10 agosto 2024

NON UN TRIONFO MA UNA BUONISSIMA OLIMPIADE

Si sono appena concluse le Olimpiadi per la Scherma e tanti sono stati i commenti, tantissimi positivi ed alcuni negativi. Forse ci aspettavamo molto? Soprattutto in relazione ai risultati ottenuti ai mondiali di Milano e dopo gli Europei di Basilea? Forse si, però è necessario prendere atto della enorme crescita di paesi la cui tradizione schermistica era anni luce lontano dalla nostra e poi la consacrazione di altre che fino a 20 anni fa erano considerate delle cenerentole. La scherma si è globalizzata, conseguentemente i competitor ad altissimo livello sono aumentati e l'Italia pur restando una nazione all'avanguardia non è più il faro illuminante per l'universo schermistico. La colpa o il merito è tutto nostro poichè molti qualificatissimi tecnici sono emigrati ed hanno fatto crescere nazioni che di scherma erano all'abc mentre oggi sono avversari di pari livello. Intanto va rimarcato il merito di aver portato al massimo evento sportivo del pianeta tutte e sei la squadre, quindi un en plein che a mia memoria non ho mai visto. Comunque, non tutto è andato per il verso giusto e ciò non è addebitabile alla globalizzazione della scherma, sarebbe un errore nascondersi dietro una simile giustificazione. Non voglio entrare nel merito delle vittorie e delle sconfitte però è inevitabile non mettere in evidenza che nell'ambito tecnico alcuni settori siano stati completamente nulli e a poco servirebbe evidenziarli, addossando le responsabilità a quello o a questo. C'è da intervenire e bisogna farlo con onestà ed umiltà.

E' necessario che i nostri tecnici si aggiornino e questo lo si potrà fare con una federazione attenta e consapevole che l'evoluzione è costante e le altre nazioni stanno correndo.

Personalmente ritengo che sia stato portato a casa un adeguato numero di medaglie e quelle d'argento ci fanno capire che siamo sempre tra i primi e, forse, come afferma il CT della pallavolo femminile, è ora di smetterla di pensare solo alla medaglia d'oro. Quando si arriva in finale si ha di fronte un avversario pari se non superiore al nostro valore per cui esserci arrivati è già una vittoria. E' su queste basi che bisogna cominciare a ragionare per far si che i nostri atleti arrivati a quel punto siano liberi da pressioni che solo chi non pratica lo sport agonistico non può capire.

Un grandissimo ringraziamento a tutti i nostri/e atleti/e per ciò che hanno fatto e per l'impegno che hanno profuso.

Riporto alcuni passi delle dichiarazioni che il Presidente Azzi ha rilasciato al termine della competizione olimpica: "Le cinque medaglie vinte, il 50° oro dell’Italia della scherma nella storia olimpica, la bellissima immagine trasmessa dai nostri atleti per la forza valoriale e persino pedagogica dei messaggi lanciati, ci rendono felici e fieri di questa spedizione ed è bello condividere con tutti voi tale soddisfazione. L’effetto di un’Olimpiade è da sempre l’apice di un’incessante attività di promozione che quotidianamente portiamo avanti insieme: a Parigi la scherma ha vinto per tre volte la prima serata della tv italiana, facendo appassionare milioni di telespettatori. Un patrimonio da cui ripartiremo per diffondere sempre di più la bellezza e i valori del nostro sport alla riapertura delle sale, nella certezza che avrete sempre – e con ancora maggior impulso in questo momento cruciale – la Federazione al vostro fianco, nel supporto, con azioni mirate e concrete, alle attività di ogni singola società. ", riprese dal sito della Federazione Italiana Scherma.

Condivido il suo pensiero ma lo esorto ad una analisi profonda per capire come e dove intervenire.

Nella tabella sottostante potrete farvi una idea di come ci si sia evoluti ed involuti dal 1972 ad oggi.
Ezio RINALDI


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