20 agosto 2022

CAMBI DI SOCIETA'

Il 1 settembre si sta avvicinando e da quel giorno inizia il nuovo tesseramento per la stagione agonistica 2022/23 e molti sono i genitori che stanno pensando di far cambiare società di tesseramento ai propri figli, con motivazioni più o meno valide, dalla insoddisfazione per i metodi adottati in palestra circa l'approccio con i bambini alla ricerca di soluzioni tecniche per far migliorare il proprio figlio. Non entro nel merito delle ragioni a tali iniziative, posso solo affermare che se decido di portare i miei figli in una palestra perchè facciano sport e pago regolarmente una retta significa che acquisto un servizio e come tale mi devo ritenere libero di andare dove voglio. Questo in linea teorica, in realtà lo sport ha regole, che piaccia o meno, vanno rispettate. L'articolo 17 del regolamento per l'attività agonistica della Federazione Italiana Scherma disciplina tutta la materia, quindi se ci si tessera poi bisogna sottostare alla regolamentazione vigente. Per la mia esperienza, sia di genitore che di ex vice presidente federale e atleta amatoriale, suggerisco ai genitori di specificare al presidente del club se si intende praticare una attività agonistica o ludico sportiva poichè da qui possono essere posti in atto accordi differenti per soddisfare le proprie esigenze. Fatta questa premessa, di seguito trovate l'intero articolo 17 il quale è un pò palloso da leggere però è indispensabile per avere le leve per muoversi in ambito schermistico. Per brevità, riporto anche una sintetica ed esaustiva spiegazione del Maestro Paolo CUCCU,pubblicata su facebook:
"Nel caso l'atleta non abbia ottenuto risultati ove previsto un indennizzo, si cambia liberamente. Il nulla osta per il trasferimento arriva alla società di provenienza, che ha 5 giorni per confermare con o senza il rilascio dei punti. Nel caso non lo faccia, dopo 5 giorni il trasferimento passa d'ufficio, ed i punti vanno alla società di provenienza.
Se c'è un eventuale indennizzo da versare, le situazioni sono 3:
- la società di provenienza non lo richiede, richiede, quindi è tutto come sopra
- la società lo richiede, ma la società ricevente non vuole pagare, quindi il trasferimento c'è comunque, ma non si possono fare gare ufficiali fino a quando non si paga.
- la società di provenienza fa resistenza, la società ricevente paga l'indennità alla federazione e ottiene il trasferimento totale, sarà poi la federazione a versare l'indennità alla società d'origine
In ogni caso non ci si può opporre al trasferimento."

Sono comunque a disposizione per eventuali chiarimenti/suggerimenti.
Ezio RINALDI

13 agosto 2022

RICORDATEVI

Sto per avventurarmi su un terreno assai pericoloso: quello della politica. Non l’ho mai fatto e non vorrei farlo, ma nella commedia in onda, nella quale sta dando il peggio di sé stessa, la politica, come sempre, dimentica, e mi preme sottolinearlo, i veri problemi del paese.
Finora abbiamo assistito alla stipula di accordi ed alla disattesa degli stessi solo per l’interesse della poltrona e tra i tanti proclami, invettive ed offese evidenzio come non si parli concretamente di programmi da sottoporre al popolo votante. L’unico di cui sono a conoscenza è quello del centrodestra, articolato in 15 punti ed al 15° dei quali si accenna allo sport. Ve l’ho riporto integralmente:
15. Giovani, sport e sociale
  • Valutazione dell'impatto generazionale delle leggi e dei provvedimenti a tutela delle future generazioni;
  • Sostegno allo sport, quale strumento di crescita e integrazione sociale e promozione di stili di vita sani;
  • Potenziamento degli strumenti di finanziamento, per esperienze formative e lavorative all'estero per giovani diplomati e laureati, finalizzate al reimpiego sul territorio nazionale delle competenze acquisite;
  • Supporto e valorizzazione degli enti del Terzo settore e delle associazioni sportive dilettantistiche, nell'ottica del principio di sussidiarietà;
  • Reintroduzione e rafforzamento del sistema del prestito d'onore per studenti universitari;
  • • Programma di investimento e potenziamento dell'impiantistica sportiva, anche scolastica e universitaria;
  • Introduzione di borse di studio universitarie per meriti sportivi;
  • Promozione e rilancio dell’artigianato e dell’impresa, come prospettiva lavorativa per le nuove generazioni;
  • Supporto all'imprenditoria giovanile, incentivi alla creazione di start up tecnologiche e a valenza sociale.
Come potete notare, in un programma articolato su 15 punti, solo quattro righe sono destinate allo sport, nelle quali ci potrebbe essere tutto e l’esatto contrario.
Devo ammettere che finora solo il centrodestra ha presentato qualcosa e bisognerà aspettare che anche le altre forze politiche facciano lo stesso. Si parla di 8 miliardi per l’adeguamento stipendiale per gli insegnati, di percentuali della flat tax (15/23%), di adeguamento delle pensioni minime a 1.000€, ma non una parola concreta sui necessari interventi per lo sport.
Se gli aumenti dovuti alla guerra in Ucraina, ma anche alla durissima fase pandemica, portano ad una inflazione oscillante  al 10% ed alla conseguente perdita del potere di acquisto, è evidente che un nucleo familiare composto da 4 persone, con un reddito totale di 3.000 € mensili, sia costretto a fare delle scelte, ovvero delle rinunce, e ciò porta a ricadute inevitabili sullo sport, quali: meno tesserati, meno quote associative, meno introiti, più licenziamenti di tecnici e collaboratori vari; per non parlare, poi, di una possibile riduzione degli interventi manutentivi - peraltro, già scadenti - dei vari impianti sportivi.
Non voglio andare oltre, mi auguro soltanto, ma lo auguro a tutto il mondo sportivo, che si trovino adeguate soluzioni per efficaci interventi a sostegno dello sport e non proclami che lasciano il tempo che trovano.
Navigando su internet, in particolare su facebook, mi sono imbattuto su alcune affermazioni, sulle quali mi trovo assolutamente d’accordo e che mi limito a trascrivere:
Ricordatevi i banchi a rotelle di quel geniale ministro della pubblica istruzione.
Ricordatevi lo spreco di fondi per sovvenzionare i monopattini elettrici.
Ricordatevi la triplicazione delle bollette luce gas e l’aumento del costo di tutto del 20%, mentre il vostro stipendio é rimasto fermo.
Ricordatevi che molti dei vostri medici di famiglia sono solo dei neolaureati senza formazione perché lo Stato nonostante l’emergenza non ha tolto gli sbarramenti e i numeri chiusi.
Ricordatevi in che condizioni hanno lavorato gli infermieri e quanti di loro si sono licenziati… entrate in un reparto e constatate come l’organico sia assolutamente insufficiente.
Ricordatevi che i vostri bimbi a scuola sono formati da maestri cinquantenni reperiti d’urgenza e senza corsi di formazione, perché anche la scuola pubblica non è da meno.
Ricordate che il comparto pubblico è da sempre in totale difficoltà e la Giustizia è in grande sofferenza (queste “difficoltà” e “sofferenze” hanno una pesante ricaduta sul “cittadino”)
Ricordate e non fate i soliti smemorati.
Aggiungo io, infine, ricordatevi soprattutto dello spreco di denaro pubblico che avrebbe potuto essere investito nello sport.
Auguro a tutti voi un felice, sereno e distensivo ferragosto.
Ezio RINALDI

07 agosto 2022

È etico usare l’etica per sopprimere la libertà di pensiero e di critica?

Caro Ezio,
vorrei riprendere l’argomento vertente sul Codice Etico, che è stato oggetto di un tuo specifico articolo, in data 4 Luglio u.s., dal titolo appunto Codice Etico: qualche riflessione, per l’enorme importanza che questo tema riveste, specialmente nel contesto di una federazione sportiva, nel sapere “come”, “perché” e “da chi” questi codici etici vengono redatti ed, infine “a chi” gli stessi si rivolgono.
Ma prima di addentrarmi nella trattazione, sento il bisogno di precisare che non ho letto il codice in questione e non sono a conoscenza della procedura seguita nella sua preparazione e che, quindi, le mie riflessioni sono, oltre che – come la legge – generali ed astratte, basate principalmente sulla mia personale esperienza diretta in questo campo, avendo lavorato molto con compagnie varie, non-profits, start-ups, associazioni sportive, enti para-statali; attualmente, sono anche il Chair del Constitution and Bylaws Committee della USFCA, associazione professionale dei tecnici di scherma negli USA.
Detto questo, occorre innanzitutto evidenziare che vi è una notevole confusione tra i concetti di “etica” e “deontologia” (contesto filosofico a parte) nell’ambito dei rispettivi principi regolatori, perchè:
  • il primo termine serve a descrivere le regole adottate da una associazione per disciplinare il comportamento etico dei suoi iscritti/associati;
  • il secondo fissa le regole di condotta, imposte da un apposito codice, che regola specificamente i rapporti ed il comportamento di una categoria di professionisti.
Altro aspetto da chiarire, in proposito, è la differenza tra i principi di “etica universale” ed un qualunque “codice etico”, idoneo a regolamentare, per esempio, gli eventuali conflitti: in linea generale ed astratta, un qualsiasi “codice” contiene, da un lato, norme di carattere comportamentale, che devono essere seguite da tutti, e, dall’altro, la previsione di specifiche sanzioni, da applicare in caso di loro inosservanza.
Questo è un aspetto molto importante, da tener sempre presente nella iniziale ideazione e successiva realizzazione di ogni “codice”, poiché ci possono essere percorsi diversi che conducono a provvedimenti disciplinari o sanzioni o ripercussioni differenti. Negli USA, poi, è stata istituita una struttura che si chiama “Safesport” che prevede un percorso obbligatorio e separato da tutte le altre questioni etiche.
E’, dunque, di vitale importante che non si faccia un minestrone di tutto, perché poi non si capirebbe il vero motivo per cui Tizio viene multato, o Caio è stato sospeso, mentre Sempronio sembra averla fatta franca; ed è altrettanto fondamentale che queste cose siano spiegate chiaramente, per essere capite da tutti in qualsiasi contesto (azienda, associazione o libera professione), visto che ogni regola comportamentale viene codificata nell’interesse dell’azienda e dei suoi impiegati, o nell’interesse di una associazione e dei suoi soci. Se poi ci si rivolge ad altri contesti, come una federazione sportiva o una libera professione (avvocati, medici, ecc.), le regole (rectius: disposizioni codificate) vengono predisposte anche nell’interesse pubblico, il quale (interesse pubblico), se presente e ricorrente, può legittimare l’intervento del legislatore, come è stato – e lo cito ad esempio calzante - per il Congresso USA, che ha modificato il Ted Stevens Olympic and Amateur Act creando Safesport (subchapter §220541), con una capitalizzazione iniziale di fondi pubblici per proteggere gli atleti minorenni da abusi sessuali, verbali, fisici e/o psicologici.
 Inoltre, ciò che va notato è che ogni parte, settore, sezione di questi codici deve essere allineata con un interesse legittimo da tutelare: che sia il bene dello sport, della federazione, dei suoi soci, dei suoi atleti, degli ufficiali di gara e cosi via. In poche parole, un codice etico non può essere usato né per imbavagliare critiche all’esecutivo, nè per imbavagliare o imbrigliare l’esecutivo stesso: una tale condotta sarebbe non soltanto contraria al bene dello sport, della federazione e dei soci, ma soprattutto all’interesse pubblico, bastando rammentare che per imbavagliare un consiglio di amministrazione viene solitamente utilizzata la c.d. “clausola di riservatezza”, e non il codice etico, come nel caso della FIE (FIE Administrative Rule 5.1.2.4). Bisogna precisare che una clausola di riservatezza nel contesto di un Federazione sportiva non è di per sé ‘imbavagliante” se applicata ai tempi tecnici di rilascio delle informazioni oppure alla protezione di notizie e fatti protetti da una delle norme della privacy.  Poi, ci sono situazioni in cui delle critiche possono essere sanzionate perché abbinate con comportamenti scorretti o perché risultano in una forma di bullismo mediatico. In altri termini, in un codice deontologico per tecnici di scherma mi sembra legittimo imporre un divieto ai tecnici di criticare -in un modo non contemplato dal regolamento, l’operato degli arbitri sia sul luogo di gara che nei social media; questo deve essere proposto, sicuramente nell’interesse comune, ma soprattutto per assicurare le regole di buona condotta, l’osservanza dei regolamenti ed il rispetto dell’arbitro.
La persecuzione illegittima della critica o, peggio, del dissenso non può essere tollerata; specialmente nel contesto delle Federazioni sportive che derivano dal COI (tali federazioni denominate in Inglese National Governing Bodies e chiamare comunemente NGBs), dove tesserati sono, in effetti, dei coscritti, dato che non possono iscriversi altrove per praticare lo sport desiderato. In ogni caso, bisogna combatterla collettivamente con l’attivismo, cercando di eliminarla dagli statuti o anche mettendo in atto una sorta di “disobbedienza organizzata”, attraverso azioni collettive atte a portare questi nodi illegitimi al pettine.
E questo perché, a mio avviso, gli NGB, o - se preferite - le Federazioni Nazionali, in virtù della loro funzione pubblica, dovrebbero essere più democratici di una “POLIS” di antica e greca memoria, contraddistinti da una vera e autentica trasparenza cristallina. Purtroppo, però, l’esclusione dalle regole del libero mercato, spesso concorre a trasformare la gestione di una federazione in una sorta di club privato, come ho avuto modo di rilevare da uno studio comparativo, che ho di recente iniziato – e ancora ben lungi dall’essere ultimato – e che mi ha portato ad esaminare i rispettivi statuti di 50 NGB Americani, da cui è emerso un trend abbastanza preoccupante, visto che ho potuto rilevare la loro scarsa inclinazione agli istituti di “democrazia diretta”, alcuni esempi:
  • la carica del Presidente viene abolita e sostituita con quella del Chair del consiglio di amministrazione;
  • diventa sempre più difficile nominare dei candidati per le elezioni del consiglio di amministrazione, al di fuori da quelli ufficialmente proposti dal NGB;.
  • il potere di modificare con facilità lo statuto della federazione risiede ora principalmente nel consiglio di amministrazione del NGB;
  • diventa ancor più difficile per i tesserati proporre modiche statutarie, come è appunto il caso della Federazione scherma Americana, la quale richiede, inizialmente, che una proposta di modifica dello statuto sia sottoscritta da non meno del 5 per cento dei soci che rappresentano non meno di 50 club separati; successivamente, questa viene esaminata da un avvocato di quella stessa federazione - che, evidentemente, lo ha lei stessa in precedenza nominato - il quale, in teoria, dovrebbe limitarsi a verificare che gli emendamenti proposti non siano in contraddizione con gli altri elementi dello statuto rispondendo così ad una funzione di garanzia. In realtà, il risultato è ben diverso, perchè se tali proposte di modica hanno incontrato la precedente opposizione del CdA la chiesta proposta potrebbe non pervenire mai all’attenzione dell’organo decidente e, perciò, mai votata, in quanto “silurata” (cioè, rimossa e/o eliminata) dall’avvocato del NGB.
Se si considera, ancora, l’intero contesto di un NGB (e, cioè, tutte le figure che si muovono al suo interno), il problema diventa ancora più complesso, poiché si devono prevedere e regolare i rapporti tra questo e le società ed altri soggetti che sono:
  • impiegati o collaboratori esterni;
  • eletti ed elettori;
  • affiliati e/o tesserati e/o iscritti e/o associati (e, in ultimo, i genitori di soci minorenni);
  • tra i soci poi ci possono essere, dirigenti di società di categorie di professionisti (tecnici) che possono essere soggetti ad un proprio Codice Deontologico ed altri che hanno ruoli importanti nella supply-chain, come medici, arbitri e fornitori di materiali. Mi sembra logico, quindi, che rappresentanti di questi soggetti di rilievo siano inclusi nella ideazione dei codici etici. Resta inteso che è essenziale che i tecnici della scherma abbiano il proprio Codice Deontologico.
E’ dunque evidente, data la molteplicità di soggetti, figure ed enti che ruotano all’interno di ogni Federazione, che occorra suddividere le tematiche per “aree” e dare priorità a quelle più importanti, di maggiore impatto sociale e collettivo. Qui di seguito, provo a soffermarmi solo su alcuni punti chiave, non mancando di precisare che le procedure e le sanzioni per violazioni del codice etico devono essere espresse chiaramente, e – se possibile – anche in modo molto semplice, nello statuto.
1) Conflitti di interesse nel Consiglio di Amministrazione del NGB.
Qui è importante rilevare che gli eventuali conflitti possono essere reali o soltanto percepiti e che bisogna evitare persino l’apparenza di scorrettezza; e ciò al fine di evitare che vi possa essere anche la mera impressione che la decisione presa soddisfi gli interessi propri del Consiglio o di qualche suo membro, in contrasto degli interessi generali del NGB o della collettività (ricordate la storia della “Moglie di Cesare”? Mi sembra che nel Blog se ne sia parlato).
2) Conflitto di interesse basato su relazioni personali tra Dirigenti, Commissari Tecnici, allenatori della nazionale e singoli atleti.
Dato che tra i primi (dirigenti, CT ed allenatori) ed i secondi (atleti di alto livello) intercorre generalmente un rapporto di potere differenziale, essendo i primi avvolti di autorità, le relazioni interpersonali tra costoro devono essere espressamente vietate dal codice etico del NGB. Qui negli USA, questo cadrebbe sotto le direttive SAFESPORT che impone, sotto pena di sanzioni per l’eventuale trasgressore, l’obbligo di segnalare la violazione commessa a SAFESPORT, da parte di chiunque ne fosse al corrente. Nell’ottica di una sana e corretta gestione, questo tipo di comportamento deve essere specificato anche nei contratti tra il CT e l’ NGB e gli allenatori e l’NGB; questo per renderlo punibile come violazione del contratto, del codice etico del NGB e/o del Codice Deontologico.  Qui negli USA, un tecnico può essere sospeso a tempo determinato oppure anche radiato a vita da SAFESPORT; lo stesso vale per i dirigenti, anche se eletti, i quali possono essere a loro volta sospesi o espulsi dal NGB. Questo tipo di confliito aumenta esponenzialmente di importanza se l’NGB ha un metodo di selezione soggettiva per formare le squadre nazionali.
In fine, una pianificazione accurata dei conflitti d’interesse dovrebbe includere dei  protocolli da seguire nel caso sorgano conflitti basati su rapporti di famiglia che coinvolgano gli atleti della nazionale: in questo caso, l’importanza del conflitto aumenta esponenzialmente soprattutto se l’NGB ha un metodo di selezione soggettivo, e non oggettivo, nel formare le squadre nazionali, ed occorre fare di tutto per evitare di mettere in una situazione di forte ed insostenibile imbarazzo gli stessi atleti (di cui non hanno colpa), che restano così esposti a critiche personali, che dovrebbero, invece, essere rivolte a chi governa.
Gil PEZZA

29 luglio 2022

CAMPIONATI DEL MONDO DI SCHERMA: Il Cairo 15/23 luglio 2022

F.F.: Palumbo, Errigo,Volpi, Favaretto
Un Mondiale certamente splendido per l’Italia, soprattutto per quanto riguarda la specialità del fioretto
Tommaso MARINI
: i ragazzi/e infatti hanno vinto due argenti nelle prove individuali e, soprattutto, si sono portati a casa il titolo in entrambe le prove a squadre.

C’era da ricostruire, non dal punto di vista tecnico quanto da quello mentale ed in questo CERIONI ha fatto il suo: basti vedere come sia stata rigenerata Arianna ERRIGO, tornata ai livelli di un tempo. 

Arianna Errigo

Rossella Fiamingo
Nel ricambio, necessario in vista delle olimpiadi, emerge un talento puro come MARINI (22 anni), tesserato per le Fiamme Oro.
Note deludenti per le sciabolatrici che nella gara a squadre sono state eliminate dall’Ungheria nei quarti. Mentre nell’individuale le ragazze si sono fermate agli ottavi e sedicesimi. Non riusciamo proprio ad emergere in quest’arma tranne in rare occasioni. Il CT ZANOTTI dovrà assolutamente intervenire perché stante ai risultati il futuro non si presenta roseo. Per gli uomini un bronzo a squadre ma nell’individuale si fermano nei quarti ed ottavi. Al di la del bronzo, anche qui il CT dovrà riflettere, anche se, va detto, ci sono spiragli di ottimismo. 
Sc.M.:Curatoli, Samele, Torre, Gallo
F.F.m.: Garozzo, Avola,Marini, Foconi

Nella spada uomini individuale è stata una debacle, Di Veroli e Vismara escono agli ottavi, mentre Santarelli e Cimini si fermano molto prima. Nella gara a squadre i ragazzi si arrendono in finale alla Francia e conquistano l’argento, lottando a viso aperto con i transalpini. Il risultato nell’individuale rispecchia quello dell’europeo: è un problema di testa? 

Sp.f.: Santuccio, Navarria, Fiamingo, Isola

Sp.M. Cimini,Vismara,Santarelli,Di Veroli

Le ragazze conquistano il bronzo individuale con FIAMINGO e l’argento a squadre. Risultati assai promettenti in prospettiva mondiale. Nel 2023 cominciano le qualificazioni per Parigi 2024. 

In tutto ciò si evidenzia che 2 medaglie individuali sono pervenute da atlete che superano i 30 anni: OCCHIO!

La stragrande maggioranza degli atleti di vertice veste una divisa (atleti professionisti) e forse un inizio di rinnovamento dovrà essere promosso proprio dai gruppi sportivi in divisa?

MEDAGLIERE MONDIALI SCHERMA 2022

#

Paese

O

A

B

T.

1

Francia

4

2

2

8

2

Corea del Sud

3

0

0

3

3

Italia

2

4

2

8

4

Ungheria

2

1

0

3

5

Giappone

1

1

2

4

6

USA

0

2

2

4

7

Azerbaigian

0

1

0

1

7

Germania

0

1

0

1

9

Hong Kong Cina

0

0

2

2

9

Romania

0

0

2

2

11

Belgio

0

0

1

1

11

Georgia

0

0

1

1

11

Grecia

0

0

1

1

11

Polonia

0

0

1

1

11

Spagna

0

0

1

1

11

Ucraina

0

0

1

1

#

Totale

12

12

18

42

Ezio RINALDI

26 luglio 2022

Elisa Di Francisca: la famiglia, la scherma, la TV

Elisa Di Francisca ha appeso il fioretto al chiodo per dedicarsi interamente alla sua splendida famiglia (un marito e due figli). Ha scritto il libro “Confessioni di una campionessa imperfetta” con il quale si è messa a nudo, parlando della sua vita schermistica e privata. Non credo sia stato facile affrontare la propria esistenza, fatta non solo di momenti di gloria con le tante vittorie, olimpiadi, campionati del mondo, europei, coppa del mondo etc., ma anche di momenti bui, dai quali ha saputo uscirne poiché oltre che nella scherma è stata ed è una fuoriclasse anche nella vita.

Ha imparato a volersi bene e ciò le ha permesso di raggiungere una profondità interiore con la quale si è potuta raccontare a 360°. Con il suo libro ha dato un notevole contributo alla lotta contro le violenze sulle donne ma, credo, più in generale, anche contro l’omofobia e certamente contro ogni tipo di abuso.

Oggi è una apprezzata opinionista televisiva e segue la scherma con grande intensità, sostenendo il CT Cerioni.

Noi della “PIAZZA” le abbiamo sottoposto una serie di domande, con le quali abbiamo voluto capire quanto sia forte il suo legame con la famiglia, la scherma, la TV ed il suo impegno sociale.

La chiacchierata è stata particolarmente piacevole ed ha interessato anche i recenti risultati ai campionati del mondo del Cairo, da cui gli azzurri hanno portato a casa ben 8 medaglie: 2 ori, 4 argenti e 2 bronzi, ma di questo diremo in un altro articolo.

D.  Nel tuo libro hai sponsorizzato Cerioni alla guida tecnica della nazionale di fioretto e nel contempo hai mosso apprezzamenti non certo lusinghieri verso l’ex CT Cipressa. Ora Cerioni è al timone del Fioretto italiano ma Cipressa ha un nuovo e rilevante ruolo del quale non si sa molto: cosa ne pensi?

R. Nel libro parlo del mio rapporto con Stefano Cerioni e con Giovanna Trillini, della mia esperienza e del malcontento che ha generato in me, e anche in altri atleti, l’allora commissario tecnico Andrea CIPRESSA. Andrea è un grande oratore, come diplomatico sarebbe eccellente e sicuramente potrebbe essere un grande presidente della federazione, però come commissario tecnico non riusciva a gestire il gruppo perché è una persona molto buona, voleva accontentare tutti, diceva sempre sì. Anche nella propria famiglia ai tuoi figli non puoi dire sempre sì. A ragion veduta, qualche no lo devi dire, devi dare delle regole e devi far sentire che sei il leader, che hai polso per gestire le situazioni. Purtroppo fu sfiduciato anche dagli atleti è ciò ha provocato la sua sostituzione. In seguito il Presidente Azzi gli ha conferito il ruolo di coordinatore dei commissari tecnici. In tutta sincerità, per il futuro gli auguro il meglio.

D. Una campionessa di razza come te che ricordi ha dei suoi inizi e come ti sei appassionata a questo sport e a questa specialità?

Elisa Di Francisca
R. Ho iniziato con la danza classica ed ho frequentato una scuola per due anni circa. Mia madre era felicissima che facessi danza, ma ad un certo punto mi sono stancata. Avevo voglia di uscire, di combattimenti, di movimento e la danza non rispondeva alle mie esigenze. Mio padre un giorno, me lo ricordo come fosse ieri, tornando a casa mi chiese se volessi provare a fare scherma. Non sapevo nulla di questo sport, anche se a Jesi c’erano già campioni del calibro di Stefano Cerioni, Giovanna Trillini, Valentina Vezzali, tutti allenati dal maestro Triccoli. Entrai in palestra ed iniziai a fare amicizia, scampagnate, perché la scherma, pur essendo una disciplina con precise regole, viene presa un po' alla larga. Non è che ti mettono subito in mano il fioretto e ti mandano a gareggiare. C’è stato un approccio, ho fatto amicizia, ho socializzato. Poi, dopo qualche tempo, mi misero in mano questo fioretto, perché a Jesi era l’arma principe e lo è ancora, ed iniziai con le prime gare, allenata dal grande maestro Ezio Triccoli, il quale prima di morire disse a mia madre: “Tua figlia ha l’oro nelle mani, l’importante è che ci stia con la testa.”

D. Come ti sentivi quando eri in pedana? Consiglieresti la scherma, ed a chi in particolare?

R. Ah, io la consiglierei a tutti perché, al di là della competizione agonistica e quindi di riuscire a diventare un campione, vincere le medaglie, la scherma ti dà la possibilità di conoscere te stesso. All’interno della maschera tu sei di fronte alle tue paure ed ai tuoi limiti, limiti che tu ti poni, ti dà gli strumenti per superarli. Ti insegna a dominare te stesso le ciò ti permette di concentrarti ed essere attento per tutta la giornata della gara. Ti educa a stare in gruppo, ma allo stesso tempo ti insegna l’individualità all’interno di un’équipe. Per me è stata un’ancora importante, posso dire che mi ha salvata aiutandomi ad affrontare la vita con un approccio più positivo, anche durante il periodo più intenso dal punto di vista pandemico.

D. Come valuti l’attuale momento storico della scherma italiana ed internazionale?

R. Beh sicuramente c’è un ricambio generazionale, ci sono tanti giovani, il livello è cambiato rispetto a quando avevo smesso io, quindi prima della pandemia. La Russia non c’è, non sta partecipando alle olimpiadi e quindi fondamentalmente già manca una delle nazioni più evolute sotto l’aspetto schermistico, però ci sono tanti giovani e giovanissimi che stanno emergendo e questo fa ben sperare per un roseo futuro. L’unica grande e sostanziale differenza rispetto alla scherma di qualche anno fa, la vedo in una accentuata preparazione atletica ed una inadeguata preparazione tecnica.

D. Come valuti il “sistema scherma italiano” e quali accorgimenti adotteresti per migliorarlo?

R. Come dicevo prima, dedicherei molto più tempo alla tecnica. Ho frequentato a Chianciano il corso di preparazione per il conseguimento del titolo di tecnico ed ho avuto modo di trovarmi di fronte al magico trattato scritto nel 1970, il trattato di scherma che riguarda tutte e tre le armi. Secondo me oggi un maestro vecchio stampo, penso a Di Rosa, a Triccoli, non insegnerebbero solo a livello pratico ma la spiegherebbero con termini, se vogliamo, arcaici, ma chiari. Il bambino deve sapere cosa sta facendo, cosa non è riuscito a fare contro un avversario, e soprattutto nel momento in cui protesta con l’arbitro deve conoscere la terminologia per poter protestare, e quindi la tecnica. Ecco allora che la competenza, il lavoro, la disciplina, non solo la preparazione atletica, completerebbe la preparazione dell’atleta. In sintesi, punterei molto di più sulla disciplina e la tecnica schermistica e un po’ meno sulla preparazione atletica, che comunque rimane importante.

D. Sei un grande personaggio sportivo ma anche televisivo e mediatico: come concili tutto questo con la tua vita privata e familiare?

R. Sicuramente la famiglia l’ho voluta, stravoluta e scelta. Anche questo secondo figlio, che non è un secondo figlio qualsiasi. Brando è stata la scelta, l’ho preferito ad una olimpiade in bilico nel periodo pandemico durante il quale non si sapeva cosa fare ed io ho scelto la famiglia. Sono una mamma amorevole, di contatto, di presenza, ma allo stesso tempo di vocazione. Cerco una educazione, una linea, un limite da dare ai miei figli e nel contempo, sicuramente, come tutti i genitori, come tutte le mamme, ho bisogno anche di appagare il lato professionale. A livello sportivo inizierò ad insegnare ai bambini della sezione giovanile delle Fiamme Oro ed a livello televisivo inizierò una esperienza a “Dribbling”, la domenica su Rai2, dove sicuramente proverò quella adrenalina che ho sempre avuto durante l’attività agonistica e questo mi darà modo di restare nel contenitore dello sport. 

D. Il tuo libro è stata una vera bomba ed è uno spaccato di una parte della tua vita e dell’intero mondo schermistico: che effetti ha avuto sul piano personale e poi sportivo?

R. Il libro è stato faticoso da scrivere non perché l’abbia scritto io, anzi l’ha redatto la grandissima giornalista Gaia Piccardi. La nostra è stata una chiacchierata durante il lockdown che si è poi ritrovata sulle pagine di un libro e quando Gaia mi ha mandato la bozza del testo mi sono proprio commossa ed ho anche pianto perché il libro non parla solo dei successi schermistici ma, altresì, di tante mie esperienze personali, anche brutte. Però ha messo a nudo il mio lato umano prima ancora di quello sportivo. Io sono prima di tutto una persona, sono Elisa, e poi sono quella che sono diventata, cioè la campionessa Elisa Di Francisca. Tutto ciò grazie al cambiamento fatto, all’amor proprio, all’autostima ed a tutte le cose conquistate. Il libro è una bomba nel senso che trasmette un forte messaggio finalizzato ad aiutare le generazioni di ragazzi, ragazzine, che magari si sentono sconfitte, perse, fallite, per far capire loro che non bisogna abbattersi ma combattere, sacrificarsi, per raggiungere i propri obiettivi: perché anche nei momenti bui si possono trovare motivazioni per risalire.

D. Qual è il tuo rapporto con i social e i fans?

R. I social oggi vanno molto, servono, sono indispensabili. Ho un rapporto con loro un po’ conflittuale, nel senso che uso la tecnologia e non mi faccio usare.

D. Con quale collega sei andata più d’accordo?

R. Ti stupirò, tra tutte le persone con cui sono stata a contatto quella con la quale sono andata più d’accordo è stata Valentina VEZZALI. Ti spiego perché: Valentina, tralasciando la parte umana, a livello schermistico era una che sputava sangue, era un esempio da seguire. In allenamento non ti regalava niente. È stata di grande insegnamento ed era una che le cose te le diceva in faccia, quindi grande rispetto per la persona e la campionessa.

D.  Quale sarà il tuo futuro? Ti vedi proiettata più verso il mondo sportivo, quello dello spettacolo televisivo o giornalistico?

R. Per entrambe le cose ci vuole molta preparazione, ora sono proiettata più sul lavoro, imparare, studiare, sia dalla parte televisiva sia da quella sportiva. Sto cercando di conseguire il titolo di istruttore di II livello di scherma. Ma il mio obiettivo più grande è poter dare, perché ho preso tanto dallo sport e dalla scherma in particolare, quindi desidero ricambiare, trasmettendo ai ragazzini valori e gioia.

D. Cosa consiglieresti a chi si affaccia oggi sulle pedane?

R. Far tesoro delle sconfitte, perché insegnano tantissimo, ti impegnano a riprendere la scalata verso la vittoria, con sacrificio e determinazione: la vittoria ti dà gioia ma la sconfitta ti matura.

Ezio RINALDI