L’articolo che segue è una riflessione, scritta e pubblicata su facebook, da Michele BONSANTO, la quale è ben presto sparita, poiché, come arcinoto, ciò che viene pubblicato su meta resta in prima pagina il battito di una ciglia dopo di che ciò che ti interessa lo devi cercare sulla pagina dell’autore o su quelle di chi ha condiviso un certo argomento. Talchè ho pensato di rilanciarlo sulla PIAZZA dopo averne ottenuto il consenso dall’autore.
Come sempre, il pensiero tecnico di Michele è molto lucido e
nella sua riflessione pone in evidenza alcune considerazioni che sono
assolutamente condivisibili, in particolar modo quando fa riferimento ad un
centro federale e che nel passato ha visto la sua esistenza nell’era DI BLASI
con la gestione tecnica di BAUER. Buona lettura
Ezio RINALDI
“Al
recente Campionato Italiano Assoluto di sciabola, un evento senza precedenti:
il titolo è stato conquistato da un ragazzo di appena 17 anni, Reale di
Frascati e secondo il fratello di un solo anno più grande. Un risultato unico
nella storia, che più che un motivo di festa deve far riflettere sullo stato di
crisi della sciabola italiana.
Che un
atleta così giovane vinca il titolo assoluto non è un merito, ma un segnale
d’allarme: testimonia il livello tecnico e competitivo estremamente basso
raggiunto dalla nostra disciplina. Questo risultato indica un declino che va
affrontato con serietà e consapevolezza.
La responsabilità principale è da attribuire alle gestioni federali succedutesi
nel tempo. La dirigenza federale Di Blasi, infatti, aveva creato e sostenuto il
Centro Federale Unico di Roma, un ambiente fondamentale per la crescita tecnica
e atletica degli schermidori, che permetteva un confronto quotidiano di alto
livello e produceva risultati internazionali di eccellenza sia in campo
maschile che femminile.
Le
successive gestioni federali, hanno progressivamente smantellato questa
struttura, portando la sciabola italiana a un lento e inesorabile declino. Nel
corso degli anni, tanti talenti si sono persi proprio per la mancanza di un
centro unico che offrisse condizioni di allenamento e formazione adeguate.
Senza un ambiente strutturato e competitivo, questi giovani non hanno potuto
esprimere appieno il loro potenziale e sarebbero potuti diventare atleti di
alto livello.
Oggi,
con una nuova dirigenza, si apre una speranza concreta: è imprescindibile
riconoscere e valorizzare il ruolo strategico del Centro Federale Unico, fulcro
indispensabile per rilanciare la sciabola italiana ai massimi livelli.
La
vittoria di Reale deve essere interpretata non come un trionfo isolato, ma come
un campanello d’allarme per tutta la Federazione e per il movimento
schermistico nazionale. Senza un Centro Federale Unico, ogni tentativo di
rilancio rischia di essere solo episodico.
Il futuro della sciabola passa dall’unità di intenti e dalla creazione di un
ambiente di alta qualità, dove atleti, allenatori e staff tecnico lavorino
insieme in sinergia, condividendo metodologie e stimoli continui. Solo così si
potrà formare una nuova generazione di campioni capaci di competere con i
migliori al mondo.
Reale
rappresenta un potenziale straordinario, ma senza una struttura solida e una
visione chiara rischia di rimanere un’eccezione. La storia recente insegna che
senza opportunità e supporto adeguati, i talenti si perdono.
È tempo
di investire seriamente nel Centro Federale Unico per restituire dignità,
competitività e orgoglio alla sciabola italiana.
Michele Bonsanto “
Un Centro Federale Unico per la Sciabola: la stabilità che manca
RispondiEliminaDa troppo tempo assistiamo a un fenomeno preoccupante: il continuo peregrinare di giovani sciabolatori da una società all’altra, da un maestro all’altro, con ricadute devastanti sul piano tecnico, umano e formativo. Le società perdono i loro atleti migliori, i maestri vedono sfumare anni di lavoro e dedizione, e i ragazzi, sempre più sradicati e disorientati, perdono stabilità emotiva, punti di riferimento e persino la continuità scolastica.
Una deriva che non possiamo più ignorare.
E allora la proposta è chiara: riaprire un Centro Federale Unico per la Sciabola. Non per accentrare il potere, ma per restituire ordine, stabilità e visione.
Un centro dove si lavora a tempo pieno, con programmazione tecnica condivisa e sinergia tra FIS e forze armate. Gli atleti restano legati alla propria società di origine: nessun cambio di casacca, nessuna dispersione di punti o immagine.
Il maestro formatore viene valorizzato, non espropriato.
La società cresce di prestigio.
L’atleta riceve il meglio senza dover emigrare da solo, alla cieca.
E i costi?
Nulla che la Federazione non possa affrontare se, come oggi avviene, quasi tutti gli atleti d’interesse nazionale sono tesserati con corpi militari o polizia: vitto, alloggio e logistica sono già a carico dello Stato.
Sarebbe anzi un’occasione per far riscoprire ai nostri ragazzi il valore della disciplina, del gruppo, dell’identità.
In caserma si mangia, si dorme. E si cresce.
Chi dice che non è possibile, semplicemente non vuole cambiare le cose.
Chi storce il naso forse teme che un sistema più stabile e meritocratico tolga spazio a dinamiche opache.
Io dico: si può fare. E si deve.
Non per nostalgia, ma per costruire un futuro finalmente all’altezza della nostra tradizione. Michele Bonsanto