“Questi
arbitri hanno un bidone di spazzatura nel cuore”, diceva Gianluigi Buffon
all’indomani della partita persa contro il Real Madrid, valida per l’accesso
alla finale di Champions League, lamentandosi di un arbitraggio che a suo dire
doveva essere più consono agli standard ai quali è maggiormente abituato dove
gioca di solito.
E
nella scherma? Ci sono arbitri con l’oramai classico bidone nel cuore? C’è da
chiederselo, anche a valle di avvenimenti già descritti in questo blog grazie
ai quali invito il lettore a rinverdire la memoria.
Purtroppo
mi è impossibile portare nomi e avvenimenti non solo di prima mano, ma nemmeno
di seconda e terza, perché metterei in difficoltà le persone, che chi mi hanno
fornito le notizie che sto per narrare, ma per l’amore che nutro verso questo
magnifico sport, che ho il privilegio di praticare, non posso esimermi dall’esporre
un pensiero condiviso con i miei informatori.
Se
la spada gode del miglior arbitraggio possibile, in quanto non si può barare in
nessun modo se non nelle rare situazioni di dubbio (rimessa, corpo a corpo,
prima o dopo l’alt ecc…) nel fioretto e nella sciabola le cose cambiano faccia
a seconda della gara e di altre sfaccettature che mi riferiscono, ma
personalmente giudico con ampio margine di beneficio del dubbio.
Vediamo
il Fioretto.
Praticamente
i più frequenti casi di errore arbitrale sono più o meno relativi allo
stabilire la differenza se l’attacco con il ferro esista ancora oppure no,
unito anche al fatto che se l’avversario cava, mentre cerchi ferro, l’arbitro
potrebbe sbagliarsi e dare un attacco con finta e cavazione. Anche io
personalmente ho riscontrato che alcuni casi di attacco con il ferro, dove i
ferri non si sono per nulla toccati, sono stati cambiati in attacco con finta e
cavazione. Andrebbe chiarito una volta per tutte.
Passiamo
a un altro caso. Per fortuna le battute effettuate con i vari gradi di lama,
che da tali diventano parate dell’avversario non si vedono quasi più, a
vantaggio del gesto dello schermitore cioè se lo schermitore batte il ferro
immobile dell’avversario è battuta, a prescindere dal grado con il quale compie
il gesto. Mi pare una grande conquista. Lo trovo corretto e sono felice che si
sia arrivati a una chiarezza in merito.
Tocca
ora alla Sciabola, che ha connessioni con l’arbitraggio del fioretto e
fa sospirare moltissimo gli sciabolatori, ogni volta che vanno in pedana.
Le
stoccate dubbie sono praticamente all’ordine del giorno e l’arbitro è chiamato
quotidianamente a dirimere la casistica. Quando è dubbia, estrae il “tempo
comune” e si riparte. Nessun commento.
Vediamo
gli altri.
Attacco
sulla preparazione. Guardando arbitrare, questa è l’idea che mi sono fatto,
ma è giusto che gli specialisti del settore intervengano per chiarire. Se gli
atleti partono assieme sull’A-voi, la stoccata va al primo dei due che riesce a
fare l’affondo, perché in sostanza ha concluso l’attacco per primo e quindi
l’altro è in ancora in preparazione. A questo si aggiunge anche la variabile
del braccio, per alcuni arbitri se hai fatto l’affondo, ma il braccio non è
disteso, l’attacco non è completo, per altri, se il braccio è disteso, e si sta
facendo l’affondo, l’attacco è completo o quasi. Urge un chiarimento così da
poter insegnare correttamente in sala scherma.
Altro
caso la parata e risposta. Non è chiaro quanta debba essere l’intensità
della parata. Se si para e quindi il suono fra le lame è intenso allora la
parata è valida, se al contrario il suono è scarso allora è un “mal paré” (mi
chiedo se esista ancora nel regolamento questa dicitura).
Per
la verità ho anche visto dare stoccate a gente che si è presa la linea
posta da atleti che nemmeno un muratore l’avrebbero potuti mettere in bolla
talmente la linea era perfetta e solo per piccolissimi difetti chessò, della
marcia dell’avversario, o di un tentennamento di chi metteva la linea, magari
con la testa, veniva assegnata all’altro.
Tipi
di attacchi veri o presunti. Uno dei migliori è stato, a detta di chi mi ha
riferito lo sfogo, “l’attacco di piede”. L’arbitro alle prime armi siccome
vedeva sbattere il piede durante la marcia dell’atleta che attaccava,
descriveva il moto di attacco come una serie di attacchi, tutti regolari, pur
tenendo il braccio immobile, senza fare né finte né mosse di alcun tipo. Di
cosa stiamo parlando? Cioè sbattere il piede corrisponde a un attacco? Cioè se
uno avanza verso di me e io sbatto il piede allora è attacco comune? Qui più
che chiarimenti servono iniezioni di logica.
Per
concludere vi racconto la fantasiosa ricostruzione di un arbitro il quale
pur di non dare interruzione di attacco a un atleta che faceva passo avanti e
con il piede posteriore indietreggiava per riprendere l’attacco subito dopo,
ricostruiva l’azione dicendo che nella sciabola non conta il movimento di piedi
se è continuativo, pertanto quel “vizietto” era del tutto trascurabile. (di
questo arbitro non solo mi è stato dato nome, cognome, club di appartenenza e
gara in cui ha operato la sua prestazione, ma anche un filmato in cui si vede
l’azione da me descritta e un audio in cui si riconosce la sua voce mentre
ricostruisce quanto vi ho detto).
Per
certi versi mi preme dire che quest’ultimo è certamente un caso isolato, in
quanto non mi pare sia la regola e voglio credere che non esistano arbitri così
fantasiosi, benché una certa quantità di sfoghi in merito io li riceva
abbastanza di frequente e tutti di matrice “inspiegabile”.
Effetti
collaterali. Se un arbitro di sciabola si trova ad arbitrare il fioretto,
che succede? Vediamo un paio di casi.
Il
primo. All’A-Voi, lo schermitore di destra saltella sul posto, il
fiorettista di sinistra percorre un fulmineo attacco di non meno di quattro
metri e toccano assieme senza che le armi nemmeo si sfiorino. L’arbitro tutto
soddisfatto dà un bell’attacco da destra. Al “perché questo?”, la risposta è
stata: “si è mosso prima”.
Il
secondo. Va premesso che si incominciano a vedere gli attacchi sulla
preparazione, così dati: spesso un fiorettista parte verso l’avversario con la
sua progressione, l’avversario tira un bell’affondo e toccano assieme, senza
che il primo che stava attaccando abbia fatto l’affondo; in questo caso
magicamente viene dato l’attacco sulla preparazione.
Di
questo come per gli altri è necessario che si chiarisca per evitare che in sala
scherma si insegni una cosa e poi in gara se ne veda un’altra.
Sono
però contento che arbitri e tecnici comincino a dialogare per non snaturare
questo sport, tenendo conto che fioretto e sciabola hanno medesimo regolamento.
Mi
preme concludere dicendo che la classe arbitrale italiana è all’avanguardia,
ma, sempre a detta delle solite voci, che mi tocca selezionare per forza di
cose, ve ne sono alcuni che sono prezzolati, che si vendono per piatti di
lenticchie, e certe volte anche meno, cosa che dal celebre Byron Moreno a oggi si ripete con una certa costanza, ma
che io personalmente ancora stento a credere. Non posso far altro che
incoraggiare gli onesti e desistere gli altri, sperando che la Federazione
sappia regolare il movimento in maniera adeguata.
La nostra Federazione infatti, dovrà prima o poi
decidere cosa fare di una figura che per forze di cose è sempre più proiettata
verso il professionismo. E’ indubbio che in un mondo piccolo come quello della
scherma le reclute che dovranno riempire i ranghi arbitrali debbano essere
prese fra gli atleti, ma il fatto che molti arbitri siano anche atleti in
attività ad alcuni, se non a molti, fa storcere il naso. È un settore che andrà
regolamentato con estrema serietà e chiarezza.
Fabrizio
Orsini