Non di
rado sento dire che sarei “contro a prescindere”. Esattamente cosa significa?
Chi mi identifica con tale espressione evidentemente non conosce il significato
del termine. Basterebbe farsi un giro in internet per trovare l'accezione di
tale locuzione. Essa è costituita di due parti: pre (prima) e
scindere (dividere). “Contro” significa avversione-opposizione. Ne deduco che
sarei contro qualcosa o qualcuno, senza tenere conto di determinate situazioni,
fatti od opinioni. Ebbene nel mio errare su questa terra, professionale,
sportivo ed umano, posso affermare che non sono mai stato “contro a
prescindere” ma ho fatto opposizione a qualcosa di cui non condividevo l’idea
ed il suo fine oppure alla visione, per me errata, di qualcuno.
Entriamo
nello specifico: sono stato militare per 45 anni, una professione in cui i
regolamenti andavano applicati e non interpretati quindi una linearità dalla
quale era difficile derogare. Nel mio vivere quotidiano, al di fuori della
professione, mi sono confrontato su diversi temi tranne la politica, poiché
indossando una divisa ritenevo e ritengo tuttora che un militare debba essere
al di sopra delle parti. Il campo dove mi sono maggiormente cimentato è stato
lo sport, sia in temini agonistici che dirigenziali. In quest’ultima attività
ho ambìto a far valere le mie idee senza disconoscere quelle altrui, in
sostanza ho cercato il confronto aperto e senza pregiudizi.
Ho mal
sopportato la prepotenza ideologica e gestionale di chi occupando posizioni
apicali si avvaleva o, se preferite, abusava di tale status per perseguire fini
discutibili, con i quali accrescere la propria asserita superiorità, tutta da
dimostrare.
Non ho
condiviso certe situazioni e per questo sono stato acerrimo oppositore (contro)
per molti anni di un governo sportivo (la scherma) che, avendo oggi smesso di spargere
pie illusioni, viene finalmente visto nella sua reale essenza, essendo venuta
fuori quella natura che vari specchi deformanti, per lungo tempo, hanno pomposamente
esibito. Quindi, “Contro” significa essere oppositore di qualcosa, di qualcuno
ma, personalmente, mai “a prescindere”, nel senso che ho sempre riconosciuto ai
miei interlocutori la validità del proprio “modus operandi” qualora questi
meritassero considerazione; viceversa, ne ho combattuto il sistema e non sono
affatto pentito di averlo fatto.
Riportiamo
il tutto ai giorni nostri: sono stato definito “contro a prescindere” ma contro
chi? Non certo verso l’attuale dirigenza (Governo) federale, che ho rivalutato
dopo che ha saputo prendere le distanze da certi protagonisti del passato, i
quali, pur avendo ottenuto rilevanti riconoscimenti dall’odierna gestione,
hanno lavorato, e continuano a farlo, in forma poco cristallina e trasparente contro
di essa, adducendo peraltro motivazioni risibili e vacue.
A chi
si contrappone ho espresso la mia stima ma un conto è ammirare e rispettare
altro è condividerne il percorso che considero affrettato, fumoso e fatto di
tante promesse probabilmente irrealizzabili. La domanda che mi pongo è: a chi do
fastidio? Quali preoccupazioni posso procurare? Non sono tesserato e non voto,
quindi quali influenze posso avere? Certo, scrivo su Piazza della Scherma,
esprimo le mie opinioni sicuramente non condivisibili e forse le scrivo anche
male, ma lo faccio senza nascondermi, senza negare il mio operato ed
assumendomi le responsabilità che da esso discendono. Ai lettori voglio dire
semplicemente diffidate da individui che mentono sapendo di mentire e
soprattutto operano nell’ombra. Costoro, ed i loro sodali, non potranno mai
garantire l’onestà intellettuale e materiale di cui tutti noi abbiamo bisogno.