Ha tenuto duro fino alla fine la
Federazione italiana scherma, per quanto riguarda i materiali e l’uso di
attrezzature di gare con le indigeribili norme FIE, tanto che solo il 15
febbraio, quando stava per vincere Lucio Corsi con una canzone ironica dal
titolo “Volevo essere un duro”, la FIS ha allentato la morsa e ha allargato
l’uso delle divise 350NW e armi a norma CE per tutte le categorie del GPG, cioè
i cosiddetti U14.
La notizia è stata accolta con
una ovazione dal popolo della scherma, incredula di tanta sensatissima
decisione, cosa che il sottoscritto a voce e per iscritto, gridava dal 2012,
corroborata dal fatto che tutte le Federazioni nazionali straniere del resto
del mondo hanno norme ben più lasche di quelle italiane.
Eppure la federazione era guidata
fino al 2021 da Giorgio Scarso per il quale forse i materiali FIE erano il più
valido baluardo della sicurezza schermistica in campo gara. Negli ultimi
quattro anni cosa è accaduto per far cambiare decisione a un nuovo gruppo
federale la cui anima nella sostanza non è cambiata da quell’anno?
Sarà stata la guerra in Ukraina,
paese dove vengono prodotte le più economiche maraging del mondo, che ha
limitato il reperimento delle stesse? O sarà stato il lievitare dei prezzi
perché gli altri produttori nel mondo per rispondere agli standard richiesti
dalla normativa, andavano in perdita nel vendere bassi numeri di prodotti a uno
sparuto numero di atleti internazionali e al misero (per quantità di schermitori)
popolo di italiani che ha eretto al dio della FIE il tempio della propria
incontrastata devozione?
La realtà come al solito supera
sempre la fantasia e la ragione va trovata all’interno del celebre discorso del
Vice presidente vicario della FIS, Daniele Garozzo che fa capire non tanto che
il costo per atleta è elevato, o che effettivamente sarà molto difficile che
una fiorettista di dodici anni riesca a perforare due strati resistenti 800NW,
che tradotto in cifre più comprensibili corrisponde a circa 80kilogrammiforza,
ovvero sommati 160, cui va aggiunto il giubbetto elettrico, perciò a occhio e
croce potrebbero essere anche 200kgforza. Macchè. La ragione è che se volessimo
organizzare gare internazionali per il settore U14, come la celebre Marathon
fleuret parigina, nessun atleta potrebbe parteciparvi, perché nessuno
schermitore del resto del mondo è attrezzato come uno italiano, al quale
mancherebbero solo mutande e calzini FIE, ma solo perché quest’ultima non ha
legiferato in merito (per ora).
Cosa ancora più interessante
quindi è che se volessimo inserire una gara del Circuito europeo cadetti fra le
gare italiane, il problema sarebbe identico, il che preannuncia che fra qualche
anno anche i nostri Cadetti subiranno identica sorte del GPG, anche a causa
della triste esperienza avvenuta a Napoli alcuni mesi or sono, quando la gara
di spada organizzata con grande stile andò più o meno deserta. Fu per questo
motivo?
“Più che ‘l dolor, poté il
digiuno”, sarebbe da dire, perché come sempre è stato detto da questa Piazza,
siamo una comunità dai numeri bassissimi, con costi procapite elevati, un
paradosso del tutto inaccettabile e facilmente evitabile.
Sulla scorta di questi
cambiamenti, potremmo anche prevedere che sarà rifatto il calendario, e il
sistema gare, così da rendere i costi di trasferta al minimo ai quali si
aggiungono i costi per società da tenere sempre sott’occhio.
Non che non lo avessero promesso
in campagna elettorale, anzi, tutto l’opposto, ma che facessero proprie le idee
del blog quasi in toto ci stupisce al punto che meditavamo di cambiare il nome
da Piazza a Mercatodellascherma.
Il risultato a breve termine sarà
ben più di una boccata di respiro, con un miglioramento nella fidelizzazione da
parte di un certo numero di atleti, e grande giovamento delle società. Ma a
lungo termine cosa accadrà? Che avremo a Brescia un European Challenge denso di
atleti U14 anche stranieri e a Napoli un popolo di Cadetti europei? Ce lo
auguriamo di cuore, che finalmente il buon senso almeno da qualche parte sia
entrato in questa federazione.
Cos’altro ci aspetta? Che Aquili
e Terenzio dicano al Consiglio federale che se nell’olimpiade di Tokyo si potè
tirare con lame CE, troviamo assurdo che dal settembre dello stesso anno in
Italia dalla categoria Ragazzi del GPG si cominciò con le maraging, (che da
quattro anni non sono ancora state certificate, infatti sulla lama c’è scritto
maraging, ma non vi è ancora il celebre logo FIE) e che anche se vi sono donne
minute che non hanno la forza di ragazzi potenti, ritengo che la rottura delle
lame di sciabola avvenga più sull’urto fra le stesse, che per l’impatto con il
corpo umano, il che vuol dire che se nel resto del mondo non vi siano incidenti
nemmeno minimamente paragonabili a quelli considerati pericolosi, mi attendo
per l’appunto che si possa tirare anche in campo Assoluti, con lame CE non
maraging, perché se si vuole davvero salvare la sciabola, l’obbligatorietà
delle lame maraging va assolutamente abolita a qualsiasi livello.
Mi chiedo infine che differenza
ci possa essere fra la categoria Allievi/e e la Cadetti/e, sia per fisicità che
per pericolosità di gioco. Diverso discorso sono disposto a farlo sulle
categorie Giovani e Assoluti, ma ne riparleremo più avanti.
Ora però restiamo in trepidante
attesa nel vedere realizzato o per lo meno partire il celebre progetto di
Riciclo delle lame maraging che doveva iniziare presto soprattutto per la
sostenibilità della scherma e renderla più green.
Semmai dovesse essere estesa la
non obbligatorietà delle maraging anche ai Cadetti, questo progetto andrà verso
il disarmo come un vecchio relitto, prima ancora di averlo varato.
Ci dispiace ricordarvi che ve lo
avevamo detto, perchè tutte queste cose che in campagna elettorale servivano
per essere duri, ora non servono più e a noi della Piazza, di certo è mancata
la musica.
Fabrizio ORSINI
Caro Fabrizio, concordo in parte con il tuo articolo. Sono d’accordo sull’abbattimento dei costi ed in tal senso pludo alle decisioni della FIS. E’ vero, tante volte ne abbiamo parlato sulla PIAZZA ma abbiamo battuto il ferro più sui costi e non abbiamo mai parlato di abbassare gli standard di sicurezza. La gestione Scarso scelse di seguire le normative FIE e lo fece nell’ottica della sicurezza non tenendo conto della differenza di costo tra un materiale e l’altro, ovvero tra l’importo per acquistare un equipaggiamento a 800 Newton e quello per 350 newton, così pure per le lame. A mio avviso bisognava tenere alto lo standard di sicurezza e, nel contempo, trovare forme di intervento a favore delle famiglie. Se, invece, il problema è la partecipazione di atleti stranieri, di età compresa nel G.P.G., alle nostre gare allora il discorso è diverso. Poter organizzare gare internazionali per le categorie del G.P.G. sapendo che gli stranieri possono venire in Italia avendo cognizione che il loro equipaggiamento è idoneo anche per le nostre competizioni, dal punto di vista organizzativo è senz’altro un vantaggio. Comunque, pur con qualche riserva, i provvedimenti federali sulla materia sono apprezzabili.
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