29 settembre 2019

OLIMPIADI TOKIO 2020: I misteri delle designazioni arbitrali


Anche gli arbitri aspirano alle poltrone. Riuscire a presenziare a una grande gara come le olimpiadi è fra i grandi traguardi cui uno sportivo possa aspirare, ed è così anche fra gli arbitri. Purtroppo la proporzione fra gli atleti e quest’ultimi è ovviamente bassa, e sono pochi i privilegiati, benché nella olimpiade del 2012, gli italiani della scherma, vi andarono con una compagine di tutto rispetto: Raniero Bernardini, Direzione di torneo; Marco Siesto Commissione arbitrale e un arbitro in campo, Gaspare Lo Schiavo. Non va dimenticato che il presidente della FIS, Giorgio Scarso era a quel tempo Vice presidente della Fédératione Internationale Escrime. Grazie a questo aveva un potere decisionale imponente, che gli fu tolto nel 2016 a valle delle olimpiadi di Rio, quando fu detronizzato nonostante la splendida figura che i tre uomini italiani posizionati uno in Direzione di torneo (Alessandro Cecchinato) e due in pedana (Marco Pistacchi e Giuliano Ranza) tanto che quest’ultimo sugellò la carriera venendo eletto miglior arbitro di spada dell’olimpiade.
Il quadriennio di Scarso dal 2016 in qua, ha visto un assottigliarsi della presenza italiana in campo arbitrale frutto anche della parabola discendente del presidente italiano in ambito internazionale, (e pare anche nazionale), infatti alle prossime ambitissime olimpiadi tokyolesi, andranno solo (si fa per dire) due arbitri italiani, ma nessun direttore di torneo o tecnico, ovvero Emanuele Bucca di Mazara del Vallo, e Isacco Scomparin di Mestre, ma va rimarcato che fra i direttori tecnici di torneo non ci sarà nessun italiano, benchè Marco Pistacchi sia in attualmente in carica nelle commissioni internazionali delle migliori gare.
Questi due nomi per la verità non sono nemmeno minimamente paragonabili a quelli precedenti, sia per esperienza che per conclamate doti arbitrali, benchè siano esperti rispettabilissimi e competenti nel loro settore. In Italia infatti ci sono arbitri che per curriculum scalpitavano per andare a Tokyo, e che di gavetta ne avevano fatta parecchia, e sempre agli ordini di sua maestà. Invece, poiché nessun siciliano era mai andato a un’olimpiade, nel quasi ventennio di Scarso, pare fosse giunta l’ora, nonostante il Bucca, non abbia mai arbitrato un mondiale.
Voci tra le pedane fanno echeggiare il nome di altri personaggi, e quello di qualcuno che agli ultimi mondiali magiari ha lasciato il segno (negativo per la verità) e che ha fornito all’alta dirigenza di Viale Tiziano, il punto di appoggio per fare il salto del cambiamento arbitrale. Un salto più che carpiato e dal coefficiente alto, perché sappiamo che Bucca è un arbitro di Categoria B, mentre ce ne sono altri di Categoria A, che per ragioni a noi misteriose pare non siano stati presi minimamente in considerazione.
Sia Bucca che Scomparin, cominceranno fra poco un lungo giro che li porterà per il mondo ad arbitrare le più impegnative gare pre-olimpiche, così da farsi le ossa e arrivare a Tokyo senza troppi lividi.
Incuriosisce come non siano mai state nominate donne per questi ruoli nonostante ve ne siano svariate e anche molto competenti,… ma pare non siano siciliane. 
Vostro dubbioso
Ugo Scassamazzo

27 settembre 2019

RIVOLUZIONE SPORTIVA: condivisa o meno, ci siamo.


Cari amici eccoci qua,
sono passate alcune settimane dall’ultimo articolo e con l’inizio dell’anno scolastico e del nuovo governo Conte, parte anche la nuova stagione sportiva del nostro amato sport, la scherma! Che dire se non che le prime gare siano dietro l’angolo, mentre un notevole gruppo delle potenziali, ma molto meno di 333 società italiane stiano facendo i salti mortali per riuscire a tesserarsi in tempo, forse senza riuscirci? In questo modo qualcuno perderà le prime gare, e la federcassa sarà a secco per tutto il primo mese di scherma e oltre. Eppure dovrebbero accorgersi di questa mica poi tanto strana federfaccenda che gli iscritti arrivino alla spicciolata fino a dicembre, e solo pochi, anzi pochissimi partano ad agosto. Nulla da fare, le federriunioni evidentemente sono intasate da altre federdiscussioni. Quali? Vi accontento subito.
Con il nuovo governo, e se vogliamo con il nuovo ministro dello sport On. Vincenzo Spadafora nello sport italiano cambieranno parecchie, se non parecchissime cose:
Lo sport sarà gestito come sapete da Sport e Salute SpA, vuol dire che CONI e Stato saranno gli interlocutori principali per far arrivare i grandi eventi sportivi in Italia e gestirli al meglio, con più dialogo fra istituzioni, senza che vi siano colpi di testa dell’ultimo momento. Le ricadute saranno anche su tutte le federazioni che dovranno adeguarsi all’enorme numero di decreti sullo sport che prenderanno il via pian piano. Tutti i gruppi militari e sportivi di vario genere saranno riordinati e a molte prime donne dello sport piazzate a vari livelli, verranno posti confini territoriali all’interno del mondo sportivo.
Non solo perché anche il numero di mandati dei presidenti federali e dei consiglieri a tutti i livelli territoriali, sarà chiarito una volta per tutte, evitando le situazioni di parcheggio alle federgreppie per decenni, che non giovano a niente e nessuno.
Sarà normato anche il popolo dei lavoratori nello sport, questo per dare garanzie a tutti, società, operatori, volontari, per pagamenti, stipendi, assicurazioni e previdenza sociale, una cosa che si invoca da molti anni, senza che mai se ne venga a capo.
Inutile dire che la risoluzione delle controversie tra la nostra federistruttori e l’Accademia Nazionale di Scherma, dovrà essere rapida e chi se ne occuperà dovrà togliersi le federfette di prosciutto dagli occhi.
Verrà creata e normata seriamente la figura dell’agente sportivo, cosicché andranno in pensione gli improvvisatori e i cialtroni e lo sport sarà finalmente qualcosa di serio dal punto di vista degli ingaggi.
Gli impianti saranno messi a norma per la sicurezza in ogni senso e qui i progettisti e le imprese si dovranno dare da fare, così come lo Stato, che dovrà stanziare soldi per la ristrutturazione di edifici che nei migliori dei casi risalgono a 30 o 40 anni fa.
Le federcontabilità saranno finalmente normate con regole chiare e i bilanci smetteranno di essere dei thriller alla John Grisham, o leggibili secondo decriptatore fornito direttamente dalla CIA, insomma chiunque potrà leggerlo e capirci qualcosa.
Infine la rivoluzione arriverà anche nelle scuole, invocata da tutti a gran voce, genitori, ragazzi, insegnanti, scuole, società sportive, ma fino a oggi si sono visti solo tenui raggi di sole, che scaldano ben poco e illuminano ancora meno.
Bene, che altro aggiungere se non che praticamente il lamento del popolo della scherma sale dal basso, in quanto la federsilente federscherma non parla, non informa, non dice nulla, non sfrutta nemmeno la federmail per mandare aggiornamenti di vario tipo (si tratta di sole 333 mail, o anche meno) magari delegando i Comitati regionali. La federnò invece preferisce tacere, non si sa se è perché non conosce le notizie sulle riforme o perché non ne vuol parlare. Eppure da anni la federpromesse annuncia di stare vicina alla base, ma non si è capito come, forse sta ancora cercando un federmetodo.
C’è chi fa notare che nel celebre video della federfesta di Anzio, il minuto di silenzio a chi è mancato è stato sì un bel gesto, ma fra tutti i menzionati non c’era Carlo Macchi, un personaggio importante per la Federazione Italiana Scherma. Sono stati meritatamente premiati dalla federtarghe anche meritevolissimi atleti scomparsi decenni or sono, ma il bravo M° Carlo Macchi non ha ricevuto nemmeno un pezzo di carta di quaderno con su scritto: “grazie per tutto quello che hai fatto” e di cose ne ha fatte parecchie. Ma il motivo di tanto silenzio sapete qual è? Macchi, come tanti altri, sono dei federnemici, dei federribelli, che osano alzare la cresta, guardare avanti, pensare diversamente, e sotto sotto attentano alla federpersonalità del federcapo. No no no no! Non si fa, perché la federpolitica consiste nel federpremiare i federamici e spaventare i federdisallineati, in modo che tutti ritornino nei federranghi e si trasformino in federsoldatini che dicono sempre “gnorsì federpresidente!”.
Sarà bene fare delle federriflessioni serie e federsensate, mentre il mondo dello sport sta mettendo in atto la sua rivoluzione, che per gli italiani è quasi copernicana, mentre per la federdistratti è ancora federtolemaica.
Il resto del popolo della scherma ha necessità di un cambiamento vero, non federfinto, e sarà bene che ogni presidente di società, ogni grande elettore, (atleta o maestro che sia) sappiano guardare non al federfuturo di una certa federscherma, ma quello vero, quello che toccherà ognuno di noi.
Vostro rivoluzionario
Ugo Scassamazzo




19 settembre 2019

ANZIO: la festa dell'addio


Brindisi alla festa di addio alla FIS
Nello scorso w.e si è svolta ad Anzio la ormai consueta festa della scherma. Questo momento, secondo gli intendimenti del consiglio federale, dovrebbe vedere la partecipazione delle società di scherma con cui lo stesso consiglio possa confrontarsi su quanto fatto nella stagione agonistica appena conclusa e su quali programmi lavorare per il futuro, anche alla luce delle maggiori novità normative e politiche. In sala poca gente nonostante un “accademico” sforamento di orario nella speranza che arrivassero tutti quelli che avevano già preventivamente garantito la loro presenza e che invece alla fine non si sono presentati.
Tutto l’incontro è comunque visualizzabile al seguente link:
L’incontro è parso condotto in maniera superficiale, senza una scaletta ordinata e condivisa, circostanza che è addirittura sfociata in una grossolana gaffe quando il moderatore ha dimenticato di dare la parola all’assessore alla cultura del comune di Anzio. L’empasse è stata recuperata solo grazie al puntuale “richiamo” del padrone di casa, il presidente del CR Lazio.
Come detto dopo i saluti di rito della padrona di casa, a cui va il plauso per aver organizzato una bella manifestazione e durante i quali il Vice Presidente Azzi con poco garbo istituzionale si sia intrattenuto al telefono, ha preso la parola il presidente Scarso che con tono stanco, sofferto ed a tratti incerto ha snocciolato la sua “arringa” rigorosamente “a braccio”.
Con grande stupore uno dei primi passaggi del Presidente è stato dedicato al sottolineare il fatto che dopo sette anni questo tipo di iniziativa si sia rivelata un insuccesso tant’è che nelle prime battute del suo discorso afferma testualmente: “………anche se questo appuntamento fa fatica a prendere piede……”. Ai presenti inoltre non è sfuggita la velata sofferenza di fondo del presidente per il quale, le azioni giudiziarie in corso, evidentemente sono diventate unico oggetto dei suoi pensieri, tant’è che in uno dei suoi primi passaggi evidenzia come l’organizzazione di questa festa, che ricorda essere nata per effetto di una modifica statutaria richiesta dal CONI, non tema che gli venga annullata.
Evidentemente il Presidente Scarso dovrebbe chiedersi per quale motivo le modifiche proposte dal CONI non siano oggetto di appello da parte di nessuno, mentre quelle proposte dal suo Consiglio Federale e dall’Assemblea da lui opportunamente “addomesticata” siano oggetto di costanti azioni, che sino ad oggi hanno peraltro sempre visto soccombere lo stesso Scarso ed il consiglio che lo sostiene.
Al termine del minuto di silenzio, (ridottosi in effetti a 16 secondi), in memoria di coloro che recentemente ci hanno lasciato, è stato sottolineato il doveroso e doloroso ricordo di Lorenzo Major, ma ha altresì tuonato l’assenza per il mancato ricordo di Carlo Macchi che è certamente da considerarsi a pieno titolo uno dei grandi protagonisti della scherma recente. Purtroppo a Carlo ed alla sua famiglia neanche una targa di “similargento”, in pratica neanche un pensierino come quelli che si fanno a Natale ai vicini di casa, eppure di targhe e riconoscimenti, a volte neanche comprensibili, ne sono stati dati nella giornata di Anzio.
Il discorso di Scarso è proseguito con un rapido passaggio sui mondiali di Budapest e poi il suo “tormentone” è ritornato in ballo. Infatti dei 55 minuti circa, del suo discorso, oltre un terzo, li ha voluti “amabilmente dedicare” a quel popolo della scherma che non riuscendo più a far valere i propri diritti attraverso un confronto schietto e trasparente con i vertici federali, è stato costretto a rivolgersi alla magistratura sportiva ed ordinaria al fine di garantire il rispetto di tutti gli iscritti alla Federazione. Nella disarticolata “scarsiana” disamina, dove non soffermeremo l’attenzione sull’imbarazzante sequenza di sbadigli ed attacchi di onicofagia del Vice Presidente Azzi, delle bevute a “collo di bottiglia” dello stesso Azzi, del Presidente Scarso e di alcuni altri consiglieri, sono state fatte affermazioni che certamente hanno lasciato quantomeno stupiti gli attenti partecipanti. Il presidente Scarso, infatti per cercare di giustificare la “schedatura” fotografica perpetrata in occasione dell’assemblea di Riccione ha affermato testualmente:” ….abbiamo ricevuto la richiesta di togliere le foto dal sito …..e mai avremmo pensato che ci si appellasse alla privacy e a tutte una serie di norme che sono diventate un’opportunità per far valere i propri diritti…..” Il presidente Scarso con questa affermazione ci ha sottolineato, qualora ve ne fosse necessità, di non conoscere minimamente quali siano le norme sull’argomento, che a conferma della delicatezza dello stesso è oggetto di discussioni in sede ONU,  e soprattutto non ricorda, oppure non sa, che lui stesso dovrebbe essere il garante del diritto alla privacy di ogni suo tesserato.  Ma di tutto questo a Scarso non importa nulla perché lui fa fare le foto che vuole, a chi vuole e quando vuole!! Ebbene in questa occasione non è stato così.
Nella sua sonnecchiosa e “farfugliosa” relazione ha lasciato tutti attoniti quando al min. 48:30 dichiara: “………..c’è un clima di costante ricorso alla autorità giudiziaria sia quella federale ma quella ancor più grave è il ricorso alla giustizia ordinaria, TAR e così via…” In sostanza il presidente Scarso ritiene grave utilizzare la legge per poter aver ragione delle proprie istanze ed evidentemente cerca di darci una lezione contraria a quanto ci è stato da sempre insegnato dai nostri padri e cioè che la giustizia va ricercata ed adita nelle sedi opportune, che sono i tribunali. Secondo Scarso, quindi, quali sarebbero le sedi opportune se non quelle dei Tribunali Federali ed ove consentito quelle dei Tribunali Amministrativi? Forse lui conosce altre sedi….?
Per toglierci ogni dubbio il suo concetto di legge e giustizia il presidente Scarso lo ha rappresentato chiaramente quando addirittura afferma al min. 48.52: “………. Il TAR del Lazio aveva dato un’interpretazione non in linea con il nostro modo di immaginare la gestione del settore magistrale….” In sostanza sarebbe il TAR che avrebbe interpretato male quello che Scarso voleva intendere. Insomma siamo all’ennesima conferma che il Presidente Scarso è convinto che nello “Stato Federscherma” chi decide è lui, che le leggi le fa lui e che la magistratura ordinaria non interpreta bene quello che lui vuole!!!
Dopo averci chiarito su come ha impiantato il suo regime presidenziale, Giorgio Scarso al minuto 1:08:00 annuncia che al termine del mandato in corso passerà la mano auspicando una continuità gestionale perché secondo lui solo questa garantisce un solido futuro della nostra Federazione.
Anche in questo caso il Presidente Scarso dimentica fiumi di letteratura che parlano del cambiamento come leva del successo e del miglioramento. Evidentemente dimentica, non senza colpa, che in America, il cambiamento è stato utilizzato per trasformare un paese, che quando in occidente correva il medio Evo loro erano poco più che alla preistoria, nella più evoluta e grande democrazia del mondo.
La manifestazione prosegue con la rituale consegna dei riconoscimenti, dove spicca su tutti un Mario Micheli che tedia la platea con una specie di siparietto con Alberto Ancarani per un premio che nessuno ha capito. Ricordo che Mario Micheli, Vice Presidente del Club Scherma Foligno, è il Presidente della Commissione Propaganda della FIS, che in occasione della scorsa Festa della Scherma a Firenze, ha ricevuto dal Presidente federale Giorgio Scarso il Distintivo d’Onore d’Oro, il massimo riconoscimento FIS che viene concesso a chi si prodiga in modo eccezionale in favore del movimento schermistico italiano.
Giustiniano (per gli amici Giusti) RISCI

09 settembre 2019

VISUAL JOURNALISM FEDERALE: non pervenuto


Sì sì cari amici, il visual journalism, il giornalismo visivo, in FIS non è ancora pervenuto! Di cosa si tratta? Ora ve lo spiegherò in maniera succinta, di modo che possiate capire in che situazione ci troviamo e vi anticipo che non è bella.

Per spiegarvi il concetto partirò da un esempio molto semplice. Quando sui social vediamo la foto di un campione che esulta o con la medaglia al collo, pensiamo subito che ci sia stata una gara e che lui l’abbia vinta. Pensiamo che l’evento sia accaduto poche ore prima e che il personaggio che la posta ci abbia voluto informare. Se nella foto appare il messaggio che completa l’immagine, l’informazione è completa, ma se al contrario manca, dobbiamo andare a cercare la notizia in una didascalia o in un luogo che mi dia l’informazione. Se mancano entrambe le notizie, allora la foto è incompleta, o fine a sé stessa. Ma attenzione cari amici, se l’immagine è veicolata da un soggetto che ha come interesse principale quello di informare, allora l’immagine non è fine a sé stessa, ma gravemente lacunosa e per certi versi è anche frustrante. Lascia il destinatario privo dell’unica fondamentale notizia giornalistica: Chi, Dove, Come, Quando e Perché. Anche il più analfabeta dei giornalisti conosce queste cinque paroline chiave per fare il suo adorabile mestiere. La foto del campione che ho citato racchiude per lo meno un paio di quelle cinque parole/domande. Solo per delineare meglio lo scenario se il campione ha addosso una medaglia olimpica, o il distintivo dell’olimpiade in corso, capisco che ha vinto e quindi non c’è molto da dire: si trova a Tokyo, nel 2020, ha vinto l’oro o il bronzo in quella giornata. Questo per le olimpiadi, ma chiariamoci le idee, se l’osservatore è un conoscitore o cultore della materia, fa presto a capire, ma tutti gli altri no. I meno preparati, specie i giovanissimi, confondono la VEZZALI con Bebe VIO, anzi, oramai la VEZZALI è quasi dimenticata. Non mi dilungo, perché voglio passare ad altre faccende più importanti.
Ieri si è svolta la giornata mondiale della scherma. Un po’ in tutto il mondo si è celebrato l’avvenimento con varie iniziative. La Federscherma italiana, ha postato sulla sua pagina Instagram svariate immagini di questo evento, raccolte in numerose parti d’Italia e in una certa quantità di luoghi del mondo.
Guardandole confesso che non ho provato entusiasmo, e nemmeno compassione. No, manco per nulla. Anzi ho provato un certo imbarazzo. Decine di fotografie carpite dai loro autori con la genuinità di chi ama davvero questo sport, in cui erano ritratti schermitori in varie pose negli splendidi scenari del nostro magnifico paese. Il più delle volte però apparivano una manciata di coraggiosissimi atleti che facevano i figuranti a zonzo, senza una vera idea. Mi preme dir loro: BRAVI! A loro va tutto il mio plauso, perché uscire di casa con la divisa e la maschera in testa e l’arma in mano, con il caldo dei giorni passati, e soprattutto sotto lo sguardo sospetto dei propri concittadini lo trovo davvero coraggioso. Identica cosa l’ho vista in svariati paesi esteri, dei quali quello finlandese di Pyhän Olavin Miekkailijat, in Savonlinna mi ha colpito moltissimo.
Un manipolo di sei schermitori uscivano da un ascensore e si trovavano su un ponte autostradale per combattere accanto a delle auto in corsa, il tutto ripreso (molto bene) con un drone, il cui effetto finale era, lasciatemelo dire, molto desolante. Ho provato personalmente svariate sensazioni.
Intanto la buona volontà e l’impegno, che difendo altamente e plaudo con energia l’ho apprezzata enormemente. Però il risultato evidenziava in Finlandia come in Italia, ma vale lo stesso per le Filippine, o la Grecia, uno scenario povero, non solo di numeri, ma anche di qualità, cosa che mi preme osservare dicendo che la scherma è uno sport di enorme qualità: tecnica, umana, sportiva e valoriale. Da queste immagini che un po’ ovunque vengono celebrate come il flashmob della scherma, appare un mondo molto poco invitante, anzi, che suscita tenerezza e ad alcuni provocherà anche ilarità, facendo pensare che siamo “poveri schermitori, quattro gatti che non sanno come venirne fuori”.
Se si volevano allontanare i giovani ci sono riusciti bene. Non mi riferisco agli adolescenti che già lo fanno questo sport e che lo amano, no, no, mi riferisco agli altri, quelli che vanno bighellonando per la città senza sapere come tirare a campare nel tempo libero, piangendo il fatto che non possono o non vogliono fare più il loro vecchio sport, o peggio ancora che lo sport non lo hanno mai preso in considerazione. Guardando la pagina Istagram di Federscherma troveranno qualcosa di ridicolo se non puerile, che quelli che si occupano seriamente di visual journalism (Giornalismo visivo), non dovrebbero nemmeno postare.
Eh cari amici, non è che l’avere una macchina fotografica nel telefonino mi rende Mario Testino. E il fatto che io possa postare e mostrare le mie immagini non mi trasforma in un giornalista d’avanguardia, anche se arrivo a migliaia di visualizzazioni della mia storia. Instagram infatti è capace di darmi molti dati che hanno ognuno un significato ben preciso e poiché dà statistiche e geolocalizzazioni perfette, per primo dovrei sfruttare questo strumento in maniera sensata.
Mi rincresce dire che la problematica non investa solo l’Italia, ma anche il resto del mondo, tenendo conto che gli Stati Uniti queste cose non le fanno. Come mai? Siamo avanti noi o indietro loro?
Passiamo a qualcos’altro ovvero: come la farei io la pubblicità della festa della scherma, così magari mi attiro qualche tifoso come la volta scorsa.
È solo un esempio che mi sono fatto suggerire da due esperti, un visual journalist e un autore televisivo. 
Partiamo da un presupposto: che il totale delle società di scherma in Italia è 333 (per la verità sono meno, sempre in virtù delle notizie date da Paolo Cuccu, sull’accorpamento delle società sportive in Italia), ma prendiamolo per buono.
Considerati i numerosi campioni della scherma italiana ne assegnerei uno per ogni società sportiva e farei un brevissimo video di non più di 30/40 secondi.
Ecco la sceneggiatura:
Primo piano di una mano sulla spalla di una persona (un bambino o una bambina).
La camera si sposta indietro allargando il campo visuale e man mano si compone l’immagine di quel campione (con le medaglie al collo) e di un o una giovane atleta.
Sotto l’immagine scorrono alcuni dati sportivi della scherma italiana (numero di medaglie olimpiche, records, ecc…) e il nome del campione o della campionessa che compare nel video, come testimonial.
Dissolvenza e i seguenti titoli di coda:
Vieni a fare scherma anche tu, lo sport che ti accompagnerà sempre;
Giornata mondiale della scherma;
Club scherma fiorettopoli asd;
info: telefono mail sitoweb Insta FB ecc.;
Federscherma - CONI.
In questo modo ci sarebbero 333 video in circolazione in tutta Italia, con uno sforzo relativamente basso e soprattutto mostrerebbe all’Italia e agli italiani cosa questo sport sia stato in grado di realizzare nei suoi 110 anni di storia.
Ma evidentemente la federmedaglie è tutta affaccendata a postare storie poco descrittive e poiché ogni storia su Instagram/Facebook resta solo 24 ore, se uno perde la notizia, non sa più come rintracciarla. L’ideale sarebbe che comparisse un riassunto sotto le foto nel wall, a fine giornata, ma ahimé no, le foto sono piene di hashtag, ma non quelli che servono per la notizia. Spesso invece si deve andare sulla pagina della Fédératione Française d’Escrime FFE o della FIE, per avere l’immagine del podio e sapere chi ha vinto, con tanto di classifica fino a 16° o 32°. Curioso quindi che una cosa così banale e semplice, non si riesca a fare in Italia.
Gli strumenti social che avrebbero dovuto essere d’aiuto, sono diventati uno strumento inutile nelle mani di chi lo fa funzionare, perché è vero che anche un bambino è in grado di postare foto e storie, ma una federazione deve fare le cose con professionalità. E si che l’attuale Consiglio per promuovere la nostra Federazione ha contrattualizzato un professionista ad 80mila euro annui a cui si debbono aggiungere altri 152 mila qualora si debba fronteggiare la richiesta avanzata da parte della INPGI (Istituto Nazionale Previdenza Giornalisti) che ritiene inadempiente la FIS per mancati contributi versati al suddetto professionista.
Vostro giornalistico
Ugo Scassamazzo

06 settembre 2019

DISPOSIZIONI, CORSI E PRENOTAZIONI


Sta per iniziare la nuova stagione agonistica, di particolare significato sia per le qualificazioni olimpiche e la partecipazione al massimo evento sportivo planetario che per la scadenza del mandato ed il conseguente rinnovo delle cariche federali. In tale quadro faccio alcune riflessioni che vorrei confrontare con il pensiero della “Piazza”.
  1. Ho letto le disposizioni per l’attività agonistica pubblicate a luglio. In particolare mi sono soffermato all’art 17 (cambi di società). I finalisti del GPG sono trattati alla pari dei professionisti di stato (militari) quando, nella realtà delle cose, si tratta di una attività afferente quasi alla promozione della scherma tant’è che vincere il GPG non assegna il titolo di campione d’Italia (mi sbaglio?). Che ne pensate di questa storia?
  2. Ho visto la preselezione o test di selezione per l’accesso ai corsi di primo livello e la riflessione che faccio è: “studiare non è più una attività liberale e democratica.  Si selezionano i candidati sulla base di un programma che essi, in sostanza, avrebbero già studiato quindi in possesso di quelle nozioni che invece dovrebbero apprendere durante il corso.”. Le domande sono:
a.  Se le preselezioni risolvono un problema legato alla qualità dei tecnici, considerato che ormai i numeri legati ad essi sono smisurati rispetto alle sole 330 ASD affiliate ed attive, perché non eliminare la deroga alle affiliazioni delle società schermistiche con tecnici di 2 livello, ripristinando tale possibilità ai soli 3 livelli?
b.    il corso è necessario?
c.    il tutor è necessario?

    3.  I discenti sono "già imparati"?

A quanto mi è dato capire (forse sono tardo di testa e di scherma oppure mi sfugge qualcosa) il procedimento adottato cozza contro regolamenti probabilmente mai approvati dal CONI o annullati dal TAR.
Forse ho letto male, forse non ho ben capito le disposizioni, nel qual caso, nel cospargermi il capo di cenere, vorrei che qualcuno mi spiegasse meglio.
Altro caso che ha attirato la mia attenzione riguarda la categoria ALLIEVI per la quale, hanno riservato 5 posti a DISCREZIONE del CT per le autorizzazioni alle gare U.17 internazionali: ritenete la misura migliorativa rispetto al passato?
Infine, mi è stato segnalato da un presidente di club che per la 1^ prova Open nazionale di previsto svolgimento a Bastia Umbra, nel prenotare una doppia all'hotel Delfina Palace ha scoperto che il prezzo proposto dal COL , € 170 camera doppia per due notti, è nettamente superiore a quello trovato su booking, € 132. La disparità di costo meriterebbe un approfondimento.
Ricordo un caso analogo di qualche anno fa, precisamente 2001 a Fiuggi, campionati italiani di 3^ categoria. Allora fu il Vice Presidente Scarso a rappresentare al Consiglio l’anomalia, per la quale fu revocata all’istante, e con il voto unanime di tutto il CF, l’organizzazione della gara al COL. La competizione, tra mille difficoltà, fu portata a termine dallo staff federale con la supervisione del sottoscritto. Sarei curioso di conoscere quali iniziative possa aver intrapreso il Presidente Scarso in questa circostanza.
Ezio RINALDI

01 settembre 2019

LUTTO NELLA SCHERMA FOGGIANA


Aurelio VIRGILIO - ex Vice Presidente FIS
Il giorno 25 agosto 2019, alle ore 11,00 è mancata all’affetto dei suoi cari Giuseppina NATALE, moglie di Aurelio VIRGILIO ex vicepresidente della Federscherma e mamma di Sergio e Lucio, entrambi schermidori di successo. Il Primo nazionale di sciabola e il secondo oltre che sciabolatore ex arbitro internazionale ed olimpico. Il decesso è avvenuto in circostanze tragiche, durante una gita in barca.

Venerdì 30 agosto alle ore 16,30 presso la chiesa della Madonna del Rosario in Foggia, si sono svolte le esequie.

Tante le persone presenti e tra queste spiccavano le figure di Gigi ROCA, Antonello CASALUCCI, Massimo CAVALIERE, Giancarlo MITOLI e Renato MARTINO. Ho avuto modo di incrociare lo sguardo con persone che non vedevo da tempo, semplici genitori o operatori del movimento schermistico foggiano.

Si è notata l’ assenza federale e si che Aurelio tanto, tantissimo ha dato al nostro mondo. Non sto a ricordare i suoi meriti, chi lo conosce sa bene cosa ha rappresentato per la scherma Italiana, non solo, i suoi figli sono stati protagonisti in termini tecnici ed agonistici.  Mah! Che dire? Credo non ci siano parole, per commentare tale assenza e francamente un po’ mi sono vergognato.

Ad Aurelio ed ai suoi figli giungano le condoglianze di tutta la “PIAZZA” e l’auspicio che superi questo tragico momento come ha sempre fatto in altre circostanze. Da parte mia un fraterno abbraccio.

Ezio RINALDI

29 agosto 2019

FARE E RICEVERE CRITICHE


L’articolo “EVVAI CON LA TRASFERTAAA” di Ugo SCASSAMAZZO ha suscitato un mare di critiche, pungenti ed offensive sia da parte dell’autore che dei lettori.
Il pezzo, in sè, non intendeva porre in negativo le figure dei tecnici e degli atleti in esso enunciati ma, semplicemente, il procedimento con il quale si attuano alcune iniziative ed il fine che con esse si cerca di perseguire.
Personalmente ritengo che le persone citate meritino il massimo rispetto, per quello che hanno fatto e che stanno facendo. Poi che alcune di loro postino foto e commenti vari sui social è una libera scelta con la quale, comunque, bisogna fare i conti.
Ciò detto vorrei riportare la discussione su un piano intellettuale più significativo, nel senso che c’è stata una critica alla iniziativa, critica molto argomentata, ed alla quale si può, anzi si deve, rispondere con altrettanti sintomatici argomenti, cosa che al momento latita. Ho letto tutti gli interventi ed alcuni dei quali avrei fatto meglio a non pubblicarli e ciò per evitare inutili ed insalubri offese.
Attacchi alla FIS, all’autore ed ai vari interventi sostenitori di una tesi o dell’altra. NO! Non è questo il modo di confrontarsi e se tutti abbiamo a cuore la federazione dobbiamo fare uno sforzo in avanti, accettando le critiche e la confutazione delle stesse. Scendere a livello di insulti, da una parte e dall’altra, è una manifestazione di pessimo livello e dà la percezione di un movimento manchevole di espressioni adeguate ad una discussione costruttiva, in un abito di lecita critica.
Ribadisco che i tecnici e gli atleti coinvolti non c’entrano nulla: è in discussione il sistema, la procedura ed il fine di certe iniziative. Poi ognuno di noi può pensarla come crede ed esprime il proprio pensiero liberamente, come si è sempre fatto su questa “PIAZZA”, ma nel rispetto di quello altrui.
Dire che sono deluso è il minimo che possa affermare, ma forse la colpa è mia che permetto interventi come quelli che ho letto e di questo chiedo scusa ai lettori!
Ezio RINALDI

27 agosto 2019

EVVAI CON LA TRASFERTAAAA!!!!


Dubai
E dopo “La federazione che non mi piace” entriamo in quel mondo che definisco “Turismo sportivo o federale” della “Federcerchiomagico”!
Sì sì cari amici, avete capito benissimo il turismo sportivo, cioè quello che fa qualche persona tesserata alla Federvacanze durante campionati, gare, allenamenti, trasferte, collegiali, visite di cortesia, fiere di paese, sagre, scherzi, giochi, schiaffi del soldato e via dicendo.
E siccome non vogliamo essere “tristi” come ci accusa di essere qualche ferlealista vogliamo diffondere l’idea e suggerire anche a voi di provare a vincere un “pacchetto vacanze” pagato, in giro per il mondo.
Eh già, perché sono sicuro che pochissimi tra i lettori hanno fino ad oggi avuto notizia della tessera magica che fa girare il mondo. 
Le istruzioni (e i bandi) non si trovano certo sul sito federale, altrimenti chissà quante domande per andare in Canada, l’anno scorso, insieme al buon Valerio Cuomo o in Spagna in compagnia di Alessandro Bossalini.
Ma veniamo al 2019. Voglio parlarvi di un allenamento che si sta svolgendo a Dubai per gli U20 Emiratesi.
Mettete la Federazione scherma degli Emirati Arabi Uniti, speranzosa di crescere sia come numeri che come qualità che chiama o si accorda con la Federazione Italiana, (la federazione scherma più importante del mondo) per fare un allenamento collegiale per i suoi ragazzi, tutti scelti e tra i più forti del loro paese. (Un paese grande come la Lombardia e il Piemonte messi assieme e con uguali abitanti dell’Ungheria in un territorio che è praticamente deserto all’80% ndr).
Non si conoscono i dettagli, ma qualcuno ha riferito che è la Federazione Emiratese che ha sostenuto economicamente questo allenamento e così l’Italia ha risposto con un quartetto di veri campioni: Davide di Veroli (Roma), Francesco Buzzacchino (Catania), Tommaso Marini (Jesi) e  Alessandro Stella (Udine), tutti in seno al gruppo sportivo della Polizia.
Nulla da dire, tutti atleti meravigliosi, accompagnati da un duo specialissimo: Stefano Barrera (Carabiniere e siracusano) e Matteo Scamarda (rappresentante degli atleti del Comitato Regionale Sicilia) entrambi Istruttori di scherma.
Il lettore (fedele o meno) avrà notato due cose molto evidenti:
1.   sono tutti uomini;
2.   non c’è un solo maestro degli atleti portati;
Corollario: gli accompagnatori sono entrambi siciliani.
Direte voi che non c’è nulla di male, anzi, gli atleti sono di primissimo ordine e gli accompagnatori sono degni degli atleti italiani come di quelli stranieri.
Le notizie ci arrivano dai profili social degli atleti e degli accompagnatori, che non hanno saputo resistere alla tentazione di farsi la foto davanti al Bourj Khalifa e ad altre amenità sorprendenti fornite da Dubai. La Federazione anche per questo allenamento ovviamente non ha fatto sapere nulla al popolo della scherma se non ai diretti interessati, mentre per gli inutilissimi allenamenti della nazionale a Palermo era reso noto addirittura un manuale del bravo gestore social che doveva costruire #tuttounmondo di #hashtag per essere #ilpiùfigopossibile. No, nulla di tutto ciò. Eppure l’allenamento U20 era invece da spingere in questa direzione ai massimi livelli, specie d’estate, quando sotto l’ombrellone uno, specie se giovane, non sa che cavolo di vita tirare! Vabbè.
Ecco invece come l’avrei fatta io questa trasferta.
Alla domanda della Federazione Emiratese che ci chiedeva di allenarci con loro, avrei risposto con una controproposta più interessante della loro offerta, ovvero:
1.  se ci paghi la trasferta degli atleti di livello, noi te ne mandiamo altrettanti a spese nostre per fare un allenamento serio e più lungo del solito, con maestri e atleti di entrambi i sessi;
2. agli atleti forti, ti associamo atleti di minor livello, ma ugualmente forti per compensare il gap che troverete fra i vostri atleti e i nostri, così da rendere l’allenamento più omogeneo; (voi capirete che se nel tennis io sono una vera schiappa, e mi allenassi con Djokovic non imparerei molto, mentre se avessi di fronte uno che è un po’ più in alto rispetto al mio livello, raggiungerei miglior profitto con meno stress);
3. ti mandiamo a nostre spese un formatore per arma per i maestri della vostra federazione che vi spiegano lo stile schermistico italiano (che non è codificabile! ma è spiegabile da qualsiasi maestro esperto) cosicché possiate avere un diverso approccio alla vostra scherma;
4. costruiamo un “ponte ideale” con Dubai per la scherma duraturo nel tempo, per veicolare atleti e allenatori e avvicinarci il più possibile gli uni con gli altri tramite: gare, allenamenti, trasferte, gemellaggi, campi estivi ecc….
5. infine individuerei un criterio obiettivo per selezionare le persone da inviare dandone avviso sul sito e con la mailing list delle società, e poi avrei pubblicato le domande ricevute e la relativa graduatoria. Il tutto nella massima trasparenza.
(Ecco come l’avrei fatta io che non sono seduto in viale Tiziano, e lo dico anche per prevenire qualche solone che, sempre in forma anonima, dirà che il gruppo alternativo a Scarso non è in grado di dare soluzioni, ma solo di criticare e sparlare sui soliti luoghi comuni).
Ma evidentemente questa formula, applicata a una dozzina di eventi sparsi per il mondo, sarebbe stata impegnativa e soprattutto costosa. Avrebbe rosicchiato soldi all’attività centrale della Federazzzzzzzzzzziooooone, che deve macinare medaglie internazionali, sempre sulle spalle delle società sportive e dei maestri che lavorano come schiavi in palestra per tirare su un atleta e farselo poi mangiare dal medaglificio federale.
Invece cosa accadrà cari amici lettori? Un bel nulla!!
Questo allenamento così come le misteriose, ma puntualissime trasferte del presidente a Capo Verde, devono essere calibrate sul loro concreto valore di ritorno, cioè il voto in camera caritatis delle elezioni FIE.
L’occhiolino strizzato ora a San Salvador, ora al Qatar, vale un voto ciascuno, tanto quanto quello di Francia e Spagna.
Il lettore (non so oramai se sarà ancora fedele o meno a me o a Scarso), avrà rapidamente capito che il progetto di questo presidente, che è in decrescente percentuale di consenso da parte dei suoi elettori, sta cercando di ricavarsi un posticino, non al caldo, ma al fresco presso la FIE. Ha già deciso di collocare le elezioni federali a febbraio 2021, dopo le elezioni FIE, per pararsi le terga per altri quattro anni a Ginevra. E per raggiungere questo gran risultato, ha bisogno di far fare quante più “vacanze sportive” possibili all’estero agli appartenenti alla sua “Federcerchiomagico”, riservata come si è visto oramai da tempo a pochi amici e a qualche atleta il cui ranking (mannaggia a lui) non può essere ignorato, perché tutto è demandato alla luna del presidente, che dirige a modo suo (legittimamente) tutta la federazione che da tempo aspetta di fare il salto di qualità che si merita.
Un salto meritevole. Una flèche, oserei dire. Sempre che per una vacanzina non si voglia fare il salto, ma della quaglia, che personalmente trovo immorale.
Vostro antivacanziero
Ugo Scassamazzo



24 agosto 2019

LA FEDERAZIONE CHE NON MI PIACE


Cari lettori,
l’estate lunga e silenziosa che prepara la tempesta autunnale del prossimo anno sportivo non mi piace affatto.
Tutti in rigoroso silenzio in questi mesi post mondiali, consapevoli che stiamo entrando nell’anno olimpico, quello non solo di Tokyo 2020, la più enigmatica delle olimpiadi della Federazione di Scarso, ma anche delle elezioni federali che si prospetteranno forse come le più feroci di tutte.
Non starò a elencare le vicende intricate riguardanti lo statuto federale e dell’assemblea straordinaria che ricorderemo come “l’assemblea dei 3 minuti a testa” per parlare di una miriade di articoli ed emendamenti, che è cominciata alle 11.00 ed è terminata alle 12.30, (i dati parlano da soli).
Non parlerò nemmeno dei risultati sportivi e delle intervistacce strampalate post gara, che hanno fatto più ridere che indignare. No, non parlerò di questo anche perché qui in questo blog ogni argomento è stato già trattato da autori ben più capaci di me in ogni settore e sta al lettore andarseli a trovare, studiare ed eventualmente commentare.
Voglio parlare delle solite cose, miei cari e fedeli (?) lettori.
Dirò del fatto che siamo una nazione di 60 milioni di abitanti e facciamo scherma solo in 20.000 (dati federali molto discutibili), ovvero lo 0,034%, cosa che mi indigna visti i risultati sportivi internazionali, in quanto dovremmo essere molti, ma molti di più cari amici!
Dirò anche che l’attività formativa per nuovi maestri e istruttori è trattata come una fonte di guadagno, poichè in alcune regioni italiane mi dicono che si debba pagare il corso formativo per il primo livello di istruttore, l’incomprensibile cifra di 250€ mentre potrebbe o dovrebbe essere coperto dai fondi per la formazione stanziati dalla FIS, che forse ne stanzia pochi, o li destina per altri corsi che altrove forse sono gratuiti o poco ci manca. c’è molto da indagare fra le pagine del bilancio della FIS.
E che dire della politica degli impianti? Ahahaha, questa poi è la migliore!
A conti fatti su 333 società (dato aggiornato a giugno dalla FIS, che andrà ricalibrato a fronte dell’articolo di Paolo Cuccu sulle fusioni di società in tutta Italia), ci chiediamo: ma in Italia, le palestre dedicate solo alla scherma quante sono? Cento? Centociquanta la federscherma canta? Siamo sicuri? E nei restanti club come ci andiamo? Montando e smontando apparecchi e pedane? Ridicolaggini! In questo modo non si va da nessuna parte, i numeri saranno sempre asfittici e la scherma crescerà solo fra 40 anni!
A conti fatti siamo una nazione di nuotatori e tennisti cari amici della scherma, non v’è città che non abbia la sua piscinetta, piccola o grande che sia, così come ha il suo bel campo da tennis, ma non la palestra di scherma. Perché?
Ma è inutile che ve lo dica, lo sapete già da soli: mancano politiche convincenti a scala nazionale che facciano capire che anche la scherma è uno sport che ha bisogno dei suoi spazi cioè impianti solo per la scherma, ma che allo stesso tempo vanno informati tutti gli italiani che la scherma è anche’essa un’attività sana, pulita, completa, proprio come il nuoto. E poi? Cos’altro mancherebbe per avere le palestre di scherma? Ma è chiaro cari amici, mancano i maestri, gli istruttori. Ma non quelli prodotti tramite esamificio a getto continuo, bensì quelli frutto di un lavoro di formazione serio dedicato e sviscerare i problemi seri dell’insegnamento. Dieci giorni di villeggiatura a Chianciano sono del tutto una farsa, a fronte di un lavoro serio seguito da maestri capaci, che sappiano trasferire le loro conoscenze ai nuovi.
Insegnare ai bambini, ai master principianti, saper scegliere l’arma adatta per loro e saperli allenare. La tecnica e la sua evoluzione, con l’abbandono della “controcavazione” e del “copertino”, a vantaggio delle parate che nei manuali non ci sono. E poi insegnare a un bambino o a un cadetto o a un adulto è una faccenda complessa, che si affina, e per ogni arma è diversissimo. Ma c’è ancora chi pensa che in dieci giorni si possa imparare tutto!
Ma non solo. In realtà il numero di maestri potrebbe anche non interessarci, se questa professione per certi versi ancora ibrida non fosse ancora da regolamentare appieno dallo Stato, tanto da garantire una solidità a chi voglia fare questo come lavoro, con ferie e malattia pagate, e una pensione. Macché! Questo ci interessa solo in parte perché la politica ha i suoi tempi e sono purtroppo lunghi e minati da scossoni terribili, purtroppo. Invece voglio parlare del fatto che se le società non hanno la solidità per poter garantire ai maestri questo e altro, è tutto inutile, il maestro sarà sempre uno che coltiva la sua grande passione nei ritagli di tempo.
Le società pertanto sono tra gli attori più importanti per la crescita di questo sport, perché solo con la loro solidità societaria tutto può funzionare bene.
E che c’entra la Federazione direte voi? Ve lo dirò subito.
Se atleti meritevoli non vengono convocati agli allenamenti in favore di altri, se le società non ricevono i premi per le loro stagioni sportive, mentre altre li ricevono regolarmente, allora per alcuni se non per molti, tutto si vanifica, perdendo la voglia e la motivazione che nello sport come nella vita, è uno degli aspetti più importanti da coltivare.
E allora che faremo? Io da tempo la soluzione l’avrei data: o la federazione cambia (progetti, obiettivi, modalità approccio, atteggiamento), o la federazione va cambiata (presidente, consiglieri, staff, CT, responsabili, suggeritori, ammiccatori, gesticolatori vicini e lontani, capiramazze e ramazze). Resta quindi tutto nelle mani di chi metterà la croce sulla scheda elettorale. Punto.
Devo aggiungere altro? Fatelo voi cari lettori.
Vostro agguerrito
Ugo Scassamazzo

21 agosto 2019

CRISI DI GOVERNO: cambierà qualcosa per lo sport?


DI MAIO - CONTE - SALVINI
Era prevedibile e solo gli stolti potrebbero pensarla diversamente. Nel 2017 ci sono state le elezioni amministrative ed i vari partiti hanno scelto come affrontarle ed in compagnia di chi. Da una parte il centro destra con FI, LEGA e FDI, dall’altra il PD e M5S che correvano da soli.
L’esito delle urne ha premiato M5S e LEGA, il PD si è attestato quale seconda forza parlamentare, FDI ha visto aumentare i propri elettori e FI perde gran parte del proprio elettorato e diventa, insieme al PD un partito perdente.
Il capo politico della LEGA intende andare al Governo per realizzare i propri progetti e per farlo molla il centro destra, con il quale aveva fatto un accordo preelettorale per governare il paese in caso di vittoria e per farlo si associa con i grillini. In campagna elettorale i toni dell'uno contro l’altro sono aspri, ai limiti della violenza verbale, con dichiarazioni del tipo:” MAI CON I GRILLINI e PD” e “ MAI CON LA LEGA o PD”.
Nonostante le forti dichiarazioni, si arriva ad una associazione tra LEGA E M5S, non basata su un progetto condiviso e dichiarato prima delle elezioni ma su un contratto di governo per realizzare i propri fini. Una alleanza così fatta non poteva finire diversamente da come è finita e non voglio entrare nel merito delle argomentazioni con le quali si è arrivati a questo punto. 

Il Premier in Senato attacca duramente il suo vice ed in pratica gli dice che lo ha sempre sopportato e gli ha destinato epiteti durissimi, addossandogli la responsabilità della crisi, con questo cercando di salvare se stesso. Il vice gli risponde dai banchi del proprio partito (doveva farlo da quelli del Governo) con un discorso assolutamente inefficace, dimostrando una caratura politica di piccolo calibro. Ma tant’è ci troviamo adesso con una situazione per la quale il futuro non sarà migliore del presente.
Quale uomo della strada mi piacerebbe che il Presidente della Repubblica imponesse a questi signori la elaborazione di una legge finanziaria che consenta al paese di essere tutelato per l’immediato futuro, soprattutto, checche se ne voglia dire, dimostrare all’Europa che, al di la delle forti divisioni interne, siamo un Stato responsabile ed affidabile; segnalare il nominativo di una personalità dall’alto profilo istituzionale per l’incarico di Commissario UE. Assolti questi due impegni si vada alle elezioni. Ma, già, io sono un uomo della strada e che posso capire i giochi politici e di potere?
Giovanni MALAGO'
Da questa crisi cerco di capire come possa influire sullo sport, in termini positivi e negativi. Come ebbi modo di dire nell’articolo CONI vs GOVERNO: come finirà? Sono stato favorevole all’intervento del Governo sullo sport per disciplinarne le regole, soprattutto quelle riguardanti i mandati dei Presidenti federali,  ma contrario a che il medesimo lo gestisca direttamente. Lo sport deve essere indipendente dalla politica affinché non perda la propria idendità, che è quella di lavorare tutti insieme, senza distinzioni di colori politici, pur in presenza di una diversità di opinioni per la sua amministrazione. Sono fermamente convinto che con l’ingresso del PD al Governo ci sarà un riequilibrio delle competenze tra Sport Olimpico (CONI) e la SPORT e SALUTE, con grande giovamento per tutto il movimento e, soprattutto, un segnale al CIO sulla indipendenza dello sport dalla politica.
 Il Presidente del CONI sappia approfittare di questa situazione, affinchè l’ENTE e lo sport italiano si riapproprino di parte delle proprie peculiarità.
Ezio RINALDI