È sufficiente guardare il medagliere degli Europei
Cadetti e Giovani di Sochi 2018 per farsi una idea della potenza schermistica dell’Italia
nei confronti delle altre nazioni europee, ma non possiamo non fare delle
considerazioni sulla nazione che segue nel medagliere, cioè la Russia.
Se l’Italia ha vinto 10 medaglie fra i
Cadetti e altrettante nei Giovani, la Russia ci ha eguagliato in tutto o quasi.
Identica prestazione alla nostra fra i più giovani, e solo una medaglia in meno
di noi fra i più grandi. Viene da chiedere come mai la Germania, l’Inghilterra,
o l’Ungheria non abbiano raggiunto un risultato nemmeno minimamente vicino a
quello italiano o russo. La Francia si è saputo che non partecipava o quasi,
solo per questioni economiche, volevano evidentemente concentrare tutto sui
mondiali di Verona di aprile. Ma tutti gli altri risultati lasciano pensare
moltissimo.
Da anni in Russia lo sforzo per riattivare il
settore schermistico è enorme, specie economico ed è bastato inviare due
maestri nel fioretto, Stefano Cerioni e Giovanni Bortolaso e uno nella spada, Angelo Mazzoni, per
sconvolgere tutto e far salire tutta la scherma russa a livelli impensabili,
anche fra i giovani. Hanno saputo guardare, apprendere, lavorare e raggiungere
lo scopo.
I pensieri in merito alla “fuga” di questi tre
campioni magistrali sono tanti. Abbiamo fatto conoscere alcuni, anzi molti
segreti del
lavoro sudatissimo e spesso sotto pagato dei nostri maestri i quali altrove,
hanno avuto modo di lasciare il segno. Forse i russi dalla nazionale maggiore
sono riusciti a trasferire nei clubs e quindi nei campionati, quelle conoscenze
necessarie a progredire in fretta, al punto che forse non ci sarebbero riusciti
da soli se non in molti anni di lavoro assiduo.
Altri pensieri andrebbero fatti in merito alla
comunicazione del successo ottenuto dagli italiani. Un conto è parlarne nel
proprio sito web e nei social cui si fa molto affidamento, altro è fare un
lavoro di informazione vero e proprio, dando notizia a tappeto, con il semplice
fine di aumentare i numeri della scherma migliorare lo sport branding per
raggiungere l’obiettivo globale di avere più atleti nelle palestre, con vantaggio di tutti,
nessuno escluso. Nulla di tutto ciò, nonostante i formidabili successi, che
immancabilmente ci rendono orgogliosi di praticare questo sport e i cui
protagonisti non smetteremo mai di ringraziare ed elogiare, assieme ai loro rispettivi
clubs e maestri.
Insomma a tanto successo non corrisponde altrettanta
azione informativa. Intendo dire che, al di la dei canali istituzionali, la
comunicazione non mi è sembrata adeguata. Infatti di questi campionati Europei
ho letto molto poco sulla stampa nazionale. Viene da chiedersi, se non avessimo
tutti questi atleti di assoluto valore internazionale, cosa farebbe la
federazione? Pubblicità a tappeto? Manifesti? Sponsorizzate social? Giornate
commemorative? Chi lo sa.
Se in
Italia non ci fossero i nostri geniali campioni, (alieni pervenuti sulla
terra da quel pianeta scherma che genera fuoriclasse nelle varie discipline), perché
non attuare una strategia più profonda e di più ampio respiro per avvicinare più
e più giovani al nostro magnifico sport? I tempi attuali richiedono interventi
mirati che possano raggiungere meglio anche le famiglie meno abbienti. Non
intendo sottovalutare l’impegno che la FIS ha sviluppato in questi anni,
poiché, sia chiaro, qualche risultato su questo piano c’è stato, ma oggi, e
forse anche ieri, le strategie poste in essere sono diventate meno efficaci e
dai risultati deludenti. La testimonianza la si trova in una intervista
rilasciata da un consigliere federale, il quale ha dichiarato:” dobbiamo ringraziare la federazione che ha sempre atleti che vanno a
podio.” Non voglio commentare tale dichiarazione,
poiché lo faranno certamente i maestri e le società .
Uno dei mezzi più semplici per fare promozione
sarebbe quello di inondare i club con poster dei nostri campioni, assoluti
e giovani, corredati dei loro palmares. A tal proposito esprimo un mio pensiero:
se è vero che il potere logora chi non ce l’ha è altrettanto che stanca ed
anche molto chi lo detiene e ciò comporta un appiattimento gestionale che
impedisce una azione vigorosa per uno sviluppo efficace.
E mentre gli atleti nazionali salgono, facendoci
sperare che gli eredi della nazionale maggiore siano numerosi (nella sciabola
meno, ma sarebbe troppo lungo il discorso e preferisco non uscire dal tema),
la F.I.S., passeggia a testa alta
tra le consorelle straniere, ma continua a mantenere un ruolo di nicchia tra le
altre federazioni italiane.
Continueremo a guardarle dall’alto delle nostre
medaglie, ma loro ci guarderanno sempre da molto più in alto, ovvero dal
gigantesco monte di atleti che hanno saputo mietere nel loro sport.
Quando apriremo gli occhi?
I mondiali di Verona rappresenteranno una vetrina
importante per il numero e la caratura tecnica di nazioni schermisticamente
importanti quali USA, CINA e KOREA per non parlare di FRANCIA e GERMANIA. Al
termine della manifestazione proverò a fare una sintesi dei risultati, che, a
differenza dell’europeo U.20, prevedo molto più faticoso da raggiungere. Ma ai
ragazzi chiamati a difendere il tricolore diciamo con orgoglio italico:Forza
Campioni!
CAMPIONATI
EUROPEI CADETTI E GIOVANI SOCHI2018 - MEDAGLIE ITALIA
ORO - TOT: 8
Filippo Macchi - Fioretto
maschile Cadetti
Davide Di Veroli - Spada maschile
Cadetti - Spada maschile Giovani
Martina Favaretto - Fioretto
femminile Giovani
Federica Isola - Spada femminile
Giovani
ITALIA - Fioretto femminile
Cadetti
ITALIA - Spada maschile Cadetti
ITALIA - Spada femminile Giovani
ARGENTO - TOT. 7
Claudia Memoli - Fioretto
femminile Cadetti
Davide Filippi - Fioretto
maschile Giovani
ITALIA - Fioretto maschile
Cadetti
ITALIA - Sciabola maschile
Cadetti
ITALIA - Fioretto Femminile
Giovani
ITALIA - Spada maschile Giovani
ITALIA - Sciabola femminile
Giovani
BRONZO - TOT. 5
Alessio Di Tommaso - Fioretto
maschile Cadetti
Martina Favaretto - Fioretto
femminile Cadetti
Sara Maria Kowalcyz - Spada
femminile Cadetti
Alberto Arpino - Sciabola
maschile Giovani
ITALIA - Fioretto maschile
Giovani
Ezio RINALDI