“3CIENTO,
chi l’ha duro la vince”, non è altro che la parodia del film “300”
uscito nel 2007, che racconta la battaglia degli spartani contro i greci alle
Termopili. Ma la seconda e più trasgressiva anima di Hollywood, l’anno
successivo ne fece un’atroce presa in giro che fece il giro del mondo, il cui
titolo era la traslitterazione in italo-siculo-americano del titolo originale,
e manco farlo apposta questo numero coincide con le modifiche agli articoli
allo statuto FIS, cioè “Treciento”.
Per
la verità va detto che lo statuto è stato recentemente cambiato per volere del
CONI, affinché tutti gli statuti di tutte le federazioni sportive italiane si
conformassero alla nuova normativa in merito. Cosicché la Federazione Scherma
ha pensato bene di nominare un Commissario ad acta, che potesse apporre le
modifiche in maniera rapida e farlo approvare dalla Giunta CONI.
Così
la FIS ha pensato di fare nuove e ulteriori modifiche per migliorare la vita
federale, cosa che per la prima volta ha visto entrare in federazione un refolo
di aria nuova, di vero cambiamento, e questo avverrà in maniera concertata,
democratica, rispettosa dei celebri principi di democrazia sportiva, che per la
verità negli anni passati si è vista poca, specie in merito allo statuto.
Infatti, questo importante documento che regola la vita della scherma italiana,
venne cambiato la prima volta nel 2016, facendo in modo che il numero di
mandati potesse essere più di due, come invece era sancito dalla prima versione
dello Statuto cambiato appositamente per legge nel 2014, la cui storia potete
rinfrescarla leggendo i passati articoli pubblicati sul Blog:
C’era
una volta uno statuto:
C’era
una volta uno statuto – parte seconda:
C’era
una volta uno statuto – parte terza:
Lo
statuto FIS: le infinite modifiche
Il
CONI e lo statuto FIS:
Approvate
le modifiche statutarie:
che
racconta le peripezie legate alla vicenda della Prefettura, e non va
dimenticato che le modifiche allo statuto non hanno autori, come racconta
l’articolo:
La
mano ignota:
Così
arriviamo al 2019, perché evidentemente quello dello statuto è un tema
importante, necessario e soprattutto vitale per questo governo con a capo
Giorgio Scarso. Un tema che forse è basilare per poter restare ancorato al
potere, come il mollusco allo scoglio.
Il
19 maggio 2019, infatti, ci sarà una nuova assemblea federale, anzi no, la
prima dopo 8 anni, che chiama a sé le società schermistiche per confrontarsi su
questo, nonostante le modifiche apportate dai commissari ad acta prima delle
richieste di adeguamento del CONI non era mai stato toccato se non una “mano
ignota” che ne ha prodotto refusi, pare non sostanziali. (Questa faccenda dei
refusi non sostanziali, poi è diventata una sorta di proverbio, una battuta
salace che serpeggia fra le pedane a vari livelli).
Questo
appello del 19 maggio, è stato lanciato all’inizio di Aprile, per convocare le
centinaia di società italiane a Riccione, nel pieno dell’attività agonistica,
consapevoli che sarebbero andate al GPG in gran numero, ma che sarebbero anche
state prese, se non presissime dalle gare dei loro atleti. Alla fine, circa 50
giorni soltanto di preavviso, ma soprattutto una mole piuttosto grossa di
articoli da rinnovare, per un totale di 300 (o treciento che dir si
voglia) modifiche. Il quantità ritorna fatale anche per il numero delle società
schermistiche che sono 333 (trecientotredattré).
Una
gran battaglia insomma, che magari meritava di essere meditata maggiormente,
discussa, non dico per cento (o ciento) giorni, ma almeno per un anno (anno
in broccolino si dice anno), di modo che tutte, ma dico proprio tutte le
società sportive italiane prendessero veramente coscienza della situazione e
metabolizzassero al meglio ogni cambiamento da fare, e magari fare le loro
proposte. Questo tempo sarebbe stato fisiologico anche per i curatori delle
modifiche all’interno della commissione che se ne è occupata, per avere
maggiore chiarezza su quello che gli umili braccianti della scherma chiedono
per poter affrontare la vita sportiva quotidiana nel territorio variegato e
talvolta impervio del Bel paese.
Invece
l’assemblea è stata convocata all’indomani dell’approvazione della Giunta CONI,
con una fretta inaudita, inviando una pec a ogni società delle quali una
percentuale (o peccenduale), (piccola) è cascata dal pero senza capire
di cosa si trattasse, un’altra (più grande) confusa che ha iniziato a farsi
domande e a chiedere alla percentuale (ancora più piccola della prima) che
invece sapeva bene, se non addirittura benissimo, tutta la storia e le vicende
federali fino a quel momento.
Ma
perché tanta fretta? C’è forse in palio qualcosa?
I
maligni dicono che ci sia in gioco l’onore di chi non vuole essere sconfitto,
cioè il presidente. L’onore, che per un siciliano è materia piuttosto
importante, di non venire cacciato da altri, perché forse vuole andarsene da
vincitore, e magari dopo una battaglia finale che ne sancisca l’eroismo, per
entrare nell’olimpo dei più grandi e magari raggiungere il più possibile e
grazie al quinto mandato (cioè quello che il presidente Giorgio Scarso vorrà
fare dal 2020 al 2024), il primato del presidentissimo Renzo Nostini (33 anni
sulla sedia della FIS). Purtroppo per lui nel 2024 potrà fare solo 20 anni di
presidenza, che però, uniti a quelli di consigliere federale (eletto nel 2001)
diventerebbero 24, tutti passati a Viale Tiziano e nel 2024 Giorgio Scarso avrà
78 anni.
Quindi
il 19 maggio a Riccione assisteremo a una vicenda che ha una storia lunga,
travagliata e anche infelice. Probabilmente il nuovo statuto di Giorgio Scarso
verrà approvato in toto, con qualche contentino dato agli oppositori qua e là.
Ma soprattutto il nuovo statuto gli garantirà di raggiungere 40 sostegni alla
candidatura, a differenza delle 20 che ci volevano prima e vincere a mani basse
prima ancora di fare le elezioni.
Non
è una storia bella da rinverdire, e sarebbe stato magnifico che la federazione
più vincente d’Italia, avesse una realtà diversa, che potesse fare storia ed
essere presa a esempio anche dalle altre, mostrando come vincere così tanto
nelle gare, sia frutto di un lavoro corale, perché le primedonne in questo
sport non sono destinate a campare molto a lungo.
Io
però nutro una grandissima speranza negli italiani che sapranno capire la
situazione e mostrare la forza e la tenacia del movimento schermistico di base,
che è la linfa vitale di questo sport e capiscano che tutta questa fretta nel
convocare l’assemblea, cioè un anno prima delle elezioni federali (che per
dichiarazione dello stesso presidente saranno a Febbraio 2021, e forse
addirittura dopo le elezioni FIE), serve solo a garantirgli di sistemarsi per
altri 4 anni a Roma con largo anticipo.
Per
concludere, due parole sull’Assemblea straordinaria. Il Congresso dovrà
discutere sulle modifiche statutarie presentate dal Governo federale e dalle
società, quindi un momento di confronto e non di scontro, nel quale le
discussioni dovranno essere improntate al massimo rispetto dei vari interventi.
Pertanto qualsiasi strumentalizzazione indirizzata ad un possibile conflitto politico
elettorale dovrà essere assolutamente evitato e respinto al mittente: lo
statuto appartiene a tutti e dovrà trovare la massima condivisione dei
delegati. Se, e dico se, così non dovesse essere i responsabili dovranno assumersi
le proprie responsabilità.
Vostro
speranzoso (e hollywoodiano)
Ugo
Scassamazzo