24 luglio 2025

UNA SOLITA STORIA ITALIANA DI SUCCESSO

Maurizio ZOMPARELLI

Intervista a Maurizio Zomparelli

 di Fabrizio ORSINI

Ieri 23 luglio a Tiblisi in Georgia, la prima medaglia maschile nel campionato mondiale di scherma è stata quella del fioretto e non è stata messa al collo di un italiano, ma di un hongkonghese, che però di italiano ha molto, anzi moltissimo, perché a bordo pedana abbiamo visto Maurizio Zomparelli che abbiamo chiamato e intervistato per i lettori di PIAZZADELLASCHERMA.

Complimenti per il successo di ieri!

Grazie è stato bellissimo. Quando abbiamo visto il tabellone delle dirette, ci siamo detti che la gara era in salita, ma non ci siamo abbattuti. D’altra parte è un campionato mondiale, e pertanto sono tutti forti.

Sapevate che prima o poi un italiano o un francese lo avreste incrociato.

Esatto. Fa parte del gioco e ci eravamo preparati ad affrontare i migliori del mondo.

Un lavoro lungo quindi.

Dalla gara di Vancouver Rayan (Choi) era ventisettesimo del ranking. Subito dopo ha vinto il GP di Shanghai scalando al diciassettesimo posto e solo dopo aver vinto il Campionato asiatico è salito al decimo. Ma dopo la vittoria di ieri è schizzato al primo posto così da vincere anche la Coppa del mondo.

Una escalation formidabile.

Eh già.

Parlaci allora di come è iniziata la tua avventura nella scherma, dagli esordi e di come sei arrivato a Hong Kong.

Io sono bresciano, seppure la famiglia non lo sia. Sono stato formato schermisticamente dal maestro Nicoli, alla Forza e Costanza, passando per alcuni dei migliori schermitori e insegnanti del fioretto lombardo. Poi sono entrato nel circuito della nazionale stando nelle Fiamme Oro, e a quel punto ho cominciato a insegnare al CS Roma. Per qualche anno le cose sono andate bene, ma poi ho voluto provare a sperimentarmi in altre discipline sportive.

Come allenatore, giusto?

Come preparatore fisico. Ho lavorato con il rugby, con il volley e il basket, ma anche nell’automobilismo in particolare con la Ferrari nel settore endurance tipo Le Mans, pur mantenendo vivo il rapporto con alcuni grandi amici della scherma, fra i quali Stefano Cerioni. Ed è stato lui che nel 2004 diventò CT del fioretto italiano che pensò di chiamarmi come preparatore fisico della nazionale. Sono rimasto con lui fino all’olimpiade di Londra nel 2012 quando è andato in Russia ed è stato naturale per me seguirlo nella nuova avventura.

A quel punto le tue mansioni sono cambiate o sono rimaste le stesse?

In Russia ho cominciato a occuparmi non solo della preparazione fisica, ma anche dei cosiddetti infortunati, che andavano riportati a un livello ottimale e a fare anche le prime lezioni con atleti di qualità.

E quanto sei rimasto?

Sono rimasto fino all’olimpiade di Rio nel 2016 cioè fin quando Stefano, mi ha portato negli Stati Uniti, perché era stato ingaggiato per allenare Race Imboden e di riflesso Isaora Thibus, sua fidanzata.

E poi cosa è accaduto?

Greg Koenig, che conoscevo da tempo, aveva capito il mio ruolo accanto a Cerioni e poiché era stato ingaggiato dalla Federazione di Hong Kong voleva un collaboratore della mia esperienza e mi ha proposto di seguirlo, così ho accettato. È avvenuto nel 2020, prima dell’olimpiade di Tokyo.

Quando sei arrivato lì che realtà hai trovato?

Hong Kong è una città piccola per gli standard cinesi.

Stiamo parlando di alcuni milioni di abitanti, giusto?

Circa otto milioni.

Se pensiamo che la Lombardia ne conta dieci…

Rispetto alla realtà italiana è grande, ma per la Cina no. Dal punto di vista schermistico poi è ancora più piccola, anche rispetto all’Italia.

In che senso?

Nel senso che per un campionato assoluto di fioretto i partecipanti sono circa una settantina. Raggiungiamo il centinaio se vengono coinvolti i cadetti e i giovani. La base di reclutamento è scarna, ma grazie ai successi olimpici e mondiali, stiamo vedendo che la risposta della popolazione è interessante.

Come in Italia, allora.

Tutto il mondo è paese.

Quanti club ci sono a Hong Kong?

Questo non te lo so dire, ma i numeri ripeto sono in generale piuttosto bassi. Ogni sala scherma conta poche decine di schermitori, dai trenta ai cinquanta.

Ma nonostante questi numeri siete riusciti a raggiungere grandi risultati.

Dipende tutto dal lavoro che fai. Quanto dedichi all’atleta, quanto l’atleta si dedica, ma soprattutto non bisogna avere fretta di vincere. L’obiettivo quindi va pianificato e bisogna lavorarci con estrema serietà e pazienza. L’atleta deve avere fiducia negli allenatori, così come la federazione di appartenenza.

È tutto frutto di una grande squadra.

Esatto. Greg è il coordinatore di tutti i maestri perché non ci sono solo io a lavorare, ma c’è anche Giacomo Fanizza che si occupa del settore junior e cadetto, insegnando il metodo per passare da cadetti a senior. Siamo inoltre affiancati da altri due maestri cinesi.

Torniamo alla gara di ieri. Che gara vi aspettavate di fare?

Rayan aveva lavorato bene sia nel Campionato asiatico, che aveva vinto, che in Coppa del mondo, per cui noi sapevamo di avere messo in pedana un atleta forte. Sapevamo come già detto che tutti sono forti man mano che ci si avvicina alla finale.

Trovare gli italiani come vi ha fatto sentire?

Prima Guillaume Bianchi e poi Filippo Macchi non è stato per nulla facile. Specie con Macchi, che è stato un assalto con alti e bassi. Prima in vantaggio Rayan, poi Filippo, infine il pareggio dell’ultima stoccata.

Molto combattuto.

Sì, ma anche di grande livello, soprattutto perché una sola stoccata, quella finale, ha cambiato il senso della gara. Per entrambi.

E il fatto di trovare Kirill Borodachev, ti ha sorpreso?

No, per nulla. E anzi se posso permettermi di dire la mia sulla esclusione degli atleti russi e bielorussi, era ora che ritornassero in gara. La politica faccia il suo lavoro, ma lasciasse stare lo sport. Lo sport è lo sport.

Sono d’accordo e condivido in pieno la tua posizione.

Inoltre la presenza dei russi ha dato più valore ai campionati ed è giusto che sia così.

Passiamo adesso alla gara a squadre. Non ti chiedo un pronostico, perché rispetto il cosiddetto silenzio scaramantico sportivo pre gara, ma tu come la vedi?

Il problema si porrà quando, per entrare nei Top 4, con ogni probabilità dovremo incrociare gli USA. Una squadra non facile che è sempre stata ai vertici internazionali. A questa va aggiunta la presenza di Italia, Giappone, Russia e Korea, dove anche l’Egitto può in qualche modo fare la differenza.

E la squadra di Hong Kong?

La squadra conta, oltre che Rayan Choi, anche Cheung, già campione olimpico, e due giovani sui quali puntiamo molto, Chin You Leoung e Laurens Ng.

Di certo sarà una competizione di alto livello.

Imperdibile.

Veniamo adesso al futuro. Quanto resterai a Hong Kong?

Per ora non solo sto benissimo qui, ma anche la Federazione mi ha confermato fino al 2028 e visti i risultati, siamo davvero tutti molto felici e desiderosi di continuare. E poi per cambiare è necessario trovare le condizioni adatte nel posto dove si va. Se c’è una base solida per la formazione di maestri e atleti e del loro reclutamento sul territorio, allora il lavoro sulla nazionale ha un senso, ma se non c’è è difficile che io arrivi nella medesima veste che ricopro qui.

Magari un domani, quando sarà un vecchio maestro, che i successi li ha raggiunti, e il ritmo della nazionale maggiore non mi sarà più sostenibile, potrò andare in un luogo per fare quel lavoro di formazione di base che è necessario per poi ottenere dei risultati di livello. Ma per ora credo di poter dare molto in questo ruolo in cui sono. Per esempio ho amici che lavorano in Arabia, ma lì manca lo strato necessario per costruire il grande castello agonistico maggiore. È necessario quindi lavorare sulle fondamenta di questo sport, altrimenti è solo una grande fatica.

E ti piacerebbe tornare a lavorare in Italia?

(ride) Per ora l’Italia è il luogo delle mie vacanze e di lavoro non se ne parla. Il mio legame con la FIS era Stefano Cerioni, ma tolto lui, non penso ci sia posto per me. Resto suo debitore per ciò che mi ha trasmesso, assieme a Giulio e Tito Tomassini, oltre Nicoli, che per me sono i miei punti di riferimento per la mia formazione magistrale. Ma ripeto che qui a Hong Kong sto benissimo e sono felice, sia per i rapporti che ho instaurato, che per i risultati che stiamo ottenendo, quindi non ho nessuna intenzione di andare in nessun luogo se non quello dove sto lavorando ora.

Grazie per le tue parole e in bocca al lupo per la prossima gara.

Grazie a te per questa intervista e crepi il lupo!



 

 

23 luglio 2025

IL GIALLO DELLA DIRETTA DEI MONDIALI DI SCHERMA

Panorama di Tbilisi

Con l’inizio dei campionati del mondo di scherma la Federazione ha fatto un passo avanti in termini di comunicazione ed immagine del nostro sport. Infatti ha attivato il canale “ASSALTO” sulla piattaforma SPORTFACE, per accedere al quale, come accennato dal Vice Presidente GAROZZO, è necessario iscriversi con la propria e-mail e password. Niente di complicato, però è un ostacolo da superare e che dà l’impressione che non ci sia immediatezza nel fruire delle immagini. Altro problema è dato dal fatto che non ci sia la diretta ma che il tutto venga registrato e poi messo a disposizione dell’utente. Le immagini in diretta dell’evento le si hanno attraverso il canale della FIE, magari non specificatamente degli italiani, però a questo punto non era meglio la web TV della federscherma?

Mi chiedo: cosa succede tra la FIS, la Rai e la FIE in merito alla diretta streaming dei mondiali di Tbilisi in Georgia?

Nello scavare tra le notizie relative alla trasmissione della gara più attesa dell’anno, l'invio/ricezione di segnali audio e video via Interne appare come una specie di giallo in cui ufficialmente tutti scaricano il barile sul più vicino o lontano a seconda di come la si guardi.

Dapprima sembrava tutto facile e bello, come il sorriso del vicepresidente Fis, il quale con la maglia dell’Italia annunciava allegramente che il mondiale si sarebbe potuto vedere sul “nuovo” canale “Assalto” posizionato sulla piattaforma Sportface. Molti si sono iscritti e anche io l’ho fatto, ma la sorpresa è che la diretta non c’è, in quanto ogni filmato è tagliato, cucito e ritrasmesso in differita, cosa molto comoda per chi segue i propri beniamini, tutto l’opposto per chi vuole seguire la gara intera.

Mi sono attivato quindi per vedere la diretta sul solito FIE channel di YouTube, che negli anni ha sempre riservato un ottimo servizio e una facilità di fruizione, anche per chi non è molto esperto di web. La nuova sorpresa è stata quella di scoprire che il FIE channel non trasmetteva il mondiale, se non dal sito FIE, dal quale si viene rimbalzati, previa registrazione, login e via dicendo, su Fencinworldwide, ma in una nuova formula limitata a una regia ristretta a una sola diretta live.

Da chi si trova a Tbilisi arriva la notizia che è in qualche modo “colpa della Rai”, che ha chiesto l’oscuramento per i diritti di trasmissione, che per la cronaca saranno visibili su Raisport dalle ore 17.00 circa.

È un giallo all’italiana in salsa georgiana che non ci permetterà di vedere questo mondiale come gli anni passati, accontentandoci della telecronaca in inglese e solo per gli assalti che dal Fencingtv vengono trasmessi, senza poter saltare da una pedana all’altra come si faceva dal canale fencingworldwide o da YouTube.

Credo di poter dire che sia mancata la chiarezza a ogni livello, sia nelle federazioni che nel comitato organizzatore, alla cui cosa aggiungo che con tanta tecnologia si è pasticciato un pochino.

Non si prenda questo scritto come una critica, semplicemente rilievi costruttivi ad una eccellente iniziativa federale.

Ezio RINALDI

21 luglio 2025

IL PIU' GRANDE TORNEO DEL MONDO.

Interessante l'articolo a firma di USA Fencing e pubblicato sul sito della FIE. A completamento di quanto in esso contenuto, per la conduzione di tutto il torneo sono stati impiegati 221 arbitri. Per la mentalità italiana non credo che da noi sia possibile oreganizzare una simile manifestazione, però sarebbe oltremodo interessante cimentarsi in un analogo progetto.

Ezio RINALDI





19 luglio 2025

PROCESSI E RIFORME

Alberto ANCARANI
Il 18 febbraio 2025 sulla "PIAZZA" fu pubblicata la copia di un articolo del “Fatto Quotidiano” in cui veniva divulgata la notizia della pena inflitta al campione di scherma Andrea CASSARA’ per “tentata interferenza illecita” (trovate l’articolo sul blog alla data del 18 febbraio 2025).

A seguito di tale pubblicazione l’ex consigliere federale Alberto ANCARANI postava sulla propria pagina Facebook una riflessione inerente il comportamento di alcuni avversari politici del Consiglio federale allora in carica, più precisamente due donne facenti parte del mondo schermistico, una ex atleta ed oggi scrittrice e l’altra componente di una Commissione federale, le quali, secondo l’ex consigliere federale, fecero partire una forte contestazione contro la federazione accusandola di difendere due soggetti poco raccomandabili non ritenuti meritevoli di garanzie, ancorchè accusati di violenza sessuale o tentata violenza. In sintesi l’ex Consigliere federale Ancarani si chiedeva se per la vicenda CASSARA’ avrebbero assunto lo stesso atteggiamento, in particolare affermava (riporto integralmente quanto da egli scritto sulla propria pagina facebook): “

Andrea CIPRESSA
Ebbene, ora che è giunta la notizia qui linkata non vedo l'ora di vedere se Andrea Cassarà riceverà lo stesso trattamento dei due atleti sopra citati oppure se, ora che la precedente gestione federale è stata superata e che una persona a lui molto vicina siede nel massimo organo direttivo della Federazione non sarà più ritenuta utile la gazzarra precedentemente posta in essere. Personalmente sono garantista sempre, con gli amici e con gli avversari, tanto che spero che nei successivi gradi di giudizio Andrea Cassarà venga assolto. Essere garantisti non significa essere stupidi come potrà ben spiegare uno dei neo componenti del Comitato Etico della FIS, difensore di uno dei due atleti per i quali mi spesi. Forse che ora la strumentalizzazione non è più utile in ottica elettorale, care "vergini violate" a targhe alterne? Vi aspetto...”.

Le affermazioni di Ancarani vennero condivise dall’ex CT del fioretto Andrea CIPRESSA ed a seguito di tutto ciò la signora Anna FERRARO segnalava alla Procura federale i post e le condivisioni pubblicate. Sottoposti ad indagine l’ex consigliere e l’ex commissario tecnico in sede dibattimentale sono stati “assolti per non aver commesso il fatto” (provv.n.3/2025).

Anna FERRARO

L’esito della sentenza era preventivabile e, personalmente, non capisco perché il Procuratore federale abbia disposto il deferimento dei due attori: una inutile perdita di tempo.

Quanto sopra non certo per il gusto di pubblicare un provvedimento di assoluzione quanto per porre in evidenza l’ineludibilità di alcune riforme assolutamente necessarie, peraltro già attenzionate dalla nuova Giunta CONI. Infatti, il Presidente BUONFIGLIO avrebbe intenzione di procedere con una riforma complessiva del CONI, individuando una serie di argomenti per ognuno dei quali nominare una apposita commissione. Al di la delle intenzioni e sul procedere del massimo vertice sportivo italiano, a mio avviso, sono tre le riforme più urgenti da realizzare:

Giustizia sportiva;
Mandato dei Presidenti;
Marketing;

La madre di tutte le riforme riguarda la Giustizia Sportiva e il nodo da sciogliere è la mescolanza tra il Potere politico e quello Giudiziario. Attualmente i Presidenti, attraverso il Consiglio, scelgono i procuratori ed i Giudici Federali e, come si può ben intuire, in questo senso non esiste alcuna imparzialità. Si potrà avere una autentica riforma togliendo alle Federazioni la possibilità di nominarsi i Giudici altrimenti la montagna avrà partorito il classico topolino. Subito dopo andrebbe rivisto il Regolamento di Giustizia Federale.

Recentemente il governo, mediante un emendamento, ha permesso ai Presidenti di Federazione di candidarsi all’infinito. Credo che tre mandati siano più che sufficienti per la realizzazione di un programma gestionale presentato in sede di campagna elettorale e se ciò vale per il Presidente del CONI a maggior ragione deve valere per i Presidenti delle FSN.

Nella considerazione che i fondi a disposizione del CONI olimpico saranno sempre meno consistenti, il marketing assumerà in futuro un ruolo fondamentale, giacchè dal suo successo dipenderà la vita stessa del massimo ente sportivo, poiché dopo le olimpiadi di Milano-Cortina esso dovrà vendere il prodotto sport, quindi porsi sul mercato, affichè reperisca risorse finanziarie per autoalimentarsi ed evitare gestioni ansiose.

Ezio RINALDI

 

18 luglio 2025

ABBANDONO PRECOCE NEL MONDO SCHERMA

Ogni anno, tra comunicati e convegni, si solleva la questione dell’abbandono precoce nella scherma italiana. Ci si interroga sui numeri dei tesserati in calo, sulle difficoltà a fidelizzare i giovani, sulla perdita di potenziali talenti. Ma troppo spesso il dibattito si arena in un generico “bisogna fare qualcosa”, senza mai entrare davvero nel merito delle cause strutturali.

Eppure, due motivi principali sono sotto gli occhi di tutti. Sono noti agli insegnanti più esperti, sono evidenti a chi vive ogni giorno le dinamiche di sala. Ma restano sistematicamente ignorati a livello centrale.

1.   LA MONOCULTURA SCHERMISTICA: il limite di proporre una sola arma

La prima grande falla è di tipo tecnico-strutturale: in moltissime società si propone ai giovani schermidori una sola arma. Punto. Che ti piaccia o no. Che tu sia portato o meno.

E se non ti ci trovi? Se non ti diverte? Se non riesci ad esprimerti in quell’ambiente tecnico?

A 9, 10, 11 anni, la scelta dell’arma non dovrebbe essere una condanna ma un'opportunità. I bambini non hanno ancora una formazione tecnico-tattica stabile, ma portano con sé caratteristiche fisiche, ritmi interni, attitudini che possono trovare spazio in una diversa specialità. Un fiorettista frustrato può diventare un ottimo sciabolatore. Uno sciabolatore troppo irruente può trovare controllo nel fioretto. 

Quando questo percorso di esplorazione non viene offerto, quando l’unica opzione è “quest’arma o niente”, accade la cosa più semplice e più grave: il bambino se ne va. Non si diverte, non si sente adatto, non capisce. E smette.

Le società devono strutturarsi, nei limiti del possibile, per garantire almeno due armi. È una scelta strategica, non solo educativa. Significa offrire una seconda chance, un piano B tecnico, una possibilità di permanenza. Significa ridurre in modo significativo l’abbandono.

2.   L’ETÀ DELL’OBLIO: il paradosso degli over 20

La seconda criticità emerge più avanti, quando il ragazzo o la ragazza ha già investito anni nella scherma, ha partecipato a gare, magari ha preso una medaglia in un Europeo U20 o in un Mondiale giovani. Eppure, al raggiungimento dei 21 o 22 anni, accade una frattura silenziosa e devastante: viene considerato “vecchio”.

Non è più under. Non è ancora “pronto” per la nazionale assoluta. Non è in quel giro ristretto di atleti in orbita FIS. E quindi? Semplice: sparisce dal radar. Nessuno più lo segue.

E questa, lo abbiamo già discusso più volte, è una delle assurdità più grandi del nostro sistema. Stiamo parlando di ragazzi che hanno fatto tutto il percorso, che hanno preso medaglie internazionali, che hanno talento, voglia, sacrificio alle spalle. Eppure vengono lasciati andare. Etichettati. Bruciati.

In Italia, ancora oggi, si investe troppo poco su quella fascia cruciale che va dai 20 ai 23 anni. Una fascia che all’estero, nelle grandi scuole di scherma (Russia, Francia, Corea), è considerata l’età della maturazione tecnico-tattica definitiva.

Noi invece tagliamo. Archiviamo. Dimentichiamo. Ma questi ragazzi non sono “falliti”. Sono un patrimonio tecnico ed emotivo che andrebbe coltivato, sostenuto, reinserito anche in ottica futura. Sono una preziosa riserva tecnica per la nazionale maggiore.

Se li perdiamo, perdiamo futuro. Perdiamo esperienza. Perdiamo la possibilità di formare anche futuri maestri completi, che abbiano vissuto un vero percorso schermistico. Il problema è strutturale. Da sempre, le gare internazionali Under 23 sono state trascurate, quando invece dovrebbero rappresentare un passaggio fondamentale. Un ponte. Perché è lì che si forma davvero l’atleta che ha ancora margini di crescita e bisogno di esperienze di alto livello, ma che non è ancora pronto per confrontarsi stabilmente con il mondo assoluto. Per costruire una base solida, bisogna avere visione. 

Serve un investimento concreto sulle gare Under 23, sia a livello italiano che internazionale. Serve valorizzarle e usarle come campo di sviluppo, come palestra formativa. Serve far capire ai ragazzi che a 21 o 22 anni non sono “fuori tempo massimo”, ma nel pieno del loro percorso. E parallelamente, bisognerebbe rivedere anche la struttura degli allenamenti collegiali: se si lavora con gli "azzurrini", che siano Under 23, non più Under 20.

3.   CONCLUSIONE: il coraggio di cambiare modello

L’abbandono precoce non è colpa dei ragazzi. È la diretta conseguenza di un sistema che offre poche scelte, che spegne la motivazione, che mette da parte troppo presto.

Serve una svolta culturale. Serve un modello che preveda la doppia arma come standard obbligatorio per ogni società. Serve una Federazione che non resti a guardare, ma vincoli l’apertura delle nuove sale a criteri tecnici seri, che includano anche la possibilità concreta di impiegare giovani maestri in cerca di spazi.

E serve infine una progettualità a lungo termine che abbracci anche i post-under20, non come “residui”, ma come risorse vive e pronte per la scherma italiana.

Solo così potremo tornare a crescere davvero. Non in numeri di tesserati, ma in profondità, qualità e futuro.

Michele BONSANTO 

14 luglio 2025

CORSI FEDERALI PER TECNICI DI SECONDO E TERZO LIVELLO

Sono in via di svolgimento i corsi federali per tecnici di secondo e terzo livello. Circa un centinaio i discenti presenti in quel di Cascia e saranno ospiti della cittadina umbra per diversi giorni. L’obiettivo è formare ed aggiornare le nuove leve, peccato che l’attestazione (licenza) rilasciata dalla Federazione possa essere utilizzata solo in ambito federale, ovvero la qualifica di tecnico non è riconosciuta tra le professioni a livello europeo, ma questa è un’altra storia.

Il coordinamento dei corsi è affidato al Maestro Leandro Giurdanella, mentre al Maestro Luca Salis è affidato il coordinamento della formazione. Tra i docenti spiccano i nomi di Massimo Omeri, Giovanni Sirovich e Dino Meglio.

Per il primo modulo del Terzo livello è da rilevare l’impiego di Luca Salis quale docente per la sciabola. In tale veste, le solite malelingue, e tra queste quella del Maestro Saverio CRISCI, riferiscono che i pochi interventi siano di esiguo spessore.

Naturalmente sono voci e non mi voglio addentrare in questioni che potrebbero lasciare il tempo che trovano, ma, tra le altre cose, parrebbe che alcuni docenti convocati ed arrivati in sede in una fase successiva non abbiano trovato una immediata sistemazione logistica. Insomma, sembrerebbe che qualche problemino ci sia stato, eh si che, sempre quanto riferito dal Maestro CRISCI, il Luca Salis sarebbe stato nominato responsabile della Scuola Magistrale in quanto capace di assicurare ai frequentatori dei corsi federali vitto ed alloggio. Se così fosse, le domande sorgono spontanee:

  1. quando ad organizzare i corsi era l’AIMS i discenti provvedevano in proprio nella ricerca di vitto ed alloggio?;
  2. se quanto riferitomi rispondesse al vero, il responsabile della Scuola Magistrale avrebbe fallito nella parte più significativa dell’organizzazione di un corso?

Nell’augurare un proficuo lavoro ai docenti e discenti, come sempre, siamo a disposizione di chi vorrà smentire quanto riportato. 

Ezio RINALDI

11 luglio 2025

LA FEDERAZIONE AUMENTA L'ISCRIZIONE ALLE GARE

Accadde nel 2012 dopo che Giorgio Scarso fu rieletto presidente, che l'iscrizione alle gare aumentò da 15 a 20€. Esordì dicendo: “Mettiamoci l’anima in pace: soldi non ce ne sono” da cui capimmo che le gare sarebbero aumentate, cosa che avvenne con puntualità svizzera.

Questa volta nonostante i bilanci ben messi, l’aumento per la partecipazione alle gare è arrivato lo stesso, giustificato dal fatto che i costi arbitrali di ogni competizione stanno diventando un peso federale. Oltre a questo non possiamo ignorare il fatto che la curva dei partecipanti, intrecciata con quella dei costi del noleggio delle pedane e gli affitti dei palasport, unito al costo arbitrale, fino a un certo punto risultano convenienti, ma se superano un limite che per ora io non conosco, diventano sì gare che inorgogliscono i Comitati regionali, e gli enti organizzatori, ma alla fine presentano problemi di costi-benefici non indifferenti.

Tempo fa avevo individuato nelle gare piccole, cioè regionali, un vantaggio per i COL (Comitati organizzatori locali) e la FIS, prevedendo che le gare con grandi numeri sarebbero state ridimensionate. Ero poi stato raggiunto da una persona che mi diceva che la mia lettura non era vera, cioè che a ogni gara regionale lombarda, il Comitato regionale doveva mettere di tasca sua la differenza per colmare i pagamenti degli arbitri, ma che anche i COL non riuscivano a rientrare nei costi, nonostante i grandi numeri.

Eppure quando io organizzai la mia unica gara a Treviglio – BG (Qualificazione regionale assoluti di spada M e F) incassai una cifra di tutto rispetto per il bilancio della piccola società che dirigo. Qualcosa era accaduto negli ultimi anni? Forse sì, ma allo stesso tempo e sempre forse, è mancata l’analisi del bilancio, pre e post gara, pensando che aumentando il numero di partecipanti alle gare, il guadagno sarebbe aumentato. E invece no. Quando infatti si superano certi numeri, come accennavo prima, si invertono i profitti. Aumentano infatti le pedane, cioè i costi di montaggio e smontaggio, le location devono essere più capienti, si passa perciò dalle grandi palestre ai palasport e affini, che hanno costi ben maggiori, e infine gli arbitri, perché per restare nei tempi è necessario aumentare l’attività arbitrale e quindi i costi relativi.

Mi chiedo se sia giusto o no organizzare gare corte per tutte e sei le armi, mettendo un tetto massimo a pedane e arbitri (e atleti), per ottenere la magica cifra che consente di tenere a bada costi e benefici per FIS e COL. Ai managers l’ardua sentenza.

Nel frattempo sta girando infatti in modo febbrile presso le società sportive lombarde la richiesta di organizzare le gare perché per ora l’offerta è andata semi deserta: “tanto sbatti e poco guadagno” è il commento che serpeggia fra le pedane. Credo infatti che se si fossero attuati per tempo adatti correttivi, l’aumento del costo delle gare forse si sarebbe potuto evitare.

Non faccio mistero del fatto che la riforma del calendario era e rimane necessaria, e il tempo per farlo era ed è in questo quadriennio, in quanto nel precedente, il Covid non ha di certo aiutato.

Spero quindi in una riforma sensata e più agile rispetto a quella attuale, ovviamente sempre confortato da solidi ben stretti numeri alla mano.

Fabrizio ORSINI

04 luglio 2025

LA BRUTTA STORIA DI CHIANCIANO: assunto un provvedimento di radiazione.

RADIATO dalla Federazione Italiana Scherma uno degli atleti imputato di stupro ai danni di una schermidrice di origine Uzbeka che all’epoca dei fatti era minorenne.

Certamente ricorderete che nel mese di agosto 2023, precisamente il 4 e 5, a Chianciano Terme si tenne un camp la cui organizzazione fu curata dal maestro Sorin RADOI. Raccontammo di un stupro organizzato da tre schermidori italiani e che sulla vicenda stava indagando la Procura della Repubblica di Siena. Nel registro degli indagati furono iscritti due dei tre in quanto uno di essi era minorenne, come la vittima. Uno degli imputati, pugliese di origine, era un atleta del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito.

La vicenda, così come venne raccontata, fu di una gravità assoluta, più ancora di altri fatti analoghi trattati sul blog.

L’avvocato della ragazza in quella circostanza pose in evidenza l’inerzia della Procura, che a suo dire non attivò il codice rosso, e della federazione che non sospese nessuno. Insomma una pagina nera di cui se parlò molto anche sul blog:

(https://piazzadellascherma.blogspot.com/2024/04/la-brutta-storia-di-chianciano.html; https://piazzadellascherma.blogspot.com/2024/03/la-nota-della-procura-della-repubblica.html;  https://piazzadellascherma.blogspot.com/2024/03/ancora-una-brutta-storia-di-stupro.html.

Non è dato ancora conoscere quali provvedimenti abbiano subito gli altri due atleti coinvolti. Cercheremo di saperne di più.

Sono convinto che la vicenda non possa essere dichiarata chiusa poichè, sentito l'avv. difensore dell'incolpato, verrà posto ricorso in tutti i gradi di giustizia sportiva. Intanto si prenda atto della decisione del Tribunale federale.

Ezio RINALDI




01 luglio 2025

TRADURRE LA SCHERMA

La scherma è uno sport straordinario, ma poco visibile, poco compreso e poco seguito. E non certo per colpa degli atleti o dei risultati, che anzi sono tra i più vincenti al mondo.

Il vero ostacolo è uno: lo spettatore non capisce chi ha ragione.

Vede due atleti muoversi con eleganza e velocità, poi una luce si accende… ma non sa perché. Non sa cosa sia successo.

E in quello spazio di incertezza tra il gesto e il significato, la passione si perde.
Succede perché la scherma parla un linguaggio tecnico, complesso, che ha bisogno di tempo per essere compreso. Ma oggi il tempo dello spettatore è breve, vuole capire subito, vuole emozionarsi in diretta.

Ecco perché non basta più il gesto perfetto: serve un racconto perfetto, serve cambiare la grammatica visiva dello sport. Quindi, non si tratta di cambiare le regole e non si tratta di semplificare la tecnica.

Si tratta di tradurre il gesto schermistico in un linguaggio visivo chiaro, intuitivo, coinvolgente. Tecnologia aumentata in tempo reale Quando parte un attacco, la lama disegna una scia rossa in movimento, visibile anche in TV.

Quando arriva una parata, si attiva una lama blu, che intercetta e annulla.

Quando il punto è valido, il bersaglio colpito si illumina con un effetto visivo chiaro e immediato.
Il pubblico, anche chi non ha mai preso un fioretto in mano, capisce al volo:
chi ha attaccato, chi ha difeso, chi ha avuto la meglio.

Non più giudizi tecnici da interpretare, ma narrazione visiva da seguire con gli occhi e on il cuore. Come si può fare?

1.  Motion tracking integrato nelle armi e nelle divise (già cablate): per tracciare colpi, velocità, direzione.

2.   Grafica aumentata in diretta: per mostrare tempo di reazione, traiettoria, bersaglio colpito.

3.   Replay intelligenti con voce tecnica e visualizzazioni 3D.

4.   Pedane interattive con LED, luci, sensori per rendere visibili le fasi del combattimento.
5. App dedicata per gli spettatori con informazioni in tempo reale: priorità, punteggio, statistiche.

5.   Conclusione: stare al passo coi tempi Il mondo cambia. Lo sport cambia.

6.   Chi vuole restare vivo nel cuore del pubblico, non può affidarsi solo alla tradizione.
La scherma ha tutto: storia, nobiltà, talento, epica. Quello che le manca è solo una nuova forma per raccontarsi. O si resta in pedana… o si resta indietro.
È tempo che anche la scherma, come i suoi campioni, affondi il colpo giusto nel futuro.


Michele Bonsanto


29 giugno 2025

LA POLITICA E LE ELEZIONI CONI

Luciano BUONFIGLIO

Il giorno 26.06.2025 si sono tenute le elezioni per il rinnovo delle cariche relative alla govenance del CONI. I candidati al vertice del massimo ente sportivo erano il Presidente della federcanoa Luciano Buonfiglio e l'ex Presidente del CIP Luca Pancalli: ha vinto il primo.
Possiamo chiamarlo successo, questa elezione del Presidente Buonfiglio al CONI? Oppure è una renovatio nei nomi, ma non nella sostanza?

Pancalli, che era il candidato forte del ministro dello sport Abodi, ha perso la poltrona per più di un soffio, seggio che forse gli è stato sfilato da sotto le terga, grazie a un gioco di abili maestri tra i quali ci possiamo inserire anche autorevoli dirigenti della scherma. Eh, sì perché gli immarcescibili ed intramontabili forti figure frequentano i corridoi del CONI con passi felpati, non li vedi ma ci sono e la loro azione è quanto mai efficace. In questo quadro va letta la numerosa presenza dei rappresentanti della scherma tra Consiglio Nazionale (Sandro CUOMO) e Giunta del CONI.
Non che la elezione della prestigiosa Diana BIANCHEDI (Vice Presidente Vicario) possa essere dipesa dalle precitate figure, però una qualche influenza certamente l’hanno avuta, in particolar modo per l’elezione del Dr. MONTINI, Vice Presidente della FIS, anche se, a mio avviso, per il ruolo che riveste all’interno della FF.OO può essere stato individuato quale autorevole rappresentante dei gruppi sportivi in divisa. Comunque la si metta nel massimo ente sportivo nazionale sono entrati ben tre esponenti del mondo scherma: due in Giunta e uno in Consiglio Nazionale. Esce Paolo PIZZO, al quale auguro di ricoprire altri prestigiosi incarichi sportivi e non: per la sua carriera sportiva e per la persona che è se lo meriterebbe. Mi sia consentita una mia supposizione: tra gli autorevoli ed immarcescibili io ci vedo la figura del Presidente Onorario della FIS, Giorgio SCARSO, e se ciò dovesse corrispondere al vero beh ciò testimonierebbe che si sia mosso da gran politico sportivo e bisognerebbe dargliene atto.

Luca PANCALLI

Il neo Presidente BUONFIGLIO rappresenta la continuità del tracciato di Malagò, ma non il rinnovamento, mentre la BIANCHEDI, sicuramente è il futuro.

Come spiegavo prima, considerato l’impegno del Ministro ABODI, il quale è stato un baluardo contro il quarto mandato o eventuale proroga del Presidente uscente, sembrerebbe esserene uscito malconcio dalla tenzone elettorale, in realtà lo sport è indipendente e per quanto la politica voglia avere un certo peso nelle lezioni sportive poi sono gli elettori che decidono, quindi direi che il Ministro abbia avuto successo facendo applicare le regole e stoppando Malagò, avrebbe perso se effettivamente sia stato un sostenitore di PANCALLI. Su quest’ultimo vale la pena spendere pochissime ma sentite parole: dirigente di altissimo livello ed in possesso di una incredibile umanità. La sua candidatura meritava ben altro epilogo, in bocca al lupo per il futuro Presidente.

Tornando alle elezioni, di fatto, chi ha vinto?

Se pensiamo alla indigesta riforma sportiva, quella che ha stomacato il 100% dei club, della quale parlano tutti, ma verso la quale nessuno mette mano alle armi (politiche si intenda bene!), se non per controriformarla almeno ad aggiustarla, dobbiamo dire che nemmeno Malagò nei suoi dodici anni di regno abbia avuto il coraggio di metterci le mani.

Ebbene va detto che la politica proprio perchè ci si è messa di mezzo, ha perso. Hanno perso in particolar modo i vari Barelli(nuoto) e Binaghi(tennis) da sempre acerrimi avversari di Malagò. Al di là degli schieramenti, dei vincitori e dei vinti, è auspicabile una visione più ampia con una politica che sappia attendere alle aspettative delle federazioni, con un impegno a rivedere anche la precitata riforma, quella a cui nessuno vuole mettere mani.

Non va dimenticato che la riforma dello sport fu firmata a suo tempo da Giorgetti, che ora è il Ministro del tesoro. È pertanto lecito chiedersi se con questo per nulla timido segnale dato alla Politica, per i 14 milioni di sportivi italiani inizi una nuova era oppure quello andato in onda è solo un cambiamento di persone, ovvero cambiare per non cambiare niente.

Infine, tenendo conto che Buonfiglio ha 74 anni, e arriverà alla fine del suo primo mandato alle soglie degli 80, non possiamo ignorare che dietro di lui già si vede affacciarsi il futuro con il bel sorriso di Diana Bianchedi.

A tutti gli eletti, in particolar modo i rappresentati della scherma, i migliori auguri di un proficuo e significativo lavoro.

Fabrizio ORSINI

 

28 giugno 2025

LUTTO NEL MONDO DELLA SCHERMA

Lutto nel mondo della scherma, questa mattina, alle ore 07,00, è venuta a mancare all'affetto dei suoi cari la signora MIGLIORE Carmela M.Rosaria, moglie del maestro Saverio CRISCI e mamma di Angelo e Matilde, nata a San Felice a Cancello il 19 luglio 1942. Insegnante.
I Funerali avranno luogo martedì 1 Luglio alle ore 10:00.
Chiesa Parrocchiale di San Cipriano, Via di Torrevecchia, 169, 00168 Roma RM
Al Maestro Saverio ed ai figli Angelo e Matilde, giungano le sentite condogliaze mie e di tutta la PIAZZA.
Ezio RINALDI

22 giugno 2025

CAMPIONATI EUROPEI DI GENOVA - DIRETTORI DI TORNEO ED ELEZIONI CONI.

Delegazione Azzurra
SI sono appena conclusi i Campionati Europei Assoluti di Scherma svoltisi a Genova dal 14 al 19 giugno2025 e per l’Italia è stata una manifestazione estremamente positiva sia dal punto di vista tecnico che organizzativo. Ben 13 le medaglie conquistate dagli azzurri, così distribuite:

3 ORI: Guillaume Bianchi (fioretto maschile individuale) Squadra fioretto femminile (Martina Batini, Anna Cristino, Arianna Errigo, Alice Volpi) Squadra fioretto maschile (Guillaume Bianchi, Alessio Foconi, Filippo Macchi, Tommaso Marini)

2 ARGENTI: Matteo Galassi (spada maschile individuale) Squadra sciabola maschile (Luca Curatoli, Michele Gallo, Matteo Neri, Pietro Torre)

8 BRONZI: Martina Batini (fioretto femminile individuale), Andrea Santarelli (spada maschile individuale), Tommaso Marini (fioretto maschile individuale), Sara Maria Kowalczyk (spada femminile individuale), Alberta Santuccio (spada femminile individuale), Squadra spada maschile (Davide Di Veroli, Matteo Galassi, Andrea Santarelli, Gianpaolo Buzzacchino), Squadra sciabola femminile (Michela Battiston, Chiara Mormile, Mariella Viale e Manuela Spica), Squadra spada femminile (Rossella Fiamingo, Giulia Rizzi, Alberta Santuccio, Lucrezia Paulis).

Sotto l’aspetto organizzativo mi esprimo per quel che ho visto tramite le immagini televisive e questo è uno degli aspetti più positivi, cioè la copertura dell’evento da parte dell’emittente di Stato. Immagini molto belle anche grazie ad un’ottima scenografia. La parte dolente riguarda gli spettatori presenti, pochi per la verità, e qui vorrei fare una riflessione: quando si decide di far pagare il biglietto d’ingresso vuol dire che si è in grado di offrire uno spettacolo e che si siano attivate tutte le risorse, umane, organizzative e mediatiche per il raggiungimento dell’obiettivo. Evidentemente su questo piano molto c’è ancora da fare e la federazione lo ha capito, tant’è che è alla ricerca di una agenzia specializzata in marketing e questa è la strada giusta: si vada avanti!

Un aspetto che mi è piaciuto meno è stato il modo di presentarsi di alcuni dirigenti, ivi compreso il Presidente, poco eleganti e molto casual, eccezion fatta per la dott.ssa ALBINI, sempre molto raffinata e di bella presenza. In una manifestazione internazionale il vestito fa il monaco.

Colgo l’occasione per parlare anche di un altro aspetto che non attiene ai Campionati Europei anche se non è proprio da escludere.

Nell’era moderna in cui la tecnologia la fa da padrone, alcune figure tendono a sparire o, quantomeno, essere sostituite dalla macchina e qui la domanda viene da se: “

Che fine hanno fatto i Direttori di Torneo?” Perché una gara di scherma funzioni ci vuole qualcuno che la diriga: il Direttore di Torneo. Prima che le competizioni fossero supportate da un software tutte le procedure erano fatte a mano (iscrizioni, formazione dei gironi, classifica dopo il primo turno, tabellone di eliminazione diretta, e così via). È stato così fino agli anni ’90 e il lavoro del direttore di gara era davvero enorme e complesso. Da non sottovalutare era la designazione degli arbitri per gli assalti, compito particolarmente delicato in quanto non è sufficiente evitare conflitti di provenienza ma bisogna conoscere bene, in un ambiente così piccolo, anche i rapporti interpersonali fra i vari soggetti coinvolti, atleti e relativi familiari, maestri presenti e passati, cambi di società, litigi pregressi, per non commettere l’errore di mandare un arbitro su un assalto dove tira la fidanzata del fratello o un atleta seguito da un ex maestro dell’arbitro stesso (inutile specificare che non esistono arbitri che non siano stati schermitori). Non da ultimo, il compito di dover prendere decisioni immediate in caso di contestazioni o opposizioni tecniche. Il lavoro dei direttori di torneo si è semplificato parecchio con l’arrivo dei “computeristi” tranne che per le designazioni. I componenti delle varie commissioni GSA che si sono succedute, hanno da sempre affiancato i DT in questa funzione anche se formalmente la responsabilità della designazione è del Direttore.

Capita spesso però che il DT  non decida nulla.. Negli ultimi 15 anni solo tre Direttori di Torneo si sono affermati, dirigendo tutte le gare più importanti: Alessandro Cecchinato che ha coronato la sua carriera dirigendo le olimpiadi di Rio, Giuseppe Bucca che sta seguendo le orme di Cecchinato e Federico Surano da poco entrato nelle liste della confederazione europea. In realtà anche Gigi Tempesta ha fatto parte di alcune Direzioni di Torneo “importanti” ma ….

A sancire la decadenza di questa “figura” è l’assenza in Commissione arbitrale di un rappresentante dei Direttori di Torneo, eccezion fatta per la Consigliera federale Daria Marchetti, ex della categoria, ma la sua funzione è quella di collegamento tra la Delegazione arbitrale ed il Consiglio Direttivo e non quella di rappresentare i Direttori di Torneo. Attualmente per il “referente” di detta figura è stato individuato l'ing. Raffaele Ponturo (computerista), persona preparata e rispettabilissima ma non Direttore di Torneo. Quindi che fine hanno fatto gli altri appartenenti alla categoria? Ce ne sono tanti in attività e da diversi anni, conosciuti solo a livello regionale o interregionale. C’è qualcosa che non va e, forse, un po’ di oggettività e trasparenza in più nelle convocazioni non guasterebbe. E’ un mio pensiero che vuole essere solo un contributo di idee.

Il 27 giugno prossimo ci saranno le elezioni per il rinnovo delle cariche elettive del CONI e la Federazione Italiana Scherma avrà un suo rappresentante in Sandro CUOMO che è già stato eletto per la categoria “Tecnici”. Forse sarebbe stata l’occasione di proporre un dirigente della scherma proveniente o rappresentante i club: probabilmente i giochi sono già fatti e ciò non è stato possibile. In un ambito in cui tra i candidati circolano nomi come Carraro o Buonfiglio non sarebbe stato male indicare per la Giunta il Presidente Onorario della federazione Italiana Scherma Giorgio Scarso. Non lo dico con ironia, sono serio, perché una tale figura con tutta l’esperienza acquisita in tanti anni di battaglie politiche ci sarebbe stata bene. La mia è una riflessione fatta, come sempre, alla luce del sole.

Ezio RINALDI

11 giugno 2025

OTTIMIZZAZIONE GARE ED INCASSI

È notizia fresca, tramite la voce del Presidente federale, che il prossimo calendario agonistico sarà rinnovato, benchè l’unica novità sembra essere che le gare Cadetti, Giovani e Assoluti, saranno accorpate in un unico evento.

I successivi cambiamenti saranno invece proposti dalla stagione successiva alla prossima, e non sembra che ci daranno per ora anticipazioni significative.

Come promesso in campagna elettorale le innovazioni nel calendario gare sono arrivate e di certo per le società e i tecnici, sarà un miglioramento in quanto gli spostamenti saranno ridotti al minimo. A questo si aggiunge il vantaggio che inaugurando il biglietto per guardare i Campionati italiani assoluti, grazie all’accorpamento dei tre campionati, l’afflusso di spettatori sarà decisamente più alto, con evidente beneficio economico per la FIS.

A valle dell’ottimo bilancio federale lasciato dalla precedente amministrazione guidata da Paolo Azzi, ricco e ben strutturato, anzi, che ha saputo elargire alle società ben più soldi rispetto all’anno precedente, ci chiediamo cosa ci farà con questi nuovi introiti la nuova amministrazione.

“Ci sono molte cose da fare” è stato detto da più voci, e posso solo crederci, anche se con molta circospezione mi sembra che non cambierà un gran che in pedana nei prossimi quattro anni, se non negli incassi federali.

In un passaggio della dichiarazione del presidente FIS si parla di un “aumento di gare regionali”. Si paventa quindi all’orizzonte uno scenario interessante, ovvero quello in cui aumenteranno gli introiti da gare regionali ben più facili da organizzare dai COL per le quali la FIS incassa 10€ ad atleta senza dover spendere nulla in organizzazione, e vedere diminuire le gare di carattere nazionale nelle quali la FIS va a compensare le spese organizzative che sono sempre superiori agli introiti ottenuti dalle iscrizioni degli atleti. In questo modo nel bilancio federale la voce “Spese per gare” diminuirà, con un conseguente aumento di quella “Introiti da gare”. Se poi ci si inserisce una probabile diminuzione del numero di partecipanti al Campionato nazionale, vorrà dire che l’organizzazione potrà posizionare un numero basso di pedane, accorciare i tempi di gara, e quindi le spese, evitando di andare in negativo sul bilancino di gara stesso.

A vincere alla fine sarà la FIS, mentre solo in maniera apparente saranno le società le quali avranno meno probabilità di portare i propri atleti.

Dietro quindi un evidente risparmio per società ed atleti, il valore sportivo e nazionale di un campionato, passa da assoluto a campionato di categoria. Gli atleti militari saranno i veri protagonisti di queste gare, per i quali sarebbe interessante creare un campionato a sé, visto che sono a tutti gli effetti dei professionisti.

Questa riforma calendaristica la trovo personalmente limitata e centrata più su vantaggi federali, che globali che pur ci sono.

Detta riforma va quindi sperimentata e allo stesso tempo migliorata, tenendo conto che l’abbandono sportivo è elevatissimo non solo nella scherma, ma anche negli altri sport. Servirebbe un lavoro più profondo non solo all’interno delle singole federazioni, la nostra compresa, ma anche a livello CONI e di Ministero dell’Istruzione.

Servono quindi idee, strategie, capacità di dialogo e divisione delle mansioni, e convincere la Scuola italiana che non dobbiamo puntare solo sulla cultura, ma anche sulla formazione della persona, cosa che avviene anche grazie all’attività sportiva, sempre se vogliamo rendere lo sport italiano un qualcosa di utile alla società.

Fabrizio ORSINI

10 giugno 2025

CENTRO FEDERALE DI SCIABOLA

L’articolo che segue è una riflessione, scritta e pubblicata su facebook, da Michele BONSANTO, la quale è ben presto sparita, poiché, come arcinoto, ciò che viene pubblicato su meta resta in prima pagina il battito di una ciglia dopo di che ciò che ti interessa lo devi cercare sulla pagina dell’autore o su quelle di chi ha condiviso un certo argomento. Talchè ho pensato di rilanciarlo sulla PIAZZA dopo averne ottenuto il consenso dall’autore.

Come sempre, il pensiero tecnico di Michele è molto lucido e nella sua riflessione pone in evidenza alcune considerazioni che sono assolutamente condivisibili, in particolar modo quando fa riferimento ad un centro federale e che nel passato ha visto la sua esistenza nell’era DI BLASI con la gestione tecnica di BAUER. Buona lettura

Ezio RINALDI

“Al recente Campionato Italiano Assoluto di sciabola, un evento senza precedenti: il titolo è stato conquistato da un ragazzo di appena 17 anni, Reale di Frascati e secondo il fratello di un solo anno più grande. Un risultato unico nella storia, che più che un motivo di festa deve far riflettere sullo stato di crisi della sciabola italiana.

Che un atleta così giovane vinca il titolo assoluto non è un merito, ma un segnale d’allarme: testimonia il livello tecnico e competitivo estremamente basso raggiunto dalla nostra disciplina. Questo risultato indica un declino che va affrontato con serietà e consapevolezza.

La responsabilità principale è da attribuire alle gestioni federali succedutesi nel tempo. La dirigenza federale Di Blasi, infatti, aveva creato e sostenuto il Centro Federale Unico di Roma, un ambiente fondamentale per la crescita tecnica e atletica degli schermidori, che permetteva un confronto quotidiano di alto livello e produceva risultati internazionali di eccellenza sia in campo maschile che femminile.

Le successive gestioni federali, hanno progressivamente smantellato questa struttura, portando la sciabola italiana a un lento e inesorabile declino. Nel corso degli anni, tanti talenti si sono persi proprio per la mancanza di un centro unico che offrisse condizioni di allenamento e formazione adeguate. Senza un ambiente strutturato e competitivo, questi giovani non hanno potuto esprimere appieno il loro potenziale e sarebbero potuti diventare atleti di alto livello.

Oggi, con una nuova dirigenza, si apre una speranza concreta: è imprescindibile riconoscere e valorizzare il ruolo strategico del Centro Federale Unico, fulcro indispensabile per rilanciare la sciabola italiana ai massimi livelli.

La vittoria di Reale deve essere interpretata non come un trionfo isolato, ma come un campanello d’allarme per tutta la Federazione e per il movimento schermistico nazionale. Senza un Centro Federale Unico, ogni tentativo di rilancio rischia di essere solo episodico.

Il futuro della sciabola passa dall’unità di intenti e dalla creazione di un ambiente di alta qualità, dove atleti, allenatori e staff tecnico lavorino insieme in sinergia, condividendo metodologie e stimoli continui. Solo così si potrà formare una nuova generazione di campioni capaci di competere con i migliori al mondo.

Reale rappresenta un potenziale straordinario, ma senza una struttura solida e una visione chiara rischia di rimanere un’eccezione. La storia recente insegna che senza opportunità e supporto adeguati, i talenti si perdono.

È tempo di investire seriamente nel Centro Federale Unico per restituire dignità, competitività e orgoglio alla sciabola italiana.

 Michele Bonsanto “