25 ottobre 2021

MISTERO, MITO, LEGGENDA, OVVERO TRE PERSONAGGI IN CERCA D'AUTORE


Si dice che, nell’antica Grecia, il "mistero" fosse il padre del "mito" e che questo, una volta consegnato alla “mitologia”, divenisse poi leggenda (diversa, ovviamente, dalla storia).
Gli eventi degli ultimi giorni, riferibili alla questione ANS-FIS, mi inducono fondatamente a temere che si stia per consegnare alla mitologia Azzi, De Bartolomeo ed Autuori (che acquisirebbero, così, il titolo di “mitici”), perchè ciò che è successo in terra partenopea, ma, soprattutto, ciò che è avvenuto al loro rientro nella natia patria FIS è avvolto nel più assoluto MISTERO.
Il paventato timore si è trasformato, però, in assoluta certezza dopo aver letto sul Blog:
- la cronistoria degli accadimenti, opportunamente corredata dal documento/accordo, regolarmente e liberamente sottoscritto da tutti i partecipanti alla riunione (non credo che qualcuno sia stato sottoposto a tortura, specialmente i leggendari emissari della FIS);
- la lucida analisi del dr. Fumo.
Ora, anche a voler riconoscere agli intrepidi eroi l'alto sprezzo del pericolo nell'essersi coraggiosamente mossi alla volta di Napoli, aver valorosamente affrontato, dopo essere penetrati addirittura nella tana del lupo, i temibili guerrieri ANS (in effetti, dei tre federali, solo uno ha calcato, con discreto successo, le pedane di scherma), essersi confrontati, seppur in condizioni di inferiorità anche numerica, con i granitici avversari, riuscendo ugualmente a strappare un accordo di tutto rispetto per la propria compagine (non si dimentichino le reiterate conferme giurisprudenziali da parte dei GIUDICI DELLO STATO), non è dato comprendere il motivo di questo poco onorevole revirement, sorto soltanto al ritorno al focolare domestico, allorquando avranno dovuto riferire il risultato conseguito, che evidentemente avrà destato le ire funeste di qualche divinità dell’Olimpo o di certe eminenze grigie.
Infatti, se soltanto si pone mente al primo comunicato FIS, che narrava, con viva soddisfazione, la ricucitura dello strappo con i rivoltosi dell’ANS e la raggiunta vantaggiosa tregua, dopo un “confronto positivo e costruttivo, per una proficua collaborazione” quale “volontà reciprocamente emersa”, del tutto MISTERIOSO appare il motivo per cui i vertici federali, attraverso lo stesso organo di propaganda, abbiano sentito la necessità diramare un ulteriore comunicato, a poche ore di distanza dal precedente, dai contenuti totalmente differenti, visto che riporta la sussistenza di una “diversità di vedute in merito alla fase attuativa di un’eventuale collaborazione”, e tenendo peraltro ad evidenziare che la delibera consiliare che ha rigettato l’accordo è stata adottata all’unanimità, quasi dimenticando o, meglio, sperando che ai più sfuggisse il piccolo particolare che il “mitico, leggendario ed eroico trio”, firmatario del rigettato accordo, fa anche parte del CF!!! In poche parole, Presidente e Vice-Presidente, coadiuvati da un Consigliere, avrebbero stipulato un accordo con la parte avversa, ritenendolo valido, utile e conveniente; poi, i medesimi personaggi, in sede di CF, al momento della votazione, non hanno sentito la necessità quanto meno di astenersi e, partecipando al voto, lo hanno anche loro rigettato, smentendo se stessi e prendendo le distanze da loro stessi. Grottesco, oltre che totalmente MISTERIOSO.
Qualcuno mi perdonerà se la mia ignoranza non è pari alla sua, ma nel documento contenente il sottoscritto accordo, pubblicato nei vari siti, io non ho rilevato alcun trappolone, né insidia, né inganno orditi dall’ ANS ai danni della FIS; di contro, però, non posso fare a meno di notare che, accanto al misterioso comportamento che i “mitici proconsoli” di Roma FIS hanno tenuto in fase di stipula dei patti ed in sede consiliare, si è pure consumato un sicuro strappo con il CONI, per via del sonoro schiaffo dato con l’immotivato rifiuto ad una proficua, duratura e durevole PAX tra Associazione e Federazione, con indubbi benefici per l’intero mondo schermistico.
In conclusione, al di la dei vari “miti” e delle tante figure “mitologiche” che albergano in Federazione, a me tutto ciò porta a considerare l’esistenza in FIS di una forte regia occulta, che, pur senza avere una valida legittimazione giuridica, riesce ugualmente ad influenzare, determinandole, moltissime delle scelte federali.
Brunetto Latini scrisse nel PATAFFIO: “Aperte son le papice agli sciocchi”.
Meditate, gente, meditate.
Gaspare Fardella

20 ottobre 2021

FIS/ANS: salvate il soldato AZZI

Non abbiamo fatto in tempo a rivedere la figura del Presidente FIS sotto nuova e positiva luce per l’accordo raggiunto a Napoli con l’ANS (a dimostrazione della nostra lealtà e obiettività) che il CdF boccia tutto e non ratifica.
Le possibilità, dunque, sono due, tertium non datur:
1)     il Presidente Azzi è andato baldanzoso a stringere l’accordo che porta anche la sua firma senza confrontarsi e prima riferire all’intero suo CD che, trovatosi davanti il testo concertato tra il suo Presidente, con una minoranza di consiglieri, e le controparti, lo ha bocciato;
2)     Il CD, ritualmente informato per tempo dell’accordo raggiunto (e solo da approvare), ha preso una direzione completamente diversa.
Il primo caso preoccupa, perché significherebbe che abbiamo un Presidente federale manifestamente inidoneo a ricoprire il suo ruolo. Chiunque abbia mai presieduto anche solo una riunione dei boyscout sa bene che il capo prima di dare il suo ok (e qui c’è addirittura la firma) si confronta con i suoi e poi l’approvazione finale diventa una mera formalità. Se Azzi non sa queste cose è bene che prenda la cassetta di cartone con le sue cose e liberi la stanza di viale Tiziano a velocità fotonica.
Il secondo caso è peggio. Avrebbe il sapore di un’imboscata, di un corto circuito istituzionale senza precedenti. Uno sgambetto intenzionale come segnale trasversale al presidente statutario per mandargli un messaggio forte e chiaro su chi comanda davvero la FIS. E i fatti ci dicono che, com’è noto, campeggia scura, ingombrante e inquietante la figura di un presidente onorario potentissimo e onnipresente, senza il benestare del quale da quasi un ventennio in federazione nessuno dice pio neanche per andare in bagno. “Io ti ho creato e io ti distruggo” sembrerebbe essere il messaggio. O forse, secondo i più raffinati osservatori, il deus ex machina potrebbe essere qualcuno, ancora più in alto. Si, ma chi?! E soprattutto perché?
Nel comunicato FIS odierno balza all’occhio una cosa curiosa, ossia che la bocciatura dell’accordo è stata deliberata “all’unanimità”. Quindi il presidente statutario ha votato contro l’accordo che egli stesso aveva accettato e firmato 5 minuti prima. E qui la cosa si fa preoccupante. Abbiamo un presidente che “qual piuma al vento, muta d’accento e di pensiero”, come nel Rigoletto di Verdi? Azzi si è conformato al CD per non farsi isolare e non aprire uno strappo istituzionale irrecuperabile ingoiando il boccone amaro? Secondo il comunicato di oggi dell’ANS sembrerebbe più la seconda.
Al momento non è dato sapere quali siano le motivazioni “formali” circa la mancata ratifica, sappiamo solo che sono “rammaricati”!
Però si tenga in considerazione che a Napoli c'erano: AZZI, DE BARTOLOMEO, AUTUORI per la FIS; PIZZO per il CONI e poi la dirigenza ANS, con Presidente, vice presidenti, tesoriere ed avvocati. La riunione si è tenuta in una sede istituzionale (C.R. CONI Campania). Pertanto, la mancata ratifica politicamente è uno sgambetto non solo al presidente statutario, ma anche al CONI, che di certo non starà a guardare.
Buttare scriteriatamente all’aria un accordo tutto sommato equilibrato che ha la condivisione di tutti, qualsivoglia sarà la motivazione che attendiamo tutti curiosi, mette l’attuale dirigenza FIS in una luce tetra e apre le porte a scenari inquietanti: qualcuno si dovrà dimettere, qualcosa di grosso dovrà succedere, qualche testa salterà.
È comunque impensabile andare avanti così. La nostra grande famiglia ha bisogno di serenità e non di istituzioni disorganizzate e in conflitto tra loro. Ha bisogno di un leader autorevole, preparato e carismatico.
Finora ci pare che si sia vista tanto autoritarismo e poca autorevolezza, e durante la campagna elettorale vi avevamo avvisati.
Si resta in attesa dello sviluppo degli eventi, ma tira aria molto pesante.



19 ottobre 2021

PIAZZA News

Girava già da qualche giorno (fonti ben informate me l'avevano riferita) ed oggi si è avuta la conferma (triste, tristissima): nessun accordo FIS-ANS. La federazione, attraverso il suo organo di "informazione" (propaganda), smentendo se stessa ed un suo precedente comunicato, ha dato questa laconica notizia: "Il Consiglio Federale, chiamato ad esprimersi sul documento preliminare prodotto a seguito dell’incontro del 7 ottobre scorso a Napoli con l’Accademia Nazionale di Scherma, preso atto delle diversità di vedute in merito alla fase attuativa di un’eventuale collaborazione, ha deciso all’unanimità, con rammarico, di non approvarlo." Meditate, gente, meditate.

Gaspare Fardella

16 ottobre 2021

FIS-ANS: finalmente l'accordo che tutti aspettavamo.

da sx: Polidoro, Fumo,La Ragione, Pizzo,
Puglisi, De Bartolomeo, Azzi, Autuori
Sono stato sorpreso il giorno 8 c.m. dalla lettura del riavvicinamento tra Federazione ed Accademia Nazionale di Scherma. Devo dire che alla sorpresa è seguito subito un sospiro di sollievo, certo la vicenda tra i due enti ha tenuto con il fiato sospeso tutto il movimento che ha pagato, indirettamente e per anni con tensioni ed incertezze, per una guerra il cui inizio è stato quasi dimenticato ma i cui protagonisti sono ancora in scena, seppur in secondo piano.
È d’obbligo un plauso ai due presidenti ed in particolare, permettetemi, a Paolo Azzi che è riuscito dove altri hanno fallito mettendo a segno un vero capolavoro, ottimamente spalleggiato dal Vice Presidente Vincenzo De Bartolomeo, espugnando la roccaforte Napoletana e portando a casa uno straordinario successo.
La sorpresa deriva soprattutto dal fatto che nulla si era saputo di un riavvicinamento o di incontri che sicuramente ci sono stati, probabilmente il segreto di questo successo è stato proprio la riservatezza. Da osservatore ho notato alcune sbavature di sicuro frutto della velocità con cui sono stati partoriti i comunicati FIS e ANS (identici peraltro e quindi probabilmente concordati).  Partendo dal primo mi ha colpito in primis la foto dove si coglie un clima festoso e uno sguardo allegro e disteso di tutti gli intervenuti, il rappresentante CONI è raggiante e spiccano in primo piano tre figure su tutte: il vicepresidente ANS Fumo, il consigliere ANS Puglisi e il Presidente FIS Azzi che lasciano trasparire la loro soddisfazione. Se ne deduce, e ne sono felice, che si sia superata la fase del rinfacciarsi le cose e si sia passati, come è giusto che sia, al puro e semplice lavoro.
Dopo anni, in cui carte bollate, “puntate” sul blog,  comunicati, sentenze e accordi “in progress”, sbandierati in modi e forme tra le più disparate, in FIS qualcosa è sicuramente cambiato. Le altre figure, leggermente indietro rispetto agli altri, nella foto sarebbero quasi scontate: il Presidente ANS La Ragione e il Rappresentante CONI Pizzo appaiono felicissimi e quet’ultimo deve aver messo in campo le sue doti migliori per essere riuscito nell’impresa di comporre un tavolo simile. Il vicepresidente FIS De Bartolomeo, il consigliere segretario ANS Polidoro ed il consigliere FIS Autuori. In realtà quello che più mi ha colpito, ad un secondo sguardo, sono le assenze. Se da un lato ci sono in schieramento sparso i vertici dell’ANS dall’altro manca un vicepresidente ed un segretario. Il lettore comune, superficiale o semplicemente distratto potrebbe pensare “meno male, altrimenti…..”.  Non si  conoscono i motivi dell’assenza  ma certamente saranno legati ad altri impegni istituzionali, insomma un’assenza sicuramente concordata.
Ora si dovrà attendere la ratifica da parte dei C.F. e C.d.A  dei due enti dell’accordo raggiunto al fine di proseguire nei passaggi successivi.
L’assenza in foto del vicepresidente ANS Basile avrebbe potuto far credere in un dissenso da parte del medesimo. Nulla di tutto questo, il BASILE è l’autore delle foto , peraltro citato nel comunicato per la sua presenza. Si intravede nella sequenza pubblicata sul sito ANS, deduco sia una semplice distrazione del gestore del sito FIS, non aver attribuito la paternità delle foto come si è soliti fare e come le regole impongono.
In questi giorni a Riccione si sta svolgendo il G.P.G. e in tale contesto avranno luogo le riunioni dell Commissioni dei vari gruppi di lavoro: immagino ci sia anche la riunione del C.F., il quale, come dianzi precisato, dovrà deliberare la ratifica dell’ottimo lavoro svolto da parte di chi si è prodigato per questo accordo. Sono sicurissimo che i due organi direttivi, peraltro ben rappresentati, non avranno difficoltà a ratificare.
L’esperienza consiglia di stare con i piedi per terra, quindi si resta in attesa di ulteriori e positivi comunicati e solo allora si potrà affermare la conclusione di uno storico accordo e si potrà capire il ruolo degli assenti e di quanti immortalati in una foto che resterà impressa nella memoria e quindi storica.
Una anticipazione sui contenuti dell’accordo:
1. esame congiunto con doppia valenza, funzione di certificazione delle competenze ANS e rilascio della licenza sportiva FIS in un’unica seduta, grazie alla presenza del presidente federale o di un suo delegato ed 1/3 dei maestri in commissione; 2. formazione in collaborazione ANS-FIS; 3. nuovo ed ultimo qualification day ANS con doppia valenza sia di sanatoria che di rilascio licenza.
Al momento la scherma storica pare sia fuori dai precitati accordi.
Ezio RINALDI

14 ottobre 2021

ALLENAMENTI COLLEGIALI: convocazioni e cambi di società. E' tutto normale?

Si è svolto da poco, come ampiamente pubblicizzato dai media, il primo allenamento di sciabola femminile assoluti diretto dal nuovo CT, Luigi Tarantino. In bella mostra compaiono anche i probabili componenti del nuovo staff tecnico.
In sincronia (casuale o causale?) con quest’evento alcune atlete d’interesse nazionale si sono trasferite, o sarebbero in procinto di farlo, da alcuni club ad altri. In particolare un prestigioso ed antico club di Roma sarebbe la società più svantaggiata, subendo la perdita di due forti elementi da poco lì approdati, a favore di club che si fregiano della direzione tecnica di maestri che farebbero parte dello staff del nuovo CT.
Si vocifera anche che tra le società privilegiate ci sia quella presso cui ha lavorato, fino a poche settimane fa, il neo CT. Il caso più eclatante riguarda un’atleta laziale che all’inizio della scorsa stagione agonistica aveva deciso d’iscriversi per la società romana, affidata alle cure del tecnico di detto club. Evidentemente la cura non ha dato i suoi frutti tanto che, tempo un anno e un  mese, la stessa atleta opta per un’altra sistemazione e per un’altra casacca dopo un peregrinare continuo negli ultimi anni della sua carriera. La situazione non è dissimile da quella di altre atlete il cui girovagare, forse, è stato negli ultimi tre anni meno frenetico.
Sorgono spontanee alcune domande legate all’evidente insoddisfazione di queste, ma forse anche di altri sciabolatori e sciabolatrici. A cosa è dovuto questo “tourbillon”? E’ un evento fortuito? E’ legato all’imperizia o alla caduta in disgrazia di club e di allenatori da cui si prendono le distanze? Traduce le incertezze, le insicurezze, il disorientamento, la scarsa personalità degli atleti in questione? Riflette un suggerimento, sebbene soltanto sussurrato, da parte di qualcuno? Ci si sistema in grandi club, potenti, ben organizzati e politicamente “ammanigliati” che rappresentano dei forti attrattori anche in relazione a “specchietti per le allodole”? Si imboccano scorciatoie che possano favorire, oltre i propri meriti, un futuro successo?
Domande ancora più importanti riguardano il destino dell’arma bitagliente in Italia, che ha numeri sparuti, soprattutto in ambito femminile, e pochi club che la praticano, per di più non uniformemente distribuiti nel nostro stivale. Il fenomeno di cui si parla (trasferimenti di atleti) è d’incentivo alla crescita della specialità nelle periferie e alla sua diffusione sul territorio? Va in direzione di una centralizzazione degli allenamenti lasciando poco spazio, meriti o alternative alle società che vogliano praticarla o intraprenderla? Sono stimolanti per il piccolo artigianato che ancora produce atleti? Non sarebbe il caso di regolamentare meglio l’attività al fine di promuovere un vero sviluppo della disciplina della sciabola?
Volendo risalire a un ventennio fa l’allora CT della sciabola Christian Bauer impose la centralizzazione, con il trasferimento a Roma degli atleti che volevano tentare la carriera sportiva di alto livello, assicurando però la permanenza, seppure formale, al club e ai maestri di provenienza.
E non sarebbe di stimolo, per club e maestri, convocare in modo meritocratico nelle competizioni internazionali e agli allenamenti nazionali i tecnici degli atleti partecipanti, seppure a turno e non in tutti gli eventi? Ciò darebbe la possibilità ai maestri di osservare i propri atleti in situazioni significative in modo che al ritorno in palestra sappiano su quali aspetti lavorare e aggiornarsi permanentemente.
Come dimostrano i fatti da cui partono le nostre considerazioni c’è bisogno di prendere decisioni di politica sportiva che possano garantire la più ampia diffusione della pratica della sciabola e regolamentare un settore che, lasciato a se stesso, rischia di concentrare su pochi club e pochi tecnici il movimento disincentivandone la crescita.
Sarebbe oltremodo interessante  la convocazione di un seminario per una discussione seria e profonda sulle tematiche in titolo.
Ezio RINALDI
 

12 ottobre 2021

Il GPG, una gara da sogno per tutti

É appena partito il Gran Premio Giovanissimi (GPG) di Riccione, per l’edizione 2020-2021, e, nella sua decennale vita, mai era stato sospeso, ma come ovviamente tutti sanno, a causa dell’epidemia mondiale, l’edizione 2019-2020 non si è potuta svolgere e quella successiva è stata spostata da maggio a ottobre.
Negli anni passati i numeri del GPG sono sempre stati in crescendo e di anno in anno era un termometro federale per capire come si distribuivano gli schermitori sia nelle società che nelle gare in generale. Talvolta si è registrata qualche flessione e in passato ne parlammo, evidenziando come il meccanismo della gara stessa fosse incredibilmente inspiegabile, specie per quelli che partendo da zone dell’Italia molto distanti da Riccione, si trovavano a fare non più di cinque assalti nel girone e poi una o al massimo due dirette. Troppo poco per un Gran Premio. Sempre dal blog si è poi continuamente invocata una revisione della formula di gara, non solo nel massimo campionato, ma anche nelle tappe regionali. Ma con Giorgio Scarso al comando della FIS le cose non si sono mosse di un solo millimetro, ossequiando la regola mai scritta del “si è sempre fatto così?”.
Anche in questa edizione le cose sono andate nella medesima direzione, tenuto conto che di traverso ci si è messo anche il protocollo sanitario, che ha limitato le pedane, l’accesso al luogo di gara, ristretto i controlli, e infine anche i numeri. I partecipanti quest’anno saranno infatti 2123, mentre pare che nella stagione pre-covid si attestavano su +/- di 3000. Considerata la situazione e i presupposti si può parlare di successo, come sempre d’altronde per una gara che è per tutti di particolare importanza. Però qualcuno ha storto il naso, in quanto le regole per far partecipare alla gara gli atleti, gli aventi diritto stentavano a raggiungere i 1800 e qualcuno ha provato a giustificare quei 300 in più, al solo fatto che qualcuno fa la doppia arma. Nulla di male, sia chiaro, meglio più che meno, ma, sempre qualche dubbioso, ha ulteriormente ipotizzato che le limitazioni per iscriversi alla gara, non siano state osservate scrupolosamente proprio per favorirne la partecipazione, cosa che mi trova anche abbastanza favorevole, visto e considerato tutto l’insieme. Ammetto però che se così è accaduto, forse sarebbe stato meglio saperlo in origine.
Personalmente non mi sarebbe dispiaciuto veder gareggiare tutti quegli atleti che per forza di cose hanno mancato la gara, sia nelle fasi di qualificazione che in quella finale, con un campionato parallelo che poteva cominciare benissimo in questa stagione. Un campionato speciale “una tantum”, che forse sistemava le cose in maniera definitiva, e che avrebbe potuto allungare il calendario di gara di questa stagione e sistemare l’albo del GPG senza lasciare scontento nessuno, specie gli Allievi e le Allieve di quell’anno.
Un’ultima nota va comunque ulteriormente fatta, ovvero quella che vede distanziate le pedane ben più degli anni passati per evitare possibili contagi, un dettaglio necessario che ha imposto alla FIS l’occupazione di ogni più piccolo angolo del palasport e del bocciodromo, costringendo gli stand a rinunciare a installarsi in un tendone esterno, che solo per problemi di costi/benefici non è stato allestito. Parlando con alcuni di loro ho saputo che a causa del covid si sono dovuti re-inventare il loro business, riprogrammando anche la loro presenza futura nelle gare. Staremo a vedere e forse si organizzeranno meglio sia i maestri che gli atleti, con maggiore anticipo, magari attivando le figure degli armieri di sala, che sono oltremodo necessari.
Forse il Covid non ha portato solo un virus letale, ma anche un vento di cambiamento che di certo andrà sfruttato per far gonfiare le vele e così percorrere una nuova rotta sportiva. Una di quelle che questo blog invoca dal 2012.
Fabrizio ORSINI

28 settembre 2021

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE Paolo AZZI: la proposta di Fabrizio ORSINI

Stimato Presidente Federale, e mi sia concesso anche un caro Paolo Azzi,

Scrivo una lettera per suggerirti una proposta mirata a migliorare la vita sportiva nelle nostre sale scherma, ovvero un software per gestire gli assalti in palestra, tramite una app con telefonino o tablet.

In questi giorni ne ho visti molti e nessuno mi ha soddisfatto né per grafica né per semplicità, né per linguaggio, al punto che vedendo che sono stati tutti realizzati all’estero, mi stupisce che non ve ne sia nemmeno uno italiano.

Arch. Fabrizio ORSINI

Ma proprio perché siamo usciti da una epidemia mondiale, taluni con le ossa o sarebbe meglio dire le lame rotte, ti invito a creare un concorso per programmatori software, che facciano una versione beta da poter scaricare dal sito federale e che possa essere provato in sala scherma dai nostri atleti liberamente. Dai download e i like di preferenza (non escludo nemmeno quelli stranieri) potremo delineare, alla fine, il vincitore.

Quale premio avrà? Dedichiamogli una gara e i suoi profitti, e magari una piccola parte del valore del tesseramento federale societario. Credo infatti alla generosità del popolo della scherma e sono certo che anche tu la penserai come me.

Credo anche che con questo progetto si possa rilanciare l’attività agonistica cui siamo abituati e forse crearne una nuova con nuove formule, specie per i giovani che sono sempre divisi fra gaming virtuale e gioco reale.

Certo è una cosa in più da fare, in aggiunta a quelle che la Fis sta già facendo, ma credo che le persone da dedicare a questo progetto non mancheranno, dopotutto siete, e siamo in tanti.

Attendo fiducioso e nel frattempo ti auguro buon lavoro

Fabrizio Orsini

23 settembre 2021

MENTAL COACH: competenze ed obiettivi

Da appassionato di scherma, che seguo assiduamente, ed interessato alla psicologia dello sport, mi sono imbattuto seguendo le gare di Tokio nella seguente, e molto significativa, foto, pubblicata nel sito (?) della Federazione Italiana Scherma, forse passata inosservata ai più
Pur ammettendo, in piena sincerità, la mia più assoluta “incompetenza” in materia di linguaggio del corpo e di interpretazione dell’immagine, questo ritratto fotografico appare come una chiara e concreta prova dell’assoluta mancanza di “feeling” tra i due protagonisti ivi immortalati, potendosi facilmente desumere ciò: dall’evidente distanza, anche emotiva, tra i due (totale assenza di pathos); dalla lontananza fisica tra gli stessi, non dovuta  – a mio parere – al COVID; dal distacco visivo, e perso nel vuoto, dell’atleta verso chi le parla; dall’atteggiamento poco ricettivo della schermitrice; dalla fredda ed inane postura assunta dall’altro soggetto, che parrebbe non in grado di suscitare stimoli ed emozioni e che qualcuno – non so bene chi – affermerebbe essere il “mental coach” della spada.
Ora, non voglio parlare – non sono in grado – del professionista che affianca la squadra - che peraltro mi dicono essere un medico-psichiatra -, non lo conosco, ma sono certamente sicuro che è competente, serio, esperto e capace, ciò su cui vorrei parlare e riflettere, aprendo possibilmente un dibattito/confronto fra i lettori e - perché no – con la stessa FIS, riguarda semplicemente la “figura”, in sé e per sé, del mental coach.
Apprendendo dall’ambiente sportivo che questo “titolo”, privo di qualsiasi valore culturale e professionale, e forse anche giuridico, viene spesso conseguito dopo corsi di discutibile approfondimento, sorgono spontanee alcune domande da rivolgere sia ai lettori, sia soprattutto alla Federazione, che sembra assegnare questi incarichi a simpatia, senza verificare il possesso delle competenze richieste. Come non ricordare, infatti e a tal riguardo, la triste ed infelice circostanza che, prima di Rio, la squadra di spada femminile fu affidata a colui il quale, nel suo ruolo di “mental coach”, ebbe la grande capacità di riuscire nel difficile compito di perdere la qualificazione, pur partendo da una eccellente posizione di classifica.
Detto questo, passo alle domande:
Qual è il ruolo del MC? Perché è stato creato e quali sono gli obiettivi strategici che la FIS si prefigge di raggiungere grazie alla introduzione del MC?.
Quali sono gli interventi professionali messi in atto dal MC, incaricato di un compito così importante e delicato come seguire a fondo pedana un’atleta olimpica? Ma è giusto che il MC stia a fondo pedana? Non sarebbe più giusto che lui svolgesse il suo compito prima ed altrove? Non potrebbe intervenire negli intervalli tra gli assalti, ma solo dopo che l’atleta abbia parlato col proprio maestro sulle questioni tecniche?
Sarebbe interessante avere un rendiconto dettagliato degli interventi effettuati, con indicazione precisa per ciascuno:
- degli obiettivi da raggiungere;
- della metodologia utilizzata;
- degli strumenti utilizzati;
- della valutazione dei risultati ottenuti, possibilmente supportata da dati;
- della valutazione dei benefici dell’intervento alla luce dei risultati ottenuti.
Ed ancora, sarebbe interessante sapere se esistono rapporti ufficiali che il MC (anche l’attuale, visto il suo lungo impegno nel tempo) è tenuto a produrre, al fine di dimostrare, in modo trasparente, il lavoro fatto.
La conoscenza e la diffusione di tali rapporti potrebbe essere di arricchimento per tutto l’ambiente e in particolare per quei maestri che, facendo anche lezioni ai propri atleti, potrebbero usufruire di un quadro applicativo più ricco.
Antonio MORANDI

20 settembre 2021

DISCREZIONALITA' DEI COMMISSARI TECNICI E REGOLE DA RIVEDERE

avv. Riccardo BONSIGNORE ZANGHI
Il tema “Commissari tecnici” continua a tenere banco e Riccardo BONSIGNORE, con coerenza e chiarezza, riprende il discorso affermando che l’avvicendamento nell’incarico deliberato dal Consiglio federale, ancorchè significativo, almeno per il sottoscritto, possa essere semplice “fuffa”. Ho ripreso e riporto integralmente quanto da egli scritto sulla sua pagina facebook.
In due parole
vi spiego perchè il cambio dei CT è pura fuffa, uno specchietto per le allodole.
Prendiamo spunto dalla decisione abbastanza recente del Tribunale federale relativa al caso Errigo, giudice estensore, non dimentichiamocene, una persona che la tornata successiva (ossia questa) si è candidata al CF per la squadra del vice presidente uscente, scarsiano di ferro, senza dare le dimissioni dagli organi di giustizia dopo la sua candidatura (e già vengono i brividi).
Il CT, afferma la decisione, ha pieni poteri discrezionali e può lasciare a casa chiunque vietandogli anche di partecipare alle prove di Coppa , perfino a spese proprie, pure se un valente schermitore o schermitrice sia ai vertici del ranking nazionale.
Non importa se ti chiami Tagliariol, Mazzoni o Kolobkov, se il CT pensa che tu sia antipatico o dia fastidio a qualcuno meglio sponsorizzato, o anche solo pensa che tu sia solo un mediocre te ne stai a casa.
La decisione parla di diritti dell'atleta che però sono soggetti alla "discrezionalità" del CT che con valutazioni personali, non oggettive e di cui non deve rendere conto a nessuno, come una sorta di imperatore romano, può incidere in modo definitivo sulla vita agonistica dello schermitore/schermitrice di livello nazionale.
Il CT infatti, dice la decisione, non ha affatto il compito di premiare coloro che abbiano ottenuto i migliori risultati sportivi (e ovviamente mettendoli prima nelle condizioni di ottenerli) intervenendo solo a ragion veduta in modo oggettivo e solo in presenza di comprovati e giustificati motivi, ma può tenere presenti cose tipo "lo stato di forma, la compatibilità caratteriale, l'equilibrio dell'ambiente" perseguendo non già il fine concreto di mettere chi vale nelle migliori condizioni per esprimersi e conquistare un posto in squadra in forza dei risultati (meritocrazia), ma il fine astratto di "ottenere i risultati migliori per la federazione".
I 3 C.T. da sx: CERIONI, TARANTINO CHIADO'
La differenza non è di poco conto perchè al centro non c'è il valore dell'atleta, la sua persona umana, ci sono le aspirazioni della Federazione.
Questo potere "discrezionale" del CT è talmente invasivo e ampio che può disinvoltamente impedire all'ateta ai vertici del ranking nazionale perfino di prendere parte alle prove di Coppa del mondo, in definitiva, impedendogli di ottenere quei migliori risultati sportivi rispetto alla concorrenza che dovrebbero legittimarlo alla qualifica olimpica o alla convocazione ai mondiali.
In sintesi, il CT escludendo chi vuole lo affossa anche sul piano del ranking.
Tornando a bomba, la decisione de qua esprime il principio abnorme che l'atleta non ha nessun diritto poiché la Federazione per mezzo del proprio CT titolare di "discrezionalità" decide come gli va.
Peccato però che la discrezionalità sia la facoltà di libera azione e decisione ma entro i limiti generali fissati dalla legge e non la libertà di fare ciò che si vuole!
Se il CT lascia a casa uno che ha vinto le olimpiadi e convoca una schiappa o un raccomandato, questa non è discrezionalità, è sconfinamento nel campo del diritto libero dove ciascuno fa come gli pare e diventa in definitiva abuso del diritto.
I 3 nuovi CT mantengono tutti questi poteri, quindi nulla cambierà.
Mandate i vostri figli a fare atletica, lì si che c'è meritocrazia, datemi retta.
In buona sostanza egli afferma che il cambio non produrrà gli effetti che l’intero mondo schermistico auspica, poiché sarebbe necessario che cambiassero o, quantomeno fossero modificate, le linee sulle quali i Commissari dovrebbero muoversi, limitando la discrezionalità degli stessi. Come dargli torto?
So per certo che il Presidente AZZI, al di là delle dichiarazioni ufficiali, sia molto attento alla questione, quindi ne deduco che, essendo il diretto responsabile dell’area tecnica, attuerà verifiche più significative sull’operato degli stessi.
Sempre sulla pagina dell’avvocato catanese i commenti al post sono particolarmente rilevanti ed invito i lettori della “Piazza” ad andarli a leggere.
Ezio RINALDI

18 settembre 2021

I TRE CT INCARICATI DALLA FEDERSCHERMA: un nuovo percorso, almeno si spera!

DA sx: CERIONI-TARANTINO-CHIADO'
Eccoli qua i nuovi CT della scherma. La Gazzetta dello sport ne aveva dato notizia il giorno prima, evidentemente aveva buoni agganci per conoscere quello che il Consiglio federale avrebbe ratificato con una alzata di mano il giorno dopo, semmai l’alzata di mano ci sia stata.
Qualche buontempone diceva nei corridoi dell’etere telefonico: “vedrai che da lontano sventoleranno i contratti per tre nuovi CT e sempre da lontano (leggi wazzap o googlemeet) avverrà una rapida comunicazione ai consiglieri in cui a schermo congiunto il presidente Azzi e il presidente (onorario) Scarso, diranno: i CT saranno Cerioni, Tarantino e Chiadò”. E come dicono i giovani di oggi: “e il consiglio federale muto!”.
Nulla di più falso e buontemponi certamente. Eppure il post olimpico italiano è stato costellato di gialli dell’estate, succulenti per giornalisti alla ricerca di gossip, nomi e inciuci. Ne hanno parlato più o meno tutti, mancavano solo i rotocalchi da parrucchiere, ma forse anche quelli da qualche parte hanno ritagliato la notizia per riempire i vuoti creati da covid.
Inutile dire che la parte del leone l’ha fatta il fioretto. Dalle polemiche su Cipressa e la convocazione della figlia Erika, alle performance nulle o quasi di qualche vecchio o vecchia schermitore schermitrice che praticamente non si sono visti in gara, come del flop di qualche favorito e favorita. Le mancate medaglie e le gare a squadre che nell’intervista di Garozzo pare ci volesse un miracolo per far vincere gli italiani, e in ultima la lettera fuggita che chiedeva a gran voce un nuovo CT… credetemi, se volevamo essere su tutti i giornali ammetto che lo abbiamo fatto nella maniera giusta. Addirittura il presidente del CONI Malagò, non ha mancato di far sentire la sua voce contro la scherma italiana, sebbene sia stata portatrice di ben 5 medaglie, ma per lui inaccettabili in quanto nessuna era d’oro. Le sue frasi fulminanti sono state memorabili, per certi versi anche ingiuste, avendo detto che “il movimento schermistico è da rifondare”. (Per inciso, il movimento sportivo italiano, quello che lui porta avanti da tanti anni, è da costruire interamente, non da rifondare, se pensiamo ai risultati dei professionisti del basket e del volley, che sono gli sport più praticati in Italia, e non mi pare abbiano ben figurato, però Malagò sparlava della pentamedagliata scherma).
Cerioni quindi è il nuovo CT del fioretto e siamo certi che si vedranno le novità. Uomo di peso, non solo fisico, grande carisma e competenza. Si saranno svenati a viale Tiziano per sottrarlo alla Francia, e qualcuno ha supposto che gli articoli su L’Equipe e non solo, fossero del tutto mirati a far lievitare la parcella dello jesino, che nove anni fa migrò in Russia e da allora è pagato a peso d’oro per il suo lavoro. I soliti maligni. Falso anche questo, ovviamente, ma le insinuazioni penetrano fino a dire che dovendo dare il massimo a Cerioni, abbiano scelto Chiadò e Tarantino perché i soldi erano finiti. Sono maldicenze, vergognose, di certo. Tuttavia i fiorettisti sono stati accontentati e di fatto la Federazione ha scelto il migliore che c’era.
Nella spada pare però che Chiadò sia il maestro del Club di spada più grande d’Italia, il che vuol dire che ci potranno essere conflitti di interesse, essendo lui il designatore degli atleti che andranno nella nazionale maggiore e anche in quelle minori? Staremo a vedere, e sia ben detto che fino a oggi non mi pare che il ranking sia stato molto rispettato seppure legittimamente, e le scelte degli atleti sono state sempre molto chiacchierate. Servirà un grande lavoro con parecchi maestri e molti atleti bravi da selezionare e far crescere.
E la sciabola? Un’arma del tutto asfittica, con numeri talmente bassi, che fossi in Tarantino, mi preoccuperei per gli eventuali ricambi, specie fra le donne. Certo il Gigi nazionale ha il giusto carattere (e per taluni un “caratterino”) per tenere testa ai celebri trend arbitrali, che secondo voci provenienti da molte direzioni (maestri, dirigenti, atleti), fanno sempre discutere e lasciano sempre scontenti tutti.
Faccio a questo punto una considerazione sui numeri e provo a dare una conclusione sensata.
Questi tre anni saranno durissimi. Nei due anni passati siamo abbiamo tutti lottato con bassissimi numeri nelle palestre e in molti casi un pessimo lavoro agonistico nazionale a tutti livelli (senza colpa di nessuno sia ben chiaro!). Credo che la Federazione abbia incassato pochi soldi dalle iscrizioni e ancor più ne sono usciti per aiutare, come potevano, le società. Lo Stato ci avrà messo del suo per aiutarla, ma io credo che il gioco sia sostanzialmente a somma zero.
La spada è l’arma più praticata in Italia, ma quella che sta dando meno risultati. Da più direzioni il nome di Chiadò sta dividendo. Alcuni non sanno chi sia, altri dicono che farà benissimo. Lasciamolo lavorare e speriamo che aiuti tutto il movimento a crescere cosa che con Cuomo pare non sia accaduto, non nei numeri, ma nella qualità. Vanno valorizzati maestri, scuole, clubs e creati dei modelli cui fare riferimento per salire tutti quanti.
La sciabola è un’arma praticata da pochissime persone, i clubs che la praticano sono talmente pochi che se si riunissero, non riuscirebbero a fare nemmeno una partita di calcio (riserve escluse). Va pertanto creato un modello nazionale di crescita nei numeri, perciò va promossa l’arma in tutti i club, specie quelli numerosi, alcuni dei quali sono monoarma, e poi vanno resi gli allenamenti più proficui e le gare meno drammatiche. Cosa può fare il CT? Io credo che abbia un grande potere, quello di dare uno stile, il suo, e forse era giunta l’ora di cambiare non che Sirovich sia stato un CT poco amato, anzi, dati alla mano ha molto ben fatto in questi anni, però come in tutte le cose, bisogna a un certo punto voltare pagina.
Buon lavoro a tutti e viva la scherma italiana!
Fabrizio Orsini