutamente un ambiente che non è meritocratico.
Io vi voglio leggere alcune situazioni presenti
nelle federazioni. Ho parlato di tantissimi mandati, allora: nella Federazione
pattinaggio il presidente è da più di vent'anni ed è stato rinnovato; nella
Federazione tiro al volo, il presidente è lì dal 1993; nella Federazione golf,
il suo presidente è dal 2002 ed è stato rieletto; nella Federazione nuoto, il
presidente ha fatto cinque mandati, così come il presidente della Federazione
tennis; il presidente della Federazione bocce è lì da ventiquattro anni (apro
una parentesi, abbiamo visto anche cosa sta succedendo nella Federazione bocce
e come ci siano stretti contatti con il Comitato paraolimpico e su questo io
chiederei anche delle delucidazioni in futuro); il presidente della Federazione
pallavolo è dal 1995; il presidente della Federazione motonautica è al quinto
mandato; il presidente della
Federazione scherma è dal 2005, così come il presidente della
Federazione del ciclismo.
Questi sono
semplicemente alcuni casi eclatanti, ma, se poi andiamo a prendere anche i
presidenti regionali, allora qui apriamo il vaso di Pandora. C'è un sistema
incancrenito ed è per questo che noi chiediamo che venga messo un limite di
mandati, ma non è che lo chiediamo adesso, noi lo chiediamo da tempo e infatti,
se adesso voi vi esponete dicendo che lo farete, noi abbiamo molti dubbi su
questo, perché andava fatto prima, prima che venissero rieletti tantissimi
presidenti. Invece, voi avete aspettato le elezioni dei presidenti federali per
non andare a toccare gli interessi di qualcuno e adesso vi fate belli dicendo
che forse la proposta di legge andrà avanti. Io me lo auguro per trovare una
soluzione definitiva, ma su questo non potete avere la fiducia del mondo
sportivo.
Ho parlato anche di
conflitti di interessi, certo, perché, come avviene spesso, ci sono alcuni
buchi normativi che permettono delle situazioni anche di legalità, ma che sono
totalmente inopportune, perché abbiamo delle situazioni in cui il controllore è
anche il controllato e nel campo sportivo questo sistema è evidente. Ho già
citato casi di duplici cariche tra CONI Servizi e alcune federazioni, ma non
sono i soli, non sono i soli, e andrebbero affrontati anche con una seria legge
sul conflitto di interessi che tocchi anche l'aspetto sportivo. In questo caso
devo dire anche che i doppi incarichi sono inaccettabili.
Noi abbiamo sempre
portato avanti una politica di contrasto ai doppi incarichi, perché non è
accettabile che al giorno d'oggi un senatore possa fare anche il presidente di
una federazione, perché sono due incarichi molto importanti, che richiedono
tempo e impegno e che soprattutto non devono sommarsi, perché andrebbero a
creare il conflitto di interessi di cui parlavo prima. Anche qui ho citato
alcuni casi che abbiamo anche già denunciato in passato, ma io penso che la
politica non debba entrare in questo modo nel mondo sportivo. Dovrebbe stare al
di fuori di queste logiche, perché, se noi iniziamo a pensare al mondo dello
sport come alla politica, come a dei centri di potere, come una distribuzione
di poltrone, come un utilizzo di soldi pubblici in maniera scriteriata o un
posto dove sistemare amici degli amici, ecco lì che allora non parliamo più di
sport, ma parliamo di tutt'altra cosa.
Vengo ad un altro punto,
quello di alcuni presidenti condannati. Ho citato il caso del presidente Aracu,
condannato per corruzione. Allora, io mi chiedo come mai è da inizio
legislatura che il MoVimento 5 Stelle denuncia questa situazione e nessuno ha
mai, se non altro, fatto una dichiarazione, preso una posizione su questo caso.
Che esempio date ai giovani che si avvicinano al pattinaggio, ai giovani che
vogliono praticare sport? È questo il messaggio che volete dare? Quantomeno
prendete una posizione, muovetevi dal punto di vista normativo, se proprio non
potete incidere sulle dinamiche del CONI e delle Federazioni.
Tutto questo va a incidere
negativamente sul mondo sportivo e vi dico che, parlando con tantissimi persone
del settore, ci sono anche persone che ogni giorno lavorano nelle federazioni,
nel CONI, nelle associazioni sportive, che vorrebbero un vero rinnovamento, un
vero cambiamento, perché non possono più portare avanti questa politica che voi
ormai avete portato avanti da anni. Tutto ciò lo trovo totalmente irrispettoso
e io mi auguro che tutte queste situazioni un giorno cessino, cessino davvero,
perché è bene che anche noi parlamentari dobbiamo fare vigilanza, ma noi
dovremmo in realtà proporre delle soluzioni per migliorare il mondo sportivo,
ci dovremmo occupare di prospettive, di innovazione, di uno sguardo al futuro a
lungo termine, una programmazione a lungo termine, non di continui casi di
questo tipo che alla fine vanno a inficiare tutto il lavoro che fanno le
federazioni, che fa il CONI, che anche vuole portare avanti la politica.
Allora in tutto questo marasma di situazioni, pongo
sempre una domanda, quando le vedo e le affronto: ma in questo Paese quand'è
che si parlerà di sport.
Interrogazione
a risposta in commissione 5-10887
presentato da
VALENTE Simone
seduta n. 763
SIMONE VALENTE, COLONNESE, SIBILIA e SILVIA GIORDANO. —
Al Ministro per lo sport .
— Per sapere – premesso che:
per effetto del decreto Reale 21 novembre 1880, l'Accademia nazionale di
Scherma di Napoli, costituita nel 1861, è l'unico ente riconosciuto dallo Stato
italiano per il rilascio dei diplomi magistrali abilitanti all'insegnamento
della scherma in ogni sua forma, sia nell'originario contesto militare che
civile; tale prerogativa è stata sempre ribadita dai competenti organi statali
e recentemente riaffermata e rafforzata dal decreto legislativo 9 novembre
2007, n. 2016, che ha dato attuazione alla direttiva europea 2005/36/EC
concernente il regime di riconoscimento delle qualifiche professionali; la
Federazione italiana scherma, sorta quasi metà secolo dopo l'Accademia
Nazionale di Scherma, ha continuato a riconoscere esclusivamente l'Accademia
nazionale di Napoli quale ente titolare del rilascio dei diplomi magistrali
abilitanti all'insegnamento della scherma, in virtù del suo stesso statuto che
all'articolo 1, comma 12 recita testualmente che «L'Accademia Nazionale di
Scherma con sede a Napoli, è Membro d'Onore della F.I.S.; essa è riconosciuta
dalla F.I.S. al fine del rilascio di diplomi magistrali»;
l'Accademia, quindi, non svolge attività schermistica ma è persona giuridica
che opera nel settore della formazione professionale dei maestri e degli
istruttori di scherma;
in data 22 gennaio 2017, la suddetta federazione ha assunto una delibera di
approvazione di un nuovo Regolamento federale, attuativo del proprio statuto,
col quale ha ridefinito le proprie attività in materia di rilascio dei diplomi
e ha indetto un bando per sessioni di esami; con tale modifica del regolamento
attuativo del «Sistema Nazionale di Qualifica dei Tecnici Sportivi» definito
SNaQ, la federazione ha eliminato le esclusive prerogative al rilascio di titoli
e diplomi da parte dell'Accademia; inoltre, emerge come il bando della
federazione, nella sua prima formulazione, avrebbe addirittura riportato
impropriamente il logo dell'Accademia pur non avendo dalla stessa ricevuto
espressa autorizzazione; tali atti federali sarebbero stati assunti dalla
federazione senza il preventivo assenso del Coni e senza l'approvazione della
Giunta nazionale del Coni, prevista dal legislatore per i regolamenti federali
attuativi degli statuti;
negli ultimi tempi, si sarebbero inoltre verificate ulteriori anomalie
all'interno della federazione concernenti la
governance e i poteri ad
essa conferiti; innanzitutto si rileva facoltà in capo alla federazione di
scherma di bandire autonomamente sessioni di esami e designare componenti della
commissione esaminatrice, che appare agli interroganti di dubbia legittimità;
si rileva inoltre come siano state apportate modifiche allo statuto della
federazione approvate dapprima con delibera n. 324 del 16 settembre 2014 della
Giunta nazionale Coni e successivamente, a seguito di richiesta della
Federazione medesima che riscontrava dei refusi nel testo, con delibera n. 417
del 23 settembre 2016, Della vicenda è stata informata la prefettura di Roma;
il testo dello statuto, nella prima e nella seconda
formulazione, riporta differenze tali da incidere in modo sostanziale
sull'organizzazione dell'ente e in particolare sulla nomina del presidente
della federazione;
per dirimere controversie legate alle relative potestà e prerogative sarebbe
stata indispensabile una convenzione tra i due enti che avrebbe garantito un
assetto definitivo nei loro rapporti e una definizione delle competenze;
convenzione che era stata abbozzata, presumibilmente condivisa ma mai
definitivamente sottoscritta e approvata –: se non intenda acquisire elementi, tramite il CONI, nella vicenda,
in particolare in ordine alla legittimità delle modifiche statutarie di cui in
premessa.