Pubblico integralmente la lettera che il C.S. Torino ha inviato al
Presidente della Federazione ed a tutti i club schermistici italiani, poiché
meritevole di un serio dibattito, di un confronto che possa ulteriormente arricchire le
tematiche esposte. Non ho voluto fare una sintesi, poiché avrei potuto
stravolgerne i concetti, che così come enunciati rendono chiarissimo il
pensiero del Consiglio Direttivo della società torinese. Intanto, a titolo
personale, lo ringrazio per il contributo dato al movimento. Contributo
assolutamente scevro da contestazioni o peggio ambizioni di qualsiasi genere.
“Il Club Scherma Torino, al solo fine di contribuire alla
predisposizione del programma federale in occasione della prossima assemblea
elettiva, sottopone sia alla Federazione, che alle società affiliate le
sottoestese considerazioni nell’auspicio che le stesse possano confluire nel
programma dei candidati alla Presidenza della Federazione ed al Consiglio
Federale.
COMUNICAZIONE
Occorre considerare la necessità di una corretta comunicazione fra
Federazione e società con un sito accessibile e sul quale possano essere
ospitate osservazioni e proposte, tanto più che le società non hanno alcuna
sede od occasione di dibattito e non possono essere chiamate ad esprimersi solo
ogni quatto anni in occasione dell’assemblea elettiva. Discutere, confrontarsi
e decidere costituisce lo stimolo necessario per la crescita, all’inverso una
gestione burocratica è causa di inaridimento. La recente convocazione della
riunione nell’episodio di Piacenza costituisce un buon inizio, ma occorre una
più efficace comunicazione, che invece, è stata carente.
Le riunioni annuali delle società con gli organi federali da svolgersi, senza
spese, al margine di gare nazionali (es. GPG) devono essere adeguatamente
pubblicizzate superando la carente comunicazione che necessita di una
riflessione sulla idoneità del Sito federale a raggiungere l’obbiettivo.
TRASFERIMENTI
E’ costume di assoluta scorrettezza, attraverso la promozione di alcuni
maestri, causare il trasferimento di atleti da una società ad altra. Si consuma
un’attività di sciacallaggio che non solo danneggia la società che perde gli
atleti, ma gli stessi ragazzi che sicuramente perdono il gruppo di amici e la
loro stessa serenità. Si è arrivati anche al punto di convocare o partecipare,
nella sede della società che mira al trasferimento, ad una riunione con i soci
dell’altra società con la presenza dei dirigenti e tecnici della società che
mira al piano di acquisizione. Occorre ampliare le somme risarcitorie e la
platea degli atleti per i quali le società hanno titolo ad essere risarcite dei
costi di formazione sostenuti. L’atleta che si colloca, ad esempio al 20° posto
è pur sempre necessario per comporre una squadra e privarne la società
costituisce grave danno.
Occorre disincentivare una tale illecita pratica e gli effetti del
trasferimento, che l’atleta ha diritto di richiedere, per la società di
ricevimento opera solo al momento della corresponsione del risarcimento è
garanzia del buon funzionamento dell’istituto. Inoltre in caso di disaccordo
sull’entità del risarcimento la determinazione potrebbe essere demandata al
Comitato Regionale. Sino al momento in cui venga erogato il risarcimento la
società che ha preso in carico l’atleta non riceve punti né può inserire
l’atleta nella squadra sociale.
Inoltre vanno riconosciuti al maestro che ha formato l’atleta i premi
per un periodo di due anni decorrenti dalla data del trasferimento.
COMITATI REGIONALI E ORGANI DI GIUSTIZIA
E’ necessario conferire ai Comitati Regionali il potere di vigilare sul
rispetto dei principi etici e consentire che in caso di violazioni abbiano
titolo di denunciare i fatti agli organi di giustizia che devono essere
articolati se non a livello regionale almeno per aree (nord, centro e sud)
evitando la concentrazione romana che il Club di Scherma Torino ha duramente
contestato per inidoneità, superficialità e trascuratezza nell’esame degli atti
e documenti.
PROCURE REGIONALI ed ORGANI DI GIUSTIZIA
Tali organi si possono articolare
per aree con modifica regolamentare che dipende solo dalla volontà di decentramento
espressamente prevista e disciplinate dal Codice della Giustizia Sportiva del
Coni. Gli art. 3 ,15 e 22 per i giudici sportivi territoriali, mentre l’art. 42
consente le articolazioni territoriali dell’ufficio del Procuratore federale.
E’ possibile, quindi, regolamentare la materia adeguandola ai principi
dettati dal Coni.
GARE
E’ necessario considerare che i costi delle trasferte sia per le
società, che per le famiglie sono insostenibili. Senza dover ridurre le gare,
una riorganizzazione delle stesse sul modello di simulazione esposto durante il
convegno sul ”Quale futuro per la sciabola” potrebbe essere un’ipotesi da
seguire o dalla stessa trarre qualche spunto che si muova nella linea indicata.
GARE INTERNAZIONALI
Si ritiene importante limitare da parte della Federazione le spese di
trasferta per tutte le gare internazionali sia per il segretario generale, che
per i consiglieri federali e i funzionari, privilegiando il corpo magistrale e sicuramente
per i tecnici che hanno loro atleti in gara, ma anche per gli altri tecnici
costituendo la partecipazione alle gare internazionali una quota rilevante
della formazione.
SELEZIONI E CONVOCAZIONI
Le purtroppo note vicende delle selezioni e delle convocazioni rimesse
all’assoluta ed insindacabile discrezionalità dei Commissari Tecnici impone la
ricerca di criteri oggettivi e di un controllo sull’attività dei Commissari.
Occorre trovare una strada intermedia fra la rigida selezione americana (il
campione del mondo se non si qualifica resta ai blocchi) e la incontrollata
discrezionalità che ben conosciamo. Il Presidente od i consiglieri delegati, uno
per arma, devono verificare il rispetto dei criteri e le motivazioni dei
Commissari se derogano ai criteri medesimi. Il Commissario Tecnico deve infatti
poter avere margine di manovra e discrezionalità, che sono sempre state
caratteristiche che hanno permesso all’Italia di distinguersi rispetto ad altre
nazioni che hanno criteri molto più standardizzati. Ma questo non si può
tradurre in pieni poteri e completa soggettività del selezionatore, per tre
motivi:
- Gli atleti che si sentono “esclusi” si demotivano e sentono che essendo “poco graditi”, per motivi tecnici o altri motivi, in nessun modo potranno riuscire ad emergere, con il risultato di smettere o comunque diminuire il loro impegno, diminuendo la competitività della nostra rosa.
- Gli atleti che si sentono al sicuro e tranquilli del loro posto, spesso corrono il rischio di sottovalutare alcuni impegni, oppure tendono a “sedersi” e a rendere meno di quello che potrebbero. Dando loro l’obbligo di mantenere certi standard e di dimostrare di essere i migliori attraverso i risultati, e non solo per la considerazione che ricevono o per la bravura tecnica o il talento, li si manterrebbe continuamente motivati, dando loro quella spinta a migliorare che tutti ricevono da una sana competizione interna.
- La scherma, ed in particolar modo l’Italia, hanno sempre dimostrato che non esiste una ricetta unica per ottenere risultati, anzi l’eterogeneità degli atleti spesso si dimostra una risorsa soprattutto magari in competizioni a squadre. Affidarsi alla selezione di una sola persona basandosi sulla sua visione della scherma, per quanto sia sicuramente efficace e di alto livello, porterebbe ad impoverire quindi quel sistema che invece si è sempre rivelato vincente. Invece ciò su cui nessuno può sindacare e che restano oggettivi sono i risultati, che vanno quindi salvaguardati e valorizzati.
Alla luce di questi ragionamenti, come si può valorizzare la figura di
un selezionatore? Si può proporre un meccanismo di questo tipo: la proposta è
quella di lasciare a discrezione del Commissario Tecnico, in base alla sua
esperienza e ai suoi parametri tecnici, l’individuazione di 5 gare, suddivise a
suo piacere tra quelle nazionali ed internazionali, attraverso le quali si
andrà a comporre un ranking che avrà funzione di selezione per i campionati
europei e mondiali. Al momento delle convocazioni tale ranking sarà pubblicato
sul sito federale e i primi 2 atleti per ogni arma saranno convocati di diritto
in qualità di titolari alle prove individuali e a squadre di Europei e
Mondiali. Al CT resterà la discrezione di scegliere motivatamente il terzo nome
dell’atleta titolare, più il quarto che parteciperà, in occasione dei mondiali,
alla sola competizione a squadre. IL presidente od i consiglieri delegati
devono valutare le motivazioni del Commissario Tecnico.
ALLENAMENTI COLLEGIALI
Questi devono essere organizzati in maggior numero soprattutto per
quello che riguarda le categorie giovanili, pensando anche ad una maggiore
integrazione tra queste e la categoria assoluta. In questo modo si potrebbe evitare che atleti di meno di 20 anni siano costretti a
decidere di trasferirsi a parecchi chilometri da casa propria per trovare altri
atleti competitivi con i quali allenarsi. Per evitare di gravare troppo sulla
Federazione, tali allenamenti potrebbero essere a parziale carico dei
partecipanti. Andrebbero tuttavia svolti in sedi tali da evitare costi onerosi
per gli stessi, magari con un sistema di rotazione se gli atleti fossero di
provenienze particolarmente distanti tra loro. Inoltre tutti i tecnici di
atleti convocati dovrebbero avere titolo di partecipare all’evento,
sostenendone le relative spese, totalmente o parzialmente. Anche per gli
allenamenti collegiali andrebbero inoltre individuati dei criteri più
oggettivi, sia per la convocazione degli atleti, che per la convocazione dei
tecnici.
FORMAZIONE MAESTRI
Questo è un aspetto fondamentale per la crescita della Federazione e di
tutto il movimento. Vanno individuate delle formule che permettano a tutti i
Maestri di crescere, anche a quelli lontani da centri di aggregazione di atleti
di alto livello. Questo si può ottenere facendo ruotare con maggiore frequenza
i tecnici che abbiano dimostrato di aver avviato un lavoro proficuo, portando
atleti di categorie under 17 o under 20 a buoni livelli internazionali.
Affiancandoli a tecnici esperti in qualità di convocati durante le competizioni
internazionali e convocandoli anche a ritiri o allenamenti collegiali si
aumenterà la loro esperienza, si permetterà di diffondere maggiormente sul
piano nazionale l’alto livello, e si instaurerà un clima di crescita e
collaborazione continua tra Maestri.
In sintesi, far ruotare molto di più i tecnici permetterebbe una
maggiore crescita degli stessi.
E’ auspicabile coinvolgere il GSA nei corsi di formazione ed
aggiornamento per tecnici, maestri ed istruttori nazionali. Si ritiene in ogni
caso fondamentale calendarizzare riunioni fra GSA e tecnici sia per aree
territoriali (nord, centro, sud), sia su piano nazionale.
Si potrebbe inoltre, nell’ottica della formazione dei tecnici,
individuare 15 giorni continuativi, anche all’interno del collegiale under 20
di settembre, in cui 2-3 Maestri affermati e riconosciuti formino altri
Maestri, che vogliano crescere a loro spese. Anche i fruitori dei corsi
andrebbero selezionati dalla Federazione in base al loro curriculum, per
mantenere alto il livello della formazione. Si instaurerebbe così un circolo
virtuoso per crescita di atleti, di tecnici e di società, senza contare un
eventuale introito per la Federazione.
Le argomentazioni svolte, come già detto, costituiscono un contributo
alla Federazione ed una riflessione per le società che possono utilizzare
questo documento come meglio credono.
Il Direttivo del Club
Scherma Torino”