Il 24 novembre 2024 in alcune
importanti regioni italiane si sono tenute le elezioni per il rinnovo delle
cariche elettive dei rispettivi Comitati regionali FIS. In due regioni vi era
un solo candidato, peraltro uscente, ed in ambedue i casi vi è stata la
riconferma, mentre in un’altra si è avuto un confronto tra due competitor, scesi
in campo per la prima volta. Per la verità uno dei due era, anzi è, un veterano
della scherma nell’ambito della quale ha ricoperto incarichi importanti.
Sto parlando della Lombardia il
cui risultato ha messo in luce aspetti preoccupanti che ora vi elencherò:
1. Ha prevalso un progetto che nella sua sostanza era già stato esposto da Fabrizio Orsini nel 2021, quando fu candidato in alternanza a Novellini, e quindi riproposto da Lorenzo Ravazzani, che all’interno della sua squadra presenta Giulia Zanichelli, sempre già candidata con Orsini;
2. Ha perso Gabriele Aru, il quale seppur sollecitato,
ha peccato in brillantezza durante la campagna elettorale, non presentando
nemmeno una riga del suo programma se non una missiva alle società sportive.
Non che Ravazzani abbia fatto meglio, in quanto mi risulta che abbia inviato qualche riga, non molte per la verità forse una o due e-mail,
per indurre le società sportive a votare per il suo manifesto e ad indicare
alcune linee guida che alle società potevano interessare;
3. La forbice fra i due sebbene sia di 10 voti (in
realtà 9 e 1 scheda bianca), questi in verità dipendono in primis dalla magia
algebrica che vuole che tolti cinque da una parte e messi dall’altra ottengano
il risultato di dieci. I cinque sono così riassumibili in assenti di cui qualcuno avrebbe votato per Aru, altri assenti erano storicamente avulsi dalle
logiche elettorali, ma soprattutto da 3 voti mossi da un singolo che per dovere
di cronaca aveva annunciato da tempo che “era sul mercato” ed attendeva il miglior
compratore, che evidentemente è arrivato con un bastimento carico di… lo
vedremo fra poche settimane;
4.
La coincidenza sfacciatella che il candidato
vittorioso ha fatto pervenire nell’immediata dichiarazione stampa o quel che
l’è sulla pagina instagram di Generazione scherma, lo relega fra i supporters del nuovo (!?) che avanza, verso il quale il neo Presidente sembra avesse dichiarato per
mesi non a uno, ma a tutte le società lombarde, una distanza cosmica.
Chiamiamola una furbizia elettorale che a qualcuno avrà sicuramente fatto
storcere il naso e forse ad altri ritorcere le budella;
5.
Il programma per taluni non ha alcun valore, poiché
a leggerlo sarebbero in pochi in quanto contano più le promesse, quelle che
praticamente Azzi non è in grado di fare, perché non è nel suo DNA, mentre sono
pane quotidiano di chi lo precedette.
6. Formidabile se non miracolesco, è l’apprendere che
il passaggio da una sponda all’altra del lago stagnante della scherma lombarda
di un certo personaggio, è di certo legato, se non legatissimo al mirabolante
programma relativo al riciclo delle lame.
Come detto, il risultato ha
visto prevalere il Sig. Ravazzani su Aru con una forbice di 9 voti (37 a 28 ed
una scheda bianca). A prima vista sembrerebbe una schiacciante vittoria del
primo sul secondo ma a ben guardare i numeri le cose non stanno proprio così.
Chiariamo subito: il vincitore è stato Ravazzani ma la sua non è stata una
vittoria direi più semplicemente che ha perso Aru. I motivi di questa debacle arrivano
da lontano e per uno come me fuori da ogni gioco politico, non sono tesserato e
non ho una società di riferimento, la visione è un po’ diversa da quella che
sicuramente hanno i sostenitori del nuovo Presidente. Nel senso che, chi ha
vissuto gli ultimi quarant’anni della vita schermistica italiana sa benissimo
di quale gradimento godesse lo sconfitto senza per questo addossargli
responsabilità che non gli appartengono, se non quelle di non aver saputo
leggere o valutare ciò che il vento portava, ma in questo non gli è stato di
aiuto il presidente uscente, che più di ogni altro avrebbe dovuto capire che
aria tirasse, anche se, come già detto, molti soggetti votanti hanno fatto il
doppio gioco, hanno promesso il voto ma poi si sono girati dall’altra parte.Ho sempre biasimato, e
continuerò a farlo, soggetti di questo genere: essi vanno discriminati perchè
se tradiscono una volta lo faranno ancora. Quando si prende un impegno bisogna
saperlo mantenere, ma tant’è ognuno è libero di essere ciò che preferisce. Ho
sempre apprezzato chi ha avuto la correttezza di affrontare le situazioni di
petto, senza pensare ad un eventuale tornaconto. Purtroppo in un siffatto
contesto non è rara la giravolta e difatti anche in altre regioni qualcuno ha
carpito la buona fede di chi lo considerava un amico e quando parlo di amicizia
non mi riferisco alla condivisione di un progetto o di una idea ma faccio
richiamo al rispetto che si deve ad un amico più precisamente alla franchezza,
lealtà e sincerità.
Ora, a fronte di simili individui, vi prego (mi rivolgo ai delegati) sappiate valutare con cura le scelte che farete, perché in futuro potrebbe capitare a voi di essere traditi.
MI chiedo quindi se il sistema che tanto piaceva prima e che nel triennio di Azzi è pressoché scomparso, stia tornando in voga.
Tutte le panzane della meritocrazia, del voler cambiare perché il sistema era sbagliato, di fatto otterrà, se così le società sportive vorranno, solo il cambiamento delle terga che poggeranno sulle sedie di Viale Tiziano, ma non il sistema che un tempo li muoveva.
Ecco perché la data palindroma (24.11.24) in cui si è votato, mostra in toto quel maculato gattopardesco modo di fare che agli italiani purtroppo non riesce di essere smacchiato dal loro manto felino.
La mia è una valutazione fatta sulla base di quanto è a mia conoscenza, quindi, probabilmente, fuori strada. A questo punto farò qualche puntata sui luoghi di gara, non per fare campagna elettorale ma per verificare de visu se le mie considerazioni possano avere una certa fondatezza.
Concludendo, valutando tutto, numeri e comportamenti, non è peregrino affermare che si sia trattato di un voto contro più che a favore, pertanto a livello nazionale le cose potrebbero essere diverse.
1. Ha prevalso un progetto che nella sua sostanza era già stato esposto da Fabrizio Orsini nel 2021, quando fu candidato in alternanza a Novellini, e quindi riproposto da Lorenzo Ravazzani, che all’interno della sua squadra presenta Giulia Zanichelli, sempre già candidata con Orsini;
Ora, a fronte di simili individui, vi prego (mi rivolgo ai delegati) sappiate valutare con cura le scelte che farete, perché in futuro potrebbe capitare a voi di essere traditi.
MI chiedo quindi se il sistema che tanto piaceva prima e che nel triennio di Azzi è pressoché scomparso, stia tornando in voga.
Tutte le panzane della meritocrazia, del voler cambiare perché il sistema era sbagliato, di fatto otterrà, se così le società sportive vorranno, solo il cambiamento delle terga che poggeranno sulle sedie di Viale Tiziano, ma non il sistema che un tempo li muoveva.
Ecco perché la data palindroma (24.11.24) in cui si è votato, mostra in toto quel maculato gattopardesco modo di fare che agli italiani purtroppo non riesce di essere smacchiato dal loro manto felino.
La mia è una valutazione fatta sulla base di quanto è a mia conoscenza, quindi, probabilmente, fuori strada. A questo punto farò qualche puntata sui luoghi di gara, non per fare campagna elettorale ma per verificare de visu se le mie considerazioni possano avere una certa fondatezza.
Concludendo, valutando tutto, numeri e comportamenti, non è peregrino affermare che si sia trattato di un voto contro più che a favore, pertanto a livello nazionale le cose potrebbero essere diverse.
Mi fermo qui, ma voglio inviare ai Presidenti confermati e neo eletti
gli auguri di un sereno e proficuo lavoro a favore dell’intero movimento.
RINALDI
RINALDI
caro Ezio, non ho mai scritto commenti. Ho sempre pensato di non esserne all’altezza. Io non schermidore. Oggi, però, credo valga la pena di riportare tutto nell’ordine naturale delle cose senza aggiungere “condimenti “ quasi a volerne trarne indirettamente vantaggi. In una competizione, c’è chi vince e chi perde (a volte per colpa di altri) ma questo è il senso delle cose. In lombardia (e non è un problema di persone, tutte meritevoli) HA VINTO CHI HA SAPUTO INCARNARE IL CAMBIAMENTO! Punto! Questo è l’unica lettura possibile. Al netto del voto dei grandi elettori sta emergendo in modo inequivocabile da parte delle società la necessità, la voglia , il desiderio di cambiamento.
RispondiEliminaSarà meglio? sarà peggio? Lo vedremo nel tempo!
Le piccole realtà stanno per scomparire , e’ quasi impossibile pensare di continuare senza aiuti, senza novità nel solco di quanto è stato e non c’è più. GRAZIE a tutti quelli che ci sono stati (molti dei quali magari non ho neppure “amato”) ma è tempo di nuovi percorsi, di nuovi sogni.
IO CI CREDO e mi importa poco se c’è anche quello o quell’altro !
Grazie anche a te per avermi dato lo spazio per questa riflessione
Ciao Ezio nel tuo intervento si denota una malcelata acredine per una sconfitta politica mal digerita. Anziché dare la colpa agli elettori per i quali tra l'altro usi toni poco rispettosi proverei a interrogarmi sui motivi della sconfitta.
RispondiEliminaCaro Stefano, intanto nel ringraziarti per il tuo post ti faccio presente che non nutro nessuna acredine, ho fatto una analisi, ma è la mia analisi. Non mi sento sconfitto perché non ho partecipato al conflitto, e se leggi bene, lo avrai certamente fatto, dico a chiare note che la sconfitta o, se vuoi, i suoi motivi, sono da ricercare nella scelta di candidati impresentabili e che la Lombardia ha bocciato. Tutto il resto non conta, io rispetto il voto come ho sempre fatto. Quindi viva il nuovo Presidente ed a lui gli auguri più sinceri di buon lavoro.
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