18 settembre 2025

IL MONDIALE PARALIMPICO: quasi un fantasma!

E ora parliamo del mondiale paralimpici di IKSAN. Era partito con grande slancio per poi trasformarsi in un evento quasi fantasma.

Prima di partire abbiamo visto con piacere, il video del Capo delegazione Bebe Vio Grandis, ma anche la presentazione di ogni atleta su Instagram, cosa piacevolissima, visto che non conosciamo molti dei ragazzi che sono in nazionale. E anche una narrazione precisa e puntuale per ogni medaglia, ma poi, non sappiamo per quale motivo, tutta la concentrazione mediatica si è come spenta. Un breve e succinto riepilogo sul Sito federale, cioè un elenco di quanto vinto e i risultati degli atleti e un’archiviazione quasi irrintracciabile nel mare magnum del web, che solo Google è stato capace di trovare.

Interviste? Poche grazie! Medagliere? Sì ma senza vanteria, sebbene l’Italia abbia chiuso la classifica in seconda posizione, dietro la Cina! Highliths degli assalti? Quanto basta per non trovarli. Prossimi appuntamenti paralimpici? Chi può dirlo?

Insomma il mondiale paralimpico sembra diventato un mondiale fantasma, tenendo conto che l’unico soggetto che ne ha parlato è stato Sky sport, solo per pochi spettatori paganti, grazie alla voce di Sara Cometti, e rimbalzato dalla Federscherma.

Eppure meritavano di più le 7 medaglie azzurre. Due ori (Sciabola maschile a squadre) e Andreea Mogos (fioretto femminile Cat.B); due argenti (Squadra femminile fioretto) e Leonardo Rigo /Fioretto Cat.C); tre bronzi (Edoardo Giordan Sciabola Cat.A) Emanuele Lambertini (fioretto Cat.A) e Squadra fioretto maschile.

Noi del blog ci associamo alla nazionale paralimpica, e li sosteniamo in maniera totale, anche perchè questo secondo posto fa molto riflettere, infatti non si è vista la Francia, e nemmeno gli Stati uniti, sebbene la Cina abbia raccolto ventotto medaglie e noi, si fa per dire, solo sette. Una distanza vertiginosa che meriterebbe approfondimenti vari.

Quello paralimpico è inoltre proporzionato al movimento dei normodotati, scarno e poco attenzionato, sebbene la FIS abbia sempre curato con molto affetto tutto il settore, che vanta purtroppo pochi numeri e ancora meno tecnici e società disposte a portare avanti un discorso che varrebbe un lavoro più mirato.

Dal medagliere emerge in modo orgoglioso e meritatissimo, non solo la bravura degli atleti, ma quella del settore magistrale e dei preparatori fisici. Da fuori infatti non si può capire come mai, con così pochi atleti, si possano ottenere risultati così prestigiosi. Chi però conosce la scherma italiana sa che il trucco è proprio nella classe magistrale e nelle società di appartenenza che hanno saputo costruire ottimi atleti, per poi passarli alla Federazione che non ha sprecato nemmeno una goccia del talento dei nostri nazionali.

Affinché ci sia una maggiore promozione e, quindi una conoscenza più approfondita del settore, sarebbe necessario un potenziamento delle disponibilità a disposizione, sia come infrastrutture che di pubblicità. Siamo tutti a conoscenza delle carenze logistiche che i club devono affrontare quotidianamente, le quali non sono all’altezza dell’attività schermistica paralimpica. Insomma il settore meriterebbe di più, molto di più.

Sono già molti che segnaliamo una carente attività politica degli spazi schermistici, e, quindi, invitiamo la Federazione ad assumere significative iniziative per qualcosa di concreto, di serio. Crediamo anche che la federazione, con il coinvolgimento di tutte le federazioni, spinga verso il Coni talché l’intero sport fosse promotore di proposte di leggi speciali affinché tutti gli atleti paralimpici abbiano un adeguato supporto per la loro attività. In altre parole non rendiamo il paralimpico un settore quasi invisibile.

Ezio RINALDI

 

16 settembre 2025

GIUSTIZIA FEDERALE: è possibile una vera riforma?

Alberto ANCARANI
Dalla pagina facebook dell’avv. Alberto ANCARANI riprendo il post inerente la sua vicenda giudiziaria sportiva, risalente a qualche tempo fa e per la quale scrissi un articolo in cui, tra l'altro, asserivo che:

La madre di tutte le riforme riguarda la Giustizia Sportiva e il nodo da sciogliere è la mescolanza tra il Potere politico e quello Giudiziario. Attualmente i Presidenti, attraverso il Consiglio, scelgono i procuratori ed i Giudici Federali e, come si può ben intuire, in questo senso non esiste alcuna imparzialità. Si potrà avere una autentica riforma togliendo alle Federazioni la possibilità di nominarsi i Giudici altrimenti la montagna avrà partorito il classico topolino. Subito dopo andrebbe rivisto il Regolamento di Giustizia Federale.”

Alla luce di quanto pubblicato dall’avv. Ancarani ritengo doveroso proporre al Consiglio federale l’esame di una possibile riforma che darebbe molta più credibilità al sistema scherma e che, evidentemente, eviterebbe possibili contrasti, discussioni e dubbi vari.

Ezio RINALDI

 Alberto Ancarani

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Cari amici della Scherma, le sale sono riaperte ormai da due settimane e si ritorna nel vivo del nostro sport.

Questa è la prima stagione schermistica interamente gestita dalla nuova dirigenza nazionale, dunque il primo anno nel quale si potrà testare in tutto e per tutto la mano di chi ha ottenuto la maggioranza dei consensi all'assemblea del Gennaio 2025.

Personalmente ho lasciato che la "luna di miele con gli elettori" tipica di chi ha appena vinto le elezioni non venisse disturbata da alcuna contestazione "politica" perchè trovo sacrosanto che chi ha vinto esprimendo un programma elettorale sia messo nelle condizioni di metterlo in pratica.

Ovviamente al termine di questo primo anno schermistico ci saranno ampiamente le condizioni per esprimersi e per valutare, ma farlo prima, perlomeno da parte di chi ha governato fino all'altro ieri, rischia di apparire un esercizio infantile tipo "Volpe e Uva" che non mi appartiene.

Significa che quanto messo in pratica fin qui è apparso privo di motivi di contestazione? Tutt'altro. Ma molte delle scelte sono state conseguenze di ciò che è stato raccontato agli elettori, ed è giusto che gli elettori - che erano stati avvisati dalle controparti su quanto alcune promesse fossero discutibili o per meglio dire non applicabili - tocchino con mano ciò che hanno scelto.

Tutt'altro argomento è invece quello relativo a ciò che agli elettori non è stato raccontato o a ciò che le alleanze elettorali hanno costretto a determinare.

Mi riferisco alla mancanza di prese di distanze della Federazione su certe questioni relative a tesserati condannati per reati relativi alla sfera personale della persona.

Quando feci notare la questione su questo social, una cheerleader dell'attuale dirigenza, Anna Ferraro, mi segnalò alla Procura Federale, la quale aprì, per mano della Sostituto Procuratore Stefania Cappa, nominata dal nuovo consiglio federale e di cui consiglio ai tesserati FIS la ricerca del curriculum su google esclusivamente ai fini della massima trasparenza sugli organi di giustizia che potrebbero occuparsi di ciascuno di noi, un immediato procedimento nei miei confronti.

L'esito di questo procedimento nel quale il Tribunale Federale ha sancito la totale insindacabilità delle mie considerazioni, è reperibile al link "Giustizia federale" del sito federale. Purtroppo la Federazione, nonostante la rinuncia da me espressa al mio diritto alla privacy, si è rifiutata di pubblicare il mio nome nel pdf pubblicato, ma attraverso questo post risolviamo anche questo problema.

Da ultimo: se continueranno questi metodi non mancherò di rispondere colpo su colpo a prescindere da quanto tempo è passato dalle precedenti o manchi alle prossime elezioni federali.

#federscherma #cheerleader #giustiziafederale #assoluzionetotale #insindacabilita



13 settembre 2025

Andrea BORELLA e Francesca BORTOLOZZI dopo 20 anni lasciano la Comini. Andrea si consola con l’entrata nella Hall of fame della FIE.

Più che una intervista è una chiacchierata tra amici dalla quale emergono delusione ed orgoglio di un maestro, un uomo e un marito. Sono convinto che Andrea e Francesca andranno incontro ad altri successi e soddisfazioni e continueranno a contribuire al consolidamento del prestigio dell’Italia schermistica. IN BOCCA AL LUPO!

Ezio RINALDI

Andrea BORELLA
Intervista a cura di Fabrizio Orsini

Era già accaduto alcuni anni fa che la FIE aveva chiesto ad Andrea Borella il Curriculum di atleta. Lo scopo era forse farlo entrare nella Hall of fame della FIE, ma poi non era accaduto nulla. Quando poi alcune settimane fa era arrivata la medesima richiesta, Andrea aveva capito che forse i tempi erano maturi e infatti oggi sulla pagina Insta della FIE, troneggia la sua foto annunciando la notizia. È così che ci ha raccontato come tutto è accaduto con un interessante corollario di dettagli moto intriganti.

Come hai accolto la notizia?

Io ormai lo sapevo, perché la notizia è arrivata tramite lettera e ammetto che mi ha fatto un piacere enorme. E' un importantissimo riconoscimento che dedico e condivido con il mio caro Maestro Livio Di Rosa, senza di lui questo non sarebbe potuto accadere.

Francesca (Bortolozzi) tua moglie ne faceva già parte vero?

Francesca Bortolozzi

Sì. Lei lo era in quanto appartenente alla grande squadra di fioretto, quel “dream team” che vinse tutto per molti anni.

Bisognava pareggiare i conti quindi.

Noi in famiglia non sentivamo questo bisogno, ma era giusto in qualche modo che si colmasse la lacuna.

E la Federazione?

Ho chiamato per ringraziare perché di certo hanno avuto un ruolo in tutto questo, nella persona del Presidente Mazzone e del Vice Garozzo,

Questa notizia l'avete festeggiata in casa, e purtroppo non in palestra, non è così?

Un tornado. Dopo una stagione di continue tensioni, abbiamo avuto un'estate drammatica che ha demolito tutto quanto Francesca e io abbiamo costruito in venti anni lei e quindici anni io. Ricordo che quando Francesca arrivò alla Comini c'erano dodici atleti e siamo arrivati ad averne centoottanta. Pertanto quando in una drammatica riunione a luglio, il Consiglio Direttivo della società, senza alcun preavviso e senza propormi un progetto alternativo, mi ha sollevato dal ruolo di Direttore di sala e responsabile del settore fioretto nominando al posto mio il Maestro più giovane della società (Alberto Dei Rossi ndr) senza tenere conto di Francesca, abbiamo capito che il nostro ruolo non era più centrale e che si voleva svilire la nostra autorità all'interno della società. Ovviamente non convinti delle motivazioni che hanno portato a questo cambio, abbiamo deciso di rassegnare le dimissioni. Tutto questo al termine dell'ultima stagione agonistica dove sono stati raggiunti risultati eccezionali grazie a Davide Filippi che ha raggiunto il traguardo di entrare nel top 16 del ranking mondiale assoluto, Matilde Molinari oro agli Europei U20, argento ai campionati del Mondo U20, Marco Panazzolo argento agli Europei cadetti e oro a squadre, bronzo ai Mondiali cadetti, Nicolò Collini bronzo agli Europei cadetti e oro a squadre. A questi successi individuali va detto che le nostre due squadre di fioretto maschile e femminile sono rimaste i A1 nonostante molti altri nostri atleti fossero già nelle squadre dei Gruppi militari. Non parliamo degli ottimi piazzamenti negli U14. In soli venti anni abbiamo reso la Comini una delle società più importanti d'Europa. A valle di questa vicenda stiamo infatti ricevendo moltissimi messaggi di solidarietà e di conforto dall'Italia e dall'estero, molti ci hanno portato come esempio di società modello.

Lascia che ti chieda come vi state riorganizzando.

Francesca è stata contattata per aprire una sezione di fioretto presso la Petrarca scherma. Un gesto davvero importante e ammirevole. Ha scelto quindi di gettarsi totalmente in un nuovo progetto perché essendo padovana, era nata schermisticamente in Comini quando aveva dodici anni. Poi per necessità agonistica si spostò a Mestre dove siamo cresciuti come atleti e lì ha mosso i primi passi di insegnante, non appena diventai maestro. E siccome nacquero le nostre figlie i suoi primi guadagni venivano versati direttamente alla baby sitter per poter continuare a insegnare a Mestre, pur vivendo a Padova. Infine lasciammo Mestre per far ripartire la nostra storia in Comini. È per questo che per non pensare a tutto quello che è successo vuole guardare sempre e solo avanti, quindi ora è concentrata altrove e la capisco anche.

E tu?

Io preferirei prendermi del tempo per metabolizzare quanto accaduto. Da sportivo e da schermitore sono abituato a pensare che dietro di me ci siano gli amici, il gruppo, lo staff che ti supporta, che ti segue e ti protegge, mentre mi sono accorto che forse non era proprio così. Per cui sento che devo guardare avanti, ma essere più attento anche a quello che accade dietro alle mie spalle.

Suppongo però che ci siano state delle ragioni ufficiali?

Mah ho saputo che in una riunione con i soci del fioretto è stato detto che era il momento di rendere la società più moderna, più al passo con i tempi e soprattutto in linea con la gestione delle altre società, immagino che forse vogliano adottare uno stile più americano.

Visto che storicamente gli italiani “non vincono poi così tanto e anche voi, siete stati così poco capaci in termini di risultati...”

(ride) effettivamente sarebbe da capire questa nuova filosofia di lavoro.

Pensi che ti sostituiranno con un maestro americano?

(ride) credo che andrà il Maestro Omeri. E con lui potranno forse raggiungere l'obiettivo di avere una società più dinamica, moderna, con nuovi metodi di lavoro, che sono le ragioni che mi sono state dette a voce.

Si erano lamentati in molti per i vostri metodi?

Che io sappia no, ma si può immaginare che quando lavori in una sala con così tanti atleti c'è sempre qualcuno che mormora, soprattutto se non vengono ottenuti i risultati sperati e quindi diventa comodo scaricare le responsabilità sui Maestri. Per esperienza ho visto che nelle pieghe dei successi si annidano le invidie e le gelosie. Quello del Maestro di scherma è un lavoro artigianale fatto su misura, che non può essere meccanizzato, e non c'è un metodo che vada bene a tutti. Anzi il metodo è semmai cercare un sistema per allenare ognuno. Poi comunque il mio riferimento è e rimane il mio Maestro, Livio Di Rosa, un maestro, una persona che era centrale nella vita della palestra e degli atleti e ritengo che dovrebbe essere così anche adesso. Dico questo perché giorni fa ho sentito un dirigente che affermava "che la figura centrale di una società sportiva è il presidente, perché è il primo ad entrare in palestra e l'ultimo che ne esce".

Da lavoratore della pedana, mi sembra di poter dire che sia del tutto falso. Pur non negando il ruolo di ogni presidente di ogni sodalizio sportivo, chi bagna la pedana di sudore ogni giorno è di certo il maestro.

Guarda un maestro rimane tale per sempre, e sinceramente non amo molto la suddivisione in Istruttore di primo, secondo e terzo livello. Lo trovo anche un po' deprimente. Le parole vogliono dire molto, a volte anche più di quello che pensiamo. Alla fine sono anche disposto a pensare che sia giusto cambiare staff in una società, ma anche che vi sia un buon motivo per farlo.

Oltre a riposarti, quindi cosa farai?

Vorrei esplorare nuove possibilità, magari all'estero.

In Olanda?

Purtroppo no perché non ci sono le risorse economiche. La Federazione Olandese ha avuto fiducia in me e li ho formato maestri e strutturato tutto lo staff della nazionale, purtroppo ero troppo lontano logisticamente per portare avanti il progetto in prima persona. Per cui da poco ho lasciato l'incarico ma sono sicuro che i miei amici e colleghi sapranno continuare con successo il progetto. Per il momento ritengo di dover valutare le mie opzioni, poi vedremo. Resto comunque patrimonio della scherma italiana.

 Esarebbe più che giusto sfruttarti e non perderti.

Siamo abituati a vedervi assieme alle gare, tu e tua moglie, anche perché forse siete una delle poche se non l'unica coppia di maestri di scherma italiani uniti anche nella vita, sarà dura non vedervi assieme alle prossime gare.

Questa vicenda alla fine ci ha separati professionalmente, ma non ha distrutto né la grinta né la passione.

È di certo un nuovo inizio.

Che in parte è ancora misterioso e va quindi scoperto.

 

 

07 settembre 2025

CALENDARIO E QUALCHE PREOCCUPAZIONE

Qualche giorno fa, sulle pagine di questa “PIAZZA”, ho scritto poche righe in merito alla messa in opera del calendario gare. Approfondendo la questione, e chiedo scusa anticipatamente per qualche omissione o strafalcione, a mio avviso ritengo che Vertiginoso sia l’aggettivo più adatto per descrivere l’abbandono schermistico, paragonabile solo a un altro, cioè preoccupante. Dall’intervista al Vice presidente federale Daniele Garozzo, la sensazione che più traspare dalle sue parole, sempre che non abbia interpretato male quanto espresso, e che per contrastare questo fenomeno, sia necessario cambiare qualcosa. Reputo che non ci voglia un genio della finanza per capire che forse, una federazione con pochi iscritti, deve dipendere in modo famelico dai premi ottenuti dai successi della Nazionale maggiore, senza i quali non può mantenersi in quanto gli introiti derivanti dalle società, proprio a causa degli abbandoni, sono scarsi.

Qualche idea è stata partorita e come prima azione efficace, pare sia stato fatto non proprio un ritocco al calendario gare, ma un vero e proprio riordino.

Per la sciabola è rimasta l’impostazione della scorsa stagione, con i tutti i Cadetti che prendono parte ad almeno una prova nazionale di categoria grazie alla quale potranno partecipare alla prova nazionale GOLD. Invece, a dispetto della parità di genere di cui si parla tanto, nulla di tutto ciò per le ragazze del fioretto, alle quali viene imposta la qualificazione per la gara GOLD, e nulla è previsto per chi non raggiunge la magica classifica che consente loro di accedere alla fase nazionale.

Per fare un recap più agile, credo di poter affermare che le cose stiano così:

Fioretto Maschile, Spada Maschile, Spada Femminile: selezione per i Nazionali GOLD, e per i primi esclusi campionato nazionale SILVER per i primi degli esclusi;

Sciabola Maschile e Sciabola Femminile: tutti i partecipanti alle Prove nazionali vengono ammessi anche al campionato nazionale GOLD (non esiste il Campionato silver);

Fioretto Femminile: selezione per i Nazionali GOLD, nessun Campionato Silver per le escluse che terminano l’attività annuale con questa gara.

Talchè non vi sono trattamenti equi per le varie armi, e a comandare sono i numeri, in quanto se sono esigui , le gare sono poche o vengono eliminate.

Resta in essere una sola competizione per gli U23 nel calendario, cioè il Campionato Italiano, che ha il sapore di un “andiamoci tutti e vediamo che succede”.

La musica cambia non appena si parla di categoria GPG, perché è stato introdotto il Campionato regionale a squadre con la possibilità di formare un team con atleti di società diverse, il punto debole è che, nonostante sia inserita nel calendario federale, non dà punteggio, né può essere utile per qualificarsi al Gran Premio Giovanissimi di Riccione, al contrario delle gare regionali/interregionali individuali.

Curioso, se non incomprensibile la strategia delle gare di Eurofence league, dove la Conference, cioè la Federazione europea di scherma, la quale ha creato un nuovo campionato aperto anche agli U23, e senza limite numerico di partecipazione.

Il fine sarebbe quello di aumentare la voglia di fare gare, a vario livello, approfittando del desiderio di chi ha voglia di parteciparvi. Evidentemente l’EL sperava di trovare appoggio da parte della FIS, la quale, al contrario, ha deciso di limitare la partecipazione degli italiani a solo 20 atleti (per arma), forse per non sobbarcarsi il costo di più di 4 arbitri così come imposto da regolamento. Peraltro, la partecipazione è rivolta solo ai Cadetti, e non ai Giovani. Sarebbe interessante conoscere il parere del Consigliere De Bartolomeo, che siede nel consiglio della Conference federation.

Incuriosisce il Trofeo Outsider. Spicca la terminologia, ancora una volta scelta nel grande e oramai consunto vocabolario anglosassone e che si accosta a Silver e Gold alla nuova nomenclatura della sempre più probabile futura “Italian Fencing Federation”.

Si tratta di un campionato facoltativo, riservato agli esclusi della categoria Gold, ma solo per i Cadetti. I Comitati regionali non hanno obbligo di organizzarlo, e forse, sempre a causa di esigui numeri  degli esclusi o di regioni poco popolose di schermitori, ups! Perdonatemi, di fencers, verrà deciso di dare la possibilità di organizzare, permettetemi la correzione, un Interregional Outsider trophy.

Ma la novità maggiore è quella relativa all’aumento delle quote di gara, da 20 a 25€/cad. L’ultimo aumento avvenne nel 2012, da 15 a 20€, e in effetti un aumentino dopo tredici anni, ci sta tutto, ma va ricordato che da almeno otto anni, il plateau dei tesserati federali è stabile, e forse in alcuni casi è addirittura in decrescita. Per usare un termine inglese, lo spread di atleti è low. Se fosse inflazione sarebbe ottimo, ma non è così.

In questa nuovissima federazione, assistiamo a una mancanza totale di idee promozionali, che invece altri sport fanno con eccellenti risultati, cavalcando l’onda dei loro rarissimi successi, ma che mediaticamente sono efficacissimi. Se pensiamo infatti che i nostri campioni sono numeri uno del mondo da anni e si avvicendano con altri italiani, in altri sport i cui numeri sono di gran lunga superiori alla scherma, nasce un campione ogni morte di Papa: mi si conceda la battuta, negli ultimi 20 anni abbiamo assistito alla dipartita di quattro Papi e qualche campione in più è nato.

Ovviamente, invece di premiare i qualificati alla gara nazionale, non dico evitandogli la cifra di partecipazione, ma di far loro lo sconto di 5€/cad, ritornando così ai 20€ dell’anno scorso, la New Italian Fencing Federation, aumenta il costo di gara a 30€. Se non fosse vero direi che è una barzelletta.

Qualcosa quindi deve essere rivista e poco importa se a qualcuno possa non piacere, perché, è bene non dimenticarlo, il fine ultimo è l’aumento degli iscritti e conseguentemente dei praticanti. Credo sia sbagliato ritenere che poche presenze in sala scherma possa essere il giusto viatico. L’ideale sarebbe evitare di insegnare scherma in strutture reliquati degli impianti sportivi, o che si debba sempre fare promozione nelle scuole, per poi essere demoliti da uno spot del nuoto, ma sparato in TV e nel momento migliore delle prestazioni dei suoi atleti. Poi, vedere batterie, anche le più noiose, dell’atletica, dalle otto del mattino alle dieci di sera, ma non la scherma per la quale vengono trasmesse solo le fasi finali fa male. In buona sostanza, ci sono sport la cui appetibilità è certamente superiore alla scherma ma affinché questa possa essere attrattiva e seguita, parimenti all’atletica, nuoto, rugby, ciclismo etc, è necessario studiare un progetto che possa favorirne la visibilità. Insomma, fare in modo che la scherma sia vista dai gironi fino alla fine. Ammetto che non è né semplice e tantomeno facile, per questo si rende necessario un efficace progetto, magari la FIS lo avrà anche fatto ma a tutt’oggi non si è ancora visto.

Sembrerebbe che la scherma, secondo un non ben chiaro disegno, debba essere per pochi (in sala), costosa (vedi materiale e gare e trasferte e tesseramento), e con la pretesa di accrescere il numero dei praticanti, salvo ravvisare esattamente il contrario e piangere per il fatidico abbandono, anzi scusate “drop out”.

Sappiamo però che botte piena e moglie ubriaca, non è possibile averle. Credo quindi di poter dire che questo quadriennio stia partendo male, molto male, anzi very bad.

Infine vi chiedo scusa per il sarcasmo sull’uso dei termini in inglese ma sono Italiano e l’inglesizzazione mi è particolarmente antipatica, anche se dobbiamo conviverci.

Ezio RINALDI