26 settembre 2016

STORACE REPLICA A BRUSCA

Il Presidente del C.S. Roma, Sergio BRUSCA, ha aperto le danze elettorali comunicando essenzialmente due cose: la prima che si sono svolte le elezioni per la nomina dei grandi elettori; la seconda che egli e tutto il C.S. Roma sono per la riconferma del Presidente uscente Giorgio SCARSO.
La comunicazione di BRUSCA, come da sua richiesta è stata pubblicata quale commento all’articolo “CAMPAGNA ELETTORALE: la prima repubblica è sempre di moda”. L’intervento del Presidente del C.S. Roma, peraltro postato su facebook, ha scatenato una vivacissima discussione che si è poi trasformata in un dibattito a due – Brusca/Storace – che ha indotto l’avvocato a controbattere le esposizioni del dirigente romano.
Considerato l’elevata intensità delle argomentazioni, ritengo doveroso pubblicare il tutto sulla “Piazza” affinché i lettori possano godere della interessante lettura e per gli eventuali interventi.

“ La lettura del comunicato del presidente Brusca, pubblicato sul suo blog e ripreso da Piazza Scherma nonché l’esternazione di Alberto Coltorti su FB, mi induce ad esprimere pubblicamente il mio pensiero e replicare a chi fino a qualche tempo fa era molto critico con Scarso..ma si sa le opinioni possono cambiare e gli schieramenti pure!
Non so come Brusca stamattina 26 settembre alle 9.41 già sapeva dei risultati visto che allo stato non sono stati resi pubblici ma ne prendo atto, forse non li ho cercati perbene sui siti!
Respingo al mittente la gravissima affermazione relativa alla mia presunta strumentalizzazione da parte di chi vanterebbe “rivalse personali”.
La mia storia professionale e di associazionismo forense, sportivo e sociale, a vari livelli e con cariche apicali, è la dimostrazione del mio disinteressato impegno nei più vari contesti.
Mi offende quindi profondamente pensare che qualcuno possa ritenere la mia eventuale candidatura strumento per rivalse personali che mi sono totalmente estranee.
Certamente tra i miei numerosi sostenitori vi sono anche ex consiglieri federali che hanno combattuto contro l’attuale Presidente ma questo non vuole assolutamente dire che costoro possano assumere incarichi o cariche nella auspicata ipotesi di un cambiamento di rotta. Anzi lo escludo.
Per il resto mi pare che finora l’unico Programma pubblicato ed inviato alla “base” è quello mio che non considero affatto fumoso ma molto concreto ed attinente alla realtà.
Perché il tanto sostenuto presidente Scarso non si confronta pubblicamente con me sui temi proposti? io sono prontissimo.
E poi vogliamo un po’ parlare anche di come si sono svolte le votazioni dei cui risultati tanto si vanta il nostro amico Brusca e quello che è successo nei seggi ed in prossimità di essi: ho personalmente visto il presidente dell’AIMS m° Saverio Crisci che dovrebbe tutelare con imparzialità l’intera vituperata categoria dei maestri italiani armeggiare con foglietti e cartelline davanti al seggio e dare precise indicazioni di voto ai suoi protetti.
Ma l’AIMS che è a libro paga della FIS può così pesantemente assumere posizione sulla politica federale? Ne dubito fortemente.
E poi parliamo dei CT che pubblicamente assumono posizioni e partecipano attivamente all’agone elettorale anche distribuendo deleghe a destra e a manca per garantirsi le loro prebende e i loro privilegi.
A parte la palese violazione delle norme del Codice Etico che spero venga valutata dagli Organi competenti ritengo che sussista anche una violazione dei patti contrattuali sulla quale il Presidente uscente ha l’obbligo di intervenire. Ci faccia vedere le carte contrattuali e renda trasparente il suo operato!
E poi caro Brusca di fronte a questi fatti incontestabili parli pure di superamento di “interessi personali”!!!
Scusami ma non sei proprio credibile!!! D’altronde il tuo capo disse e scrisse pubblicamente che non si sarebbe più candidato e invece ha formalmente, e con una lettera ridicola, dichiarato di volersi presentare al prossimo mandato!! Similes cum similibus congregantur!!!
Alberto in alto i cuori siamo forti delle nostre idee per dare prestigio e moralità al nostro amato sport! Non ci fermeranno le pagliacciate dei nostri avversari! Le idee e la correttezza sono la nostra forza! Ad maiora!!      
Francesco Storace
Candidato alla Presidenza della Federazione Italiana Scherma”

“Ieri domenica 25/09/2016 si è svolta la prima tornata delle elezioni a carattere regionale per la Federazione Italiana di Scherma che per il Lazio si sono svolte al Palatorrino.
Il Lazio ha votato per la nomina dei suoi grandi elettori Atleti e Tecnici, le urne si sono chiuse alle ore 17:00. Lo spoglio ha evidenziato una netta vittoria delle società che appoggiano il Presidente uscente Giorgio Scarso.
Il Club Scherma Roma, che rappresento, ha votato nell'ottica della riconferma del Maestro Giorgio Scarso ed ha eletto tutti i suoi rappresentanti per le prossime tornate elettorali.
La nostra scelta di riconfermare il presidente uscente è scaturita dopo attenta analisi dell'ultimo quadriennio e dalla consapevolezza che non si vota contro ma si vota per.
La probabile candidatura dell' avv. Francesco Storace (ancora non ci è dato sapere se poi in effetti si candiderà) che si dovrebbe contrapporre al presidente uscente, se pur ex presidente del Club Scherma Roma, non ci ha convito.
L'avv. Storace, persona degnissima e con trascorsi nel mondo della scherma, ci è sembrato più che un candidato una figura utilizzata da alcuni promotori della sua candidatura unicamente per portare avanti vecchi discorsi e vecchie problematiche di rivalse personali. Più volte ho sentito dire da "i soliti - io votto chiunque tranne Giorgio Scarso".
La politica della nostra società non è quella di votare contro qualcuno bensì quella di votare per e per cercare di portare avanti tutta la scherma Italiana dalle piccole alle grandi società nella consapevolezza che assieme si possa fare un'altro passo avanti nel superamento delle problematiche ancora da migliorare.
Noi siamo con i piedi per terra e piuttosto che fare voli pindarici partiamo dalla realtà delle svariate esigenze delle soc. di scherma valutando sempre, a priori, la fattibilità delle idee e dei progetti, nell'ottica di un superamento di divergenze ed interessi particolari, propongo di cominciare quindi a valutare assieme la possibilità di migliorare la scherma Italiana con proposte studiate e percorribili nell'interesse di tutti e non soltanto di qualcuno.
Lasciamo a gli altri quindi problematiche di rivalse personali e progetti fumosi senza alcuna attinenza con la realtà e la complessità della scherma Italiana.
Sergio Brusca”
Presidente del Club Scherma Roma


21 settembre 2016

LETERA APERTA AL PRESIDENTE F.I.S.

Al Presidente F.i.s.



apprendo, oggi, di una sua lettera con la quale ha ufficialmente annunciato la quarta candidatura alla presidenza della Fis. Confesso che la notizia mi ha stupito perché ero certo che sarebbe rimasto fedele all’impegno preso con gli elettori nel dicembre 2012 di non ricandidarsi più. 
Sulla questione avevo già espresso il mio pensiero,
http://piazzadellascherma.blogspot.it/2016/06/election-day-2016.html , devo però prendere atto che la sua odierna candidatura smentisce risolutivamente la mia iniziale intuizione, costringendomi ad ammettere di aver puntato tutto su un “cavallo sbagliato”. Devo quindi dare atto ad Ezio Rinaldi di avere visto lungo. 
Tuttavia, prima di esprimere il mio giudizio ritengo necessaria una puntuale valutazione delle ragioni che sembrano averla indotta a tale inaspettata determinazione. Nella sua lettera ci racconta di come sia stato convinto da coloro che, in questi anni, hanno gestito insieme a lei la federazione. Questa scelta sarebbe stata indotta anche dalla sua personalissima convinzione di dover continuare ad adempiere un dovere istituzionale a cui non potrebbe sottrarsi in ragione di entusiastiche sollecitazioni, (non ancora dimostrate), che promanerebbero dalla “base”. 
Questo non può che farle onore in quanto, se rieletto, dovrà sostenere un impegno incomparabile per continuare a diffondere in Italia e nel mondo i valori della scherma. Non ricordo, a memoria d’uomo, persone della sua stessa età che fossero capaci di tale spirito di servizio, di sacrificio ed abnegazione. Forse una sola, ma molto più giovane di lei, di cui ci raccontano i libri di storia e che si chiamava Yehoshúa ben Yósef. Non so se ne ha mai sentito parlare, ma anche lui, come lei, viaggiava molto per ricordare al mondo quali fossero gli autentici valori dell’umanità, pur non disponendo di carta di credito e di fondi costituiti dal denaro dei contribuenti. Quanto poi ai viaggi nazionali ed internazionali, a leggere la sua agenda personale credo davvero che Lei possa pregiarsi del titolo di recordman. Mi domando, al riguardo, se ha mai pensato di fare iscrivere il suo nome nel libro dei Guinnes dei primati! Magari potrebbe vincere un cospicuo premio in denaro e, riversandolo nelle casse della Fis, alleviare, almeno un pochino, gli enormi sacrifici economici che devono quotidianamente sostenere famiglie e società. Ciò, sicuramente, la renderebbe ancora più simile a Yehoshúa ben Yósef: lui, infatti, i pani e i pesci li moltiplicava non per la sua gloria ma per sfamare la “Base” Mi perdonerà se insisto sulle questioni economiche ma non posso farne a meno essendo questo uno dei più pressanti problemi sofferti dalla “base”. 
Torno quindi immediatamente sull’argomento. 
Non posso negare come la sua lettera sia ricolma di parole che in sé considerate suonano in modo celestiale. La musica complessiva che ne risulta è però abbastanza dissonante. 
Mi spiego meglio. Locuzioni da lei utilizzate come “rispetto istituzionale” ed “impegno istituzionale” sono certamente connaturate al suo modo di essere ed interpretare la responsabilità del ruolo rivestito. Tuttavia mi dispiace dovere rilevare come alle buone intenzioni non sempre seguono i fatti. 
Il rispetto istituzionale, caro Presidente, è anzitutto il rispetto e l’osservanza del regole che un determinato consesso si dà per governarsi democraticamente. Lo Statuto Fis le ha sempre imposto di pubblicare tempestivamente il bilancio preventivo di ciascun esercizio finanziario al fine di rendere edotti tutti gli utenti circa il modo con cui la Federazione impegna i loro soldi. Ma anche quest’anno che volge già al termine, come per gli anni precedenti, il Consiglio federale, in violazione di quelle norme, ritiene ancora oggi di non doverne rendere conto a tutti gli associati e affiliati. Mi domando il perché di questa inaccettabile omissione e se è sua intenzione di farci conoscere, almeno per il 2016, e prima che si vada al voto, quale fosse il proposito di spesa che avrebbe dovuto essere reso pubblico non appena approvato. 
Mi domando infine che affidabilità potrà avere il suo nuovo programma elettorale 2016-2020 visto che le è bastato pochissimo per convincersi di poter venire meno alla promessa fatta agli elettori all’inizio del quadriennio che ormai volge alla fine. 
Le raccomando quindi di non inserire più nei suoi programmi elettorali alcuna promessa sulle sue future candidature rispetto alle quali non dovrebbe mai più porre limiti temporali. 
Infatti, se non sono bastati 12 anni per trovare un sostituto che possa eguagliarla per capacità istituzionale non credo che ne saranno sufficienti altri dodici, e non mi sembra giusto spaventare e deludere la “base” con l’ennesima minaccia di non ricandidarsi più. 
La scherma italiana non può fare a meno di lei! 
A. Fileccia

19 settembre 2016

CAMPAGNA ELETTORALE: la prima repubblica è sempre di moda.

Nel mese di giugno 2012 scrissi un articolo sul “Terrorismo elettorale”, nel quale ponevo in evidenza alcuni atteggiamenti, quali la maldicenza e quant’altro riconducibile all’offesa, anche personale. Stiamo entrando nel vivo della campagna elettorale per il rinnovo delle cariche elettive della F.I.S. e sembra proprio che rispetto a 4 anni fa nulla sia cambiato. Le stesse metodiche, le stesse azioni: niente di nuovo all’orizzonte. Anzi sembra ci sia un peggioramento. Infatti, si seguita sulla stessa falsariga e si percepiscono gli stessi segnali: “Ma dove vanno? Sono quattro pellegrini; al massimo saranno 30 società a sostenerli”. Condotte, abbastanza ridicole per la verità, non hanno nessun fondamento e sono un chiaro segnale di nervosismo, che evidenzia una concreta possibilità di successo della squadra che si proporrà in alternativa a quella attualmente in carica.
E’ evidente che nessuno si fa illusioni, però le condizioni sono radicalmente cambiate: ci sono persone nuove, di spessore che conoscono la scherma, ma soprattutto dei manager. La loro scesa in campo non si pone come obiettivo la scalata alla presidenza per soddisfare ingiustificate ambizioni personali, quand’anche legittime da parte di chiunque, ma mettersi al servizio degli affiliati e tesserati.
In questi ultimi mesi, ma soprattutto nelle ultime settimane e giorni non sono mancate le solite pressioni affinché gli eventuali aspiranti alla carica di “grande elettore” nell’Assemblea Nazionale recedessero dal loro proposito, pressandoli con le più svariate motivazioni. Sono azioni meschine che non avranno termine se non dopo le elezioni del 25 p.v., dal 26 cominceranno altre sollecitazioni, cercando il voto e promettendo chissà cosa.
Siamo solo all’inizio, il bello deve ancora cominciare.
Come dicevo prima, la situazione attuale è molto ma molto diversa, non so dove porterà, certamente non sarà come in occasione della mia candidatura. Ho la percezione, e non solo Io, di un certo malessere nel gruppo Scarso ed è anche comprensibile. Troppe sono state le affermazione dell’attuale Presidente che si sono rivelate non veritiere e puntualmente stigmatizzate su questa Piazza. Percepisco anche una certa difficoltà a confrontarsi apertamente con l’avversario, ma soprattutto percepisco in maniera tangibile i segni di vera stanchezza di una base delusa dall’attuale classe dirigente, chiusa nella sua presunzione e sorda ai veri bisogni delle società, maestri ed atleti.
Non vedo la ragione di tale comportamento, soprattutto quando si è sicuri di vincere. Di certo oggi si averte un disagio latente, per il quale la gente ha difficoltà a parlare con chiarezza. Ritengo, invece, che la condotta dell’alternativa sia di buon senso e metta in evidenza un modo propositivo, serio, rispettoso e ricco di nuove proposte che possano indicare una nuova via.
Credo che ancora una volta si porranno in luce le posizioni conquistate dalla FIS: dalla Vice Presidenza vicaria del CONI a quella della FIE, passando per l’occupazione dei vari seggi nelle commissioni. Di questo argomento si è parlato dell’articolo” NON FACCIAMO FINTA DI NIENTE”, pertanto non vi tedio oltre, però vorrei sapere che fine ha fatto il semestre bianco? Probabilmente vale per gli altri. Quante cose sono state dette e promesse, quante cose non sono state mantenute. Anche la Festa della Scherma, a ridosso dell’Assemblea nazionale altro non è che un momento per la campagna elettorale a spese della FIS: MEDITATE GENTE, MEDITATE!
Ezio RINALDI


15 settembre 2016

POLITICI, PREMIAZIONI E PASSERELLE

Il Maestro Sperlinga mi ha inviato un suo pensiero in merito alle passerelle e premiazioni dei politici, con preghiera di pubblicazione su Piazza Scherma, cosa che faccio molto volentieri.
"Caro Ezio,
come hai ben colto in qualche accenno di qualche mia dichiarazione, non sopporto l’abitudine diffusissima nel mondo dello sport di accettare, come riconoscimento di valore, il premio immancabilmente offerto e consegnato da qualche politico, più o meno noto, tutti ugualmente estranei anche al più insignificante dei valori dello sport.
E’ chiaro che in tutto ciò i “premiati” c’entrano poco.
Non posso però non notare come i politici inventino sempre nuovi riconoscimenti per avere più occasioni di stare accanto a gente pulita e così mimetizzarsi, come se avessero in qualche modo “partecipato” a quei successi, li avessero resi possibili con la loro azione politica.
Così ovviamente non è! Il politicume che ci governa, sia a livello locale che nazionale, non ha nessun merito. I nostri ragazzi, le nostre società sportive, sono costretti ad arrangiarsi nell’indifferenza totale del “potere”, pronto a mettersi in primo piano appena si intravvede un “successo”. 
Noi vinciamo, quando vinciamo, NONOSTANTE LORO, NONOSTANTE I VARI SINDACI E ASSESSORI ALLO SPORT .    NONOSTANTE…..!!! Non certamente GRAZIE  a loro!
Ho trovato inopportuno il presidente del consiglio presente alla finale tra la Pennetta e la Vinci. L’ho trovato inadeguato alla consegna dei premi agli schermitori lo scorso anno.
Nel frattempo lo sport langue e, in qualche modo, è costretto a dipendere da quel immenso catino (il temine sarebbe un altro) definito sport ma sport non è: il calcio. Catino in cui sguazzano tutti i politici, finti seguaci di qualcuno o di qualcosa per tenersi caro il numerosissimo gregge dei tifosi .
A Catania, intanto, lo Sport ha tirato le cuoia già da tempo.
L’operato, o meglio l’inerzia del mondo politico ha contribuito alla scomparsa di realtà entusiasmanti e rappresentative delle capacità del popolo catanese, come, per es. la Pallavolo, sport in cui siamo stati capitale d’Italia per parecchi anni… nonostante loro.
Ma non si può resistere a lungo. Adesso è il deserto!
Mi dovrà pur rodere il … fegato, quando vedo che qualche “sindachetto” (come direbbe Crozza/De Luca) si fa la sua passerella premiando i nostri atleti. Fingendo di gioire (sob!) per le imprese, spesso eccezionali, di costoro, che fa comodo spacciare per concittadini quando spesso non hanno con loro nessun rapporto e comunque non hanno alcun merito sulla loro attività, né tantomeno sui loro risultati.
Che, se un appassionato come me, uno che crede fortemente nel valore formativo dello sport, non avesse allestito una sala di scherma a casa propria, non fosse stato accolto presso numerose scuole elementari dei paesi etnei per informare dell’iniziativa di un corso gratuito trimestrale, si! Gratuito e Trimestrale!! – Se non avesse avviato con impegno e sacrificio personale una seria attività schermistica di alto livello, senza farla dipendere e gravare in alcun modo dai favori del politicume locale, sindaci e assessori non avrebbero nessun atleta a cui consegnare premi .
Sogno un mondo dello sport gestito da dirigenti (Presidente del CONI o di Federazione) che, liberando i nostri campioni (e le società) dalle eventuali rappresaglie o vendette di questi approfittatori, si occupino direttamente degli eventuali riconoscimenti, vietando ufficialmente agli atleti tesserati di ricevere premi da assessori, sindaci, onorevoli (si fa per dire), presidenti e via cantando, magari limitandosi a invitarli come pubblico, come “appassionati”, togliendo loro l’immeritato  ma ambito ruolo di … protagonisti.
Gianni Sperlinga"
Le male lingue dicono che il Presidente del Consiglio abbia più volte inviato messaggi alla Fiamingo per congratularsi per il prestigioso risultato olimpico, cosa assolutamente apprezzabile, ma mi piacerebbe sapere se abbia fatto la stessa cosa per Garozzo, Fichera e Pizzo - vincitori della medaglia d'argento a squadre. Se lo avesse fatto sarebbe un "grande", viceversa avrebbe dimostrato di essere ne più ne meno come tanti politicucci in cerca di visibilità e, in questo caso, darebbe ragione al pensiero esposto dal Maestro.
Ezio RINALDI

12 settembre 2016

FESTA DELLA SCHERMA: le considerazioni di Francesco Storace.

Ricevo e pubblico volentieri le considerazioni di Francesco Storace sull'incontro con le società, che il Presidente federale ha avuto in occasione della "Festa della scherma" del 10 settembre 2016.

“Gentile Ezio,
                   approfitto della tua “Piazza” per formulare alcuni commenti sulla c.d.” Festa della Scherma” svoltasi nel week end a Roma.
Confido che questo spazio – blog possa costituire per tutti nell’immediato futuro un luogo di dibattito sulle tematiche del movimento scherma, che si appresta a rinnovare i vertici federali.
Ho sempre ritenuto che lo scambio di idee, anche contrapposte, e la “vivacità” di un momento elettorale costituiscono comunque un arricchimento che non può che giovare a tutti.
Ritenevo che la Festa, tanto promossa dalla FIS, avrebbe avuto notevole successo di partecipazione e contenuti.
In realtà sotto il primo profilo devo constatare che la presenza di rappresentanti di società è stata veramente molto scarsa; a parte infatti alcune società laziali e le premiate, per il resto ho notato poche persone.
Tanto è vero che il dibattito sui cui contenuti è stato veramente ridotto.
L’ assenza di molti conferma quanto riferitomi da tanti circa un sostanziale scollamento tra la base e il vertice.
Episodici incontri non possono infatti determinare una vera sinergia tra le società e i componenti del CF, si deve sviluppare invece un costante rapporto che possa determinare una proficua collaborazione per affrontare insieme le tematiche societarie.
Credo che sarà molto opportuno nel futuro prevedere assemblee istituzionali, con cadenza annuale, con i rappresentanti delle società, che vivono oggi momenti di grande difficoltà, soprattutto sul piano finanziario.
Quanto ai contenuti della riunione rilevo che si è trattato, per la quasi totalità del tempo, di un lungo autoreferenziale monologo del Presidente che ha esposto, ovviamente dal suo personale punto di vista, i risultati della gestione annuale.
Non mi soffermerò su tutti i temi toccati, magari costituiranno oggetto di altre riflessioni, ma solo per ora sull’argomento che più mi sta a cuore relativo alla vita delle società e alle difficoltà delle famiglie a sostenere i propri ragazzi per praticare questo meraviglioso e costoso sport.
Il bilancio preventivo 2016 ancora non mi pare sia pubblicato - il Presidente dice che comunque sarà pubblicato (a fine anno?!) -   ma il consuntivo 2015 mostra alcuni primi elementi che mi sono balzati agli occhi i quali meritano una riflessione e/o risposta da chi di dovere:
-      gli associati hanno massicciamente sostenuto la FIS con versamenti per affiliazioni e oneri per gare, multe, etc. per circa € 1.226.000 avendo indietro come contributi circa € 370.000,00, comprensive di quanto corrisposto ad AIMS e AMIS ;
-      le spese per commissioni bancarie sono state oltre € 26.000,00, oltre € 2.000,00 mese in tempo di banking on line!
-      per manutenzione e sviluppo sistemi informativi e sito oltre € 10.000/ mese!
-      per la comunicazione quasi  € 20.000/ mese!
Mi piacerebbe capire la ratio di tali scelte perché, ad esempio, a fronte di un bisogno impellente delle società e delle famiglie, alle prime non va neppure la metà di quanto la FIS incassa dai loro versamenti; non credo che sia giusto così.
E poi allora è inutile autoglorificarsi per il bilancio chiuso in attivo per oltre € 280.000,00! almeno in parte di questi denari potevano direttamente od indirettamente beneficiare famiglie e società.
La politica delle spese deve esserci spiegata, sono fiducioso in una risposta.
Io qualche idea l’avrei … ma aspetto!

Francesco Storace”

09 settembre 2016

Lettera di Francesco STORACE agli Affiliati alla F.I.S.

Caro Presidente,
              mi permetto ancora di disturbarti e ti ringrazio fin da ora per il tempo che, se credi, vorrai dedicarmi.
Il quadriennio olimpico si è ormai concluso e ci avviciniamo a grandi passi al momento elettorale finalizzato al rinnovo dei vertici federali.
Tra pochi giorni si svolgeranno le elezioni dei Grandi Elettori ed a seguire quelle dei comitati territoriali e del consiglio federale.
Non mi è ancora chiaro se l’attuale Presidente vorrà di nuovo candidarsi, anche in considerazione delle pubbliche dichiarazioni  contenute nel suo sito (www.giorgioscarso.it “Programma elettorale quadriennio 2013- 2016”)  con cui dichiara che questo appena concluso è il suo ultimo mandato. Ma gli impegni ovviamente posso cambiare strada facendo!
In ogni caso devo presumere, anche in relazione ad alcuni discutibili comportamenti da parte di chi è a lui vicino, finalizzati ad indurre taluno a recedere da eventuali propositi di rinnovamento,  che l’intenzione dei rappresentanti dell’attuale dirigenza è quella di ricandidarsi.
A questo punto mi corre quindi l’obbligo di informarti che il mio proposito di presentarmi al giudizio dell’elettorato, già supportato da un consistente numero di sostenitori, è vieppiù rafforzato dai numerosi contatti avuti in queste ultime settimane anche alla luce dei risultati agonistici.
All’esito delle elezioni dei Grandi Elettori e della presumibile definitiva decisione ti invierò il Programma che mi prefiggo di realizzare con l’indicazione della squadra che è ormai quasi al completo.
Intanto ti anticipo che, in caso di elezione, il nostro impegno (vero!) sarà quello di servire la FIS per non più di due mandati con la massima trasparenza sugli incarichi e sulla allocazione delle risorse; vogliamo stare vicini alle Società valorizzando al massimo il ruolo dei tecnici che costituiscono con gli atleti il bene più prezioso da tutelare.
Sono a disposizione per venirti a trovare per illustrare il contenuto dei nostri progetti e comunque non esitare a contattarmi per qualsiasi chiarimento.
Intanto ringraziandoti ancora una volta per il tempo che mi hai dedicato, ti invio cordiali saluti
Francesco Storace
Avv. Francesco STORACEItaly - 00193 ROMA - Via Crescenzio 20
Office phone: (+39) 06.6873477  (+39) 06.6874459 Fax line: (+39) 06.6874461
E-mail: francescostorace@studiostorace.eu

28 agosto 2016

NON FACCIAMO FINTA DI NIENTE

Non ho mai fatto interventi su questo blog, ma le recenti olimpiadi e anche i fatti degli ultimi mesi nel settore giovanile, mi inducono a delle riflessioni.
Prendo spunto dalle varie analisi apparse su questa piazza e su diversi quotidiani per affermare che il risultato della scherma a Rio è un fallimento della politica federale e del presidente. 
Possono scrivere e dire quello che vogliono, ma il risultato delle olimpiadi è deludente ed é figlio di una politica sclerotizzata: manca l’entusiasmo e la capacità di rinnovarsi. Governando da troppi anni si pensa che la cosa pubblica sia diventata privata o viceversa. Infatti, i dirigenti ed alcuni tecnici F.I.S. sono entrati nell’ordine di idee di aver acquisito un posto pubblico.
Il Presidente Scarso da 3 mandati ci propone la stessa squadra di dirigenti, salvo rara eccezione ascrivibile alla defezione di qualcuno. I CT, già dipendenti pubblici, ritengono di aver acquisito un ulteriore poltrona a pagamento. Di fatto, nonostante risultati non all’altezza della tradizione e le critiche oggettive apparse su diversi quotidiani, sportivi e non, tutto rimane nell’immobilismo assoluto.
La prestazione sottotono, evidenziata dai predetti quotidiani, della squadra azzurra di scherma è figlia della mancanza di lungimiranza e, forse, di scelte dettate più da esigenze politiche che tecniche. E che dire delle forme di comunicazione federale? Basta aprire i giornali per capirlo, e solo in presenza di eventi eclatanti i media parlano del nostro sport.
Ritengo che il Presidente Scarso debba decidere su quale poltrona sedere e dedicarsi ad essa con tutte le energie in suo possesso, poiché allo stato attuale i numerosi incarichi da lui ricoperti non hanno portato alcun vantaggio al movimento, se non soddisfare la sua personale ambizione: se contassimo veramente qualcosa in ambito FIE quel tale arbitro ucraino non si sarebbe permesso di dileggiare ed offendere la Delegazione schermistica Italiana dopo l’incontro Ucraina-Italia di sciabola femminile.
Il ruolo di vicepresidenza della FIE, oltre ai due arbitri e a un direttore di torneo inseriti nella conduzione dell’olimpiade, cosa ha prodotto? Ci è stato davvero riservato un trattamento equo? Non parlo di vantaggi o favori, non sarebbe certo corretto, ma quantomeno del diritto di essere considerati degni di rispetto al pari delle altre nazioni. Direi, invece, che la sua elezione alla vicepresidenza FIE sia costata la Presidenza della commissione arbitrale che, come abbiamo visto, avrebbe avuto un peso notevole nella convocazione degli arbitri e nella loro assegnazione alla direzione di gara e che ci avrebbe quantomeno risparmiato l'increscioso insulto. Spiace pensare che probabilmente senza alcune discutibili decisioni arbitrali, la sciabola femminile avrebbe potuto conquistare una medaglia e lo stesso discorso vale per Aldo Montano. La FIE è, molto probabilmente, l’unica Federazione Internazionale che abbia accettato le direttive del CIO, proponendo una formula di gara che nulla ha in comune con quelle di Coppa del Mondo o Campionati del Mondo. Tutti gli sport da combattimento hanno il terzo posto a pari merito. Tutti gli sport olimpici hanno delle qualificazioni e poi la fase finale. La scherma lascia che 4 anni di sacrifici si giochino in un match.
Un doppio fallimento della politica federale considerato che il presidente Scarso ha anche il ruolo di vicario del CONI con delega alla preparazione olimpica: i nostri atleti hanno beneficiato di qualche giovamento grazie a questo incarico? Il contributo che il CONI assegna alla FIS non è di grossa entità ma nemmeno piccola e di questo contributo quanto è destinato ai club? Quanto incassa la Federazione tra tesseramenti, multe, iscrizioni alle gare, nazionali ed internazionali, fatti salvi gli 80 euro chiesti per ogni atleta partecipante alle gare cadetti in Europa? Pretendiamo di stare sullo stesso piano di Russia e Usa ma in realtà siamo dietro l’Ungheria - come testimonia il medagliere olimpico -  che non si avvale di certo di un budget pari al nostro. Francia e Tunisia hanno dimostrato di poter ottenere affermazioni olimpiche pur in presenza di risorse finanziarie ridotte rispetto all’Italia, anche se va detto che i Transalpini hanno una organizzazione diversa dalla nostra là dove esiste un Ministero dello sport. Ciò a testimonianza del fatto che capacità organizzativa e risultati non si coniugano necessariamente solo con una sovrabbondante disponibilità economica.  Per la promozione del proprio marchio, la FIS ha poi un ufficio comunicazione-stampa e di marketing (Web Tv, Foto, Sito internet e pagina Facebook) gestiti da soggetti interni ed esterni, ed un contratto con la RAI per eventi nazionali ed internazionali; quindi un introito economico di non poco conto, ma con quali risultati? Altre federazioni con molto meno ottengono quanto la FIS se non di più.
Nulla contro un impegno politico-sportivo in campo internazionale del presidente, se però anche tutti i dirigenti/consiglieri venissero coinvolti in tale attività, invece si ha la percezione che questi siano semplicemente appiattiti sulle posizioni del presidente. E' un dato di esperienza che all'interno di un organo collegiale le posizioni non siano sempre univoche è originino spesso situazioni di confronto, se non di aperto contrasto. Ma da questo punto di vista il governo federale appare essere un'isola felice, che costituisce eccezione. Ma con quali risultati?  Sarebbe opportuno, forse, che dei quasi 5 milioni di € gestiti dalla FIS - di molte volte superiore al bilancio dell’Ungheria - ( la quale torna dalle Olimpiadi con 2 ori individuali, 1 argento individuale ed un bronzo, per non parlare della Tunisia che con una sola medaglia ha conquistato il mondo), se ne destinasse una parte più consistente, rispetto a quella annualmente deliberata dal CdF, alle società che sono appunto il motore dell’intero movimento; probabilmente frutterebbero molto di più rispetto agli obiettivi raggiunti dalla federazione. Si potrebbero aumentare le gare diminuendo le distanze, alleviando i costi che le famiglie sostengono in termini di spese viaggio e partecipazione alle gare. Si potrebbe ipotizzare di fare allenare gli atleti nelle proprie sedi, ciò che ha fatto la Fiamingo negli ultimi tempi, a tal proposito brava la ragazza e bravo il maestro Sperlinga, ciò comporterebbe un gran risparmio di risorse economiche. Peraltro si eviterebbero convocazioni discutibili, forse più dettate dal "caso" che dalla "necessità".
Stefania Beretta

22 agosto 2016

OLIMPIADI DI RIO 2016: approfondimenti

Interessante l'articolo pubblicato sul quotidiano "Il Fatto Quotidiano.it ed a firma di Lorenzo VENDEMIALE, che riporto integralmente poiché meritevole di lettura ed analisi.

Olimpiadi Rio 2016, poche risorse e scarsa visibilità: ecco perché la scherma azzurra è crollata dopo due decenni di trionfi.
Italia ferma ad "appena" quattro medaglie. Un bottino scarno se si pensa ai successi di Londra 2012 e di Pechino 2008. Quella brasiliana è la peggior spedizione da oltre 25 anni a questa parte.
Di Lorenzo Vendemiale | 21 agosto2016


Stavolta la scherma non ce l’ha fatta. E se non se n’è accorto quasi nessuno, è solo per i tanti e insperati successi (soprattutto dalle discipline di tiro) che ci hanno proiettato incredibilmente in alto nel medagliere. Ma nell’Italia che vince e stupisce alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 c’è almeno uno sport che non sorride. Ed è proprio quello che tradizionalmente ai Giochi ha sempre trascinato (e spesso salvato) il nostro Paese. Non in Brasile, però: la scherma si è fermata ad “appena” quattro medaglie, con un solo successo, quello di Daniele Garozzo nel fioretto maschile. Un bottino scarno, che ci piazza al terzo posto nel medagliere di specialità, solitamente dominato, alle spalle di Russia e Ungheria. Per la nazionale che veniva dalle 7 medaglie di Londra 2012 e di Pechino 2008 è la peggior spedizione da oltre 25 anni a questa parte: per trovare un risultato così deludente dobbiamo tornare indietro a Seul ’88. Un’altra epoca.
“Prima o poi doveva capitare”, è il ragionamento che fanno dalle parti della Federazione, da sempre abituata a fare nozze con i fichi secchi: a vincere titoli su titoli ogni quattro anni, e poi fare i conti con una quotidianità fatta di scarse risorse e visibilità limitata. I Giochi di Rio 2016, poi, erano nati da subito sotto una cattiva stella: la rotazione del calendario olimpico che ci ha tolto due medaglie sicure nelle prove a squadre di fioretto femminile e sciabola maschile; la condizione precaria di alcuni elementi di punta (Aldo Montano si era appena operato, i criticatissimi Cassarà e Baldini sono arrivati a Rio dopo una stagione zeppa di infortuni), anche alcuni sorteggi poco fortunati in tabellone. Il bottino di medaglie è più o meno in linea con le attese di una difficile vigilia. Certo, ci sono delle sconfitte che fanno più male di altre: come quella di Arianna Errigo, n. 1 del ranking e subito eliminata. O quella dei fiorettisti, campioni in carica, fuori dal podio olimpico a distanza di vent’anni dall’ultima volta.
Sono queste due disfatte a far pendere la bilancia dal lato sbagliato. Ma prima di stupirsene, bisognerebbe ricordarsi delle condizioni in cui questi successi sono maturate. Una fioritura quasi spontanea, figlia di quel tessuto di società dilettantistiche che tramandano sul territorio (soprattutto nelle Marche, in Sicilia, in Toscana) una tradizione nata negli anni Cinquanta. Un mondo ricchissimo di qualità e di competenze, non certo economicamente: l’intero bilancio della Federazione vale poco più di 9 milioni di euro, di cui 4,3 milioni dal Coni per la parte sportiva. Cifre lontanissime da quelle di altri Paesi, ma anche di altri sport nazionali: la scherma è solo settima nella classifica dei contributi pubblici, nonostante sia la disciplina olimpica più vincente in assoluto; e a differenza di altre Federazioni (come rugby, basket, volley) non ha grandi entrate alternative. Competere (e primeggiare) contro colossi che investono ben altre somme (come Russia e Stati Uniti) diventa difficile. Impossibile in anni sfortunati come questo.
Per l’Italia della scherma, insomma, è un momento difficile dopo due decenni di trionfi. Adesso ci sarà anche un pesante ricambio generazionale: lascerà Elisa Di Francisca, Aldo Montano si è tenuto uno spiraglio aperto ma a Tokyo 2020 avrebbe 41 anni (e la sua struttura fisica imponente ha già tanti problemi da diverse stagioni), probabilmente è stata l’ultima Olimpiade anche per i vari Pizzo, Cassarà, Baldini, Occhiuzzi. C’è una nazionale da ricostruire. Ma non c’è neppure da sconfortarsi: la grande scuola italiana della scherma è ancora viva e vegeta. Anche da Rio arrivano segnali incoraggianti, come il trionfo del giovane Daniele Garozzo, che ha bruciato tutte le tappe, o l’argento di Rossella Fiammingo. Loro sono le due certezze da cui ripartire. In Brasile hanno esordito anche Fichera e Santarelli, classe ’93 già pronti per il salto di qualità, le sciabolatrici sono arrivate a un passo dal bronzo nell’unica arma in cui l’Italia non ha mai vinto nulla. All’orizzonte ci sono altre promesse come Francesco Ingargiola, 20 anni da compiere, il futuro del fioretto maschile (anche lui viene da Jesi, come Valentina Vezzali e Elisa Di Francisca). La scherma italiana ha vinto e vincerà ancora. Ha solo bisogno di un po’ d’aiuto per continuare a farlo. E la speranza è che la scorpacciata di medaglie arrivate da altre discipline non faccia passare inosservato il campanello d’allarme che è suonato a Rio. Forse è solo arrivato il momento di restituire una parte di quel debito ad uno sport che sicuramente ha dato all’Italia più di quanto ha ricevuto.”

In linea generale si potrebbe condividere quanto scritto facendo, però, alcune considerazioni:
1.     Il budget federale non ha mai raggiunto i 9 milioni di euro, ne gestisce 4 - 4,5 e nell’anno della qualificazione olimpica qualcosa di più ma molto al di sotto dei 9 milioni;
2.    La limitata visibilità è figlia di una politica poco efficace in termini di comunicazione;
3.    Gli addetti ai lavori avevano previsto e pronosticato il risultato olimpico e il campanello d’allarme era suonato da tempo, ma ad intestardirsi nel percorso seguito è stata l’attuale dirigenza;
4.    L’odierno governo è in carica da 12 anni e gli ultimi 4 dovevano essere quelli del raccolto cioè il frutto del proprio lavoro, e se tale frutto è il dimezzamento dei podi rispetto alle precedenti edizioni, non credo possa essere la stessa dirigenza a proporre un nuovo percorso.
5.    Per quanto riguarda la restituzione di una parte di debito ad uno sport che all’Italia ha dato tanto, vale la pena ricordare che il Presidente FIS occupa anche la poltrona di Vice Presidente vicario del CONI e se non ha provveduto lui a farsi restituire qualcosa chi doveva farlo? Il CONI è sempre stato sensibile ai problemi della scherma e non credo sia stato tirchio nei suoi confronti. Insomma senza piangerci addosso credo che un reale e sano esame di coscienza vada fatto e che ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Ezio RINALDI


16 agosto 2016

E' TEMPO DI TIRARE LE SOMME

Concluse domenica scorsa le prove olimpiche di scherma, si sono subito scatenati commenti pro e contro la spedizione azzurra a Rio de Janeiro e da quel che ho potuto leggere non tutti sono obiettivi: chi ritiene la spedizione una sconfitta ed altri, guardando forse troppo in casa altrui, la considerano assolutamente positiva.
Voglio partire dalle dichiarazioni del Presidente, rilasciate prima della trasferta:
"Quando si parte si mettono in valigia sogni e speranze. La mia speranza è quella di vivere un'edizione olimpica in cui gli azzurri riescano ad affermare la leadership dimostrata in questi ultimi anni. Se i Giochi concludono il quadriennio olimpico, non possono di certo determinare il lungo percorso che ci ha condotto sin qui e che è sicuramente assai positivo per l'intero movimento schermistico azzurro. Ci attendiamo la ciliegina sulla torta".
Dunque il Presidente prima auspica la riconferma della leadership dell’Italia dimostrata negli ultimi anni, aspettandosi la conquista di 3-4 podi (soltanto?!?!), e subito dopo afferma che i risultati non potranno influire sul lavoro svolto, poiché considera gli stessi una ciliegina da mettere sulla torta, e qui mi pongo la prima domanda: ma allora di quale torta parliamo? La partecipazione e i risultati conseguiti nella massima competizione planetaria sono il frutto di un lavoro svolto nell’arco di 4 anni. Vengono impiegate ingenti risorse finanziarie – circa 5 milioni di euro per un quadriennio, tanto per essere chiari – per il raggiungimento di tale scopo, perciò questo è a tutti gli effetti l’obiettivo primario, viceversa non c’è giustificazione alcuna per le spese sostenute. Se, come dice il Presidente, i risultati di un’Olimpiade non contano ai fini della valutazione della gestione quadriennale, non è che allora questi fondi si potevano mettere a disposizione delle Società, le quali ne avrebbero certamente fatto buon uso?
Sono d’accordo con chi ha definito questi Giochi un fallimento e una sconfitta per la dirigenza in carica. Scarso governa da 12 anni (se poi a questi aggiungiamo anche i 4 da Vice Presidente arriviamo a 16!) e quindi da un tempo abbondante per programmare e pianificare una attività tecnico-agonistica di adeguato livello. Lui stesso ha ereditato da DI BLASI una Federazione Italiana Scherma che ad Atene 2004 aveva vinto ben 7 medaglie: vale ricordare che anche in quella occasione il Fioretto femminile a squadre era escluso per la prevista turnazione. Perciò niente scuse, ci si assuma la responsabilità di non aver qualificato una squadra – la Spada femminile – che nel 2014 era campione del mondo e n°1 del ranking mondiale, e si accetti senza attenuanti il responso olimpico, che è figlio di una mancanza di regole precise e chiare: o si affida tutta la responsabilità ai CT di impostare il lavoro tecnico con la conseguente e doverosa autonomia di scelte, oppure ci si attenga ai rigidi ranking seguendo lo schema americano. Questo quadriennio è iniziato con la rivolta di alcuni spadisti che inviarono una lettera al Presidente del CONI con la quale denunciavano uno stato di cose non più accettabile nella loro arma e finisce con la fortissima polemica lanciata da Arianna ERRIGO.
Molti cronisti hanno posto in evidenza il flop della scherma, mentre i più buoni si sono espressi per un risultato al di sotto delle aspettative, riconoscendo quindi come fosse lecito aspirare a qualche podio in più. Ritengo, però, che con tutti i veleni emersi non si poteva proprio fare di più. Credo anche che la Federazione non abbia voluto vederli o sentirli, questi veleni, sottacendoli e sottovalutandoli. In più ha fallito con il progetto 3R (Rimini-Roma-Rio) di sciabola: nonostante il grandissimo impegno dei ragazzi e delle ragazze, rimane il fatto che la sciabola non è pervenuta. Di certo si dovrà ragionare su un chiaro passo indietro rispetto ai tre ori, due argenti e due bronzi di Londra 2012, ma anche allo stesso numero di medaglie di Pechino 2008 e Atene 2004: è perciò evidente che a Rio 2016 la scherma non abbia rappresentato il solito "forziere" delle Olimpiadi azzurre. Non bastasse tutto questo, ecco che l’edizione olimpica del 2016 ha posto, tra le altre cose, il problema di un peso politico oggi più scarso della FIS a livello internazionale visto che un arbitro ucraino, tale Vadym Guttsayt, membro della Commissione arbitrale della FIE, durante una fase convulsa della semifinale di sciabola femminile a squadre fra Italia e Ucraina, ha addirittura sbeffeggiato la delegazione azzurra mostrando il dito medio. E’ vero che a tale individuo la Federazione internazionale di scherma ha revocato l'accredito per comportamento antisportivo, ma è altrettanto vero che una cosa del genere non sarebbe accaduta verso altre nazioni.
La futura Federazione, sia che vengano riconfermati gli attuali dirigenti o che ci sia un auspicabile rinnovamento, avrà molto da lavorare per diminuire il gap che ci separa da altre nazioni. Né serve a molto dire che altre importanti realtà europee abbiano fallito: in questo caso bisogna soltanto guardare in casa propria e, come dicevo prima, assumersi per intero le proprie responsabilità.
Lo schema sottostante pone in evidenza le medaglie conseguite dall’Italia della scherma ai Giochi Olimpici dal 1972 ad oggi: si può ben vedere come per trovare un analogo numero di medaglie vinte sia necessario tornare indietro, molto indietro, nel tempo. Per la precisione a Seul 1988 e Montreal 1976, non certo due Olimpiadi indimenticabili.
Da ultimo, chi ha criticato gli atleti per un presunto scarso impegno ha detto una semplice castroneria: essi sono stati impagabili: i ragazzi hanno dato tutto quello che avevano, in alcuni casi gettando anche il cuore oltre l’ostacolo. Forse in qualche caso non sarà stato sufficiente ma a loro nulla è imputabile!
Ezio RINALDI

10 agosto 2016

DIVISIONE DEL TERRITORIO

È ben difficile, in geografia come in morale, capire il mondo senza uscire da casa propria”(Voltaire)
Torno ancora una volta ad affrontare con spirito critico un particolare aspetto che sembra caratterizzare l’attuale governo federale. Nel settembre del 2014 ho scritto un post dal titolo : “Ma la matematica è o no una opinione?”
 In quella occasione suggerii, in modo ironico, al presidente federale di dotare il proprio staff di una buona calcolatrice a causa del banale errore aritmetico commesso nella codificazione di un articolo del nuovo regolamento di giustizia. Oggi torno sull’argomento anche se la materia oggetto di esame non è più l’aritmetica quanto piuttosto la geografia regionale.
 In un articolo pubblicato qualche giorno fa su La Repubblica il dott. Sebastiano Manzoni, intervistato quale Presidente del Comitato Scherma Sicilia, ha testualmente dichiarato: << Col tempo, mentre la tradizione si faceva più importante e i maestri crescevano nel carisma, ci siamo divisi il territorio… Ad Acireale la spada e il fioretto,a Modica il fioretto, a Catania la spada, a Mazara, Trapani e Sciacca la sciabola>>. Dichiarazione alquanto singolare non solo perché il presidente del Comitato Sicilia sembra aver cancellato dalla sua personale mappa geografica città come Palermo, Messina e Siracusa, ma soprattutto perché l’espressione utilizzata “ci siamo divisi il territorio” richiama improvvidamente logiche spartitorie piuttosto che lo spirito sportivo.
 Mi chiedo perché il sig. Manzoni ha deciso di obliare Palermo nella ricostruzione della sua pianta schermistica regionale quando esistono società che possono ben vantare primati di rango mondiale e olimpionico come nel caso del Club Scherma Palermo? E poi perché lasciare fuori città come Messina che ha dato i natali a Giovanni Scalzo o Siracusa che ha conosciuto schermidori come Stefano Barrera?
Quale che ne sia il motivo, è certo che il presidente di un Comitato regionale non può permettersi di rilasciare dichiarazioni di questo tenore senza che il suo ruolo ne esca appannato.
 Sarebbe auspicabile una rettifica sullo stesso quotidiano e spero che arrivi presto.  

A. Fileccia