Scrivo dopo tanto tempo e prima di farlo ho meditato a
lungo.
Un comunicato chiaro vedrebbe la pubblicazione dell’elenco
dei convocati e degli autorizzati, con una specifica a fianco di ogni nome.
Esempio: Scarso (CT), Rinaldi (Ranking). Ciò darebbe precise indicazioni sulle
scelte fatte ed offrirebbe ai cultori delle analisi e delle statistiche, idonei
strumenti di valutazione del lavoro svolto, eludendo, così possibili equivoci e
strumentalizzazioni da parte di chicchessia. Pur considerando che i
responsabili d’arma siano remunerati per effettuare scelte, anche secondo una
loro valutazione, se lo facessero con criteri dichiarati in apposite
regolamentazioni verrebbero evitate inutili quanto perniciose proteste. E’ pur
vero che non sia sempre fattibile la redazione di specifiche relazioni per ogni
convocazione, ma è altrettanto vero che la conoscenza di determinati criteri
renderebbe tutti più sereni, senza dimenticare che le risorse finanziarie che
il CONI elargisce alle federazioni provengono dalle tasse dei cittadini e,
pertanto, un minimo di considerazione, verso dirigenti e tecnici societari, ma
anche verso i genitori bisogna averla.
Leggo anche delle Convocazioni Arbitrali. Fumo negli
occhi per aumentare la comunicazione e il caos, o reale trasparenza? Se così
fosse perché non pubblicare l’elenco vero dei maestri di Staff e le gare loro
assegnate?
E’ da porre in evidenza che alcune scelte, soprattutto in
relazione ai tecnici, sembrano fatte in base alla regione di appartenenza. Ciò fa capire che in alcune di esse vi risiedano quelli di maggior talento.
La trasparenza non è una cosa astratta, bensì una pratica
molto concreta che ha le sue fondamenta su forti e saldi principi. La chiarezza
nulla toglie allo spazio ed all’autonomia di chi è preposto alle decisioni, ma
renderebbe partecipi tutti coloro che le scelte le devono subire. La responsabilità
di scegliere il figlio di… o il maestro di…comporta decisioni a volte difficili,
se però le regole fossero chiare tali difficoltà sarebbero superate in
scioltezza. Invece, appare sempre più frequente appellarsi a quelle non
scritte, adducendo motivazioni discutibili. Molte sarebbero le considerazioni
che si potrebbero fare, ma si sceglierebbe il campo della polemica e non è
questo l’intento.
E’ stato scritto molto sulle diverse analisi relative alle qualificazioni
individuali e a squadre. Le condivido, anche se sarebbe meglio esprimersi dopo
le olimpiadi. Dobbiamo complimentarci con il solito Fioretto femminile che ha
conseguito il massimo obiettivo ed è un peccato che non possa competere a
squadre. Complimenti anche alla Sciabola, la quale sembra poter raggiungere una
storica qualificazione femminile, che pochi davano per certa. Per quanto
riguarda la spada siamo di fronte ad un bivio: totale fallimento o grande
traguardo. Una cosa è certa, per il momento complimenti al vice Ct che ha unito
la squadra recuperandola da un periodo oscuro.
Altro aspetto poco chiaro sono i provvedimenti disciplinari.
Se un soggetto è in corso in una sanzione non si capisce perché tale
disposizione non venga fatta rispettare. Premesso che un tesserato è tale sia
nella veste di tecnico che di atleta o dirigente, non è chiara la distinzione
nell’attribuzione della penalità nel momento in cui subisce il provvedimento,
cioè se la mancanza sia stata effettuata nella veste di atleta, tecnico o
dirigente: un tesserato punito lo è a tutto tondo per il semplice fatto di
essere un iscritto e quindi soggetto alle normative disciplinari. Pertanto in
presenza di un provvedimento la sanzione punisce il soggetto nella globalità
delle sue vesti e quindi interdetto da tutte le competizioni. Forse una
modifica al Regolamento di Giustizia sarebbe necessaria.
Concludo rispondendo all’articolo sui numeri e non volendo
citare la “Teoria del Caos”, mi sovviene che tutte le grandi dittature trovino la
loro base laddove c’è da dominare una popolazione dai grandi numeri, in cui la
sottomissione e l’ignoranza regnano sovrane. Verrebbe, quindi, da supporre che i meriti dell’esponenziale numero di iscritti
sia certamente da attribuire alla politica federale, ma probabilmente con un
fine ben preciso e lascio all’immaginazione di chi legge quale possa essere.
L’alimento principale della politica è il consenso e avere
una base larga da gestire è un punto cardine. Si pensi solo all’aumento dei
Tecnici di vario livello, degli Arbitri e quindi delle Società. Sono tutti voti
facilmente gestibili per un vero politico. Infatti, una base ristretta vuole
risposte concrete, una base larga si accontenta del passa parola e di poco
altro. Il mio pensiero è che una ampia base consenta un restringimento del
vertice e quindi meno persone che contano a favore di più voti.
Queste riflessioni non vogliono avere nulla di “polemico”,
ma un contributo di idee a favore di una politica più lungimirante e con meno
personalismi.
Italo Rossi