Ho letto sulla pagina facebook di
Ezio Rinaldi che qualche giorno fa qualcuno ha commentato in forma anonima, (sempre
che sia lecito definire commento due righe prive di idee ma ricche di insulti) ,
il post “Ma la matematica è o no un’opinione?” e so che lo stesso è avvenuto in
passato per altri articoli.
Mi sono sempre chiesta cosa
riveli di sé un “commentatore” che posta simili frasi astiose e inconcludenti
senza peraltro avere neppure il coraggio di sottoscriverle.
Egli, certamente, non riesce ad
esprimere alcuna capacità dialettica e non usa alcun argomento dissuasivo, con
ciò implicitamente dimostrando che l’articolo su cui appunta i suoi strali è
incontrovertibilmente corretto ed ha toccato nel segno.
Ma oltre ad essere uno scadente
retore, chi è costui?
Soltanto un servo sciocco, o
piuttosto un incallito mercenario che sa con quale frequenza tramontano le
stelle e non vuole, servendo oggi un padrone, dispiacere chi potrebbe in futuro
diventarlo?
O è soltanto un pavido
partigiano, di quelli che difendono un’idea a torto o a ragione purché possano
farlo ben nascosti e senza conseguenze?
Avrà figli, sarà un educatore, un
insegnante, un dirigente?
Se così fosse, poveretti i suoi
figli, i suoi discepoli, i suoi studenti o i suoi sottoposti, i quali, costretti
ad assistere ogni giorno a disonorevoli lezioni di codardia, non potranno mai dimenticare
una simile vergogna.
Chiunque egli sia, non lo sapremo
mai. Ma sfortunata l’Associazione di cui un tale commentatore è il partigiano!
Se, infatti, l’attitudine morale
di ciascuno di noi si misura anche dal modo di essere delle persone che ci si
professano amiche, quanto sarà appannata l’immagine di chi ha la sfortuna di
vederselo attribuito come tale!
Non posso quindi che condividere
la linea editoriale di questo blog che sceglie di non dare spazio agli scritti
anonimi. Così facendo, oltre a preservare la serietà del blog e proteggere i
lettori dal disagio esistenziale degli ignoti autori, si salvaguarda l’immagine
di colui che, nell’idea dell’anonimo, dovrebbe essere il “beneficiario” della
sua pusillanime esternazione.
Paola Puglisi