08 giugno 2022

SENTENZE E RISPETTO ISTITUZIONALE

Certamente ricorderete il deprecabile episodio che vide un tecnico italiano accreditarsi come tale per la Repubblica Ceca in occasione di una prova di Coppa del Mondo di fioretto maschile, assistendo a fondo pedana un atleta di quella nazione. La FIS deliberò l’invio di una informativa al Procuratore federale per le indagini del caso al fine di verificare eventuali responsabilità disciplinari. Espletate tali indagini la Procura federale comunicava al su menzionato tecnico il “Provvedimento di conclusioni indagini e l’intendimento di deferirlo”.
La decisione pubblicata è stata letta ed analizzata e quindi, pur rispettando il principio, noto e condivisibile, secondo il quale i provvedimenti giurisdizionali devono essere rispettati, non possiamo esimerci da alcuni opportuni commenti.
Il Tribunale Federale si è pronunciato su una vicenda molto scabrosa che riguarda un tecnico, accreditato più volte come maestro della rappresentativa nazionale italiana, il quale, indossando addirittura la divisa dell’Italia, si recava a bordo pedana a sostenere un atleta di altra nazionalità che tirava contro un ragazzo della nostra squadra.
Rispettiamo certamente la decisione del tribunale federale ma ci sembra opportuno svolgere qualche lecita considerazione critica di carattere generale.
Il tecnico ha posto in essere una condotta gravissima in quanto ha sostenuto un atleta straniero a bordo pedana dandogli consigli affinché potesse battere un rappresentante della nostra nazionale.
Lo stesso organo giudicante ha ritenuto che questo comportamento viola i principi di lealtà e correttezza sportiva nei confronti della FIS e dei suoi affiliati e tesserati ed integra una infrazione disciplinare di non lieve entità.
Effettivamente non può revocarsi in dubbio che, tenuto conto del divieto di cui all’art.7 co.4 del vigente codice etico FIS, che inibisce a tecnici ed accompagnatori di fornire assistenza a bordo pedana in assalti in cui sono coinvolti due atleti italiani, a fortiori quanto accaduto nel caso de quo appare di una gravità estrema.
Tanto è vero che la stessa Procura Generale del CONI, interessata ai fini di un patteggiamento poi effettivamente non realizzato, riteneva assolutamente non congrua la sanzione concordata. Infatti ad opinione della Procura CONI si era in presenza di un comportamento particolarmente grave perché tenuto in una gara internazionale di Coppa del Mondo e nel corso di un assalto contro un atleta italiano. Si trattava di una sanzione pecuniaria proposta nella misura di €400 da suddividere in due rate.
Inopinatamente a seguito del procedimento disciplinare il Tribunale federale, ritenuta comunque la non lieve responsabilità dell’incolpato, lo sanzionava proprio con l’onere pecuniario ritenuto non congruo dalla Procura CONI!
Certamente di tratta di un giudizio discrezionale e quindi legittimo da parte del Tribunale federale della FIS ma non possiamo non rimarcare da un lato lo “sgarbo” istituzionale nei confronti della Procura CONI, organo certamente rappresentativo e autorevole a livello centrale, sia in concreto la inadeguatezza della sanzione inflitta.
Sembrerebbe che l’organo federale, pur riconoscendo la responsabilità disciplinare dell’incolpato, abbia voluto comunque mitigare con la determinazione della sanzione la gravità del fatto.
A nostro avviso questo atteggiamento è inaccettabile, il fatto meritava un ben altro approccio e l’applicazione di una sanzione ben più pesante.
Si rileva, inoltre, come la FIS in presenza di indicazioni del CONI, sia di carattere disciplinare che amministrativo, tenda ad assumere posizioni oscillanti nel senso che le recepisce a seconda della propria convenienza. È pur vero che la Federazione è autonoma ma è altrettanto vero che un minimo di coerenza e di rispetto istituzionale non guasterebbe.

05 giugno 2022

DALL'ETNA AL MONTE BIANCO

Etna
Parafrasando il “Cuore” di De Amicisiana memoria si potrebbe dire dall’Etna al Monte Bianco. Infatti, nel giro di pochi giorni, la carovana schermistica ha percorso l’Italia per ben 1472 chilometri, dando seguito ad una pletora di competizioni compresse temporalmente, senza soluzione di continuità, e disseminate lungo tutta la penisola, isole comprese. Vorremmo complimentarci con coloro che ci hanno proposto quest’ultimo sforzo, soprattutto economico, dopo una stagione che ha oltremodo appesantito il calendario anche a causa degli effetti ritardanti del lockdown pandemico, laddove non ce ne sarebbe stato bisogno. Abbiamo contato, dal 28 di aprile ad oggi, ben 21 giorni di gara senza considerare quelli di trasferimento, ben oltre la metà di quelli a disposizione sul calendario! Mi sembra conveniente per un’attività sportiva che viene definita dilettantistica, tanto più per i “mister” o “coach” non militari vengono etichettati dalla stessa FIS “volontari” o “dilettanti”. Viaggi continui e costosi, talvolta per competizioni di modesto spessore e di pochi partecipanti, che si sono riflessi sulle finanze delle famiglie (in special modo dei non militari, i veri dilettanti di questo sport) e delle associazioni sportive, in particolare quelle piccole e medie, ancorché non adeguatamente attrezzate come agenzie di viaggio. Che dire poi dei tecnici, per non usare l’obsoleto e sconveniente termine caro al Presidente Mattarella, quello di “maestri”, che non hanno potuto svolgere il loro compito lasciando sguarnite le sale, provocando risentite lamentele degli atleti che non si sono sentiti adeguatamente seguiti.
Monte Bianco
Ma c’è una logica, un disegno, un significato, uno straccio di programma dietro questo “giro d’Italia” schermistico? La Federazione che abbiamo voluto e votato si è pienamente resa conto dei dissesti provocati nel fondamentale mondo di coloro che praticano lo sport per diletto, seppure nell’accezione agonistica, che traduce la possibilità di provarsi e di conoscere se stessi, formandosi ed educandosi alla vita e alle molteplici difficoltà che essa propone?
Probabilmente, senza esserne nemmeno pienamente consapevoli, sulla scia di quanto è andato maturando negli ultimi anni, allontanandosi dalla mission fondamentale dello sport che mira alla crescita delle persone, i nostri rappresentanti politici, i nostri consiglieri, sono sempre più sbilanciati nel delineare il profilo professionistico (che non coincide per forza con professionale) di quest’attività sportiva. La loro attenzione è sempre più rivolta alla formazione dei campioni, al loro sostegno (l’intervento militare o paramilitare nei confronti di circa centotrenta atleti, per non parlare dei “tecnici”, fa del nostro uno “sport di stato”, differentemente da quanto si verifica nella maggior parte delle altre nazioni), alle loro vittorie internazionali. Fin quando questo fa da traino, da specchietto per le allodole alla pratica sportiva ben venga ma quando diviene fine a se stesso provoca sconquassi anche prevedibili. La perdita di praticanti, la concorrenza sleale tra militari e civili, la migrazione dei nostri maestri, soprattutto giovani, all’estero e così via.E’ questa l’interpretazione e il grido d’allarme che preme sottolineare commentando un calendario discutibile per numero di gare e per la loro dislocazione geografica, in cui poco ci si sofferma sul significato e gli obiettivi dello sport nelle diverse epoche della vita e sulla sostenibilità da parte di atleti, famiglie, associazioni, e insegnanti che, al di fuori di un aiuto statale, vengono abbandonati a loro stessi.

26 maggio 2022

EDUCAZIONE FISICA: scherma e scuola elementare - II parte: Sarebbe stato meglio essere uniti.

È risaputo come lo sport sia il luogo prediletto dagli insegnanti di scienze motorie per il loro “tempo libero” in veste di volontari o dilettanti, per applicare i loro sogni sportivi facendo gli allenatori o i collaboratori di società sportive. Ovviamene quelli che hanno una competenza al di sopra della media sono di certo dei professionisti dello sport e non penseranno a entrare nella Scuola statale, se non come a una valida possibilità di raggiungere una minima pensione, senza dover per forza allenare fino all’età di Matusalemme. Fra queste due figure vi è poi quella che non vede l’ora di inserire nella scuola in cui è destinato la propria disciplina, con il secondo e legittimo fine di aumentare le fila della popolazione del proprio sport.
Questa introduzione ci porta a fare alcune riflessioni obbligatorie a sfondo schermistico.
In primo luogo negli ultimi 7 anni (dal 2015 ad oggi) la separazione tra i titoli validi per l’insegnamento della scherma (quelli rilasciati dell’Accademia Nazionale di Scherma) e le Licenze sportive CONI (quelle rilasciate dalla FIS), non hanno creato la necessaria preparazione a inserirsi come insegnanti scolastici per lo meno di scuola primaria, mediante una proposta di qualità presso il Ministero. Non è certo questo il luogo dove fornire consulenze gratuite su cosa e come fare per approfittare di questa importantissima situazione lavorativa.
In secondo, al contrario di quanto si possa immaginare, i Licei sportivi e le Facoltà di scienze motorie in convenzione con l’ANS queste occasioni sapranno coglierle molto bene e molti passi sono stati fatti in tal senso.
In terzo luogo, ci consta ammettere che la nostra amata disciplina sportiva, cioè la scherma in quanto movimento, sia immobile (oltre che divisa). Infatti in questi anni, soprattutto con la pausa forzata legata alla pandemia, non ha saputo rinnovarsi, nemmeno creando un ipotetico “giocosport” accattivante, da inserire nelle scuole e tale da far rinascere l’interesse almeno per quelli che un tempo erano i celebri “Giochi della gioventù”, oggi chiamati “Giochi sportivi studenteschi” dove la Scuola primaria non sembra essere presente.
La separazione tra sport e scuola sembra dolorosamente alquanto marcata. Chi vive nella scuola può vederlo da solo, e anche all’interno dello sport, in particolare del nostro sport, tale ferita non ha giovato. Oggi, invece di fare tesoro del passato, cioè quando gli insegnanti di educazione fisica furono forgiati e trasformati in maestri di scherma, tanto che alcuni divennero grandi maestri forse anche grazie alla loro cultura sportiva generale, si è arrivati all’impoverimento prima della cultura schermistica e quindi tecnica e infine sportiva. Al che mi preme ricordare che tutto lo sport è una risorsa.
 Invece, con largo anticipo il mondo della scherma si è predisposto al litigio, alla divisione, appellandosi alla giustizia per chiarire e consolidare i diritti di questi e di quelli, ma che purtroppo ancora vedono scettici molti dei suoi aspiranti maestri e soprattutto si è privato delle competenze di chi avrebbe potuto creare un’occasione per lo sport che tutti noi amiamo. Un appuntamento cui non si doveva mancare, anzi, andava addirittura programmato per tempo, per raggiungere l’obiettivo di entrare nella Scuola con un’attività su misura per le finalità della Scuola primaria e non per il solo agonismo, che più che essere un punto di arrivo, pare esser un’angosciante incombenza sociale.
Una diversa visione avrebbe fatto bene, se non benissimo a tutta la categoria magistrale, all’associazionismo sportivo in generale, e a tutto il nostro sport nazionale così debole nei numeri e nella pratica, che deve farci riflettere su molti, se non moltissimi aspetti.
Ora, con il senno di poi, dobbiamo iniziare ad ammettere che sarebbe stato meglio essere uniti, anziché divisi, e questo per il bene di tutto il movimento schermistico, della Scuola, e dell’Italia.
M° Emilio Basile
 

23 maggio 2022

MEA CULPA

M° Vito MANNO
Ho rimurginato alcuni giorni prima di decidere di scrivere le mie scuse alle donne in genere, alle schermitrici e, in particolare, alle due ragazze coinvolte nel “Bucca gate”.

Mi è capitato molte volte di ascoltare pettegolezzi riguardanti personaggi illustri della scherma italiana, da  CT della nazionale ad arbitri da  maestri a preparatori atletici. Non ho mai avuto cognizione di causa e non ho mai dato credito a queste voci seppur provenienti da diverse fonti. Chi riferiva queste illazioni lo faceva sempre con un senso quasi di ammirazione nei confronti dei personaggi coinvolti giustificando l'abuso di posizione dominante a seconda del numero di medaglie vinte in qualità di …. Ammiravano la forte personalità del soggetto in causa e talvolta mi è capitato di ascoltare anche frasi derisorie e offensive riferite alle “vittime" (sempre consenzienti visto il fascino irresistibile del personaggio di turno).

Il punto è questo: non sono mai intervenuto in queste amichevoli chiacchierate per esprimere il mio disaccordo o per condannare i comportamenti e gli episodi che venivano raccontati veri o falsi che fossero. Ho assecondato i miei interlocutori pensando che non facendolo sarei stato preso per bacchettone o per ingenuo o uno senza palle. Forse avere una figlia ora ventenne e immaginarla in situazioni analoghe è stata la molla che mi ha spinto a scrivere questo mea culpa .

In qualche modo sento di non aver fatto o detto quello che avrei dovuto. Queste forme di machismo, a volte apprezzate anche da alcune donne, non solo sono anacronistiche ma danneggiano fortemente l'immagine di un mondo, quello della scherma, che dovrebbe cavalcare altri valori intrinseci e largamente riconosciuti alla “noble art”. 

Vito MANNO

21 maggio 2022

EDUCAZIONE FISICA: scherma e scuola elementare

Due anni di claustrofobia legata alla limitazione dell’attività fisica e sportiva hanno prodotto nella popolazione italiana danni incalcolabili, specie per i più piccoli. Di questa tipologia di problema, unita anche ad una società sempre più tecnologica e quindi pigra rispetto all’attività fisica e sportiva, si è fatta carico la nostra governance statale che con una serie di decreti e riforme, negli ultimi anni, aveva provato a ristrutturare sia il mondo dello sport agonistico che quello dello sport come promozione e benessere dando vita alla società “partecipata”, chiamata Sport e Salute.
Fin dal nome gli obiettivi erano chiarissimi e le azioni dei due ministri che in serie si sono adoperati per far si che il famoso detto “un euro speso nello sport equivale a molti euro risparmiati per curare la salute dei cittadini” sono in qualche modo, pian piano, diventate una realtà. Ovviamente un obiettivo così ambizioso e culturalmente innovativo per la nostra Italia ha subìto non poche spallate, vuoi appunto i due anni di pandemia e quindi le emergenze contingenti hanno tardato a far vedere gli effetti di uno sconvolgimento solo annunciato, in quanto alla fine dei conti non c’è stato.
Attualmente gli equilibri tra CONI (lo sport olimpico-agonistico) e Sport e Salute (lo sport per i cittadini ed il benessere) sono tornati alle origini e non è dato sapere se l’ambizioso processo vedrà mai una fine e la realizzazione dell’obiettivo reale.
Un progetto di tale portata non poteva realizzarsi senza un cambiamento culturale degli italiani e del loro stile di vita, benché la pandemia sembrerebbe aver favorito la creazione di un ambiente sociale più ricettivo di prima. Proprio in questo senso la recente legge di bilancio ha previsto l’assunzione di molte unità nel comparto dell’insegnamento, in particolare alla scuola primaria. Il ministro dell’istruzione Bianchi, il 13 aprile, con la firma del decreto sugli organici, ha ufficializzato l’inserimento dell’educazione fisica (oggi denominata scienza motorie) anche nella scuola primaria (quella che comunemente è la scuola elementare) con uno docente specializzato e non più a carico di un docente genericamente titolato all’insegnamento. La notizia ha prodotto gioia e tripudio anche nel mondo dello sport che ha salutato questo evento come un vero successo personale del sottosegretario allo sport, la quale, essendo stata una valente schermitrice nonché consigliere della Federscherma, ha generato ulteriore entusiasmo quasi a voler intendere che in Italia si potesse immaginare un insegnante di scherma in ogni classe… ma pare sia solo marketing politico, e nulla più.
Perdonate la lunga introduzione, ma personalmente è dal 1987 che sento parlare di questa “riforma” e dell’inserimento degli insegnanti di educazione fisica nella scuola elementare, ma da allora il tempo è passato e la realtà è stata molto diversa: le classi maschili e femminili (ciascuna con un proprio insegnante uomo e donna) sono state unificate dimezzando il numero di posti per i docenti di educazione fisica creando un mare di soprannumerari che solo in questi anni sono stati riassorbiti grazie ai pensionamenti frutto della mitica “quota 100”, partorita da abili algebristi statali. Da bravo “iseffino” con un Onorevole come preside, nutrivo un sogno che solo ora si sta realizzando. Ora però il mondo dello sport ha tutte le ragioni per gioire e sarebbe necessario comprendere meglio la situazione prima di illudere tanti giovani tecnici sportivi, i quali è bene che sappiano che purtroppo i titoli sportivi (maestri di scherma, tennis, nuoto, atletica, ecc…) non potranno entrare nella scuola se non come esperti del loro settore, e in nessun altro modo se non come è accaduto fino ad ora, ovvero grazie alle amicizie con dirigenti ed insegnanti e in qualità di “esterni”.
Vediamo ora alcuni preziosi dettagli che rispondono alla domanda quasi amletica: insegnare o non insegnare? Ovvero chi potrà beneficiare della nuova norma che introduce l’educazione fisica nella scuola primaria? La risposta è semplice, quasi lapalissiana: il candidato dovrà essere in possesso di un titolo di studio valido, ma al momento nella Repubblica Italiana per insegnare l’educazione fisica in qualsiasi scuola di ogni ordine e grado, è necessario possedere una Laurea magistrale in Scienze motorie conseguita in un arco di 5 anni, che qui di seguito elenco:
  1. LM 67 (Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattative);
  2. LM 68 (Scienze e tecniche dello sport)
  3. LM 47 (Organizzazione e gestione dei servizi per lo sport e le attività motorie)
  4. Titoli di studio equiparati alle predette lauree magistrali ai sensi del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 9 luglio 2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 7 ottobre 2009, n. 233 (cioè gli ISEF);
  5. Tutti i sopracitati titoli dovranno essere accompagnati ancheda 24 CFU/CFA, acquisiti in forma curricolare, aggiuntiva o extra curricolare nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche.
Ora, in attesa che le graduatorie si palesino per consentire la stipula dei contratti così da poter avviare l’anno scolastico 2022/2023 con tutti i docenti, il Ministero dell’istruzione è autorizzato ad attribuire contratti di supplenza anche ai soggetti collocati nelle graduatorie provinciali per le supplenze di cui all’articolo 4, comma 6-bis, della legge 3 maggio 1999, n. 124 nelle classi di concorso A048 – Scienze motorie e sportive negli istituti di istruzione secondaria di II grado e A049 – Scienze motorie e sportive nella scuola secondaria di I grado (i cd “precari”). Ciò permetterà l’assorbimento di tutti i docenti già inseriti nelle graduatorie di merito o soprannumerari negli altri ordini di scuola.
 Al netto degli aggiustamenti legati alle varie contrattazioni sindacali su precedenze nelle nomine di questa o quella categoria è, almeno in questa fase, evidente che il mondo dello sport sia stato messo da parte, o se vogliamo dirla con meno eleganza: non è cambiato nulla, se non il fatto che molti insegnanti a spasso e grazie a questo decreto tappabuchi, potranno essere reimpiegati nelle scuole primarie, facendo così bella figura dinanzi ai giornalisti e gli elettori.
Ma nonostante tutto quanto vi ho raccontato, c’è un aspetto ben più interessante di cui vorrei parlarvi in un secondo articolo.
 
M° Emilio Basile

16 maggio 2022

IL BILANCIO DEL WEEKEND DI COPPA DEL MONDO: un grande Marini, Volpi e Foconi abbonati al podio. G.P.G.: qualche riflessione?

Mentre in quel di Riccione si svolge il G.P.G. in giro per il mondo hanno avuto luogo le prove individuali di fioretto, disputate in quel di Incheon (Corea del Sud), di spada femminile negli Emirati Arabi, mentre la spada maschile ha gareggiato sulle pedane tedesche di Heidenheim.

Non sono mancati i risultati, infatti nel fioretto maschile ha primeggiato il classe 2000 Tommaso Marini, un atleta che si sta confermando come un astro nascente della specialità, schermidore dalle enormi potenzialità. L’anconetano rappresenta, ormai una certezza del fioretto azzurro. Alessio Foconi, dimostrando di essere in un grande momento di forma, si piazza sul terzo gradino del podio. Una nota di merito per Francesco Ingargiola, uscito agli ottavi per mano del vincitore del torneo.

Il fioretto femminile ha visto Alice Volpi piazzarsi al terzo posto dopo tre vittore in coppa del mondo.

Purtroppo la prova di spada femminile è stata annullata per la morte dello sceicco Khalifa Bin Zayed, presidente della federazione emiratina, che ha determinato la cancellazione di tutti gli eventi sportivi.

Il Gran Premio Giovanissimi avrà termine mercoledì p.v. ma sembra che più di qualcosa non abbia risposto alle aspettative. Infatti, rumors, riferiscono di numeri particolarmente decrescenti, che starebbero a testimoniare come in questi due anni di pandemia non si sia fatto nulla per la promozione. Infatti nel 2019 gli iscritti alle varie categorie erano circa 3.200 mentre nel 2022 circa 2.600. Se tali numeri venissero confermati andrebbe fatta una seria riflessione con la quale, senza voler condannare nessuno e non sarebbe il caso, capire quali siano stati i fattori incidenti su tale calo. Ne parleremo a conclusione del G.P.G.

Ezio RINALDI

 

07 maggio 2022

MOLESTIE ED ABUSI SESSUALI: l'appello del Presidente FIS.

Ho lasciato trascorrere qualche giorno prima di esprimermi sulla intervista rilasciata dal Presidente AZZI al giornalista Cosimo CITO per il quotidiano Repubblica.
Devo subito dire che mi è piaciuta è faccio i miei complimenti al giornalista ed al Presidente per le risposte date.
Ha certamente fatto chiarezza sullo scandalo relativo alle “molestie ed abusi sessuali” che ha visto coinvolto un noto arbitro della scherma italiana. Certamente si poteva fare prima ma meglio tardi che mai.
Alcune risposte non mi sono chiare e come sempre esprimo il mio pensiero.
Prima considerazione, è sull’affermazione del Presidente circa la conoscenza dei fatti inerenti la denuncia presentata dai genitori della ragazza minorenne e riferiti al periodo maggio 2021. Ebbene, ho sempre affermato che nel mondo della scherma quello che non si dice e non si fa non si sa. Infatti, all’indomani dell’accaduto già circolavano voci sulla querela presentata dai genitori della ragazza, pertanto, caro Presidente, pur considerando la buona fede, ho qualche dubbio sulla tua affermazione;
seconda considerazione, riguarda la tua richiesta di aiuto per combattere il fenomeno, invitando ad esporre denunce in presenza di fatti gravi come quello di cui tratti nell’intervista: ti sei mai chiesto del perché ci sia tanta reticenza nel farlo? Inoltre, non credi che potrebbe essere sufficiente rivolgersi ai competenti organi federali?;
terza considerazione, concerne la posizione del CONI là dove affermi che la Procura del massimo ente sportivo italiano fosse a conoscenza del patteggiamento e che lo stesso fosse d’accordo: solo in un secondo momento avrebbe espresso parere contrario alla soluzione prospettata. Se hai letto quanto scritto sul blog, confermo la mia posizione di non entrare più nel merito delle decisioni assunte, attendendo che si completi il corso dei processi, quindi la domanda è: il CONI ha agito con leggerezza?;
quarta considerazione, hai detto che ti sei sentito tradito ed addolorato dal comportamento dell’attore protagonista: ti capisco! Però sei proprio tu ad affermare che in passato l’arbitro aveva avuto qualche atteggiamento sopra le righe ed in virtù di ciò avresti dovuto porre una maggiore attenzione nei suoi confronti. Quando vuoi bene alla tua federazione, per proteggerla devi assumere un comportamento irreprensibile, puoi contestare, puoi non condividere ma non puoi metterla alla berlina come ha fatto l’arbitro, quindi il tradimento dovevi aspettartelo.
Tutto ciò detto, ti invito a leggere alcuni commenti apparsi sui vari social poiché da essi puoi capire che non tutti ritengono la tua intervista esaustiva e tempestiva sugli accadimenti.
Al di la di alcuni fatti che mi hanno visto in antitesi rispetto alle tue posizioni, ti ho sempre considerato una gran brava persona ed al momento non ho cambiato opinione ed è proprio in virtù della tua onestà che ti rivolgo l’appello ad essere sempre chiaro e trasparente, senza attendere che gli eventi prendano il sopravvento.
Ezio RINALDI
 

28 aprile 2022

MOLESTIE ED ABUSI SESSUALI: lo scandalo della scherma - Sospeso l'arbitro.

Oramai, cliccando sul web, è impossibile non incappare nello scandalo della scherma, relativo ad un arbitro che è accusato di molestie sessuali in ben due distinti episodi. Di questa brutta e penosa faccenda se ne sono occupati quotidiani nazionali, locali e perfino il sito “DAGOSPIA”.
La scherma è sulla bocca di tutti e questa volta non certo per le medaglie vinte, ma per uno scandalo difficile da digerire. Anche la stessa “Piazza” se ne è occupata, avendo pubblicato interamente tutte le comunicazioni rese dalla stampa, dai giornali e dai mass-media. Ciò che spiace maggiormente è la poca sensibilità mostrata dalla Federazione Italiana Scherma, la quale, a fronte di episodi gravissimi, ha fatto fin’ora ben poco, giungendo finanche a respingere accorati appelli: è, infatti, di questi giorni l’episodio citato da “DAGOSPIA” a proposito del rifiuto operato dalla FIS sulla “sollecitazione-invito” a lei rivolto dalle famiglie coinvolte nei fatti summenzionati, motivato con l’affermazione che tali istanze fossero fondate su generiche informazioni e, pertanto, non meritevoli di accoglimento. Ma all’improvviso qualcosa sembra essere cambiata. Il 27.04.2022 Repubblica, con un articolo a firma di Cosimo CITO, da notizia della sospensiva “sine die” dell’arbitro in discussione. Quindi la Federazione, evidentemente pressata da più parti, ha finalmente assunto il precitato provvedimento di sospensione “sine die”: meglio tardi che mai!
Comunque, è giusto anche precisare che le ultime notizie in circolazione, e riprese pure dalla “Piazza”, riferivano della riapertura del caso, che era stato, in un primo momento, archiviato. Tuttavia, di tale iniziativa non v’è traccia sul sito federale e non vi è traccia neanche dell’applicato provvedimento di sospensione (non siamo riusciti a trovarlo): ciò, a nostro modesto avviso, è un ulteriore errore dei vertici federali, sia in termini di immagine che di comunicazione, perché in tal modo si ha come l’impressione che la FIS ne sia infastidita, non sappia cosa fare e cerchi di prendere tempo; mentre, invece, sarebbe proprio il caso che la Federazione, con il Presidente in testa e specie in questo delicato frangente, operasse sui binari di una più chiara e limpida trasparenza, che le renderebbe maggior onore e rispetto.
Meritoria l'azione di "Repubblica" e della associazione ChangeTheGame, senza la quale, molto probabilmente, non si sarebbe adottato alcun provvedimento (è una nostra convinzione).
Detto questo, nella considerazione che - a quanto pare, per come sopra anticipato - si stiano per materializzare ulteriori ed apposite iniziative volte alla ricerca della verità, la “Piazza” intende non andare oltre e così attendere che i competenti organi inquirenti (disciplinari e giudiziari) facciano il loro corso, con tranquillità e serenità, ed alla fine assumano, qualora appurate le relative responsabilità, i provvedimenti più adatti.
In tale quadro, ci sia permesso di suggerire, molto sommessamente, alla FIS di:
  • assumere una condotta chiara, netta, precisa, lineare, cristallina e trasparente, nel pieno rispetto di tutte le parti in causa ed a tutela delle stesse;
  • integrare il gruppo del Safeguarding policy con persone altamente specializzate, con qualificate competenze in materia, i cui requisiti siano ben attestati;
così facendo, l’intero movimento schermistico ne trarrebbe sicuro beneficio, visto che non si deve dimenticare che, se è vero, come è vero, che vige il principio sacrosanto della “presunzione di innocenza”, è altrettanto vero e sacrosanto che c’è qualcuno che soffre ed ha chiesto “giustizia” e la attende.
Ezio RINALDI

25 aprile 2022

MOLESTIE ED ABUSI: la FIS riapre il caso

 

Dal “Corriere Romagna” del 23 aprile 2022 a firma della redazione web https://www.corriereromagna.it/caso-arbitro-le-precisazionidella-federazione-scherma/

“Caso arbitro: le precisazioni della Federazione Scherma

La Federazione Italiana Scherma, a seguito dell’articolo da noi pubblicato, avente ad oggetto i presunti illeciti contestati all’arbitro Bucca, ha inteso fornire una rappresentazione dei fatti che, come documentalmente provato, si rivela ben differente da quanto sostenuto in precedenza. In particolare, le evidenze documentali prodotte dalla FIS, rappresentata dall’Avv. Guido Settimj che ne cura gli interessi, consentono di ricostruire più fedelmente il susseguirsi degli eventi che hanno determinato il perfezionamento del patteggiamento senza incolpazione in capo all’arbitro, oggi indagato dalla Procura di Rimini. 

Come è noto Emanuele Bucca, a seguito del procedimento disciplinare nei suoi confronti, relativo ai fatti occorsi a Riccione nel mese di ottobre 2021, ha chiesto di poter definire la propria posizione con un accordo ai sensi dell’art. 86 del regolamento di giustizia. L’accordo raggiunto dalle parti è stato quindi trasmesso alla Procura Generale del CONI in data 01.01.2022. Pervenuto il parere favorevole della Procura Generale del CONI in data 10.01.2022 (entro giorni 10, come per legge), il patteggiamento è stato ratificato ed è passato in giudicato in data 11.01.2022. La sanzione è stata quindi comminata e notificata all’arbitro Bucca in data 27.01.2022. 

Lo stesso Procuratore Federale aveva confermato l’applicabilità della sanzione in capo a Bucca, stante l’assenza di precedenti nel casellario e carichi pendenti alla data del procedimento disciplinare. Contrariamente a quanto sostenuto in precedenza, infatti, la Federazione Italiana Scherma aveva avuto notizia – per la prima volta – dell’esistenza di un procedimento penale che vedeva indagato l’arbitro Bucca, solo quando in data 05 aprile 2022 i familiari della presunta vittima, che lo denunciò a giugno del 2021, inviarono una PEC alla Procura Federale, fornendo i riferimenti di una notizia di reato e chiedendo che la Federazione si adoperasse, anche per una sospensione cautelativa del soggetto indagato.

Appare quindi evidente come nessuna delle responsabilità, asseritamente attribuite alla FIS, trovi una concreta rispondenza nei fatti, così come sono stati documentalmente ricostruiti e provati. 

Nei confronti dell”arbitro Bucca la FIS ha oggi intrapreso un nuovo procedimento disciplinare e, alla luce delle intervenute emergenze procedimentali fornite dalla procura di Rimini, non potrà questa volta non tener conto delle serie implicazioni della vicenda.”

Da quanto emerge dall’articolo del “Corriere Romagna”, la FIS, nel produrre una rappresentazione dei fatti in maniera difforme da quella da lei stessa fornita, con il suo ben noto precedente comunicato, ha contestualmente affermato di voler riaprire il caso.

Ora, pur prendendo positivamente atto della riapertura del caso “Bucca”, da parte della FIS (era il minimo), non può non notarsi come questa annaspi visibilmente nel rendere la “sua” verità dei fatti, che appare ancora una volta incompleta, piena di omissioni, inesattezze e contraddizioni, rese nel vano tentativo di allontanare da sè precise responsabilità, e senza nulla dire dell’evidente sforzo di farla passare quasi come concordata con il CONI, visto che il medesimo sarebbe stato - a suo dire – regolarmente informato di tutto.

Ciò lo si rileva chiaramente dalla lettura della nota della Procura Generale dello Sport presso il CONI, pubblicata, quasi integralmente, sulla pagina FB de “Il Cavallo Rosa – Change the Game” (ed anch’essa qui riportata), che, precisando in modo netto, puntuale, lineare, palese ed evidente quali sono stati i passi e le attività dei due enti, dimostra chi dei due ha affermato la verità e chi, invece, ha tentato di negarla o nasconderla, trincerandosi dietro dei deboli, poco probabili e poco credibili (per non dire del tutto impossibili ed incredibili) “non sapevo”, “non ho letto”, “non mi è arrivato alcunché”, “non c’ero”, “non ho capito”; ma la cosa peggiore è che queste asserzioni sembrerebbero provenire – secondo l’autore/firmatario della nota – dai massimi vertici federali.

È lecito affermare di una ennesima figura di m…a? Giudicate voi.

Alla “Piazza” comunque interessa che sia stato riaperto il caso, ma è tuttavia da sottolineare che la Federazione ha riaperto il caso solo dopo una comunicazione, via pec, dei familiari della presunta(!?) vittima, pervenuta in FIS il 5 aprile 2022. Da quella data ad oggi sono trascorsi 18 gg., ed anche se è facile dire che è meglio tardi che mai, perché attendere tanto per riaprire il procedimento?

Ma questo non è certo l’unico interrogativo, perché, nella considerazione che ora il procuratore federale riaprirà il caso e le indagini, visto che il primo procedimento disciplinare è stato archiviato, ci chiediamo:


-          cosa dovrà appurare?

-          quale sarà l’oggetto della sua indagine?

-          entro quale perimetro egli si muoverà?

Non credo voglia accertare se la Procura di Rimini abbia fatto il proprio dovere, perché ciò non rientra nelle sue competenze. Per lo stesso motivo (mancanza di competenza a giudicare), non credo neppure che egli vorrà verificare l’attività posta in essere dal CONI, alla luce delle differenti e contrastanti dichiarazioni dei due enti (FIS-CONI), in questo triste e squallido accadimento.

E’ possibile invece - ma siamo nel campo delle ipotesi – che, accanto al possibile accertamento delle responsabilità di Bucca, egli vorrà ricomprendere e circoscrivere le indagini al comportamento della FIS, nelle persone di taluni singoli componenti, al fine di accertare se costoro, nel procedimento de quo, abbiano agito correttamente, legittimamente e nel pieno rispetto delle norme o, al contrario, abbiano omesso colpevolmente degli atti dovuti, nell’illusorio tentativo di mettere a tacere il tutto, rendendosi così complici dell’autore di queste ignobili ed indecorose gesta.

Infine, per completezza informativa, va anche riferito che, sul versante giudiziario, a quanto è dato sapere, la Procura della Repubblica di Rimini, nell’espletamento delle sue indagini, ha già programmato un incidente probatorio, durante il quale la “presunta” vittima sarà assistita anche da un perito. Non tocca alla “Piazza” indagare o raccogliere prove attestanti i fatti denunciati, per questo ci sono i competenti organi. A noi interessa che venga fatta chiarezza - visto che la FIS ne ha fatto ben poca - e che chi ha sbagliato paghi veramente, ed in modo adeguato, per le proprie azioni. Nella pendenza di tutti i succitati accertamenti, siano essi quelli della Procura della Repubblica, siano quelli della Procura Federale FIS e/o del CONI, sarebbe auspicabile, oltre che opportuno per tutte la parti in causa che il presunto responsabile fosse sospeso da tutte le attività federali.

La “Piazza”, comunque, assicura che, a conclusione del caso, non mancherà di dare il giusto e sacrosanto rilievo sull’esisto dello stesso, qualunque esso sia, perché ciò che maggiormente e massimamente preme a noi è soltanto la ricerca della verità, quella VERA.

Ezio RINALDI

21 aprile 2022

LA FUNZIONE (dis)EDUCATIVA DELLO SPORT

La vicenda che imperversa nelle cronache schermistiche di questi giorni ha qualcosa di paradossale.
Come è noto, alcuni autorevoli giornali a diffusione nazionale hanno riportato la notizia che, qualche tempo addietro, un “arbitro” sarebbe stato sanzionato dai competenti organi della FIS con 30 giorni di sospensione (in applicazione della procedura del patteggiamento senza incolpazione e conseguente secretazione della vicenda). Repubblica del 16 aprile 2022 così ricostruisce il clou della vicenda: l’arbitro, dopo avere avuto la presenza nella sua camera d’albergo di una ragazza, aspirante, a sua volta, al ruolo di arbitro di scherma, le avrebbe offerto il suo appoggio in cambio di prestazioni sessuali. Al rifiuto della ragazza, avrebbe reagito violentemente. A tal punto, scrive testualmente il giornalista, “la ragazza urla, chiede di andarsene; lui le blocca le mani, ostruisce con il corpo la porta della camera, la lancia ripetutamente sul letto. A un certo punto bussa qualcuno alla porta, forse allertato dalle urla”.
Ebbene anche uno studente di giurisprudenza sarebbe in grado di dire, fatta naturalmente salva – ça va sans dire – la presunzione di non colpevolezza, che nella condotta come sopra ricostruita (rectius: ipotizzata) si rinvengono gli estremi dei seguenti reati: sequestro di persona (delitto procedibile di ufficio), tentata violenza sessuale (delitto procedibile a querela irrevocabile, ma di ufficio se connesso con altro delitto procedibile di ufficio) e, forse, tentata estorsione (delitto procedibile di ufficio).
Come si vede - sempre che  i fatti siano accaduti come descritti - si tratta di reati tutt’altro che bagattellari.
Non sarebbe stato il caso di informare la competente Procura della Repubblica? (Rimini).
Do per scontato che, in capo alla FIS, non sussisteva alcun obbligo giuridico in tal senso. Direi però che sussisteva un obbligo morale e…. di “etica sportiva”. La federazione si è dotata del “famoso” safeguarding policy (it’s so British!), come dire: un elenco di buoni propositi che però non prevede che, almeno per i fatti più gravi e chiaramente costituenti reato, sia avvisata la autorità giudiziaria. Quanto al CONI, ente pubblico, il discorso non si può chiudere tanto semplicemente. Ma non è questa la sede. Peraltro - così ho capito - il procuratore CONI è un ex prefetto. Anche lui distratto in presenza di (gravi) ipotesi di reato procedibili di ufficio? Se mal non ricordo, i vari codici sportivi imporrebbero di agire secondo lealtà, probità e correttezza. Queste tre parole, credo, sarebbero sufficienti per suggerire la denunzia di reati così gravi in danno di una ragazza poco più che maggiorenne. In fin dei conti, si parla tanto oggi di violenza contro le donne, codice rosso ecc. Ma, evidentemente, se ne parla solo, oppure il mondo dello sport è un mondo a parte (o così crede).
E invece, proprio in relazione a quella che è (dovrebbe essere) la funzione dello sport, la vicenda dell’arbitro esuberante (diciamo così) si presta a ulteriori considerazioni. La domanda di fondo è: lo scopo (principale) dello sport è quello di fare man bassa di medaglie olimpiche o quello di educare fisicamente e moralmente le giovani generazioni? La risposta pilatesca è: “entrambe le cose!” Già, ma secondo quale gerarchia di valori? Perché, se si dà priorità alla prima opzione, allora tutto deve essere subordinato al conseguimento del risultato “di vetrina”. E allora è logico conservarsi il “prezioso” contributo di un arbitro di livello internazionale, cui si può anche perdonare qualche marachella. È anche logico incrementare lo sport di Stato, il finto dilettantismo, la militarizzazione del parco atleti e dei commissari tecnici (“figuranti” poliziotti, carabinieri e finanzieri, che percepiscono stipendi statali e prebende federali, mentre i loro colleghi “veri” rischiano la vita). È anche logico infischiarsene delle sentenze del TAR e del Consiglio di Stato, continuando a bandire prove di esami per il rilascio di titoli professionali che il giudice amministrativo ha dichiarato nulli.
In fin dei conti, questa è ciò che in consiglio federale chiamano “politica”. Insomma il fine (le medaglie) giustifica i mezzi (quelli appena indicati). La politica sportiva in Italia è ancora tesa alla conquista di “prestigio tra le nazioni”; la funzione educativa è un (eventuale) “effetto collaterale”. La politica sportiva la fa il CONI, non la scuola.

Se viceversa si ritenesse (per avventura) che la principale funzione dello sport sia quella di fornire modelli educativi “pratici e concreti”, incentrati, innanzitutto, sul rispetto delle regole e, conseguentemente, delle persone, sulla lealtà della competizione, sul governo della vittoria in gara e sulla gestione della sconfitta, allora episodi come quello dell’arbitro non dovrebbero accadere. E non mi riferisco alla (ipotizzata) performance di chi tenta di estorcere una prestazione sessuale (queste cose, purtroppo, accadono in tutti gli ambienti), mi riferisco alla condotta tartufesca, delle istituzioni sportive. Persino in una istituzione chiusa, ultraverticistica e autoreferenziale quale è la Chiesa è “passato” il principio che i fatti ipoteticamente costituenti reato vanno denunziati alla autorità giudiziaria; possibile che in una struttura organizzativa finanziata da fondi pubblici (e vigilata dal CONI) ancora ci si comporti secondo la regola degli interna corporis?
Evidentemente questi enti non hanno piena consapevolezza del loro ruolo. D’altronde è anche un problema di livello culturale dei vertici di quelle che dovrebbero essere (principalmente) agenzie educative e non (esclusivamente) fabbriche di campioni (a qualsiasi costo). Il fatto è che, per insegnare credibilmente agli altri il rispetto delle regole, bisognerebbe che i primi a rispettarle fossero gli “insegnanti”. Altrimenti il messaggio che si propaga è sottilmente diseducativo: se sei bravo, se sei famoso, se sei utile, allora sei “più eguale” degli altri. E se fai qualcosa di “storto”, si trova la maniera di chiudere la faccenda con una sanzione poco più che simbolica.
Secondo la versione federale, il CONI, informato della vicenda, ha emesso una sibillina comunicazione, vale a dire: “erroneamente nulla osservando in merito”. Ma il contenuto stesso di tale ermetico dictum sembra far riferimento ad una comunicazione ancora precedente, il cui contenuto intende smentire (perché, appunto, “erroneamente” nulla era stato osservato). Di qui sembrerebbe prendere il via il grottesco battibecco con la federazione, che nega di aver ricevuto il tardivo parere contrario alla conclusione del frettoloso “patteggiamento”. Una trama da commedia degli equivoci o, se volete, da commedia all’italiana, per una vicenda che di comico non ha proprio nulla, ma parecchio di (tragicamente) ridicolo.
Maurizio FUMO